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PAROLE DERIVATE
Il processo di derivazione consiste nell'aggiungere alle basi lessicali (parole già esistenti) delle particelle dette affissi che prendono il nome di prefissi se sono posti a sinistra della parola o
suffissi su posti alla destra.
PREFISSATI: Le parole formate con un prefisso appartengono di norma alla stessa categoria grammaticale della base da cui derivano (da abile/disabile,da concorso/maxiconcorso);alcuni
prefissati però possono cambiare categoria grammaticale rispetto alla base (rumore/barriera antirumore: in questo caso antirumore acquista funzione aggettivale).Per quanto riguarda la
provenienza distinguiamo tra i prefissi italiani (contro-,oltre-),quelli di ascendenza latina (anti-,pre-trans-) e quelli di origine greca (ipo-,iper-,meta-). Bisogna ricordare poi che i suffissi
modificano il significato della base ,fornendo indicazioni di vario tipo: riguardo allo spazio (anticamera,extraterrestre),riguardo al tempo (premettere,postdatato),riguardo alle dimensioni
o all'intensità (megaparco,supersfida) e infine riguardo alla negazione o al contrasto del significato (disvalore,indiviso).
SUFFISSATI: A differenza dei prefissati possono determinare il cambiamento della categoria grammaticale del derivato rispetto alla base cui si aggiungono (dall'aggettivo tranquillo
ottengo il verbo tranquillizzare).I suffissi possono essere di derivazione dotta o popolare ed hanno anche una specializzazione semantica,nel senso che,pur non avendo un significato
proprio,servono a formate determinate classi lessicali (nomi di azione,d'agente,di qualità,nomi collettivi etc..).Per classificare i suffissi è utile partire dalla categoria lessicale della base e
vedere quali derivati se ne formano: a) Base nominale: i derivati possono essere un altro nome (benzina/benzinaio),un aggettivo (principe/principesco),un verbo (lume/lumeggiare); b)
Base aggettivale: un altro aggettivo (bianco/bianchiccio), un nome (rude/rudezza),un verbo (ottimo/ottimizzare),un avverbio (forte/fortemente); c) Base verbale: un altro verbo (mangiare/
mangiucchiare),un nome (comprare/compratore), un aggettivo (celebrare/celebrativo). Da notare che da i verbi della prima coniugazione si ricavano molti derivati a suffisso zero,cioè
nomi in cui le desinenze
-a(femminili) / -o (Maschili) si attaccano direttamente alla radice del verbo (allacciare/allaccio, bonoficare/bonifico); d) Base avverbiale :un verbo (indietro/indietreggiare).
ALTERATI o VALUTATIVI
Sono una particolare classe di suffissati e si distinguono dagli altri perché mantengono sempre la categoria della base:quindi da un nome si può avere un solo nome (casa/casetta),da un
aggettivo un solo aggettivo (bello/bellino),da un verbo un solo verbo (lavorare/lavoricchiare) e così via.Assolvono due funzioni diverse:La prima aumentano o diminuiscono la dimensione
della base (accrescitivi o diminutivi).Accrescitivi: -one (piede/piedone).Non sempre però il suffisso -one è da intendere come accrescitivo,ad esempio nella parola cappottone non si
indica un cappotto grande ma piuttosto un cappotto pesante,così come la parola amicone non indica un amico grande ma un amico intimo! Diminutivi: -ino (tavolo/tavolino),-etto (muro/
muretto), -ello (gioco/giocarello). In certe iterazioni sociali il diminutivo ha spesso valore eufemistico-attenuativo (“ci sarebbe quel conticino da pagare..” detto a chi è insolvente),oppure
allusivo (“ non fare il furbetto!”).La seconda invece è quella di esprimere una valutazione affettiva ed emotiva rispetto alla base: a questo punto distinguiamo tra vezzeggiativi e
peggiorativi. Vezzeggiativi: -uccio (amoruccio,caffeuccio) ma anche gli altri suffissi diminutivi possono svolgere la stessa funzione (tesorino,scolaretto,bambolotto).Peggiorativi: -accio
(figuraccia,donnaccia), -astro (poetastro), -icchio (governicchio), -ucolo (dottorucolo). Bisogna poi ricordare gli alterati verbali (parlare/parlottare,mangiare/mangiucchiare).In diversi casi i
suffissi alterativi non designano vero e propri alterati ma forme ormai lessicalizzate e che quindi hanno un significato autonomo: Nessuno ormai ricollega forchetta a forca o ceretta a cera .
PARASINTETICI
E' una particolare classe di verbi che si forma partendo da una base aggettivale o nominale,alla quale si aggiungono un prefisso e la desinenza verbale (-are/-ire).Ad esempio dall'aggettivo
brutto,aggiungendo il prefisso in- e la desinenza verbale -ire ottengo il verbo imbruttire.Per distinguere un verbo parasintetico da un comune prefissato basta valutare se,al netto del
prefisso,si ha o meno una base verbale preesistente *il verbo bruttire in italiano non esiste!
PAROLE COMPOSTE
La composizione consiste nell'unire due parole (intere o in forma abbreviata),che insieme danno vita ad una terza parola di significato autonomo.Le parole composte possono essere scritte
in grafia univerbata (unita) (cassapanca) oppure disgiunta (busta paga) o ancora collegate con un trattino (italo-francese).Possiamo distinguere tra composti veri e propri (in grafia
univerbata),nuovi composti ibridi,confissi e parole complesse.Composti veri e propri: mettono al primo posto l'elemento di cui si specifica qualcosa (determinato) e al secondo posto
l'elemento che serve per specificare qualcosa del determinato ( determinante) (portaombrelli).Può anche accadere che ci siano composti con ordine inverso determinante+ determinato
(calciomercato,videodipendente).I composti si possono classificare in: a) Nome+ nome: in cui il secondo nome funge da determinante del primo (calzamaglia,capostazione) e con ordine
inverso (cardiochirurgo); b) Nome+ Aggettivo: (cassaforte,aquamarina) e con ordine inverso (altopiano,mezzanotte); c) Aggettivo+ Aggettivo : sono particolare perché non presentano
determinato e determinante ma i due aggettivi sono un piano paritario (baincoceleste,italoamericano,sordomuto); d) Verbo+ Nome: sono formati dal tema di un verbo + un sostantivo che
funge da complemento oggetto (reggiseno,asciugacapelli); e) Verbo+ Verbo: (dormiveglia,fuggifuggi,toccasana); f) Verbo+ Avverbio; g) Avverbio+ Participio: il participio mantiene il suo
valore verbale (benpensante).
Composti ibridi: Sono quelli anglo-italiani sfruttati soprattutto nel linguaggio giornalistico;in molti casi l'elemento seriale,seppure graficamente disgiunto,si comporta come un elemento di
composizione vero e proprio (alga killer ,pigiama party).
CONFISSI: Sono elementi dotati di un significato autonomo,di origine classica greca o latina che possono fungere sia da primo (etno-,mono-) che da secondo elemento (-algia,-logo) ; ad
esempio la parola cardiologo si compone del confisso cardio- e del confisso -logo mentre la parola cardiochirurgo si compone del confisso cardio- e della parola italiana chirurgo: I
confissi sono quindi una via di mezzo tra le parole e gli affissi (come le parole hanno un significato autonomo e come gli affissi non possono stare da soli).Sono usati soprattutto nel
linguaggio scientifico e i confissi più frequenti sono (-logia,-patia,-scopia) e poi ricordiamo (-filia,-crazia,-grafia).
PAROLE COMPLESSE (UNITA' POLIREMATICHE): Sono insiemi di parole che hanno però un significato autonomo e unitario (uscita di sicurezza,cassa integrazione);la sequenza delle
unità è stabile e il loro ordine non può essere cambiato.Hanno talvolta un significato figurato come nel caso della parola complessa “tavola rotonda” nel senso di dibattito tra specialisti;
esistono vari tipi di parole complesse: a) Nome + Nome (buono pasto,campo scuola); b) Nome+ Aggettivo (filo spinato,sistema operativo); c) Aggettivo + Nome ( pubblico impiego); d)
Avverbio+ Aggettivo (Diversamente abile,geneticamente modificato); e) Nome+ Preposizione+ Nome (Pentola a pressione,avviso di garanzia).
SIGLE E ACRONIMI
La loro introduzione è dovuta soprattutto all'aumento delle conoscenza scientifiche e dall'esigenza di risparmiare spazio e tempo.Sigle: si ottengono unendo le iniziali di una serie di parole
(FIGC /Federazione Italiana Giuoco Calcio)Si possono scrivere sia con il punto che separa ciascuna lettera dalle altre oppure come se fossero parole comuni e quindi con la iniziale
maiuscono..Acronimi : uniscono invece sillabe o parti di parole (colf/ collaboratrice familiare).
TAMPONAMENTI E FUSIONI
Avvengono quando le parole vengono scomposte e ricomposte fra di loro: ad esempio la parola trasporto autoferrotranviario è composto dalle parole auto(mobile)+ferro(viario)
+tranviario.Sono soprattutto usate nel linguaggio della stampa e in quello burocratico.
ABBREVIAZIONI,ACCORCIAMENTI,RETROINFORMAZIONI
Sene ne parla quando le parole di formano per sottrazione anziché per aggiunta,cosa che avviene soprattutto per un'esigenza di risparmio di tempo e nella lingua parlata; ad esempio dalla
parola bicicletta abbiamo bici,da frigorifero frigo e così via..da notare che al plurale queste parole restano invariate! Retroinformazioni: sono quelle parole che vengono create pensando
che siano la finte di altre parole,che invece hanno tutt'altra origine: si pensi alla parola compravendita che non viene dal verbo compravendere ma dal verbo vendere.. oppure alle parole,più
frequenti nella lingua parlata come spino da spinello,cappuccio da cappuccino e così via.
CONVERSIONE o TRANSCATEGORIZZAZIONE
Se ne parla quando alla parole viene mutata la funzione sintattica originaria senza però mutarne la forma; Ad esempio l'infinito sostantivato in cui il verbo in forma dell'infinito funziona
come un sostantivo: come infinito semplice (mangiare è una funzione primaria dell'uomo),come infinito articolato (il crescere comporta amare consapevolezze) e come infinito declinato (i
miei voleri non sono mai rispettati). Lo stesso vale per i participi (pensiamo alla parola badante che viene avvertita come sostantivo mentre è chiaramente un participio presente) oppure
anche il gerundio (addendo,crescendo,laureando).Molto diffusa è anche l'uso sostantivato degli aggettivi in frasi come “grasso è bello!” o degli aggettivi avverbiali,ovvero usati in
funzione di avverbi e quindi invariabili (parla forte,andare piano,lavorare sodo).
LA FRASE SEMPLICE
E' il modo meno elaborato con cui le parole si collegano per dar vita a una sequenza autonoma ( le frasi semplici sono infatti frasi indipendenti).Si compone di due parti: il nucleo e gli
elementi circostanziali.Nucleo: dato dal verbo e dagli argomenti di cui il verbo ha bisogno per esplicare il significato (ci sono anche dei verbi completamente autosufficienti come quelli
atmosferici).A volte al nucleo possono essere aggiunti altri elementi circostanziali che servono ad articolare meglio l'informazione de nucleo.Per quanto riguarda l'ordine dei costituenti,il
nucleo tende a mantenere la sequenza soggetto-verbo-compl.oggetto,mentre gli elementi circostanziali possono essere disposti in modo libero.
SOGGETTO
E' l'elemento della frase cui si riferisce il predicato,è quindi l'elemento di cui si predica qualcosa;coincide con il tema (ciò di cui si parla) mentre il verbo coincide con il rema (ciò che si
dice a proposito del tema).Esplica 3 funzioni fondamentali: a) indica chi o che cosa compie l'azione espre