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CAP. 4 – I NUOVI REALISMI E L’IMPEGNO DEI LETTERATI

Dopo la seconda guerra l’Europa si trovò divisa tra i 2 blocchi, con la

lacerazione della Germania e Berlino. L’Italia subì più di tutti l’influenza

statunitense e venne governata a lungo dalla DC. In analogia al resto del

mondo la linea di tendenza più forte nella letteratura italiana del dopoguerra

fu quella del realismo, per descrivere eventi bellici appena accaduti. Quasi

tutti gli ermetisti sentirono il bisogno di rinnovare il loro stile, accantonando

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ricerca di temi e metafore raffinatissimi per affrontare temi del presente. I più

autorevoli furono Saba e Montale. Vitalità della narrativa, ma gli interessi del

pubblico si spostano verso il cinema con Rossellini e De Sica. La forza d’urto

del cinema italiano non può essere paragonata a quella di Hollywood, che

andava creando uno star system con produzioni costose e divi osannati e

pubblicizzati. La potenza dell’industria culturale comincia a condizionare

molte scelte e gusti del pubblico di massa. In Italia alla fine dei 50 si prepara il

terreno per una nuova fase avanguardistica, che esploderà con pubblicazioni

e iniziative culturali nell’anno simboli 1963. Ermetismo lascia spazio a una

lirica molto più diretta e concreta che può sfociare nella retorica come nel

caso di Quasimodo. Montale diventa modello da seguire con la sua poesia

complessa e intrisa di concretezza. Ermetismo fiorentino, con Mario Luzi. Nel

magma è una raccolta su una trama con rimandi al Purgatorio dantesco,

dubbi esistenziali dell’io lirico, versi lunghi e non regolari. Domina la volontà di

autoesame che spazia dall’impegno politico alla fede religiosa, con la

presenza di vocaboli colloquiali. Ultime raccolte, come Per il battesimo dei

nostri frammenti del 1985) prevale tendenza all’astrazione e al dettato mistico

religioso Neorealismo in poesia si sostanzia di caratteri quotidiani e di

. Il

riferimenti storici concreti mentre dal punto di vista formale prevalgono

tecniche prosastiche, versi lunghi, linguaggi semplici. Anticipati da Pavese, i

neorealisti non si allontanano da precisi modelli, come lo statunitense

Whitman. Rocco Scotellaro con E’ fatto giorno, è un esempio di lirica

neorealista politicamente schierata a favore del socialismo e insieme ricca di

umori derivati dal folklore. La linea antinovecentesca. Sandro Penna,

riprende lo stile semplice con Saba come modello di riferimento, e proprio da

lui scoperto. Fa parte della corrente antinovecentesca poiché rifiuta forme

tipiche del 900, e in particolari le sperimentazioni avanguardistiche. Poesie

brevi, dal tono aforistico e dal linguaggio depurato. E’ una poesia immediata,

priva di mediazioni. Giorgio Caproni riutilizza forme chiuse come il sonetto.

Raccolta Il passaggio d'Enea, in cui stilizzazione e chiusura formale si

accentuano come difesa umanistica nei confronti di una materia terribile

quale quella delle repressioni naziste durante la guerra. Questa chiusura

formare sostiene di solito temi derivati dall’autobiografia, alla maniera di Saba

e però con un gusto ancora più accentuato per l’evento minimo dal quale

scaturiscono improvvise rivelazioni, in genere drammatiche. Nelle successive

raccolte arriva a una sorta di costruzione teatrale narrativa in versi, con

dialoghi di personaggi-maschere dell’autore del Congedo del viaggiatore

cerimonioso. L’ultima fase sarà a stampo filosofico e teologico (ateo). Il nulla

domina la realtà, ma questa certezza viene nascosta dal linguaggio. Attilio

Bertolucci trova la sua voce più esatta ne La capanna indiana, quando

descrive la vita nelle campagne superando i limiti del microevento per

aspirare a una dimensione più largamente narrativa, quella del poemetto.

Con Viaggio d'inverno raggiunge i risultati più alti: il ricordo della condizione di

agiato proprietario terriero si scontra con il presente dello spaesamento a

Roma, cosicchè l’io lirico arrivi quasi a perdere l’identità. Prediligerà la

dimensione narrativa, arrivando a proporre anche il romanzo in versi, La

camera da letto. Il microcosmo parmense viene preso a simbolo di una storia

intesa come ciclicità, ma non sufficiente a garantire il tranquillo scorrere

dell’esistenza. Il romagnolo Tonino Guerra, produzione poetica in dialetto, sin

dalla prima raccolta, I scarabòcc, propone una visione degli eventi dal basso,

popolare e anarchica, ravvivata da forti scoppi fantastico fiabeschi: questi

tratti continueranno a caratterizzare anche le opere successive in prosa o

versi, come I bu(i Buoi). Il tursitano Albino Pierro fonda invece la sua lirica su

un impressionismo fortemente musicale, in contrasto con la durezza arcaica

del dialetto impegnato. La linea lombarda è caratterizzata non solo da una

propensione verso le realtà quotidiane, spesso cittadine o metropolitane, e da

un linguaggio prosastico appena rilevato ritmicamente, ma anche da un

sentimento etico civile. Ricordiamo Luciano Erba, con lieve ironia metrica.

Giorgio Orelli che punta a un immaginario molto concreto e a uno stile ricco di

suggestioni classiche. Nelo Risi coniuga impegno sociale e politico con gusto

a volte grottesco satirico, a volte decisamente surreale. Bartolo Cataffi era di

indole incerta e incostante che lo portò a momenti di depressione e a lunghi

periodi di rifiuto della scrittura e gli consentì però di proporre testi

caratterizzati da immagini forti e colorite, poi liriche prosciugate ma meno

nervose, in grado di affrontare il tema della morte in modo sereno e

oggettivato. La rivista bolognese Officina, fondata da Francesco Leonetti,

Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini, rifiutava non solo l'ermetismo ma anche

il neorealismo. Viene invocato un nuovo sperimentalismo che deve unire una

stilizzazione aperta, tipo il plurilinguismo di Dante e una lettura della società

sulla scorta di Antonio Gramsci, tale da unire gli intellettuali alla loro classe in

modo organico. In pratica viene recuperata la tradizione italiana

dell’espressionismo oltre a quella pascoliana, sempre in funzione

antinovecentesca, cioè contro il simbolismo chiuso e artificioso: vengono

quindi rivalutati Saba, Caproni e poetici dello stile semplice ma pure il grande

modello dantesco. Vi si accosterà anche il critico Edoardo Sanguineti, che nel

56 pubblica Laborintus: si preciserà neoavanguardista. Nel secondo

dopoguerra la narrativa riceve forte impulso, in virtù della diffusissima volontà

di raccontare i fatti terribili della lotta resistenziale contro il nazifascismo. Da

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un’intersezione tra spinta documentaria e capacità di montaggio dal vivo

nascono nel 45-46 capolavori come Roma città aperta e Paisà di Rossellini,

Sciuscià di De Sica, Ossessione di Luchino Visconti. Esigenze artistiche ed

immediata documentazione raggiungono risultati duraturi in Se questo è un

uomo di Primo Levi. Casa editrice Einaudi, di Giulio, figlio del presidente della

Repubblica Luigi, coinvolse filosofi, critici, letterati come Elio Vittorini e

Cesare Pavese, Italo Calvino. Comincia a farsi largo una narrativa che

interpreta la realtà italiana attraverso personaggi relativamente semplici e che

troverà successo con la saga di Don Camillo e Peppone, cominciata nel 48

dal giornalista e polemista emiliano Giovanni Guareschi. L'aspetto della

traducibilità cinematografica di un romanzo diventa sempre più rilevante nel

corso degli anni 50 e spesso decreta il successo o meno dell’opera. Alberto

Moravia nacque a Roma nel 1907. Dopo un’adolescenza caratterizzata dalla

tubercolosi nel 29 pubblica il romanzo Gli indifferenti, opera di realismo

singolare, senza storia, priva di agganci a tempo definito e simile più alla

tragedia che a un romanzo classico. Protagonista è Michele, la cui madre è

l'amante dell’abile profittatore Leo Merumeci, che ha ipotecato la sua

abitazione e che vorrebbe lasciarla, essendosi invaghito di sua figlia Carla.

Venuto a sapere della tresca Michele, incapace di azioni decise, arriva a

sparare a Leo con una pistola scarica. Il gesto tragico diventa grottesco e

permette di cogliere il presupposto simbolico di tutto il testo moraviano: la

borghesia è priva di valori e i giovani si adattano disposti ai compromessi

perchè indifferenti a tutto. Ottimo interprete della interiorità più che realista a

tutti gli effetti. Dopo aver sposato Elsa Morante, pubblica altro capolavoro,

Agostino, adolescente di buona borghesia che in vacanza viene iniziato dai

ragazzi popolani alla vita concreta e al sesso: la fluidità della trama non

nasconde implicazioni psicoanalitiche soprattutto nel rapporto tra il ragazzo e

la bella madre. L'autore negli anni successivi proporrà sempre più testi legati

alla storia italiana del dopoguerra, come La romana e La ciociara. Dal 60

ricorrono i temi del vuoto esistenziale e morale della borghesia, rapporto tra

denaro, sesso e società. Sente il bisogno di rinnovarsi con romanzo

sperimentale e nasce La noia, storia del contrastato rapporto fra Dino, pittore

senza ispirazione, e la sua vitalissima modella Carla. La conclusione

porterebbe alla necessità di contemplare più che sperimentare la vita: idea

dietro la quale si nasconde un crescente pessimismo. Fino al 90 giungerà di

rado a risultati innovativi, ma in ogni caso la sua capacità di anatomizzare i

mali della borghesia è riuscita per lungo tempo a fornire una

rappresentazione non scontata della società italiana e dei suoi singoli

individui. Elio Vittorini, siciliano inizia la sua attività nel ventennio fascista.

Pubblicò sulla rivista Letteratura, Conversazione in Sicilia, romanzo a sfondo

simbolico allegorico nel quale il rientro in Sicilia del protagonista narratore

Silvestro, diventa occasione per una riflessione sia sul proprio ruolo politico

sia sulla condizione dell’Italia intera e in specie delle zone più emarginate nel

momento finale del regime. Vuole trovare nuove forme di impegno nel

dopoguerra, sia ricordando la resistenza sia promuovendo una rivista

progressista, ma non rigidamente di sinistra come Il Politecnico. Dopo un

dissidio con Togliatti, rivendico l'autonomia degli intellettuali rispetto alla

politica ufficiale e promosse iniziative con Einaudi. Lo scrittore fu uno tra i più

fervidi sostenitori dei giovani autori perseguendo un rinnovamento sia nei

modelli sia nei temi con forte attenzione alle nuove realtà tecnologiche

industriali. Il primo interesse di Cesare Pavese riguardò la letteratura

americana. Nelle sue prime prove, come Lavorare stanca si colgono gli effetti

della cultura americana: metri lunghi e narrativi, imma

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
35 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Tomasello Dario.