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Lo studioso afferma che la penetrazione dell'inglese è alta dei linguaggi tecnico scientifici ma
è scarsa nella conversazione ascolta e familiare.
La tendenza ad abusare di forestierismi inutili caratterizza l'italiano scritto di livello medio
alto: il linguaggio giornalistico, politico, burocratico e della pubblica amministrazione.
La storia delle parole inglesi in italiano è fatta di acquisti ma anche di perdite. Diversi
anglicismi sono stati affiancati da un sostituente italiano.
La riflessione forse più diffusa e articolata sugli anglicismi alla fine degli anni 80 si dev e a
Gian Luigi Beccaria. Al filone del pensiero antipuristico, fondato sulle seguenti affermazioni:
● Non esistono ne sono mai esistite lingue pure cioè non contaminate dall'influsso di
altre lingue;
● la struttura dell'italiano non è intaccata dal gli anglicismi;
● la penetrazione dell'inglese non è generalizzata ma riguarda solo alcuni settori (
commerciale, tempo libero, sport, spettacolo, moda, lingua dei mass media)
Inoltre va messo nel conto il numero crescente di vocaboli formati da basi inglese che vanno
a sovrapporsi a altrettanti vocaboli italiani creando omografie e omofonie. Es. domestico >
nazionale, processare > elaborare.
I prestiti non integrati producono un effetto negativo sul sistema lessicale. il numero dei
cosiddetti “ composti ibridi” ovvero fatti di elementi per metà italiani e per metà inglesi è in
rapida espansione della nostra lingua. Es. baby discoteca, programma acchiappa audience,
sexy scandalo.
Beccaria nel volume Per difesa e per amore È tornato sulla problema degli anglicismi in un
capitolo intitolato Ma ora parliamo Itangliano?
L'aspetto più interessante del ragionamento di Beccaria è nel riconoscimento che non tutti gli
anglicismi sono uguali di fronte alla nostra lingua. ciò comporta che non è possibile pensare
ad un atteggiamento uniforme nei confronti delle parole straniere. lo studioso pur criticando
lo snobismo di molti intellettuali che sono spesso più inglesi degli inglesi rifiuta ogni
intervento politico sulla lingua.
Negli ultimi anni il dibattito sugli anglicismi in italiano si è arricchito di altri contributi.
Giuseppe Antonelli afferma che a favore delle parole inglesi gioca il fascino che emanano a
prescindere dalla qualità di un eventuale sostituto italiano. Antonelli ricorre a una metafora
meteorologica parlando di temperatura percepita a proposito degli anglicismi:come il grado
di umidità altera la percezione della temperatura reale, facendola avvertire come più elevata,
così il bombardamento dei media fa sembrare il numero degli anglicismi più rilevante di
quanto sia in realtà.
agli argomenti discussi da Antonelli, ha risposto Trifone sostenendo che gli anglicismi
hanno una forte capacità di espansione e che, se è vero che molti scompaiono in fretta,
altrettanto in fretta ne entrano altri.
Il Castellani si pone agli antipodi rispetto alle opinioni prevalenti in materia di trattamento
delle parole straniere. il fenomeno del prestito linguistico è intrinseco ad ogni lingua viva; in
passato in italiano ha già conosciuto invasioni di forestierismi ma ne è uscito indenne; Il
numero dei forestierismi e degli anglicismi è talmente basso da non mettere in discussione
l'autonoma fisionomia della nostra lingua da alcun punto di vista. Ma oltre che nelle scienze,
anche nella comunicazione quotidiana il tasso di esotismi non adattati e in aumento: dalle 2
insegne di locali che negozi, l'universo giovanile è permeato di anglicismi ( chat line,
scambiati sms).
la proposta di Castellani ( adattare sempre tutti gli anglicismi) seppure coraggiosa e
anticonformista presenta due punti deboli:
1. Si fonda solo su parametri di linguistica interna, nel senso che riguardano il rapporto
strutturale tra l'inglese e l'italiano.
2. Sulla scorta di tali parametri non è chiaro quando si debba preferire un semplice
adattamento grafico fonetico oppure una vera e propria sostituzione sinonimica.
partendo dall'inglese ticket si dovrebbe propendere per un adattamento del tipo
ticchetto piuttosto di biglietto.
Ogni anglicismo va valutato facendo riferimento a una griglia di parametri in cui si tenga
conto della cosiddetta linguistica esterna; si avrà così una sorta di anamnesi sociolinguistica
di ciascuna parola ed espressione. non tutti gli anglicismi sono uguali ma solo perché
ciascuno ha una sua storia che ne ha favorito la penetrazione in italiano.
I parametri per la traduzione sono 14:
1. Tipo di equivalenza in italiano: dovuta al fatto che la struttura delle voci presenta il
lemma inglese affiancato da quello italiano. l'adattamento va preferito quando l'esito
è costituito da una parola già pienamente italiana. Es. competitor >competitore.
2. Anzianità di servizio dell’anglicismo: riguarda la maggiore o minore recenziorità
dell'agriturismo e si fonda sulla consultazione di alcuni vocabolari italiani. tanto più il
forestierismo è di recente introduzione tanto maggiori sono le speranze di
sostituzione perché si presume che sia ancora poco diffuso nella lingua.
3. Livello di radicamento: per capire il livello di radicamento di un anglicismo
occorrerebbero indagini e inchieste molto ampie e diffuse ma gli studi hanno
permesso di tastare il polso dei parlanti e di ascoltare le loro opinioni.
4. Diffusione in francese e spagnolo: l'attestazione nelle principali lingue sorelle
rafforza la posizione degli anglicismi mentre la diffusione all'interno della scuola
lingua italiana ne diminuisce la portata.
5. Livello d'uso: trattarsi di un termine diffuso in uno o più linguaggi settoriali con un
ambito d'uso limitato, oppure un vocabolo della lingua comune potenzialmente di
tutti.
6. Penetrazione diastratica: ovvero l'asse di variazione legato alla appartenenza
sociale dei parlanti. se un anglicismo appartiene a un linguaggio settoriale si
collocherà ai piani alti della griglia diastratica, mentre viceversa, se è proprio della
lingua comune tenderà ad essere trasversale ai piani della griglia stessa. A
inceppare l'equazione sopravviene il fattore legato all'età dei parlanti.Tra le diverse
generazioni di e ad esempio una sensibilità molto diversa relativa a intere serie
lessicali legate al mondo dell'informatica e della telematica: ciò che presso i giovani
sembrerebbe scontato e quindi di tutti, presso le generazioni più anziane potrebbe
essere etichettato come colto.
7. Parlato/ scritto: la maggior parte degli anglicismi festa per ora confinata all'interno
della lingua scritta di diversa natura e configurazione; il trasmesso e dunque l'anello
di congiunzione attraverso il quale il forestierismo tende a diffondersi nel parlato 3
comune. per questo motivo si fa ricorso all'indicatore trasmesso per quegli anglicismi
diffusi nel linguaggio radiotelevisivo.
8. Tasso di tecnicità: anche all'interno di un linguaggio settoriale non tutti i termini
possiedono il medesimo tasso di tecnicità. cioè particolarmente evidente nei
linguaggi scientifici: più elevato il tasso tecnico di un anglicismo più è difficoltoso il
tentativo di traduzione in italiano. Es. come tradurre byte o chip?
9. Carica connotativa ed espressiva: un forestierismo è di per sè dotato di una carica
espressiva e nella percezione del parlante comune la parola straniera è sempre
almeno tendenzialmente espressiva. l'esempio più abusato è quello che contrappone
babysitter bambinaia, parole italiane più o meno equivalenti a quella inglese ma
assai meno espressive.
10. Difficoltà di grafia e di pronuncia: il rapporto tra grafia e pronuncia è particolarmente
precario in inglese. Più aumentano le difficoltà relative alla letturapronuncia di un
vocabolo più aumentano le possibilità di successo di un equivalente italiano.
11. Quantità dei sostituenti: ad una parola inglese dovrebbe poter corrispondere una
sola parola italiana.
12. Inserimento dell’anglicismo in serie lessicali preesistenti.
13. Pseudoanglicismo: non sono rari i casi in cui i pseudoanglicismi cioè vocaboli usati in
italiano ma senza alcuna corrispondenza nella lingua madre oppure con un
significato diverso rispetto all'originale.
14. Eventuale polisemia: alcuni anglicismi assumono più di un significato in italiano, sia
all'interno della lingua comune sia nel passaggio da un linguaggio specialistico a un
altro. la polisemia rappresenta un elemento di complicazione nello scorso di
tradizione in quanto al medesimo vocabolo possono corrispondere diverse
sostituzioni in italiano.
Capitolo 2 Alessandra Coco
la lingua inglese rispetto a quella italiana Hakuna eccessiva distanza e mancanza di
accordo tra pronuncia e grafia. in inglese uno stesso suono può essere rappresentato con
la grafie molto diverse. le ragioni dello scarto tra pronuncia e grafia nella lingua inglese
affondano le loro radici lontano nel tempo e trovano giustificazione delle contaminazioni con
il latino prima e con lingue romanze poi. la scelta della terapia errata può generare omografi.
un altro esempio è la sostituzione di z a s in casi come downloadz, filez.
anche sul fronte ortografico è altrettanto facile prevedere il fiorire di numerosi svarioni in
testi contenenti anglicismi. oltre ai problemi più strettamente ortografici, nell'adattamento
delle parole inglesi alla morfologia italiana spiccano due questioni che non sembra avere
una soluzione univoca:
1. La forma plurale degli anglicismi
2. l'articolo determinativo da utilizzare in presenza di parole che iniziano con suoni o
grafemi estranei alla nostra lingua (w,j,h)
Per quanto riguarda la prima questione, non sembra esistere in italiano una regola fissa.
nella grammatica di Serianni si preferisce il plurale senza S. 4
In un'indagine condotta su un corpus di giornali e riviste nel 1990, Gerald Bernhard ha
riscontrato, soprattutto nei settori della tecnologia, moda e sport un numero elevato di
forestierismi con la competenza di forme invariate e con s ( computer vs computers).
Sempre a proposito del plurale,D'Achille si sofferma sugli esotismi terminanti per vocale,
rilevando che i forestierismi uscenti in vocale si rivelano più pericolosi di quelli terminanti in
consonante.
Come trattare i derivati discendenti da parole inglesi? Meglio shakespeariano o scespiriano,
scioccare o shockare? Il problema assume proporzioni notevoli nel campo dei derivati nel
linguaggio informatico e tecnico.È accettabile scrivere backuppare per ‘ fare una