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PRONOMI RIFLESSIVI CLITICI:
I pronomi clitici riflessivi hanno caso L’assenza di un confine netto tra parole e affissi (e fra parole e sintagmi)
accusativo o dativo, perciò corrispondono
funzionalmente a un complemento Oggetto significa di necessità che la grammatica della parola (morfologia) debba
Diretto (mi sono guardato allo specchio) o
Indiretto (ha deciso di regalarsi una
macchina), l'ultimo con valore benefattivo.
confluire nella grammatica della frase (la sintassi). Il lessico e la sintassi non sono componenti della
grammatica così distinte, ma rappresentano piuttosto i nodi terminali di un continuum.
10.2 Categorie grammaticali (classi lessicali, parti del discorso. Sintattiche, sintagma nominale)
Assioma strutturalista dell’irrilevanza dei criteri semantici per le definizioni delle classi lessicali. Categorie
grammaticali considerate solo sulla base delle loro > Proprietà sintattiche, proprietà che comprendono
almeno tre tipi di fenomeni:
a. Fonologici, in alcuni casi una categoria grammaticale può essere regolarmente associata ad una struttura
fonologica distinta. In inglese i nomi composti sono caratterizzati da un accento iniziale, in contrasto con le
combinazioni aggettivo+nome, che hanno un accento finale.
b. Morfologici, capita che parole di una determinata classe e solo parole di quella classe, possano assumere
l’apparato morfologico di quella classe. In inglese soltanto i verbi possono portare la marca di passato, solo
i nomi possono essere flessi al singolare e plurale e soltanto gli aggettivi tollerano i gradi di comparazione.
c. Distribuzionali, tipicamente nella costruzione sintattica certe posizioni sono riservate a parole
appartenenti ad una particolare classe formale. Una caratteristica degli aggettivi per esempio è quella di
occorrere al secondo posto nella costruzione del sintagma DET AGG N
Tuttavia questi criteri non producono sempre testimonianze prive di ambiguità. Es., non tutti gli aggettivi
hanno funzione attributiva predicativa, possono essere graduati, forme al comparativo ecce cc.
d. con l’avvento del paradigma generativo è emerso un quarto tipo di proprietà sintattica; essa consiste
nella possibilità che una stringa di parole subisca una trasformazione. Le regole trasformazionali non
operano ciecamente su ogni stringa casuale di elementi; ciascuna regola richiede in ingresso una stringa
ordinata di costituenti della classe sintattica appropriata. Es., Formazione domanda sì-no trasforma stringa
SN AUS SV in AUS SN SV, scambio posizione del soggetto con ausiliare. Ciò fornisce un test sia per la
determinazione dello status SN che del verbo ausiliare.
Modello di EST, extended standard theory, grammatical composta da un certo numero di moduli
autonomi. Un modello è detto componente di base responsabile della generazione degli indicatori
sintagmatici iniziali. Questi ultimi vengono generati in due tappe. 1. componente categoriale della base
genera un indicatore sintagmatico astratto (stringa di simboli categoriali cui si associa una descrizione
strutturale per mezzo di una regola di riscrittura). 2. altro modulo della base, il componente di inserimento
lessicale, introduce elementi tratti dal lessico nell’indicatore sintagmatico astratto. Output=stringa di
elementi cui si associa una descrizione strutturale. Input=indicatore sintagmatico iniziale degli altri
componenti della grammatica. In questo schema le regole di ogni singolo elemento lessicale sono derivate.
La grammatica generativa offre una caratterizzazione estensiva delle classi lessicali, in NOME è solo un
elemento che reca la specificazione del tratto N e che in virtù di questa è candidato per essere inserito nei
nodi N, generati dalla componente categoriale. = ESCLSUSIONE DEI CRITERI SEMANTICI DALLA
DETERMINAZIONE DELLA GRAMMATICALITà. Tuttavia non sempre un indicatore sintagmatico garantisce
l’applicabilità di una regola, specialmente per quanto riguarda le regole “minori” di derivazione lesicali,
quali: non tutti i verbi tollerano la nominalizzazione agentiva, la sostituzione con la forma aggettivale –able.
Ma anche regole “maggiori”, trasformazione in corrispondenti passivi. = carattere sfumato categorie
grammaticali.
Contrariamente a quanto detto dal paradigma generativo, quindi, sembra che le regole sintattiche siano
sensibili al contenuto lessicale di un indicatore sintagmatico. Inoltre gli elementi lessicali possono essere
graduati, a seconda della facilità con cui sottostanno alle trasformazioni specifiche. Fra le classi lessicali vi
sono così membri centrali, che soddisfano una quantità massima di criteri della rispettiva classe e membri
più periferici in punti di confine che ne condividono meno = Gradualità categorie grammaticali. In definitiva
tale approccio indica decisamente l’esistenza della struttura prototipica delle categorie
10.3 La base semantica delle categorie grammaticali
I linguisti cognitivi rifiutano l’idea che il linguaggio sia organizzato sul piano sintattico indipendentemente
dalla dimensione semantica. Secondo Lakoff, infatti, gli aspetti formali di una parola derivano da quelli
semantici. Tuttavia, se categorie grammaticali come nomi e verbi condividono proprietà semantiche,
queste saranno sicuramente astratte, e ogni tentativo di definirle sarà più sofisticato. Una visione
prototipica di entrambe queste categorie mostra come può realizzarsi una sorta di interconnessione tra di
esse all’interno di un dominio. Ciò rivela come lo status di una parola all’interno della propria categoria
grammaticale non è in alcun modo una proprietà fissa della parola in questione. Le proprietà semantiche
possono variare a seconda del contesto. Tuttavia, ci sono buone ragioni per attribuire un certo primato alla
considerazione prototipica del NOME. Essa implica che alcuni nomi siano esempi migliori della categoria, e
che altri abbiano invece uno status più periferico. E’ significativo così che la vicinanza di un elemento al
prototipo in termini semantici tenda ad essere correlata con la sua vicinanza al prototipo definito con criteri
puramente sintattici. Infatti, i sintagmi possono essere ordinati gerarchicamente secondo la loro
accessibilità alle regole trasformazionali, i più accessibili sono quei sintagmi che si riferiscono a creature
consapevoli, in prima istanza agli esseri umani > creature inanimate concrete > eventi ed entità astratte>
elemento pronominale it (espressioni metereologiche), there.= correlazione elementi sintattici e semantici
per la determinazione della nominalità. Test: costruzione del genitivo passivo. La facilità con cui i nomi
possono designare un possessore sembra correlata alla vicinanza col prototipo definito con criteri
semantici. Quando invece si riscontrano situazioni in cui il nome perde i vari accessori tipici della sua classe,
assistiamo ad una decategorizzazione parziale dei nomi, in quanto tale perdita è sintomatica di una perdita
di categorialità semantica.. La categorizzazione dei verbi, invece, è particolarmente osservabile nelle frasi
subordinate. In inglese è proprio in questo tipo di frasi che i verbi possono apparire come infiniti o gerundi.
In tale veste i verbi perdono molte delle loro caratteristiche morfologiche e distribuzionali, come accordo
sogg. singolare di terza persona e possibilità di essere preceduti da ausiliari. Tali forme verbali appaiono in
frasi subordinate che descrivono desideri, intenzioni, o influenza del soggetto della frase principale. Es.,
John persuaded Peter to leave, John insisted on Peter leaving.
Alla luce di ciò, notiamo come I criteri semantici giocano senz’altro un ruolo in ogni definizione intensionale
delle classi lessicali. Tuttavia, non sono l’unica base per decidere l’appartenenza ad una categoria. Le
categorie grammaticali hanno una struttura prototipica, con membri centrali che condividono una spettro
di attributi sia sintattici che semantici. Il fatto che un elemento non mostri alcuni di essi non preclude di per
sé l’appartenenza alla categoria.
La possibilità che un elemento occorra in una costruzione è più una faccenda di gradualità, dato che alcuni
sono disponibili, mentre altri sono completamente esclusi, con l’eventualità intermedia di elementi il cui
impiego è dubbio o sporadico.
11 Costruzioni sintattiche come categorie prototipiche
I linguisti cognitivi riconoscono la costruzione sintattica come un’unità fondamentale della descrizione
sintattica. La grammatica cognitiva vede nella costruzione l’unione di una specificazione della forma con
una specificazione del significato. Per quanto concerne la dimensione formale, una costruzione può essere
pensata come una sorta di formula consistente in una sequenza ordinata di posizioni. Alcuni elementi sono
obbligatori per la costruzione, altri sono opzionali. Ogni elemento porta una specificazione dei tipi di
entrate lessicali che possono realizzarlo. In alcuni casi possono essere specificate soltanto categorie
grammaticali molto generali come, sintagma nominale, verbo transitivo. L’espressione degli elementi
formali di una costruzione è legata all’espressione di quelli semantici, che possono comprendere
l’informazione sulla condizione e il contesto d’uso. Il significato deve essere quindi concepito in
un’accezione piuttosto ampia che investe sia la dimensione pragmatica che quella discorsiva. Fra le
differenti costruzioni di una lingua possono sussistere diversi tipi di rapporti:
1. una costruzione può funzionare come parte di un’altra costruzione, “costruzione possessiva” SN’s N
2. una data costruzione può essere vista come una realizzazione di un’altra costruzione SN<DET N
3. costruzione based-on. Quando le proprietà di una seconda frase possono essere ricavate dalla
prima. L’una può essere vista come l’estensione dell’altra. Può essere visto come il processo di
trasformazione o derivazione
11.2 Il genitivo possessivo
Una costruzione molto produttiva in inglese è quella del genitivo possessivo. Esso identifica un’entità, la
cosa posseduta, con riferimento alla relazione di possesso da parte di un’altra entità, il possessore.
Proprietà tipiche della relazione di possesso:
il possessore è un essere umano specifico.
il posseduto è una cosa concreta specifica o una raccolta di cose concrete, e non una cosa astratta
la relazione è esclusiva, per ogni cosa posseduta c’è un solo possessore
il possessore ha il diritto di usare il posseduto, altri possono solo con la sua autorizzazione
i diritti del possessore sul posseduto sono investiti su di lui in virtù di una transazione, attraverso
l’acquisto, la donazione o l’eredit&