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OPD II (Operationalisierte Psychodynamische Diagnostik) di Cierpka, Schneider e Hoffmann
-sistema diagnostico di orientamento psicodinamico con un sistema multi assiale
I. esperienza di malattie e presupposti per il trattamento aspetti generali e fenomenologici
II. relazioni interpersonali (prospettiva A e B) della patologia
III. conflitti (intrapsichici, inconsci e persistenti o traumi)
IV. struttura (cognitiva, regolazione, emotiva, legami) diagnosi del funzionamento
V. disturbi mentali e psicosomatici del paziente
-il colloquio si interessa per una valutazione generale della gravità del quadro analizzando l’identità e le
esperienze relazionali, considerando la motivazione ad una terapia e capacità di insight e di alleanza
4. La raccolta dei dati bio-psico-sociale nel processo diagnostico
-la sistematizzazione del metodo dell’anamnesi si deve a Karl A. Menninger
-si possono distinguere tre orientamenti fondamentali:
-approccio anamnestico non focalizzato:
-raccolta di dati non sistematica e non focalizzata che produce molti dati ma incompleti e insufficienti
-modello di anamnesi completa e dettagliata:
-raccolta di dati con domande e lavoro dettagliato con informazioni essenziali sulla storia del
paziente
il quale trattandosi di un metodo tipico della medicina non proverà imbarazzo o silenzio
-le informazioni sono comunque soggettive e quindi influenzate e selezionate
-modello selettivamente orientato:
-basato sugli aspetti rilevanti analizzati con poche domande e importanza dell’alleanza
-il processo narrativo permette di mostrare pattern specifici di regolazione affettiva e le caratteristiche del
funzionamento interpersonale e de personalità
-secondo la Self Memory Sistem un ricordo ipergenerico è indice del fenomeno di ipergeneralizzazione
-normalmente si ha un’organizzazione gerarchica dei ricordi, da un livello generico ad uno specifico
-importanza delle emozioni sperimentate durante la codifica e durante il recupero (regolazione emotiva)
-la memoria autobiografica e la coerenza permettono la valutazione dell’attaccamento (AAI)
-la raccolta anche se non ha presupposti modificatori permette di dare consapevolezza ai pazienti delle
modalità di funzionamento disfunzionali che si sono stabilite nel corso della sua vita
-in caso di paziente pre o adolescente oltre alle informazioni fornite dallo stesso, sono utili le informazioni
ricavabili dal colloquio con i genitori singolarmente (discrepanze) e in coppia (dinamiche relazionali)
-bisogna vedere se nello sviluppo normale siano avvenuti arresti, ritardi iper o ipofunzionamenti
-l’analisi della storia familiare permette di chiarire il contesto in cui è nato il disturbo, il suo sviluppo e
vedere se vi siano possibilità che alcune dinamiche patologiche si ripetano
-si prendono in esame anche la sintonizzazione affettiva e l’allineamento emotivo con il caregive
-nella conduzione del colloquio si possono usare interviste psichiatriche strutturate e semi-strutturate
-si esplorano i vissuti personali rispetto al disagio, ma si va anche oltre poiché il paziente si focalizza su
determinate aree poiché non ne rivela altre o non le rende degne di nota
-importante è anche la ricostruzione di eventuali trattamenti precedenti
-per determinati disturbi sospetti si indagano aree specifiche come l’apprendimento, alimentare o abuso
Parte III. I test psicodiagnostici
1. La diagnosi testologica
-i test vengono usati per valutare condizioni di funzionamento psichico e per rilevare tratti personologici
-si distingue un approccio psicometrico, basato sulla correttezza della metodologia della ricerca, ed un
approccio basato su un atteggiamento interpretativo ai fini di ridurre la sofferenza del paziente
-alcuni test vengono tutt’ora usati dai clinici per i particolari dati ottenuti
-diagnosi: -psichiatrica: importanza per i segni e i sintomi usati per classificare la sindrome
-psicologica: considera il livello di sofferenza lamentato con indagini sincroniche e diacroniche
-inizialmente lo psicologo era legato ad un lavoro di somministrazione di test, prima della valutazione
dell’intelligenza, poi anche della struttura della personalità con il fine di una valutazione psicologica
-il clinico che compie i primi colloqui è colui che invia il paziente alla somministrazione del test, poiché
vuole indagini specifiche, altri pareri o informazioni su come il paziente reagisce a compiti codificati
-i test possono rilevare eventuali ostacoli non visti, ed essere informativi per il paziente stesso
-le controindicazioni al test sono con pazienti gravi o incapacità collaborativa del clinico
-il paziente potrebbe non accettare la richiesta di una diagnosi testistica, vista come un ostacolo che
rallenta il processo di guarigione causando ansia e il timore di essere affetti da disturbo incurabile
-la percezione del test oscilla tra l’aiuto e la lettura persecutoria motivo per cui la spiegazione dell’invio
al test deve essere chiara e adeguata
-è indispensabile creare un’alleanza diagnostica con il paziente al fine di evitare test muti o di facciata
-la prestazione del paziente è influenzata da fattori intrapersonali, disposizionali come il voler apparire in
un certo modo, o interpersonali, situazionali come il setting o l’introduzione al test del diagnosta
-esistono delle griglie di rilevazione per la correttezza metodologica del clinico o per guidare il clinico
nell’osservazione dei comportamenti del paziente
-il clinico deve assumere una posizione emotivo-cognitiva diversa quando somministra ogni test al fine di
intendere se il comportamento del paziente si modifica in presenza di stimoli diversi
-è importante che il clinico spieghi al paziente il motivo dell’invio in modo da salvaguardare la vecchia e
la nuova alleanza ed informi il testista di eventuali peculiarità rilevanti per il test
-le batterie di test indagano diversi ambiti fornendo informazioni diversamente non trovate
-altri test indagano specifiche aree, lasciando una zona cieca che viene colmata dall’uso di altri test
-la stesura della relazione diagnostica varia a seconda del destinatario (inviante o paziente) e a seconda
del motivo della richiesta in merito esistono 3 modelli:
-focalizzato sull’ipotesi dell’inviante da validare
-focalizzato sulle aree dietro richiesta di una valutazione globale del paziente
-orientato sui singoli test lasciando libero il lettore di compiere le proprie inferenze
-è inoltre utile comunicare la relazione al paziente ma in forma orale e non scritta poiché per i temi trattati
risulterebbe una violazione deontologica
2. La valutazione dell’intelligenza
-il Quoziente Intellettivo punteggio totale di un test di intelligenza ricavato proponendo compiti che
indaghino competenze o abilità cognitive diverse che concorrono all’intelligenza
-il numero delle prove aria in base al modello teorico di intelligenza
-possibilmente il termine QI potrebbe essere sostituito dal fattore g di Spearman
-Cattel propone un intelligenza dicotomica e un modello a due fattori
-Intelligenza fluida g fattore g
f
-Intelligenza cristallizzata g c
-Horn aggiunge alla concezione dicotomica di Cattel altre abilità cognitive
-Il modello di Cattel-Horn è costituito da 10 abilità ampie e 55 abilità primarie, tutte operazionalizzate
-Carroll propone un modello tripartito delle abilità cognitive con un’unica tassonomia:
-stratum III: fattore g che racchiude tutte le abilità mentali
-stratum II: abilità ampie
-stratum I: abilità ristrette sottostanti a quelle ampie
-McGrew analizza la differenza tra i modelli riguardo l’assenza/presenza del fattore g e le analogie riguardo
alla presenza di 7 abilità ampie in comune motivo per cui verranno uniti
-Cattel-Horn-Carroll (CHC) con la migliore tassonomia e base empirica
-le abilità ampie possono essere raggruppate secondo le funzioni (raggruppamenti funzionali) o
secondo il contenuto concettuale (raggruppamenti concettuali)
-la necessità di strumenti per la misurazione per i bambini porta a 2 strade: la modifica degli esistenti
eliminando gli item complessi, o l’uso degli stessi integrando misure per il funzionamento senso-motorio
-Lurija considera le abilità mentali un insieme gerarchico di processi mentali per l’elaborazione dell’info:
1. l’informazione in arrivo viene elaborata da zone corticali organizzate gerarchicamente (1°,2°,3°) per il
sistema motorio la gerarchia viene invertita per far si che l’idea diventi azione
2. la specificità modale diminuisce salendo nelle aree corticali gerarchiche
3. le aree di proiezione (1°) sono lateralizzate, quelle associative (2° e 3°) sono asimmetriche
-secondo questa concezione il disturbo non è il sintomo di un danno in una specifica area, si analizzano
infatti il complesso di disturbi che sono determinati da una lesione in un’area
-l’elaborazione cognitiva si avvale di 3 unità funzionali con struttura gerarchica:
1° filtra e percepisce gli stimoli
2° programma, regola e verifica l’attività mentale (Elaborazione Simultanea e Sequenziale)
3° governa l’intero cervello e organizza le attività coscienti
-KABC-II (Kaufman) per soggetti di età compresa tra i 3 e i 18 anni
-sfrutta sia il modello di Cattel-Horn-Carroll per la base empirica e quello di Lurija per l’attenzione
all’elaborazione dell’informazione e la risoluzione dei problemi scegliendo tra i due in base alla
valutazione delle conoscenze precedenti come l’ambiente culturale e linguistico, se penalizzante o
irrilevante per il soggetto si privilegia il modello di Lurija
-permette di comprendere il funzionamento quotidiano e le modalità di apprendimento scolastico,
considerando i comportamenti durante la prestazione come esempi di vita quotidiana
-WAIS-IV (Wechsler) per soggetti di età compresa tra i 16 e i 90 anni
-si possono selezionare i sub test in base a ciò che si deve calcolare, utilizzando i cluster clinici dai
quali
se si rilevano discrepanze di può giungere a ipotesi interpretativi con integrazioni esterne
3. Il Test di Rorschach
-strumento di indagine della relazione tra percezione e personalità dei soggetti, in base alla loro modalità di
interpretazione delle macchie
-per evitare confusione ed uniformare il linguaggio Rorschach Exner propose un Sistema Comprensivo
-la risposta al test proiettivo possiede una dinamica decisionale in quanto la consegna è di individuare o
selezionare un oggetto partendo da stimoli semistrutturati con un’operazione percettivo-cognitiva di
selezione e di scarto delle potenziali risposte
-le risposte misurano la capacità di strutturazione cognitiva, in quanto la proiezione è una risposta
diversa dalle reali proprietà dello stimolo rilevando predisposizioni indiv