Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame Letteratura Tedesca, docente Giovanna Cermelli, libro Lenz di Georg Büchner Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Graues Gestein: rocce grigie

Tall: valle

Felsen: rocce

Naßkalt: freddo-umido (parola composta)

Feuchte: bagnato

Graue wolker: nuvole grigie

Äste: rami degli alberi

Nebel: nebbia

Il narratore è in III persona e ci descrive il paesaggio che attraversò il 20 gennaio attraverso le

montagne. Questo narratore, che sembra essere al fuori della vicenda, fa una descrizione del

paesaggio che è connotata dal punto di vista l’uso dei termini (nebbia che si diffonde,

emotivo:

nuvole grigie) e dei colori (grigio che viene ribadito, verde spento tormentato dalla neve) crea il

paesaggio.

La sottolineatura della pesantezza e oppressione dell’aria stessa da connotazioni di angoscia. E’ una

descrizione che non ha niente di irrealistico: gli aggettivi hanno connotazioni che parlano al di là

del realismo. Questo paesaggio viene visto da punto di vista esterno di un narratore e

contemporaneamente dal punto di vista di Lenz.

Bagnato, umido, pesante grigio… sono elementi che danno connotazioni emotive alla descrizione.

E’ la descrizione di uno stato d’animo e di un paesaggio interiore.

Ci sono poi avverbi che il tedesco ha ma sono intraducibili in italiano: es hinunter attribuito al

paesaggio che diventa sempre più ossessivo e claustrofobico. Il termine sottolinea il movimento

all’interno del paesaggio come uno scendere in giù quasi come avere una cappa in testa con

l’aggiunta della nebbia che chiude la prospettiva e l’orizzonte. Il paesaggio è sempre più

angosciante.

Büchner poi descrive il personaggio con “Er” ma a lui non gli importava niente della strada e di ciò

che aveva attorno nonostante le precedenti descrizioni. Camminava indifferente.

Büchner quindi riprende la descrizione che aveva utilizzato all’inizio per descrivere Lenz. Fino a

questo momento è una descrizione oggettiva, adesso ci ricordiamo degli elementi del paesaggio.

A Lenz sembrava di avere gli stivali ai piedi che gli permettessero di arrivare da ogni parte: ciò

mostra una di Lenz e totale

perdizione separazione della sua percezione di se stesso nel

paesaggio e il paesaggio stesso.

WENN SÄTZE – Frasi temporali (secondarie)

Büchner vuole costruire un non soltanto ci sono requisiti del sublime

paesaggio sublime

settecentesco, ma questo sublime viene presentato come paesaggio invernale nella tempesta che

rende l’uomo piccolo.

La catena di secondarie serve a dare manifestazione di un evento quale è il sublime.

Questo dinamismo Büchner l’ha preso da Werther che aveva letto bene: (lettera su scheda del 10

maggio)

Le secondarie danno effetto di simultaneità che creano circolazione completa.

L’essere umano si trova in mezzo alla tempesta ed ha paura di tante cose, sente la differenza

radicale fra la potenza della natura e le proprie forze. E’ una sensazione annichilente “Io rimango

annichilito”.

Va tutto oltre le mie possibilità: se io come creatura mi trovo in questo scenario capisco che sono

perduto. E’ il totale terrore e smarrimento: reazione di ordine morale.

A proposito dell’effetto del sublime: Büchner fa ricorso ad un modello stilistico di Goethe ossia le

Wenn Sätze. Una serie di impressioni che si susseguono e si accavallano nel tempo. Questa

modalità stilistica serve a mettere in successione rapida le emozioni fino a creare un effetto di

simultaneità. Adottato da Büchner che lo trae dal Werther di Goethe. E non è solo questo stile che

riprende, ma anche l’affinità col Werther goethiano. Infatti i collegamenti sono molti massicci di

quanto a prima vista non sembri: non solo perché Lenz sia contemporaneo di Goethe, autore

dell’opera principale dello Sturm und Drang con protagonista un genio che si sente una forza della

natura, ma anche perché la sensazione wertheriana dell’uomo nuovo è la stessa di Lenz. Werther

viene mezzo in discussione da Goethe e Lenz da Büchner.

Leggendo la lettera di Werther.

In questo passo lo scenario è diverso: qui la natura appare pacificata. Nel caso di Lenz c’è una

grande tempesta in montagna, adesso ci troviamo in campagna, il 10 maggio in piena primavera e

Werther se ne sta sdraiato nell’erba passivo. Ricordiamo che Lenz invece cammina agitato, talvolta

differente ed in altri momenti ha l’impressione di poter percorrere la montagna con passi da

giganti: questo mostra una percezione distorta. Lenz è un personaggio inquieto al contrario di

Werter.

Cos’hanno in comune Lenz e Werther?

Entrambi si sentono centro di questo susseguirsi di eventi. Ciò che li circonda, con l’utilizzo delle

Wenn Sätze, viene restituito al lettore come un quadro di una natura animata (ricordiamo le nebbie

e Ciò crea l’effetto di presentazione di una natura

che salgono dall’alto le nuvole che scendono).

come viva che circola attorno a loro: il personaggio che vi è dentro, Werther sdraiato nell’erba e

Lenz che cammina inquieto, si pone al centro del paesaggio. Il loro è l’asse,

cuore il centro

L’essere umano è tutt’uno

ardente e pulsante intorno a cui si colloca questa circolazione.

con la natura, sia che avvenga passivamente in Werther che attivamente in Lenz, e presuppone che

l’uomo stesso sia il centro di tutto ciò come un elemento naturale.

C’è in Werther, accennato, e soprattutto in Lenz la entrambi

concezione di uomo-artista:

vogliono essere esemplari in quanto creatori. Sanno di esser fatti da Dio, a propria immagine

somiglianza, e si sentono in quanto artisti anche creatori come Dio. Ciò consiste non nel fatto che

abbiano anima e spirito che solo Dio può aver dato, bensì nel fatto che possiamo imitare il gesto

Questo pensiero è importante per

di Dio della creazione e dare forma al nostro mondo.

tutto il ‘700 ossia l’artista come secondo creatore che imita Dio nel gesto di creare il mondo intorno

a sé.

Ciò porta ad un che è in Werther e lo dice esplicitamente: “Se potessi dar

titanismo evidente,

forma scrivendo o disegnando a quello che sento dentro di me, diventerebbe lo specchio della mia

anima”.

Lenz si comporta alla stessa maniera: quando si china per assorbire questo spettacolo spaventoso

della natura, è il gesto di chi si pone per vedere in sé stesso il vero creatore dello spettacolo. Questo

superomismo un po’ patologico in Lenz, viene sottoposto da Büchner ad una critica molto radicale.

Werter è un eroe dello Sturm und Drang a tutti gli effetti. Büchner ricrea una figura che appartiene

allo Sturm und Drang e la presenta nella sua grandezza ma contemporaneamente la critica.

Lenz è una figura complessa ed il gioco cronologico fa comodo a Büchner:

per certi versi appartiene agli anni ‘70 del ‘700 e viene sottoposto critica;

• per la sua sofferenza, Lenz è depresso, è un contemporaneo di Büchner e in quest’aspetto è

• figura di identificazione.

Un passo in cui superomismo di Lenz viene fuori in modo grottesco lo cogliamo quando vuole

Siccome, pensa, è stato creato ad immagine e somiglianza di

rianimare una bambina morta.

Dio, si sente Dio e si sente investito dal potere di poter fare come con Lazzaro. Infatti si presenta

nella casa dove era morta da poco una bambina e le dice “Alzati La bambina non

e cammina!”.

alzandosi fa scaturire in Lenz una reazione violenta: esce nella campagna e si senta un superuomo

perché scopre che Dio non esiste, quindi scopre l’ateismo.

Continua la lettura di Lenz

Quando il paesaggio si anima, si sentono delle voci e si vedono personificazioni. Dopo la grande

tempesta, questo a Lenz appare vuoto e triste e immediatamente si sente solo come un bambino

nelle fiabe: la componente fiabesca è molto importante per Büchner, ed è presente anche in

Woyzek dove viene raccontata una fiaba in poche righe assolutamente spaventosa.

Al momento del massimo entusiasmo succede la Lenz si sente completamente solo

depressione.

ed ha così tanta paura che osa appena respirare. Il paesaggio vivo scompare e da luogo, non ad un

paesaggio placato, ma ad un nulla in cui disperatamente Lenz si muove. Potremmo dire un terrore

senza nome, una totale mancanza di un punto di riferimento. Adesso Lenz ha paura di sé

stesso.

Dopo quest’alternanza Büchner fa arrivare Lenz a casa di Oberlin e cita alla lettera cosa Oberlin

scrive nel suo diario. Oberlin è a cena con la sua famiglia e Lenz si presenta a Loro. Qui Büchner

Oberlin gli da il benvenuto scambiandolo

costruisce una scena e imita la cultura olandese.

per un artigiano e Lenz si presenta come amico di Kaufmann e gli porta i suoi saluti. Oberlin si

ricorda che Lenz è uno scrittore di cui ha letto dei brani.

Con molta sapienza Büchner gioca con gli effetti di luce per presentare l’interno, lo scenario di

famiglia quieto e tranquillo. “Il e “La

volto infantile su cui sembrava riposare la luce” mamma che

possono essere frasi di riferimento.

sedeva dietro l’ombra”

Lenz si sente accolto e finalmente i suoi fantasmi tacciono. Così viene portato a dormire ma

durante la notte viene colto da un che non gli da pace, tanto che scende giù e

attacco di panico

per calmarsi si butta nella fontana in pieno inverno. Quest’episodio di follia disturba l’armonia di

Lenz.

Mano a mano l’azione terapeutica di Oberlin nei confronti di Lenz sembra funzionare: Oberlin,

essendo anche mistico, si intrattiene di questioni sovrannaturali sull’esistenza o meno delle

premonizioni con Lenz. (ciò significa che nemmeno Oberlin aveva i piedi per Terra…).

Molto importanti sono le che si riferiscono allo stato d’animo di Lenz.

descrizioni di paesaggio

Büchner utilizza le descrizioni di paesaggio per descrivere le condizioni complesse di stato d’animo

di Lenz che a parole non riuscirebbe ad esprimere.

Il momento più alto di Oberlin, che dimostra il miglioramento di Lenz,

dell’azione terapeutica

è l’atto del predicare di Lenz. Ricordiamo che Lenz è un e chiede a Oberlin il permesso per

teologo

poter predicare. Questo momento è importante perché in questo contesto Lenz si sente finalmente

Così di Lenz abbiamo visto l’alternanza da superuomo al senso di vuoto:

parte di una comunità.

attraverso la predica, esercizio della missione per cui era stato affidato, si sente uomo fra gli altri

uomini.

C’è un linguaggio comune: “Tutti condividono la loro sofferenza e per lui era una consolazione se

Nel momento della predica

era in grado di dare sonno ad alcuni occhi stanchi a forz

Dettagli
A.A. 2014-2015
5 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/13 Letteratura tedesca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudia.caleca495 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura tedesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Cermelli Giovanna.