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L’Allegria è il libro poetico più rilevante della fase del primo 900. Nasce inizialmente come Il porto

sepolto (1916), comprendente le poesie scritte durante la prima guerra mondiale. Successivamen-

te viene inserita in una raccolta più ampia, intitolata Allegria di naufragi (1919). Infine, la raccolta

viene in seguito ripubblicata con il titolo Allegria (1931). Il titolo Allegria di naufragi sottolinea la

forza vitale e positiva che nasce anche in mezzo ai “naufragi” esistenziali provocati dalla guerra.

Successivamente, il poeta sceglie di valorizzare solo l’allegria, questa forza positiva e vitale quasi a

sottolineare l’approdo a una nuova concezione dell’esistenza a cui la poesia gli ha permesso di

giungere. E’ suddivisa in cinque sezioni: “Ultime”, “Il porto sepolto”, “Naufragi”, “Girovago” e

“Prime”. La maggior parte delle liriche ha come intestazione luogo e data di composizione, come

un diario. Egli, oltre al tema della guerra, parla anche del valore della fratellanza e rievoca gli anni

della giovinezza trascorsa in Egitto. In questa raccolta sono anche presenti diverse innovazioni stili-

stiche, per esempio: l’abolizione della punteggiatura sostituita con spazi bianchi, lo sconvolgimen-

to della sintassi e il rifiuto delle forme metriche tradizionali. Egli riduce all’essenziale: i poeti crepu-

scolari avevano già abbassato il tono della poesia; Ungaretti lo abbassa ancora di più e si rifà alle

proposte dei futuristi (non ai temi. Per esempio proposta di Marinetti di abolire la punteggiatura).

Egli, inoltre, non utilizza un lessico aulico ma semplice.

ANALISI OPERE. In memoria è la lirica che apre la sezione Il porto sepolto. E’ dedicata ad un amico

d’infanzia di Ungaretti che, come lui, aveva lasciato Alessandria d’Egitto ed era emigrato a Parigi. Il

giovane, però, non era riuscito a integrarsi e a trovare una propria identità e aveva finito per suici-

darsi. Questa condizione è in parte simile a quella del poeta, cresciuto in Egitto da una famiglia di

emigrati lucchesi (viene detto anche nei Fiumi), il quale tuttavia, a differenza dell’amico, era riusci-

to a superare questa condizione grazie alla poesia. Nella prima parte del componimento tema do-

minante è dunque la negazione dell’identità di Moammed. Nella seconda parte, invece, ricorda il

funerale di Moammed a cui nessuno aveva preso parte eccetto lui e la padrona dell’albergo in cui

alloggiavano. Tipica sintassi ungarettiana frammentaria, uso degli enjambement per garantire con-

tinuità narrativa del discorso. Utilizzo analogia.

Il porto sepolto, che dà il titolo all’omonima sezione, riflette sull’origine della poesia e

dell’ispirazione poetica. Ha sia un significato biografico che simbolico. Egli deve immergersi in

questo porto per recuperare l’essenza stessa della parola poetica e poi risalire per diffondere i suoi

canti. Si ricollega alla poetica delle corrispondenze di Baudelaire per il quale la parole poetica è un

qualcosa di inaccessibile e può essere indagata solo dal poeta.

Veglia (sezione Il porto sepolto) è ispirata ad un fatto realmente accaduto al poeta durante la guer-

ra: la veglia accanto al cadavere di un compagno che suscita nel poeta un forte attaccamento alla

vita. Sintassi frammentata. Lo spazio bianco tra la prima parte e gli ultimi tre versi consente al

poeta di riflettere e scavare nel proprio essere.

Fratelli (sezione Il porto sepolto) è una riflessione sulla violenza della guerra che induci gli uomini a

dimenticare i valori fondamentali dell’esistenza, i quali, una volta riaffermati, assumo il significato

di una vera e propria rivolta. Fratelli è la parole che apre e chiude la poesia.

I fiumi (sezione Il porto sepolto) è una lirica con carattere autobiografico. Il un momento di tregua

dalla guerra il poeta ricorda la sua immersione nelle acque dell’Isonzo, che ha valore simbolico di

una purificazione battesimale, che rigenera il poeta. L’Isonzo, è il fiume che costeggia il Carso e

che è stato teatro di diverse battaglie sanguinose. L’acqua del fiume è l’elemento che lo riconcilia

con la vita e gli consente di ricapitolare la propria vicenda e di comprenderne il senso, ritrovando

l’armonia con gli elementi della natura. Il fiume Isonzo richiama gli altri fiumi che hanno segnato

le tappe della sua vita. La lirica si articola in quattro parti: nella prima c’è una presentazione del

paesaggio, è notte; nella seconda rievoca il bagno nel fiume Isonzo che gli permette di ritrovare

l’armonia; nella terza affiorano i ricordi degli altri fiumi e nella quarta si ritorna al presente, c’è

quindi una struttura circolare. C’è un frequento uso di similitudini.

In San Martino del Carso (sezione Il porto Sepolto) il poeta ricorre a parole essenziali per esprimere

il senso tragico della devastazione di un paese e del suo animo.

Allegria di naufragi (sezione Il porto sepolto) dava il titolo alla raccolta del 1919. L’accostamento

dei due termini costituisce un ossimoro: fanno riferimento a due situazioni e stati d’animo in con-

trasto fra loro. Il naufrago sente rinascere in sé la volontà di riprendere il viaggio e questa istintiva

volontà rappresenta l’allegria. Egli definisce il processo che è alla base della creazione poetica: il

poeta è colui che, anche dopo il naufragio, riprende il cammino senza timore, come un lupo di ma-

re. Assenza di punteggiatura, sintagmi spezzata.

Mattina (sezione Naufragi) è la lirica più breve della letteratura italiana. Il componimento è costi-

tuito da sole quattro parole suddivise in due versi, cariche di significati nascosti. Importante è an-

che il titolo “Mattina”: è proprio nell’illuminazione del sole nelle prime ore della giornata che Un-

garetti riesce a percepire questo senso di immensità. In queste quattro parole viene descritto il

contatto dell’uomo, finito, con l’assoluto, infinito. I due versi sono scanditi dal suono della “l”, del-

la “m” e della “n” che suggeriscono al lettore un senso di rilassatezza e morbidezza. Sono entrambi

aperti da un’elisione (parola apostrofata). I due termini più importanti iniziano per “i” e finiscono

per “o”.

Anche in Soldati (sezione Girovago) è evidente l’essenzialità del suo stile poetico. La lirica è forma-

ta da un’unica similitudine che nasce dall’associazione analogica tra un elemento della natura e il

destino degli uomini e rappresenta la condizione dei soldati, precaria come quella delle foglie in

autunno. Il primo termine della similitudine non fa parte dei versi ma è espresso nel titolo. Ritmo

frantumato e scandito da una serie di pause.

Il secondo tempo di Ungaretti è legato ad un’altra raccolta: Sentimento del tempo (1933). In que-

sto caso cambiano sia i temi sia la forma, la raccolta è legata agli anni successivi della guerra. Egli,

nell’immediato dopoguerra, vive tra Roma e Parigi. Vivere a Roma per Ungaretti era un’esperienza

completamente nuova rispetto a quella che aveva vissuto ad Alessandria d’Egitto; Alessandria

d’Egitto era il deserto, a Roma, invece, ci sono i segni di tutte le epoche del passato: dall’antica

Roma dei re agli imperatori, all’impero romano, Barocco, ecc. Il poeta, quindi, a Roma recupera

questo sentimento del tempo che non aveva invece ad Alessandria. Nella raccolta egli parla pro-

prio del passare del tempo, le stagioni che cambiano radicalmente il paesaggio, troviamo riflessio-

ni ispirate alla ricerca del senso universale dell’esistenza, rese attraverso la riproposizione dei miti

classici. Egli legge i grandi classici italiani, c’è un recupero della tradizione italiana; in particolare

recupera la linea petrarchesco-leopardiana della lezione lirica italiana, recupera l’endecasillabo,

cioè il verso classico composto da 11 sillabe a cui dedica un saggio, Difesa dell’endecasillabo. Re-

cupera la punteggiatura che invece non aveva usato nell’Allegria. Emergono anche temi di rifles-

sione religiosa (Ungaretti nel 1928 si converte al cattolicesimo). Dopo la prima guerra mondiale

cambia radicalmente la situazione perché in Italia, ma anche in Europa, si diffonde il cosiddetto ri-

torno all’ordine: in letteratura e nelle arti in generale si rifiutano le avanguardie, la sperimentazio-

ne e si recupera la tradizione. (Quindi si può parlare di neo classicismo, che non ha niente a che fa-

re con il classicismo del settecento).

ANALISI OPERE. L’Isola è una lirica con andamento sia narrativo che descrittivo. Compare un per-

sonaggio, privo di una precisa identità, che esplora quest’isola. Il paesaggio è reso in una dimen-

sione mitica, non riferibile a nessun luogo. Ci troviamo, quindi, di fronte ad uno spazio ed un tem-

po indefiniti. Troviamo numerosi riferimenti letterari, per esempio: nella figure delle ninfe e dei

pastori si ritrovano alcuni topoi dell’Arcadia. Il linguaggio, le visioni e le immagini paesaggistiche

vaghe, invece, rimandano alla tradizione simbolista. Versi liberi ma presenza di settenari, novenari

ed endecasillabi.

Di luglio parla dell’estate, descritta nei suoi effetti negativi e drammatici. Il sole di Luglio è visto

come una forza distruttiva della vita e richiama una concezione negativa dell’esistenza. Non ab-

biamo più versi liberi senza punteggiatura ma due strofe e un ampio uso delle virgole. Immagini

complesse e analogia più soggettiva: le associazioni sono basate su un’intuizione personale, per

esempio quella che lega l’effetto dell’arsura sulle foglie al colore rosa, visto come il colore della tri-

stezza.

Il dolore segna il passaggio alla terza fase. Emerge la sensazione di vuoto del poeta di fronte al do-

lore per la perdita dei suoi cari (il fratello e il figlioletto) e la sofferenza per le atrocità della guerra.

ANALISI OPERE. Non gridate più è un invito ai superstiti a fare tesoro del passato e a non ripetere

più gli stessi errori. E’ formata da due strofe di quattro versi ciascuna.

PIRANDELLO. Per quanto riguarda la narrativa si fa riferimento a Pirandello. Nasce ad Agrigento

(1867). Subisce l’influenza di veristi quali Capuana, Verga e De Roberto dai quali successivamente

si discosta concentrandosi sullo scavo psicologico dei personaggi. Si dedica anche allo studio della

psicologia sui testi di Binet e Bergson e della filosofia sui testi di Simmel, padre del relativismo og-

gettivo secondo cui non esiste alcuna verità oggettiva. Importante è anche il concetto di realtà

come continuo fluire da cui Pirandello dedusse l’inconoscibilità del reale: ogni individuo si crea

un’imma

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
19 pagine
11 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Saxbrina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Giannone Antonio Lucio.