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XOIVT,
descrivere la complessa fenomenologia dell'universo della comunicazione: per es., communicare,
deriva da “comune”; mentre vuol dire “dare notizia” di qualcosa a qualcuno;
communis nuntio
vuol dire “conversare”; sta per la “divulgazione del sapere” e per il
colloquor vulgo conferre
“discorso confidenziale”.
Nelle azioni comprese in questa cornice terminologica è sottointesa una forte
implicazione della dimensione valoriale.
Il problema comunicativo di fondo non può più essere il "collegamento" (o
.
l'allargamento della partecipazione), ma la sua specie in un mondo
articolazione e i suoi esiti,
dove gli scambi comunicativi appaiono sempre più dominati dalla e dall’impersonalità
neutralità
e comunque dalla generale mancanza di senso apodittico e predeterminato (Morcellini, cit.).
Se le discipline di origine linguistica rimangono ancorate agli elementi "interni" del processo
comunicativo, l'approccio specifico dei due ambiti disciplinari, come la psicologia e la sociologia, è
rivolto principalmente a quelle condizioni che, nell'organizzazione e nello scambio di messaggi, si
possono definire “situazionali” o “esterne”. Molti contributi, a dire il vero – soprattutto nello studio
della comunicazione in contesti micro sociologici –, provengono dagli ambiti della psicologia.
Si pensi, infatti, all’analisi transazionale di Berne (1967) che nasce come teoria globale
della personalità per essere poi adoperata per la descrizione e l’interpretazione dei sempre più
complessi fenomeni connessi alla comunicazione. Tali discipline analizzano giusto gli elementi
generali dei processi comunicativi, tra cui quelli extralinguistici, riassumibili nella definizione
di "comunicazione non verbale" che comprende quel particolare registro di elementi
comunicativi spesso usati dall’inconscio, così da essere studiati come prossemica,
paralinguistica fino alle forme più elaborate osservate negli stati modificati di
cinesica,
coscienza (Lapassade).
I terreni di ricerca si indirizzano così verso eventi psichici, i quali, rispetto all'atto
comunicativo inteso in senso ristretto, possono essere considerati:
- lo sviluppo della competenza comunicativa nell’interazione adulto-bambino,
premesse:
la fase di socializzazione primaria;
- i contesti “conversazionali” e l’interazione fra singoli individui e in
circostanze:
contesti macrosociali;
- gli effetti individuali dell’esposizione ai messaggi (Fatelli,
esiti: cit.). 58
Per offrire solo una vaga idea della complessità del panorama comunicativo, basti
considerare come gli studiosi statunitensi Dance e Larson (1976) abbiano fornito un
esame dettagliato di ben 126 definizioni del termine sottolineando differenze
comunicazione,
pure sostanziali ma concordando comunque sul fatto che la comunicazione si presenta
essenzialmente come un processo.
2. I percorsi della comunicazione.
Per comunicazione, in linguistica, s'intende la trasmissione di informazione mediante
messaggi da un emittente a un ricevente. Secondo il classico schema di R. Jakobson (Saggi di
tr. it., Feltrinelli, Milano 1966) una situazione comunicativa, fortemente
linguistica generale,
idealizzata, è caratterizzata da un emittente (o fonte del messaggio), dal suo ricevente (o
destinatario), dal codice mediante cui è codificato e decodificato il messaggio
rispettivamente dall’emittente e dal ricevente, dal canale (mezzo o supporto fisico della
trasmissione del messaggio; per es. l'aria nel caso della comunicazione orale), dal contesto e
dal contatto tra emittente e ricevente).
11 concetto di comunicazione sociale è stato definito dai sociologi in tempi relativamente recenti
con lo sviluppo sia delle comunicazioni nelle società più avanzate e del loro ruolo nel condizionare
l'azione sociale, sia dell’analisi macrosociologica dell’interazione sociale.
J. Habermas (1973) ha individuato nella crisi di legittimazione la principale radice della
crisi di identità attraversata dai sistemi capitalistici avanzati e, nella comunicazione sociale, il
meccanismo, discorsivo, di soddisfazione (o critica) delle pretese normative del sistema.
Da lungo tempo sono oggetto di studio i fenomeni delle comunicazioni di massa.
Una teoria delle società complesse pare doversi oggi basare sulla comunicazione sociale piuttosto
che sui sociali, secondo N. Luhmann (1975) che raccoglie i risultati degli studi
rapporti
dell'interazionismo simbolico di E. Goffman (1969 e 1971). Di fronte alla complessità del
mondo, sostiene Luhmann, i sistemi, per garantirsi stabilità e sopravvivenza, devono operare
come riduttori selettivi: il potere come mezzo di comunicazione sociale consiste nella
possibilità di cui dispone un soggetto di scegliere un’alternativa per altri soggetti; in tal senso la
comunicazione potestativa riduce la complessità per i soggetti subordinati. L’utilizzazione, in
sociologia, del vasto patrimonio concettuale accumulato dalla linguistica sul tema della
comunicazione sembra doversi incentrare sulla trasmissione di significati (cosignificagione)
quale caratteristica della. comunicazione sociale; possibile solo alla presenza di codici culturali
ben definiti e comuni agli interlocutori. 59
Sul fenomeno della comunicazione nei suoi aspetti più generali, di portata filosofica,
insistono la sociologia tedesca e quella francese che hanno subito più profondamente
l’influsso di filosofie quali la fenomenologia e l’esistenzialismo. In tale contesto va ricordata
la (1981) di J. Habermas (trad. it., 1986) che annuncia
Teoria dell’agire comunicativo
programmaticamente il mutamento di paradigma dalla «coscienza» alla «comunicazione»,
incentrando sulla razionalità comunicativa una nuova teoria critica della società. In ambito
anglosassone, dove prevale l’influsso di filosofie d’origine empiristica e
neopositivistica, la tematica della comunicazione è sviluppata in sociologia soprattutto con
ricerche specifiche su forme particolari di comunicazione, come l’arte la pubblicità, il
linguaggio quotidiano.
Nell'ambito della prospettiva di Habermas, ulteriori e importanti
dell'agire comunicativo
contributi sono stati recentemente delineati da Marcello Strazzeri (1997), il quale assume
come premessa l’esigenza di una teoria sociale ancorata istituzionalmente alle esigenze di
senso, socialità e autenticità del mondo della vita. In conformità a quest’impostazione,
Strazzeri individua la possibilità pensare ad un potere comunicativo della società, capace di
imporsi, per il tramite di un'autonoma opinione pubblica, sui sistemi funzionalmente
specializzati quali l’economia e il potere.
Intrecciando, poi, in modo immanente la comunicazione col mondo della vita, Strazzeri
sostiene che è lecito pensare ad un'ecologia intesa come scienza generale della vita.
La comunicazione si presenta, allora, per usare un’espressione di Bateson, come struttura che
solo una comunicazione fondata su una discorsività libera da coazioni sistemiche
connette:
appare adeguata allo scopo di attirare un’interrelazione ricorsiva tra sistema e mondo della
vita, tra uomo e natura, tra scienza e ambiente (Strazzeri, 2000). Solo in quest'ottica, rileva
Strazzeri, è possibile gettare le basi di una teoria sociologica della democrazia, cioè di una
teoria disponibile ad una verifica empiricamente orientata del ruolo della comunicazione
mediata nei processi formativi dell'opinione pubblica e della volontà politica.
Insomma, “la connessione teorico-funzionale di comunicazione e democrazia in una
società complessa costituisce un tema ormai classico della sociologia. Riproblematizzare i
termini costitutivi di quel rapporto richiede, pertanto, una indispensabile giustificazione.
Per un verso, infatti, la complessità sociale contemporanea ha dimostrato l'inadeguatezza dei
tradizionali schemi di categorizzazione sociologica; per altro verso, i nuovi nel
media,
determinare modalità inedite di interazione sociale, richiedono una radicale ri-formulazione
della questione" (Strazzeri, cit.: 11). In tal senso, come precisa l'Autore, bisogna andare oltre la
tradizionale e tentare non un'improbabile terza via, ma un
querelle nuovo campo di discorsività
Ciò comporta un ripensamento profondo e radicale delle forme istituzionali del consenso,
60
orientandole nella prospettiva di una cittadinanza attiva e dunque capace di trovare nella
comunicazione non condizionata il perno di un sistema politico come processo continuo
dell’autodeterminazione. Alla stessa maniera, insomma, in cui Rousseau intese il ruolo del
contratto sociale nel contesto di una democrazia progressiva anziché astrattamente compiuta.
La dimensione di massa della comunicazione è data dai messaggi trasmessi da giornali,
radio, televisione, cinema, manifesti e simili a masse d’individui dispersi in spazi vastissimi e
per lo più lontani dal punto d'emissione del messaggio stesso. Più esattamente è definibile come
ambito di studio delle comunicazioni di massa ogni situazione comunicativa nella quale non
esiste alcuna possibilità, da parte dei riceventi, di rispondere, di «retro comunicare» al
messaggio inviato dall'emittente. Proprio per questa caratteristica di poter diffondere messaggi
in aree sociali assai ampie e di essere, almeno potenzialmente, immuni da qualsiasi possibilità di
risposta da parte dei fruitori, i quali, per di più, non possono quasi mai controllarne la veridicità,
i mezzi di comunicazione di massa (designati anche con la locuzione inglese "mass media") sono
dotati d'enormi capacità di orientare le opinioni, i giudizi, gli atteggiamenti e i comportamenti.
Si esamineranno qui i principali approcci con cui nelle scien ze sociali si studiano le
7
comunicazioni di massa.
- È espressione di una corrente sociologica di provenienza
L'approccio struttural-funzionale.
statunitense (T. Parsons, R.K. Merton, P.F. Lazarsfeld ecc.) che concepisce la comunicazione
come un processo scomponibile nei suoi momenti più importanti secondo gli attori che
v’intervengono. Secondo una formula dovuta a H. D. Lasswell, nello studio dei processi
comunicativi è necessario analizzare "chi dice qualche cosa, che cosa dice, in che modo lo dice,
a chi e con quali effetti”. Usando metodi quantitativi e qualitativi definiti analisi del contenuto, si
è giunti a disporre di validi strumenti per individuare il reale significato di un messaggio,
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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