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A RELAZIONI CONFLITTO
G
G RISERVATEZZA
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S E
E N SPIRITO DI
S SQUADRA
I
B
I LEALTA’
L
I CREATIVITA’
CULTURA T SPIRITO
FANTASIA
A’ DI LOTTA
L
EDUCAZIONE SPIRITO DI DETERMINAZIONE
OSSERVAZIONE
GUSTO
Vediamo quali sono le doti base del comunicatore. Al livello più elementare troviamo 3 risorse: La
cultura, l’educazione, il gusto. La cultura non è il grado di istruzione. L’istruzione di massa ha fatto
ARTE DELLA
saltare il legame tra il titolo di studio e la qualità della cultura generale. Allo stesso modo
MANIPOLAZIONE
l’educazione non viene assicurata dall’avere vissuto in ambienti benestanti o dall’avere frequentato
blasonate scuole private. In queste due dimensioni possono tranquillamente formarsi persone
arroganti, allergiche alla cultura e alle buone maniere (gentilezza e rispetto), incapaci di
relazionarsi con persone che ritengono dotate di uno status minore del loro. Stiamo parlando di
una professione che si nutre di risorse immateriali misurabili solo sul campo. La combinazione
educazione-cultura rappresenta il punto di partenza per chi voglia contribuire a formare l’immagine
di impresa verso l’élite di un Paese o verso il pubblico dei clienti. Questa combinazione si è già in
gran parte formata sotto la spinta di fattori familiari, scolastici, biografici. Come correlato di
educazione e cultura il gusto, senso estetico da riversare nei modi di fare e nei luoghi di lavoro.
Educazione, cultura e gusto vanno coltivati attraverso nuove letture, viaggi, frequentazioni di
occasioni artistiche, culturali etc. Immediatamente accanto a queste risorse vanno collocate quelle
di secondo grado: le amicizie (relazioni), la creatività/fantasia, lo spirito di osservazione e la
capacità di manipolazione delle parole. Tutte e 4 presuppongono l’esistenza di vocazioni naturali.
C’è una grande area di connessione tra questo gruppo e quello precedente di risorse, la
sensibilità, che fa sì ad esempio che gusto e creatività si connettano positivamente. Che un
comunicatore non debba far parte di coloro che “vedono senza guardare” e quindi avere spirito di
osservazione è chiaro. Creatività/fantasia e capitale di relazioni fanno la differenza in alcuni ruoli,
come per agenzie pubblicitarie, ufficio stampa e organizzazione di eventi. Principio del maggese:
un turno di riposo nella rotazione delle colture per rialzare la fertilità del terreno.
LE RISORSE DEL COMUNICATORE. DAL TEMPERAMENTO ALL’ETICA
Vi è poi un terzo gruppo di risorse che definiremo organizzative. Sono tutte legate al
temperamento personale del comunicatore ma regolano il modo con cui esso entra in relazione
con i propri compiti di ruolo, con il proprio ambiente organizzativo e con il contesto esterno. Queste
capacità servono al comunicatore per affrontare un ambiente operativo complicato e da situazioni
di stress emotivo e frenesia. La capacità di fare squadra è una risorsa importante. Il concetto di
coesione organizzativa chiama a sostegno spirito di squadra e spirito di lotta. Rovesciare ad
esempio una situazione potenzialmente di crisi richiede una forte concentrazione di energie
spontaneamente coordinate e una combattività non comune. In definitiva le risorse organizzative
non fanno che rendere effettive sul campo le risorse dei primi 2 gruppi. Ad esse si aggiungono due
qualità che rinviano all’etica professionale: lealtà e riservatezza. La comunicazione vola, vincere o
perdere su questo terreno può dipendere da una notizia andata in rete 5 minuti prima o dopo, per
questo è fondamentale avere coscienza che in alcune sue aree non ci sono orari e la lealtà implica
sapersi attenere a questa consapevolezza. La riservatezza incarna il paradosso del comunicatore:
obbligato a comunicare molto e bene nell’interesse dell’impresa e obbligato a tacere
ermeticamente nell’interesse della stessa impresa (attento a fatti delicati che potrebbero creare
pettegolezzi). Rubare un’idea in questo campo è questione di minuti.
Fare tabella pag 81
IL COMUNICATORE NEL SISTEMA DELLE RISORSE
Occorre proporre un punto di vista complessivo sulle risorse a disposizione dei professionisti della
comunicazione. Le risorse personali, patrimonio inalienabile del professionista che porta in dote
all’organizzazione. Egli ha alle spalle poi un’organizzazione che gli offre uno stock di risorse. Tra
queste, risorse materiali: mezzi tecnici e disponibilità di spesa (budget per la realizzazione della
propria funzione). Risorse umane e professionali: numero o qualità di collaboratori, colleghi o
stagisti etc. Risorse organizzative: un disegno chiaro delle responsabilità, l’apertura
dell’organizzazione alle esigenze della funzione comunicativa. Risorse formative: possibilità di
aggiornamento. Risorse relazionali: che si aggiungono e integrano quelle del professionista.
Risorse immateriali: importanza riconosciuta alla funzione e fiducia data al professionista. Tutte
queste risorse se presenti in buona misura riducono il peso dei conflitti e rendono più fruttuosa
l’attività di comunicazione. E’ importante che il professionista non confonda mai le sue risorse con
quelle dell’organizzazione. Poi ci sono le risorse ambientali, date dall’ambiente in cui opera il
professionista che possono essere favorevoli o sfavorevoli per il professionista e per
l’organizzazione. Nell’ambiente favorevole ci saranno comunque delle controindicazioni a cui fare
attenzione, il professionista che riceve dall’ambiente un surplus di risorse è costretto da quello
stesso ambiente a una qualità superiore di prestazioni (es. elevata competitività) e anche a un
maggiore rischio di insuccessi.
CAPTIOLO 7. DA SEMPRE. LA COMUNICAZIONE INTERNA
La comunicazione interna è una delle forme di comunicazione di impresa più importanti. Ha radici
storiche, la più antica delle forme di comunicazione. In passato però era manifestata come un
imposizione e prescrizione di comportamenti “imperativi”, tesa all’obbedienza degli operai verso
l’identità e le condizioni dell’impresa.
OLTRE LA DISCIPLINA, LA CULTURA
L’impresa costruiva attraverso questa forma di comunicazione normalmente affissata in bacheca e
trascritta in copia al dipendente, un suo clima interno. Svolgendo al contempo un funzione di
agenzia educativa mirando a produrre un decoro ambientale che andava oltre la disciplina. Può
oggi questa forma di comunicazione apparire obsoleta, ma in realtà era comunicazione
fondamentale, che opera con volontà e efficacia su almeno 3 livelli analitici delle organizzazioni
che abbiamo indicato: 1) opera sulla distribuzione dell’autorità. 2) opera sulla ideologia, che è
quella del paternalismo organico (impresa che si vive e vuole essere vissuta come comunità). 3)
Opera sul livello dei fini, che vengono perseguiti, grazie alla definizione dei rapporti sociali e
lavorativi definiti necessari per il funzionamento della fabbrica. Diversi studiosi sostengono che
questa comunicazione punti a un sofisticato processo di indottrinamento e venga usata, per
costruire attraverso varie vie, quella che si può dire cultura aziendale ossia, una serie di
presupposti che reggono la quotidianità della vita e atteggiamenti dominanti in azienda.
NUOVI MODELLI: DALLA PRESCRIZIONE/IMPOSIZIONE
ALL’INFORMAZIONE/MOTIVAZIONE
E’ indubbio che la storia abbia registrato lo spostamento da un modello comunicativo all’altro: da
uno prescrittivo-impositivo a uno informativo-motivazionale. In tutte e due i casi la comunicazione
interna svolge una funzione formativa, riflette e plasma la cultura di impresa. Oggi il primo modello
risulterebbe improponibile non tanto per l’impresa quanto per la dissonanza con i principi che
informano la vita della società esterna, più permissivi e rispettosi dei diritti dei lavoratori. Oggi si
cerca il consenso che è promosso e valorizzato. L’informazione coinvolge e motiva i dipendenti nei
confronti dei progetti o anche delle difficoltà dell’impresa. L’informazione motiva in sé. Tutto ciò
avviene tendenzialmente vi sono delle eccezioni. Come esempio il caso di Publitalia che
acquisisce rilievo per il ruolo giocato nella vita pubblica del paese da parte del proprietario,
Berlusconi. In questo caso vi sono 3 notazioni: La comunicazione interno ha un certo contenuto
prescrittivo che riguarda, comportamenti da tenere con i clienti e caratteristiche estetiche
compreso l’abbigliamento. Esso investe sulla gestione di rapporti esterni più che interni in quando
vende un servizio, la pubblicità. La seconda è che il contenuto informativo appare più basso
dell’idealtipo previsto dal modello informativo-motivazionale, comprendendo reticenza su questioni
primarie o contraddizioni rispetto a importanti decisioni assunte. La terza è che si sviluppa in tutta
la sua estensione la componente motivazionale del modello. Una regia perfetta intreccia i diversi
livelli di comunicazione interne coordinandoli verso un forte coinvolgimento emotivo e culturale dei
dipendenti. E’ fondato comunque sostenere che oggi, il senso principale della comunicazione
interna sia costituito da un mix variabile di input motivazionali e informativi.
STRUMENTI. DAL DOPOLAVORO A INTRANET
• Newsletter: una combinazione equilibrata dei due input. Creano rivolte verso l’interno un
maggiore senso di appartenenza. Può essere usato per fornire dati rilevanti sulla vita
dell’impresa (fatturato etc.). Può fornire riferimenti normativi importanti per i dipendenti (es.
leggi sul sistema pensionistico). Può anche ospitare contributi critici o suggerimenti del
personale. Si rivolge all’area impiegatizia ed è tipica di grandi imprese. Un simile livello di
attenzione e trasparenza sviluppa nei lavoratori un apprezzamento per lo stile dell’impresa,
generando maggiore partecipazione alle sue scelte. L’informazione si fa motivazione. I
concetti ivi espressi, resi disponibili per via telematica concorrono a definire e descrivere la
cultura dell’azienda.
• Associazionismo interno: troviamo diverse rappresentazioni. Quelle volte ad arricchire
opportunità sociali, ricreative e culturali dei dipendenti, che per il fatto di nascere con i
contributi dell’azienda, generano in questi riconoscenza e appartenenza. Troviamo poi un
associazionismo sempre finanziato dall’azienda volto a soddisfare vocazioni e desideri
specifici dei dipendenti. Esempio l’associazionismo sportivo che dà vita a squadre
aziendali. La comunicazione interna è informale. Genera a