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In questo metodo non esistono criteri standard che garantiscono la validità di una ricerca; dal momento
che la caratteristica del metodo è mirare ad una teoria costruita induttivamente, risulta necessario, alla
luce di una visione costruttivistica della conoscenza, prendere le distanze da ogni visione ingenua
dell’approccio induttivo.
4.1.4 Tipicità del metodo grounded
Una grounded theory deve essere:
1. Adeguata, quando le categorie che la strutturano sono adatte ai dati che esse nominano:
a. Ci si astenga dall’adottare categorie pre-formulate
b. Quando si fatica a trovare una categoria adeguata non ci si lasci tentare ad aggiungere i
dati dentro un’altra categoria o eliminarli
2. Rilevante, quando nomina l’essenza o nucleo centrale del fenomeno indagato e emerge dal
confronto fra il problema generativo della ricerca insieme alla descrizione del contesto in cui ha
avuto luogo e la teoria elaborata
3. Modificabilità, nessuna elaborazione teorica può essere considerata avente una qualche forma
definitiva.
Il processo di generatività teoretica non può mai ritenersi concluso; il ricercatore deve liberarsi dalla
tentazione di un eccesso di attaccamento e di accreditamento di validità scientifica alle proprie idee o
comunque a quelle familiari alla comunità scientifica di appartenenza. Con il termine trascending si
sottolinea la postura cognitiva che spinge a cercare sempre nuove idee, nuove possibilità epistemiche, a
ridefinire continuamente il metodo, a mettere a fuoco altri lati del problema indagato, a strutturare
lungo nuove linee organizzazionali il processo di ricerca. Nella codifica è fondamentale fare continui
confronti fra i dati e sollevare questioni. 15
Come controllare la scientificità della procedura
Occorre prevedere regolari pause di riflessione per verificare l’andamento della ricerca ed è necessario
mantenere un atteggiamento scettico, nel senso che tutte le concettualizzazioni, le spiegazioni, le
interpretazioni acquisite, sia che siano formulate nel corso della ricerca o dedotte dalla lettura, vanno
considerate come provvisorie. La teoria sollecita a prestare attenzione a quelli che sono definiti in vivo
concepts, cioè quei concetti che riflettono il punto di vista dei partecipanti. Bisogna stare quanto più
possibile aderenti alla realtà così da salvaguardare il ricercatore dall’essere catturato dal suo punto di
vista. Questa teoria porta anche a sviluppare importanti qualità:
Stare in ascolto dei dati
Saper mettere tra parentesi assunzioni date per scontate e teorie interpretative già formulate
per stare in una sorta di vuoto concettuale di fronte al fenomeno
Costruire categorie che consentono la messa in ordine dei dati
Impegnarsi in una continua ridefinizione delle procedure attivate
Col tempo si dovrebbe sviluppare quella che viene definita sensibilità teoretica, cioè l’attitudine ad
avere intuizioni, l’abilità a trovare il significato dei dati analizzati, la capacità di interpretare e la capacità
di separare ciò che è pertinente a ciò che non lo è.
E’ necessario coltivare una disposizione passiva della mente, che consiste nel lasciarla vagabondare e
fare libere associazioni che sono necessarie per formulare questioni stimolanti e perché la
comparazione continua dei dati consenta di generare intuizioni che alimentano il processo di ricerca.
4.2 Il metodo fenomenologico-eidetico
Alla luce della filosofia fenomenologica è stata elaborata una concezione fenomenologica del metodo,
concezione però che ha molte varianti, le quali rispecchiano i principali orientamenti di questa scuola di
pensiero. L’interpretazione eidetica del metodo fenomenologico è stata formalizzata in campo
psicologico e ha poi trovato larga applicazione nel campo della nursing research. Secondo i ricercatori
fenomenologici andrebbero evitate tutte quelle interpretazioni del metodo che comportano
l’imposizione sul processo di ricerca di una sequenza operativa troppo rigida, perché impedirebbe un
accesso originale al fenomeno da parte del ricercatore. La prospettiva da assumere è quella object-
centered anziché method-centered. L’interpretazione leggera lo rende particolarmente apprezzabile nel
contesto delle scienze umane.
4.2.1 Essenza del metodo eidetico
Nell’interpretazione eidetica l’oggetto del metodo fenomenologico è quel fenomeno costituito dal
significato dell’esperienza vissuta così com’è percepita dai partecipanti. L’oggetto dell’indagine è
costituito dalle descrizioni fornite dai partecipanti e l’obiettivo che persegue consiste nell’analizzare tali
descrizioni per pervenire ad una precisa descrizione del fenomeno, le quali costituiscono la base per
effettuare quella che viene definita un’analisi strutturale che ritragga l’essenza dell’esperienza. L’analisi
prende in esame le descrizioni originali fornite dai partecipanti con l’obiettivo di determinare le
“strutture sottostanti”, andando in cerca delle “strutture invarianti essenziali” (essenza). Queste
strutture essenziali vanno considerate, per chi applica tale metodo, il risultato di un processo di
costruzione enattivamente intesto (la conoscenza è costruzione ma avviene nella forma di un dialogo
con l’oggetto che interpella la mente a partire dalle sue strutture essenziali). Le strutture essenziali sono
costruzioni quanto più possibili fedeli al fenomeno; è il paradosso della costruzione fedele che
costruisce il criterio di validità di una ricerca fenomenologica. Altro elemento non accettabile è la tesi
secondo la quale sarebbe accessibile una descrizione avente un valore universale (bisogna parlare di un
esito del processo d’indagine senza pretendere valenze universali, ma che abbia un valore il più esteso
possibile).
4.2.2 Fasi del metodo eidetico
Ciò che caratterizza il metodo è la postura del ricercatore, che deve astenersi dal formulare supposizioni
o ipotesi e deve mantenere sempre il suo pensiero legato ai dati che raccoglie dall’analisi dei fenomeni
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1. Individuare l’oggetto significativo dal punto di vista della ricerca scientifica, quindi un tema
rilevante per chi si occupa di quell’ambito di ricerca è che sia nuovo
2. Va formulata la domanda di ricerca
3. Il criterio per l’individuazione dei partecipanti è che abbiano o abbiano avuto esperienza diretta
del fenomeno. Il numero dei partecipanti in genere è contenuto (5 a 20)
4. I dati da raccogliere sono costituiti da descrizioni del fenomeno elaborate dai partecipanti. In
genere come tecnica per la raccolta dei dati si preferisce l’intervista in profondità detta
intensiva. Elemento essenziale è l’esercizio del principio di epoche (sospensione delle assunzioni
che fungono da pre-giudizi)
4.2.3 il processo di analisi
Serie ordinata di fasi che si presentano rispetto alla grounded theory più semplici e meno tecniche:
a. “Orizzontalizzazione” - Individuare nel materiale affermazioni significative, disegnare l’orizzonte
di significati in cui si situano i parlanti. Si attua anche una revisione per eliminare ripetizioni ed
eventuali sovrapposizioni
b. Raccogliere le unità significative in “grappoli di significato” strutturando i quali si introduce una
forma di ordine nei dati. Si inizia l’elaborazione di una descrizione generale del fenomeno, che si
struttura a partire da due differenti tipologie di descrizione:
- textural description, mettere a fuoco in che cosa consiste la qualità del fenomeno descritto
- structural description, dovrebbe descrivere come il fenomeno viene vissuto
Sulla base di ciò che emerge si dovrebbe pervenire alla stesura di una descrizione generale in cui
vengono identificate le strutture invarianti essenziali del fenomeno
c. La codifica trova poi differenti interpretazioni che introducono alcune variazioni:
- Duquesne Method, caratterizzata da varie fasi:
1. Lettura globale
2. Rilettura lenta -> individuazione unità significative
3. Eliminare le ridondanze -> elaborazione significato che ogni unità individuata ha dal suo
punto di vista
4. Si riprendono le singole unità iniziali (partecipanti) per cercare il senso di ciò che rivelano
5. Sinterizzazione ed integrazione delle sintesi
- Heuristic Research, Moustakas ha elaborato una variazione che mantiene inalterate le fasi di
analisi ma introduce alcune differenze nel modo di interpretare le azioni epistemiche.
Questa codifica si caratterizza per la tonalità fortemente autobiografica, poiché la domanda
di ricerca deve riguardare un fenomeno che coinvolge in modo sensibile il ricercatore.
Essenziale è la formulazione della domanda di ricerca che deve essere costruita in modo da
includere solo quelle parole che sono necessarie ad individuare il fenomeno da indagare e
che cosa di esso si vuole comprendere. C’è una sensibile analogia con la grounded theory, un
continuo e ripetuto ritorno ai dati; fondamentale è anche il confronto continuo con i
partecipanti alla ricerca per verificare l’attendibilità de risultati. L’approccio include anche
narrazioni, poesie, prodotti artistici, diari, .. tutto ciò che possa raffigurare l’esperienza. Egli
cerca con questo metodo di produrre una sintesi creativa.
4.3 La narrative inquiry
Sono la teoria secondo la quale una ricerca, in quanto atto esperienziale, può essere narrata. La pratica
della narrazione è da sempre stata esclusa poiché il narrare implica la partecipazione soggettiva
all’esperienza narrata, mentre il paradigma di stampo positivistico, concependo l’oggettività della
ricerca come un obiettivo raggiungibile solo a patto di realizzare una netta separazione fra ricercatore e
cercato, richiedeva la completa messa fuori campo della soggettività. La narrazione può acquisire lo
statuto di metodo nel momento in cui la ricerca viene concettualizzata come “esperienza” e l’obiettivo
viene ad essere quello di comprendere il significato dell’esperienza. Tratto fondamentale
dell’esperienza è che accade nel tempo e il tipo di pensiero in cui la temporalità è asse strutturante è la
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narrazione, allora narrare l’esperienza risulta essere il modo discorsivo privilegiato per comprendere di
essa il significato.
4.3.1 Narrare l’esperienza
L’esperienza non è solo oggetto dell’atto educativo, ha come qualità la temporalità perché si svolge nel
tempo, e che può essere raccontata. Quando un esperienza non è raccontata essa si dilegua, non
assume realtà. Narrare l’esperienza educati