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Valutazione dell'efficacia di un intervento
Per valutare l'efficacia di un intervento, è importante considerare il trend della baseline. Questo trend può essere piatto o peggiorativo, indicando un aumento dei sintomi prima dell'inizio dell'intervento.
In alcuni casi, è possibile prevedere una fase di sospensione e ripresa della terapia, chiamate fase A e fase B. A seconda dell'alternanza tra queste due fasi, sono possibili diverse combinazioni:
- Disegno AB: confronto della baseline con la fase di intervento, senza sospensione del trattamento.
- Disegno BAB: il trattamento viene interrotto o modificato e poi ripristinato come in precedenza.
- Disegno ABAB: registrazione della baseline, fase di intervento, fase di sospensione e infine una seconda fase di intervento.
- Variazioni ed estensioni del disegno AB: è possibile creare disegni diversi e inserire anche una fase C, che rappresenta un secondo tipo di intervento.
Inoltre, esiste anche la baseline multipla, che può essere di tre tipi:
- Attraverso (across) i soggetti: coinvolge almeno quattro pazienti su cui viene effettuata la valutazione.
Misurazione della baseline: si applica il trattamento a un paziente mentre si continuano a raccogliere dati sugli altri; dopo un certo periodo si applica il trattamento al secondo paziente e così via.
Attraverso i problemi: ciascun paziente ha problemi diversi ma collegati fra loro, sui quali si interviene in sequenza; la misurazione della baseline è effettuata per tutti i problemi e continua dopo ogni intervento.
Attraverso i settings: il trattamento è applicato a un singolo soggetto per un singolo problema in modo sequenziale attraverso setting differenti.
Altri disegni small-N → vi sono numerose possibili variazioni, tra cui:
- Disegni a criterio variabile: impiegati quando l'outcome può essere quantificato in modo preciso, così da stabilire dei targets definiti per ogni fase del trattamento; i criteri sull'efficacia variano da seduta a seduta e se i cambiamenti del paziente accadono secondo la sequenza prevista si giudica
“primato dell’esperimento” e quindi dei disegni dei disegni sperimentali/quasi sperimentali piuttosto che le tecniche qualitative essendo più difficili da dimostrare empiricamente per la mancanza di:
- cifre e numeri;
- controllo sulle variabili e fattori di disturbo;
- esperimenti e manipolazioni.
L’approccio qualitativo si occupa del significato degli eventi ed è definito da:
- dati raccolti in maniera diretta;
- elevato potenziale di interpretazione dei dati;
- flessibilità e modifica dei metodi di raccolta dei dati;
- sensibilità verso ciò che il soggetto pensa e prova;
- duttilità dei dati che permettono di sviluppare e testare le ipotesi.
Esistono due differenti tipi di disegni qualitativi:
- La ricerca big Q → induttiva (procede dai casi particolari alla generalizzazione), struttura aperta, produce teorie ed esplora significati.
- La ricerca little q → inclusione di tecniche di
Raccolta di dati non-numerici in disegni quantitativi, in generale di tipo ipotetico-deduttivo (procedono da una teoria generale alla verifica in casi particolari).
Assunti epistemologici
Nella ricerca qualitativa vi sono diversi assunti rispetto a:
- I soggetti coinvolti nella ricerca → si prevede il loro coinvolgimento attivo nella produzione dei dati e proprio per questo vengono definiti “informants” o “respondents” e anche perché si rivolge gran parte dell’attenzione alla esperienza soggettiva che influisce sulla rappresentazione delle esperienze stesse (patient satisfaction, ossia il vissuto soggettivo del paziente riguardo all’intervento).
- La raccolta e il trattamento dei dati → in una ricerca big Q il tipo dei dati deve essere quanto più è possibile naturalistico, per far ciò si tenta di ridurre al massimo la riduzione dei dati, ossia sforzarsi di perdere nella traduzione (codifica, riassunto, categorizzazione).
3. La posizione del ricercatore → il ricercatore è visto come un co-creatore di dati unitamente ai respondents, si tratta di un "osservatore-partecipante" con le relative conseguenze pratiche sullaconduzione della ricerca e sui reports dei risultati.
4. Il linguaggio → le tecniche di raccolta dei dati privilegiano la trascrizione dei testi costruiti lungo le linee del linguaggio naturale dei partecipanti, ossia vincolati il meno possibile dalla specificità di un protocollo di ricerca.
La qualità della ricerca qualitativa
La qualità della ricerca è data da tre aree di attenzione:
Area della rappresentatività → vi è una gerarchia dei dati, questi devono tenere conto della "riflessività" (consapevolezza dell'impossibilità di una posizione neutrale da parte del clinico/ricercatore) e della "credibilità" (corrispondenza fra il materiale raccolto e i)
risultati della ricerca descritti nel report). Per quanto riguarda la rappresentatività, la numerosità campionaria incide poco a causa del peculiare tipo di generalizzazione consentito dalla ricerca qualitativa cioè la generalizzazione naturalistica (vicende che appartengono alla naturalità della vita quotidiana) e allo stesso tempo capace di definire eventi canonici (attirare l'attenzione sugli eventi significativi). Vi è inoltre una rappresentatività ecologica, legata alla ricerca situata (attenta alle condizioni di contesto) e quindi all'ambiente. Infine, l'operazionalizzazione dei costrutti può essere facilitata dall'usare, per definire un concetto, le parole stesse dei partecipanti fornendo così definizioni prossime alle loro esperienze. Area di controllo dei risultati → si verificano i casi atipici, estremi, sorprendenti e si cercano spiegazioni alternative, questi fenomeni sono frequenti a causa della.natura stessa della ricerca qualitativa, la cui particolare natura dei dati si presta all'approfondimento dei risultati disomogenei, discrepanze e contraddizioni, come accade spesso anche nell'attività clinica. Spesso la lettura dei reports suggerisce interpretazioni differenti da quelle fornite dagli autori oppure vengono riferiti dati che tuttavia non concorrono alla messa a punto dei risultati finali perché rilevati più raramente, in questi casi si utilizza la tecnica di "validazione da parte dei membri", consistente nel coinvolgimento dei soggetti che hanno preso parte alla ricerca nella valutazione dei risultati di quest'ultima oppure l'uso di osservatori diversi. Area del testing dei risultati → riguarda il tema della replicabilità della ricerca, vengono usati a questo proposito i termini di ispezionabilità/controllabilità. Si tratta della cosiddetta dependability che riguarda l'impegnodel ricercatore per assicurare che il disegno della ricerca sia tracciabile, documentato e replicabile. Si ricorre, talvolta, anche all'intervento di uno/più colleghi per prendere in esame il disegno e valutare se potrebbero replicarla, con quante e quali difficoltà.
Comunicazione e pubblicazione dei dati
Essa è stata all'inizio problematica perché esistono diversi metodi della ricerca qualitativa, ciò ha portato a una eccessiva disomogeneità nel resoconto della ricerca. L'APA ha fornito delle norme da seguire, che consistono nel fornire informazioni su:
- i soggetti coinvolti e le fonti utilizzate;
- il tipo di relazione tra ricercatori e soggetti;
- la selezione dei partecipanti;
- contesto generale dello studio;
- background dei ricercatori.
Capitolo 2 - L'approccio qualitativo nella ricerca sugli esiti delle psicoterapie e degli interventi psicologici
Vi sono due tipi di approcci qualitativi sugli esiti
e il risultato ottenuto. Analisi dei contenuti = analizza il materiale clinico secondo le seguenti categorie: - Tematiche: identifica i temi principali trattati durante la seduta; - Emozioni: individua le emozioni espresse dal paziente e dal terapeuta durante la seduta; - Processi di cambiamento: analizza i processi di cambiamento che si verificano durante la seduta; - Relazione terapeutica: valuta la qualità della relazione tra paziente e terapeuta durante la seduta. Entrambe le strategie di analisi sono utilizzate per comprendere meglio il processo terapeutico e identificare eventuali pattern o modelli ricorrenti.