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P.
L’Io non avviluppa completamente l’Es, ma solo quel tanto che basta a far sì che il sistema P formi
la sua superficie. L’Io confluisce verso l’Es così come il rimosso, che è separato solo dall’Io
mediante le resistenze. Può tuttavia comunicare con l’Io attraverso l’Es. L’Io è quindi quella parte
dell’Es che ha subito una modificazione per mezzo del mondo esterno grazie all’intervento del
sistema P-C. L’Io si sforza di far valere l’influenza del mondo esterno sull’Es tentando di sostituire il
principio di piacere (Es) con quello di realtà. L’Io è ragione e ponderatezza, l’Es la sede delle
passioni. L’Io a volte è costretto a soddisfare l’Es. L’Io è innanzitutto un’entità corporea, una
proiezione di una superficie. E a volte non solo le cose più profonde ma anche quelle che per l’Io
sono più elevate possono essere inconsce (autocritica e coscienza morale).
L’Io e il Super-Io (ideale dell’Io)
Nella primitiva fase orale, investimento oggettuale identificazione non sono distinguibili.
Successivamente gli investimenti provengono dall’Es e l’Io prende cognizione di tali investimenti e
li tollera oppure li respinge tramite la rimozione. Nel caso in cui bisognasse rinunciare a questo
oggetto sessuale compare un’alterazione dell’Io che dobbiamo descrivere come l’erigersi
dell’oggetto stesso nell’Io. L’Io attraverso quest’introiezione facilita la rinuncia. Questo processo
potrebbe anche essere un mezzo attraverso il quale l’Io controlla l’Es e approfondisce la sua
relazione con esso, autoimponendosi all’Es come oggetto d’amore, come per risarcirlo. La
trasformazione della libido oggettuale in libido narcisistica implica una sublimazione. La
personalità multipla ad esempio può mostrarsi nel caso in cui le varie identificazioni dell’Io si
accaparrano a turno la coscienza dell’individuo. Gli effetti delle prime identificazioni prodotte in
tenera età risulteranno generali e persistenti. Tuttavia le scelte oggettuali riguardanti il padre e la
madre sembrano risolversi in una identificazione che rafforza l’identificazione primaria. Nonostante
ciò queste relazioni sono rese complesse da: il carattere triangolare della situazione edipica e
la bisessualità costituzionale dell’individuo. Con lo sfacelo del complesso edipico deve essere
abbandonato l’investimento oggettuale materno e in suo luogo possono accadere due cose:
identificazione con la madre o rafforzamento dell’identificazione col padre. Non sempre però
possiamo attenderci la seconda soluzione in quanto queste identificazioni non portano all’interno
dell’Io l’oggetto abbandonato. Nel caso invece del complesso edipico completo di natura duplice, si
ha per effetto della bisessualità originaria del bambino (i nevrotici). Con il tramonto del complesso
edipico le quattro tendenze in esso contenute si combinano in modo tale che ne risultano
un’identificazione col padre e una con la madre. L’esito più comune della fase sessuale dominata
dal complesso edipico è il costituirsi nell’Io di un lascito di queste due identificazioni
congiunte; quest’alterazione dell’Io conserva la sua posizione particolare contrapponendosi al
restante contenuto dell’Io come ideale dell’Io o Super-Io.
potente formazione reattiva nei confronti delle scelte oggettuali dell’Es. Questo
Super-Io:
conserverà il carattere del padre e quanto più forte sarà il complesso edipico e quanto più
rapidamente si è compiuta la sua rimozione, tanto più severo si farà il Super-Io nell’esercitare il
suo dominio sull’Io sotto forma di coscienza morale o senso di colpa. La separazione del Super-Io
dall’Io rappresenta le caratteristiche evolutive dell’individuo e della specie, dando espressione
durevole all’influenza dei genitori essa perpetua l’esistenza di quegli stessi fattori a cui deve la
propria origine. L’ideale dell’Io è dunque l’erede del complesso edipico e costituisce l’espressione
dei più potenti impulsi dell’Es. Mediante la costituzione di tale ideale, l’Io è riuscito a padroneggiare
il complesso edipico e si è sottomesso all’Es, il Super-Io si erge contro come avvocato dell’Es. Ciò
che ha appartenuto alla dimensione più profonda della vita psichica individuale si trasforma
mediante la formazione dell’ideale dell’Io in quelli che sono i valori più alti dello spirito umano.
L’ideale dell’Io risponde a tutti i requisiti che gli uomini si aspettano di trovare nell’essere superiore,
contiene il germe dal quale si sono sviluppate tutte le religioni. I comandi e i divieti dei padri e delle
autorità hanno continuato a svolgere la loro le loro funzioni attraverso la censura morale . La
tensione fra le esigenze della coscienza morale i comportamenti dell’Io viene avvertita come
senso di colpa.
L’Es non può vivere o sperimentare alcun accadimento se non a mezzo dell’Io il quale è presso
l’Es rappresentante del mondo esterno; tuttavia non si può nemmeno parlare di una diretta
trasmissione ereditaria nell’Io. Sembra che le esperienze dell’Io vadano perdute per gli eredi;
quando però si ripetono con sufficiente frequenza e intensità nelle successive generazioni esse si
trasformano per così dir in esperienze dell’Es, le cui impressioni vengono consolidate attraverso la
trasmissione ereditaria, in tal modo l’Es custodisce in sé i residui di innumerevoli esistenze dell’Io e
quando l’Io crea il proprio Super-Io dall’Es non fa altro che trarre nuovamente alla superficie
configurazioni dell‘Io di più antica data.
Le due specie di pulsioni (vd. Anche pulsioni e loro destini)
pulsioni sessuali. È la pulsione più facile da individuare; comprende non soltanto la vera e
Eros:
propria pulsione sessuale disinibita ma anche la pulsione di autoconservazione che va attribuita
all’Io. il sadismo è il suo rappresentante; a questa pulsione compete il compito di
Pulsione di morte:
ricondurre il vivente organico nello stato privo di vita a differenza dell’Eros che tende invece a
conservarla.
In realtà entrambe le pulsioni agirebbero in modo conservativo poiché mirerebbero al ripristino di
uno stato turbato dall’apparire della vita, che sarebbe al tempo stesso la causa della continuazione
della vita e l’aspirazione alla morte. Ad ognuna di queste due pulsioni corrisponderebbe un
processo fisiologico (anabolico e catabolico, costruttivo e distruttivo) e in ogni parte di una
sostanza vivente sarebbero attive entrambe le pulsioni. Per mezzo della muscolatura si suppone
che si sia riusciti a stornare sul mondo esterno gli impulsi distruttivi della pulsione di morte. Avendo
quindi accettato l’idea di un loro impasto, siamo costretti ad ammettere anche la possibilità di un
loro disimpasto. La componente sadica della pulsione sessuale costituisce un esempio classico di
impasto pulsionale; nel sadismo ravvisiamo invece un modello di disimpasto pulsionale. Per
produrre la scarica, la pulsione di distruzione viene regolarmente posta al servizio dell’Eros. Un
attacco epilettico ad esempio o una regressione libidica dalla fase genitale a quella sadico-
anale dipende essenzialmente da un disimpasto pulsionale ed è condizionato da un apporto
supplementare di componenti erotiche. L’ambivalenza invece è qualcosa di talmente primordiale
che conviene considerarla piuttosto un impasto pulsionale rimasto incompiuto.
Per la contrapposizione tra le due specie di pulsioni possiamo rifarci alla polarità di amore e odio.
Scegliamo l’odio poiché non solo esso è l’inatteso accompagnatore dell’amore (ambivalenza), ma
spesso precorre l’amore nelle relazioni e può trasformarsi in amore o viceversa. A volte la
componente distruttiva potrebbe precorrere l’investimento oggettuale fino al momento in cui poi le
venga associata la componente erotica; ci sono però molti casi in cui possiamo essere in presenza
di una trasformazione. Nella paranoia persecutoria l’ammalato si oppone in modo particolare ad
un attaccamento omosessuale forte verso una persona e il risultato è che questa persona
massimamente amata diventa il persecutore su cui si rivolge l’aggressività dell’ammalato. Al
contrario, quando vi è un’impostazione ostile originaria che non ha alcuna prospettiva di essere
soddisfatta in vasi a motivi economici essa viene sostituita da un’impostazione amorosa la quale
presenta maggiori possibilità di scarica. Le componenti pulsionali comunicano fra di loro, una
pulsione proveniente da una determinata fonte erogena può cedere la propria intensità al fine di
rafforzare una componente pulsionale proveniente da una fonte diversa. Questa energia, operante
sia nell’Io che nell’Es, proviene dalla scorta di libido narcisistica e dunque è Eros desessualizzato
(energia sublimata). In ogni caso le pulsioni erotiche ci sembrano più plastiche e facilmente
deviabili di quelle di distruzione. Impadronendosi in tal modo della libido, l’Io lavora contro le finalità
dell’Eros e si pone al servizio dei moti pulsionali di parte avversa. Il narcisismo dell’Io è un
narcisismo secondario, sottratto agli oggetti. Se il principio di costanza domina la vita che
dovrebbe dunque essere un lento scivolamento verso la morte, sono le richieste dell’Eros, le
pulsioni sessuali, quelle che come bisogni pulsionali impediscono l’abbassamento di livello e
introducono nuove tensioni. L’Es si difende da queste tensioni in diversi modi, lottando perché
siano soddisfatte le tendenze sessuali dirette. Ciò avviene nel momento dell’espulsione della
materia sessuale nell’atto sessuale che corrisponde al morire, perché una volta estromesso l’Eros
attraverso l’atto che procura il soddisfacimento è lasciata piena libertà alla pulsione di morte di
attuare i suoi propositi.
I rapporti di dipendenza dell’Io
Benché rimanga accessibile a tutte le influenze successive, il Super-Io serba per tutta la vita il
carattere che gli è conferito dal fatto di trarre origine dal complesso paterno, serba cioè la capacità
di contrapporsi all’Io e di dominarlo, mantenendo il suo imperio anche sull’Io maturo. Ma il fatto di
provenire dai primi investimenti oggettuali dell’Es mette il Super-Io in relazione con le acquisizioni
filogenetiche dell’Es e ne fa la reincarnazione di anteriori configurazioni dell’Io le quali hanno