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L’ANALI“I DEL DI“COR“O

GENERALITÀ

L’a alisi del dis o so pot e o di e he u a po dove confluiscono approcci e metodologie diverse che

t o a o elle p op ie affi ità la lo o agio d’esse e. Due so o gli a te ede ti più i po ta ti dell’a alisi del

discorso, entrambi definibili come momenti di svolta nello sviluppo delle scienze sociali. Il primo, il

osiddetto la guage tu isale all’ope a del se o do Wittge stei s he, elle Ri e he filosofi he,

introduce il concetto di gioco linguistico , secondo cui il mondo non è rispecchiato dalla struttura logica

i ase all’uso he del li guaggio si fa: ta ti

del linguaggio ma ne viene costituito mondi quanti sono i

. La s olta e a e p op ia si ha pe ò o l’ope a di Austi , p oseguita da “ea le, e t adotto i italia o

giochi ell’uso li guistico

con Atti linguistici . La teoria degli atti linguistici vede il mezzo per compere azioni, non

un mero strumento di comunicazione. Nasce da qui il vasto territorio, insieme linguistico, sociologico e

psicologico, noto come pragmatica , con al centro lo studio degli usi pratici del linguaggio. La seconda

svolta si verifica negli Stati Uniti. Un gruppo di sociologi decise che per comprendere la vita sociale

occorreva analizzare le microstrategie utilizzate dalla gente per gestire i rapporti interpersonali e quelli di

U alt o app o io i flue te e a l’et o etodologia, il ui s opo e a

gruppo. Il più noto era Goffman.

analizzare, in ottica micro sociale, le modalità di ragionamento pratico nella vita quotidiana. Si trattava in

entrambi i casi di approcci qualitativi e descrittivi. Poco dopo, un terzo sottogruppo decise di focalizzare

l’atte zio e sull’a alisi del pa lato e sui odi i ui le elazio i, l’espe ie za e l’i te azio e e i a o

st uttu ate dal fatto di pala e e att a e so di esso. Le figu e hia e all’o igi e dello s iluppo dell’a alisi

conversazionale furono Emmmanuel Schegloff e Harvey Saks. Si sviluppa di qui il vasto filone di ricerche, tra

sociologia e linguistica, noto appunto come analisi della conversazione, che avrà un rapporto controverso e

comunque continuativo con quella che sarà in seguito chiamata analisi del discorso. Entrambi questi

importanti cambiamenti di approccio allo studio del linguaggio e dei suoi usi vanno a loro volta inquadrati

in un più ampio movimento culturale, il vero e proprio affacciarsi di un nuovo paradigma nelle scienze

sociali, che prende il nome di ostruzionismo sociale . Alla base del suddetto paradigma si trovano alcuni

concetti fondamentali che rovesciano svariate certezze della visione positiva delle scienze sociali: quella che

presuppone di tendere comunque a una sostanziale obiettività dei propri metodi e risultati, espellendo per

ua to possi ile dall’o izzo te di i e a tutti gli aspetti o testuali, t a sito i, e sop attutto soggetti i he

possono intervenire.

FILONI DI RICERCA

D’alt o a to, uesti sviluppi, prevalenti nel mondo anglosassone, si incontrano con la parallela riscoperta

della fenomenologia e della visione ermeneutica. Si possono così delineare tre filoni o correnit, in cui

l’a alisi del discorso viene declinata secondo tradizioni culturali-metodologiche diverse, benché in parte

so appo i ili. T o ia o osì u a o e te ita i a he as e e si s iluppa ell’a ito della psi ologia

sociale, innervata da un recupero postfilosifico della retorica quale strumento di applicazione linguistica e

pragmatica. La corrente francese mantiene un forte interesse per aspetti formali del linguaggio, tuttavia in

u a di ezio e he possia o defi i e se ioti a e se iologi a. Pe ua to igua da gli “tati U iti, l’a alisi del

discorso travalica ben presto gli originari limiti della sociologia cosiddetta interazionista. Presentando lo

Handbook of Discourse Analysis, un testo destinato a rappresentare un riferimento autorevole nel campo,

Schiffrin, Tannen e Hamilton propongono la seguente classificazione della ricerca in analisi del discorso.

ulla al di fuo i dell’e u iazio e

- (per i linguisti).

- Usi del linguaggio (per i sociologi interaioznisti).

- Un ampio spettro di pratiche sociali che includono istanze non linguistiche e non specifiche del

linguaggio) (per un altrettanto ampio spettro di scienziati sociali, inclusi studiosi di applicazioni

uali il ou seli g i a ito sa ita io, l’i seg a e to, i edia, e il o pute .

L’i pia to del suddetto a uale i ela di e si aspetti dello stato attuale dell’a alisi del dis o so. U o

se z’alt o l’a pio spett o di app o i, etodi, teo ie e pa adig i he posso o esse e fatti ie t a e el

campo. Si riscontra, in sostanza, il tentativo di costituire una comunità di studiosi definibili come analisti

del linguaggio al di là delle differenze: per esempio, si sorvola sulle controversie metodologiche tra gli

analisti della conversazione e, relativamente al discorso , gli analisti del linguaggio , i quali avevano

spesso imputato ai primi una rigidità di approccio che non teneva sufficientemente conto della varietà

comunicativa insita negli scambi linguistici.

LA TRASCRIZIONE

In tema di trascrizione, ci troviamo di fronte a questioni originate dalla necessità di usare strumenti di

rilevazione costanti, precisi, specifici, pertanto adeguati alle successive operazioni di analisi, siano esse di

carattere propriamente linguistico o piuttosto sociologico. In questo, le ricerche di analisi della

conversazione o del discorso hanno trovato un parallelismo con le problematiche della ricerca etnografica e

dell’a t opologia del li guaggio. I uest’a ito, i fatti, si e a posto apida e te il p o le a, pe il

ricercatore sul campo, di non cadere vittima di un ingenuo presupposto etnocentrico-occientale, in base al

quale le informazioni che andava raccogliendo non richiedevano altro trattamento se non la traduzione,

pa ola pe pa ola, del dis o so o ui l’i fo ato e des i e a le a ie p ati he e gli usi del la so ietà

dell’a alisi della o e sazio e, ua do i i e ato i si

primitiva. Analogo problema si era posto, nel campo

erano convinti della necessità di lavorare su materiale registrato per potere approfondire alcuni aspetti

della conversazione che sarebbero sfuggiti a una semplice trascrizione a posteriori. Grazie alla registrazione

audio si poteva andare ben al di là della rilevazione dei turni di conversazione e delle relative formule,

osservando tutte le forme indicali attraverso le quali la conversazione prendeva forma. Markers

g a ati ali, pe si o fo eti i l’i to azio e, pa ti ola e te sig ifi ati a ella

linguistici, morfologici,

li gua i glese pote a o esse e i e uti el dis o so pa lato, o l’i p essio e di u a esso di etto ai

l’a alisi o e sazio ale a e tua a il

fenomeni nel momento stesso in cui si stavano verificando. Mentre

proprio approccio analitico, seguita in questo da gran parte della ricerca in analisi del discorso, la

registrazione audio, corredata dalla relativa trascrizione diretta, veniva accettata da un altro filone di analisi

linguistico-discorsiva, quello che viene definito comunemente ermeneutico-fenomenologico . In

uest’a ito, pa ti ola e te s iluppato ella e sio e psi ologi o-clinica, le molte preoccupazioni della

sociolinguistica conversazionale e interazionista, in relazione al fatto di rendere possibile una ricostruzione

pressoché fotografica dello scambio comunicativo, vengono in gran parte tralasciate e considerate

superflue.

NARRATOLOGIA

Co e a ia o otato i p e ede za, l’a alisi o e sazio ale e dis o si a po e all’o igi e della p ati a

comunicativa lo scambio di discorsi parlati o di testi scritti e non vede una particolare differenza tra i due

aspetti (la comunicazione scritta e lo scambio verbale) anzi li affronta congiuntamente, prescindendo dalle

ità i di iduali oi olte. Al o t a io, pe l’app o io e e euti o so o i soggetti he, i ase alle

soggetti

loro intenzioni comunicative, producono intenzionalmente la pratica discorsiva, che appare quale mezzo

privilegiato per creare e mantenere una relazione, regolata (nella clinica psicoterapeutica) da criteri pre-

esiste ti, o e la ostituzio e di u setti g, l’allea za te apeuti a o il t a sfe t e osì ia. Da uesto

atteggiamento di fondo della visione fenomenologica ed ermeneutica prenderà le mosse, sempre in campo

clinico, una corrente che viene definita analisi narratologica o più semplicemente narratologia. Anche

uest’ulti o te i e, o e del esto conversazione e discorso , si presta a una certa gamma di

equivoci. La narratologia, infatti, sul versante linguistico, può assumere fisionomie diverse, a seconda della

p o e ie za dis ipli a e dell’i dagi e a atologi a: i a po lette a io, si t atte à del a o to e o e

a ie fo e dell’e u iazio e,

proprio; più in generale, invece, si farà confluire la narrazione tra le

sottolineando i nessi tra i diversi livelli comunicativi (tipico il rapporto tra racconto e discorso ). Invece,

ell’a ie te a gloa e i a o e li i o-terapeutico,

quella che viene chiamata svolta narratologica viene

fatta risalire alla fondazione di una psicologia culturale a opera di Bruner e alla psicologia del senso

comune di Kelly. Narrazione e racconto appaiono qui quasi in forma di sinonimi, e implicano la questione

della intenzionalità , ovverosia della scelta, da parte di un soggetto, di una narrativa tratta dalle forme

fo ite dalla ultu a dell’a ie te. Rispetto alla a ati a uale i te p etata psi oa aliti a e te, o e o

dal basso (dalle aree inconsce verso quelle consce della psiche) questa versione della terapia procede

dall’alto , fa o e do l’ela o azio e o sape ole e os ie te delle a ati e p oposte dal pazie te,

spingendolo a ricercarne di alternative rispetto a quelle, disadattive, che costituiscono la fonte della sua

sofferenza psichica.

TRASCRIZIONE E CONTESTO

In apparenza, la narratologia così intesa sembra poter prescindere dai problemi metodologici posti

all’a alisi del dis o so dal p o le a della t as izio e. Ma ed e o o a gli i te ogati i o solo te i i,

bensì propriamente metodologici, posti da un altro problema di metodo, interente alla narratività, quello

dell’a alisi del o testo. La a azio e, i fatti, appa e e ta e te isog osa di u ’adeguata g iglia di

lettu a pe pote di e ta e oggetti di a alisi s ie tifi a; d’alt a pa te o i hiede u a era e propria

traduzione da un linguaggio a un altro come nel caso di un discorso o di una conversazione presi dalla

vita quotidiana in base a criteri di rilevanza contestuale da stabilire di volta in volta. Di per sé la narrazione

i atto: si p esta ui di all’a ito li i o, alla p ati a della psi ote apia o del

presuppone un dialogo

counseling. Il tema metodologicamente rilevante sarà in questo caso quello della valutazione del contenuto

narrativo da parte di giudizi addestrati ad applicare categorie di lettura precedentemente concordate. &Egra

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
63 pagine
28 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AleCas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca in psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lo Coco Gianluca.