vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Graues Gestein: rocce grigie
Tall: valle
Felsen: rocce
Naßkalt: freddo-umido (parola composta)
Feuchte: bagnato
Graue wolker: nuvole grigie
Äste: rami degli alberi
Nebel: nebbia
Il narratore è in III persona e ci descrive il paesaggio che attraversò il 20 gennaio attraverso le
montagne. Questo narratore, che sembra essere al fuori della vicenda, fa una descrizione del
paesaggio che è connotata dal punto di vista l’uso dei termini (nebbia che si diffonde,
emotivo:
nuvole grigie) e dei colori (grigio che viene ribadito, verde spento tormentato dalla neve) crea il
paesaggio.
La sottolineatura della pesantezza e oppressione dell’aria stessa da connotazioni di angoscia. E’ una
descrizione che non ha niente di irrealistico: gli aggettivi hanno connotazioni che parlano al di là
del realismo. Questo paesaggio viene visto da punto di vista esterno di un narratore e
contemporaneamente dal punto di vista di Lenz.
Bagnato, umido, pesante grigio… sono elementi che danno connotazioni emotive alla descrizione.
E’ la descrizione di uno stato d’animo e di un paesaggio interiore.
Ci sono poi avverbi che il tedesco ha ma sono intraducibili in italiano: es hinunter attribuito al
paesaggio che diventa sempre più ossessivo e claustrofobico. Il termine sottolinea il movimento
all’interno del paesaggio come uno scendere in giù quasi come avere una cappa in testa con
l’aggiunta della nebbia che chiude la prospettiva e l’orizzonte. Il paesaggio è sempre più
angosciante.
Büchner poi descrive il personaggio con “Er” ma a lui non gli importava niente della strada e di ciò
che aveva attorno nonostante le precedenti descrizioni. Camminava indifferente.
Büchner quindi riprende la descrizione che aveva utilizzato all’inizio per descrivere Lenz. Fino a
questo momento è una descrizione oggettiva, adesso ci ricordiamo degli elementi del paesaggio.
A Lenz sembrava di avere gli stivali ai piedi che gli permettessero di arrivare da ogni parte: ciò
mostra una di Lenz e totale
perdizione separazione della sua percezione di se stesso nel
paesaggio e il paesaggio stesso.
WENN SÄTZE – Frasi temporali (secondarie)
Büchner vuole costruire un non soltanto ci sono requisiti del sublime
paesaggio sublime
settecentesco, ma questo sublime viene presentato come paesaggio invernale nella tempesta che
rende l’uomo piccolo.
La catena di secondarie serve a dare manifestazione di un evento quale è il sublime.
Questo dinamismo Büchner l’ha preso da Werther che aveva letto bene: (lettera su scheda del 10
maggio)
Le secondarie danno effetto di simultaneità che creano circolazione completa.
L’essere umano si trova in mezzo alla tempesta ed ha paura di tante cose, sente la differenza
radicale fra la potenza della natura e le proprie forze. E’ una sensazione annichilente “Io rimango
annichilito”.
Va tutto oltre le mie possibilità: se io come creatura mi trovo in questo scenario capisco che sono
perduto. E’ il totale terrore e smarrimento: reazione di ordine morale.
A proposito dell’effetto del sublime: Büchner fa ricorso ad un modello stilistico di Goethe ossia le
Wenn Sätze. Una serie di impressioni che si susseguono e si accavallano nel tempo. Questa
modalità stilistica serve a mettere in successione rapida le emozioni fino a creare un effetto di
simultaneità. Adottato da Büchner che lo trae dal Werther di Goethe. E non è solo questo stile che
riprende, ma anche l’affinità col Werther goethiano. Infatti i collegamenti sono molti massicci di
quanto a prima vista non sembri: non solo perché Lenz sia contemporaneo di Goethe, autore
dell’opera principale dello Sturm und Drang con protagonista un genio che si sente una forza della
natura, ma anche perché la sensazione wertheriana dell’uomo nuovo è la stessa di Lenz. Werther
viene mezzo in discussione da Goethe e Lenz da Büchner.
Leggendo la lettera di Werther.
In questo passo lo scenario è diverso: qui la natura appare pacificata. Nel caso di Lenz c’è una
grande tempesta in montagna, adesso ci troviamo in campagna, il 10 maggio in piena primavera e
Werther se ne sta sdraiato nell’erba passivo. Ricordiamo che Lenz invece cammina agitato, talvolta
differente ed in altri momenti ha l’impressione di poter percorrere la montagna con passi da
giganti: questo mostra una percezione distorta. Lenz è un personaggio inquieto al contrario di
Werter.
Cos’hanno in comune Lenz e Werther?
Entrambi si sentono centro di questo susseguirsi di eventi. Ciò che li circonda, con l’utilizzo delle
Wenn Sätze, viene restituito al lettore come un quadro di una natura animata (ricordiamo le nebbie
e Ciò crea l’effetto di presentazione di una natura
che salgono dall’alto le nuvole che scendono).
come viva che circola attorno a loro: il personaggio che vi è dentro, Werther sdraiato nell’erba e
Lenz che cammina inquieto, si pone al centro del paesaggio. Il loro è l’asse,
cuore il centro
L’essere umano è tutt’uno
ardente e pulsante intorno a cui si colloca questa circolazione.
con la natura, sia che avvenga passivamente in Werther che attivamente in Lenz, e presuppone che
l’uomo stesso sia il centro di tutto ciò come un elemento naturale.
C’è in Werther, accennato, e soprattutto in Lenz la entrambi
concezione di uomo-artista:
vogliono essere esemplari in quanto creatori. Sanno di esser fatti da Dio, a propria immagine
somiglianza, e si sentono in quanto artisti anche creatori come Dio. Ciò consiste non nel fatto che
abbiano anima e spirito che solo Dio può aver dato, bensì nel fatto che possiamo imitare il gesto
Questo pensiero è importante per
di Dio della creazione e dare forma al nostro mondo.
tutto il ‘700 ossia l’artista come secondo creatore che imita Dio nel gesto di creare il mondo intorno
a sé.
Ciò porta ad un che è in Werther e lo dice esplicitamente: “Se potessi dar
titanismo evidente,
forma scrivendo o disegnando a quello che sento dentro di me, diventerebbe lo specchio della mia
anima”.
Lenz si comporta alla stessa maniera: quando si china per assorbire questo spettacolo spaventoso
della natura, è il gesto di chi si pone per vedere in sé stesso il vero creatore dello spettacolo. Questo
superomismo un po’ patologico in Lenz, viene sottoposto da Büchner ad una critica molto radicale.
Werter è un eroe dello Sturm und Drang a tutti gli effetti. Büchner ricrea una figura che appartiene
allo Sturm und Drang e la presenta nella sua grandezza ma contemporaneamente la critica.
Lenz è una figura complessa ed il gioco cronologico fa comodo a Büchner:
per certi versi appartiene agli anni ‘70 del ‘700 e viene sottoposto critica;
• per la sua sofferenza, Lenz è depresso, è un contemporaneo di Büchner e in quest’aspetto è
• figura di identificazione.
Un passo in cui superomismo di Lenz viene fuori in modo grottesco lo cogliamo quando vuole
Siccome, pensa, è stato creato ad immagine e somiglianza di
rianimare una bambina morta.
Dio, si sente Dio e si sente investito dal potere di poter fare come con Lazzaro. Infatti si presenta
nella casa dove era morta da poco una bambina e le dice “Alzati La bambina non
e cammina!”.
alzandosi fa scaturire in Lenz una reazione violenta: esce nella campagna e si senta un superuomo
perché scopre che Dio non esiste, quindi scopre l’ateismo.
Continua la lettura di Lenz
Quando il paesaggio si anima, si sentono delle voci e si vedono personificazioni. Dopo la grande
tempesta, questo a Lenz appare vuoto e triste e immediatamente si sente solo come un bambino
nelle fiabe: la componente fiabesca è molto importante per Büchner, ed è presente anche in
Woyzek dove viene raccontata una fiaba in poche righe assolutamente spaventosa.
Al momento del massimo entusiasmo succede la Lenz si sente completamente solo
depressione.
ed ha così tanta paura che osa appena respirare. Il paesaggio vivo scompare e da luogo, non ad un
paesaggio placato, ma ad un nulla in cui disperatamente Lenz si muove. Potremmo dire un terrore
senza nome, una totale mancanza di un punto di riferimento. Adesso Lenz ha paura di sé
stesso.
Dopo quest’alternanza Büchner fa arrivare Lenz a casa di Oberlin e cita alla lettera cosa Oberlin
scrive nel suo diario. Oberlin è a cena con la sua famiglia e Lenz si presenta a Loro. Qui Büchner
Oberlin gli da il benvenuto scambiandolo
costruisce una scena e imita la cultura olandese.
per un artigiano e Lenz si presenta come amico di Kaufmann e gli porta i suoi saluti. Oberlin si
ricorda che Lenz è uno scrittore di cui ha letto dei brani.
Con molta sapienza Büchner gioca con gli effetti di luce per presentare l’interno, lo scenario di
famiglia quieto e tranquillo. “Il e “La
volto infantile su cui sembrava riposare la luce” mamma che
possono essere frasi di riferimento.
sedeva dietro l’ombra”
Lenz si sente accolto e finalmente i suoi fantasmi tacciono. Così viene portato a dormire ma
durante la notte viene colto da un che non gli da pace, tanto che scende giù e
attacco di panico
per calmarsi si butta nella fontana in pieno inverno. Quest’episodio di follia disturba l’armonia di
Lenz.
Mano a mano l’azione terapeutica di Oberlin nei confronti di Lenz sembra funzionare: Oberlin,
essendo anche mistico, si intrattiene di questioni sovrannaturali sull’esistenza o meno delle
premonizioni con Lenz. (ciò significa che nemmeno Oberlin aveva i piedi per Terra…).
Molto importanti sono le che si riferiscono allo stato d’animo di Lenz.
descrizioni di paesaggio
Büchner utilizza le descrizioni di paesaggio per descrivere le condizioni complesse di stato d’animo
di Lenz che a parole non riuscirebbe ad esprimere.
Il momento più alto di Oberlin, che dimostra il miglioramento di Lenz,
dell’azione terapeutica
è l’atto del predicare di Lenz. Ricordiamo che Lenz è un e chiede a Oberlin il permesso per
teologo
poter predicare. Questo momento è importante perché in questo contesto Lenz si sente finalmente
Così di Lenz abbiamo visto l’alternanza da superuomo al senso di vuoto:
parte di una comunità.
attraverso la predica, esercizio della missione per cui era stato affidato, si sente uomo fra gli altri
uomini.
C’è un linguaggio comune: “Tutti condividono la loro sofferenza e per lui era una consolazione se
Nel momento della predica
era in grado di dare sonno ad alcuni occhi stanchi a forz