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Quantitativamente, la maggior parte dell’uso
di informatica viene fatto dai clienti-utilizzatori
in maniera autogestita, senza il bisogno degli
esperti
Gli specialisti dell’informatica diffusa danno assistenza su richiesta, preparano nuovi strumenti che
amplieranno le possibilità di chi usa l’informatica in azienda, fanno formazione degli informatici parziali,
gestiscono in prima persona le attività ancora troppo sofisticate per i non specializzati, esplorano il
mondo dell’informatica per vedere quali nuove risposte e opportunità può offrire
Nella formazione tradizionale il focus è sugli obiettivi: adeguatezza e rispondenza alle esigenze
delle persone e delle organizzazioni
Nel nuovo sistema ampliato e diffuso della formazione all’importanza degli obiettivi si affianca la
crucialità delle risorse disponibili che possono contribuire al processo di apprendimento
Non solo risorse economiche, ma soprattutto risorse già esistenti da rendere disponibili alla formazione
Macrosistema della formazione diffusa: [di Bruscaglioni]
Formazione -> funzione che si occupa dell’apprendimento
Formatori -> si occupano dei processi di apprendimento in modo organizzato, esplicito,
intenzionale, consapevole
Non sono solo i formatori che producono e facilitano i risultati di apprendimento
Attività, tempi e obiettivi sono:
1. Destinati primariamente alla formazione: FORMAZIONE DEDICATA (primaria, intenzionale ed
organizzata)
2. Finalizzati intenzionalmente anche alla formazione ma non come compito principale:
FORMAZIONE CONTESTUALE (secondaria, on the job)
3. Organizzati in funzione di altro ma con ricadute di fatto in termini di apprendimento delle
persone e gruppi e di influenza sui loro processi di apprendimento: FORMAZIONE DI FATTO
(terziaria, non intenzionale, ma di fatto nei risultati)
Sfide
La sfida dello sviluppo dell’apprendimento è centrale sia a livello delle pratiche che orientano il
cambiamento organizzativo e la crescita delle persone. Quaglino individua come vere sfide per la
formazione:
L’apprendere a cambiare – promuove una prospettiva capace di portare consapevolezza della
loro funzione formativa tutte quelle azioni che provocano apprendimento
L’apprendere ad apprendere – valorizza la centratura sul soggetto, dando importanza alla
relazione delle persone con la loro esperienza professionale e di vita 9
L’apprendere da sé – prospettica di auto sviluppo di sé come apprendimento continuo nelle
diverse sfere di esperienza del soggetto, ma anche lungo tutto l’arco della vita
L’aver delineato il macrosistema con i 3 tipi apre la sfida per il mondo della formazione nel definire il
rapporto tra formatori di professione, formatori contestuali e formatori di fatto: i primi hanno la
responsabilità di formare i formatori contestuali, di aiutare chi formatore non è a svolgere il proprio
compito formativo al meglio e a sviluppare la riflessione teorica e l’innovazione.
CAPITOLO CINQUE : Riconoscere i formatori
Lo spostamento di focus del processo formativo dall’insegnamento all’apprendimento incide anche
sulla definizione del ruolo dei formatori.
Facilitatori
Nella formazione centrata sull’insegnamento, le tipologie dei formatori vengono definite a partire dal
contenuto insegnato; ne consegue la creazione di “famiglie” focalizzate sulle diverse discipline. In
questo modo si ostacola lo <<sviluppo della moderna funzione di formazione>> impendendole di
diventare diffusa. Mettere al centro della formazione l’apprendimento porta una rivoluzione anche
rispetto al modo di pensare il formatore che viene riconosciuto in quanto realizza insiemi di attività
organizzate e finalizzate alla facilitazione dei processi di apprendimento delle persone adulte su/per il
lavoro.
Facilitazioni dei processi di apprendimento:
La formazione agisce sui processi di apprendimento ottimizzandoli
Centrale è il protagonismo del soggetto in apprendimento
Amplia il sistema di formazione a nuove modalità oltre al focus docente-aula
Il know-how specifico della professione
Le occasioni di apprendimento
La variabile tempo rispetto al soggetto può aiutare a collocare la funzione apprendimento in termini di
formazione iniziale o continua e di attività ad essa dedicate(finalità e tempo specifico) oppure frutto di
tempi non specificatamente destinati a ciò (finalità e tempo a-specifico).
Grafico 1: La parte superiore della figura individua il tempo precedente
l’inizio dell’attività professionale che in quanto formazione
iniziale pone le basi per la possibilità e la qualità di quanto
accade nella parte inferiore: formazione continua.
La parte verticale sx I e III individua il tempo impiegato
specificatamente in occasioni formative, mentre la parte dx
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II e IV richiama gli apprendimenti che provengono da occasioni e situazioni sia personali che
istituzionalizzate non finalizzate all’apprendimento.
Il quadrante I si riferisce al percorso scolastico e alle attività formali che hanno preceduto l’avvio
dell’attività lavorativa.
Il quadrante II riguarda il tempo di vita non incluso in percorsi formalizzati ma che ha comunque un
significato rispetto all’apprendimento personale e professionale.
Il quadrante III individua tutti quei tempi formativi dedicati specificatamente all’apprendimento, sia esso
professionale o hobbistico
Il quadrante IV rimanda a tutte le possibilità di apprendimento originate dalla quotidiana vita
professionale o personale.
Tra I II e III IV c’è un influenza reciproca; ognuno dei 2 quadranti superiori può influire
sull’apprendimento di entrambi i quadranti inferiori ma non il contrario -> la formazione iniziale è la base
per lo sviluppo di possibilità di apprendimento nella formazione continua
Grafico 2: Sostituendo l’asse formazione iniziale - continua con
l’asse interna - esterna all’organizzazione lavorativa, la
variabile spazio presenta altri territori. Questo grafico si
colloca nella formazione continua, e ne favorisce una
visione più approfondita. La parte superiore individua
l’apprendimento che il soggetto acquisisce in azienda,
attraverso attività che hanno questo obiettivo ( I es: corso
per un nuovo software) oppure situazioni che avevano
altri scopi, ma hanno prodotto apprendimento (II). La
parte inferiore sottolinea che l’apprendimento è una
possibilità ed una necessita che riguarda anche la vita personale. Nel III si collocano gli apprendimenti
frutto di attività formativa intenzionale non legata all’azienda, Nel IV l’apprendimento è generato da
situazioni esterne all’azienda in modo passivo.
Grafico 3: In questo schema l’apprendimento acquisito in ogni
quadrante porta ad un incremento di possibilità di
apprendimento in ognuno degli altri 3. Nell’incrociare le
coppie formazione interna/esterna con la dimensione
temporale iniziale/continua si generano altri quadranti che
consentono di esplorare altre opportunità di apprendimento.
I quadranti I e II indicano la formazione realizzata all’interno
dell’organizzazione nella fase iniziale o continua, mentre il
quadrante III focalizza l’attenzione su quanto il soggetto ha
imparato all’esterno dell’organizzazione prima di iniziarla e IV
segnala come la sua formazione non si limiti solo al contesto lavorativo, ma come caratteristica
presente in tutti i contesti.
Per individuare le caratteristiche dei contesti dell’apprendimento sono state utilizzate 3 coppie di
polarità che rappresentano ognuna un punto di vista particolare:
1. Tempo: la coppia della formazione iniziale/continua pone una discriminazione temporale
nell’inizio della vita professionale
2. Finalità: Nella formazione specifica-formale-esplicita-intenzionale/a-specifica-informale-implicita-
non intenzionale a essere individuata è la destinazione primaria dell’attività che genera
apprendimento
3. Spazio: la polarità formazione interna/esterna si riferisce allo spazio entro cui avviene
l’apprendimento: all’interno o all’esterno dell’organizzazione 11
CAPITOLO SEI : L’apprendimento organizzativo
Caratterizza la polarità nell’organizzazione: c’è una stretta connessione tra il lavorare, apprendere e
innovar; viene riconosciuto all’apprendimento una funziona ordinaria dell’attività lavorativa e del
contesto nel quale essa si svolge; sono i soggetti che apprendono e cambiano, non c’è quindi
contraddizione con l’emergere del soggetto.
“Un organizzazione si caratterizza come learning organization nel momento in cui promuove all’interno
un processo di esplicitazione, creazione e circolazione di sapere, nonché di traduzione di questo stesso
sapere in concrete pratiche operative” Quaglino
“L’apprendimento organizzativo si realizza quando i membri dell’organizzazione agiscono come attori
di apprendimento, quando informazioni, scoperte, esperienze, valutazioni di ciascun individuo
diventano patrimonio comune dell’intera organizzazione fissandole nella memoria dell’organizzazione,
codificandole in norme, valori, metafore e mappe mentali in base alle quali ciascuno agisce. Se questa
condizione non avviene gli individui avranno imparato, ma non le organizzazioni” Argyris, Schon
Profilo di un organizzazione che apprende
Dimensioni[ ]
di Alessandrini
Multidimensionalità
L’apprendimento è interpretato come fenomeno di interazione sociale
L’apprendimento è vissuto anche come disapprendi mento delle routine
L’apprendimento è visto come pratica cognitiva
I modelli decisionali sono interpretati come contesti di apprendimento
L’enfasi è sul passaggio dal know how individuale all’idea di “patrimonio comune”
Presupposti [ ]
di Alessandrini
1. Le organizzazioni si caratterizzano come sistemi aperti segnati dall’utilizzo di informazioni e
conoscenze di diverso tipo
2. La necessità di superare la concezione di un fare separato dal pensare
3. Nell’organizzazione esistono diverse tipologie di conoscenze che costituiscono il patrimonio
cognitivo degli individui
Come le organizzazioni creano conoscenza
Nonaka (1995) -> La costruzione di conoscenza nelle
organizzazioni si basa sul sapere umano che si genera e si
diffonde mediante un rapporto interattivo tra conoscenza
implicita ed esplicita:
socializzazione: impl -> espl
combinazione: espl -> impl
esteriorizzazione: impl -> espl (riflessività)
interiorizz