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La fiera viene letta come caposaldo nella costruzione e ridefinizione dei rapporti fra territori a
scala vasta, diventando struttura e infrastruttura di una città infinita che modifica gli assetti
insediativi e le relazioni tra le diverse parti della città. Fiera Milano è un perfetto incrocio tra le
dorsali europee. La trasformazione della città di Milano non si è concentrata solo sul centro storico,
ma anche sulle periferie e le aree dismesse che contengono molte situazioni diverse tra di loro in
tutto questo processo l’asse Sempione ha sempre svolto un ruolo fondamentale, spesso a
discapito di altre zone in cui le trasformazioni sono soggette a incertezze maggiori. 5
4. Cantiere Milano: il progetto CityLife verso il 2015 (Stefano Di Vita)
4.1 Le origini: dalle Esposizioni del 1881 e del 1906 alla Fiera Campionaria di Milano
Fiera Milano è una delle principali istituzioni del capoluogo lombardo e la sua struttura
espositiva ha rappresentato una delle principali polarità milanesi, tanto che la sua espansione e lo
sviluppo della città mostrano delle corrispondenze. La fiera ha avuto origine con l’esposizione del
1881 e con quella del 1906. Nel 1881 Milano ha ospitato l’Esposizione Nazionale che si svolse nei
Giardini Pubblici di Porta Venezia, mirata a promuovere la recente unificazione del Regno d’Italia.
Nel 1906 la fiera ospitò l’Esposizione Universale, con cui Milano e tutta l’Italia, nell’occasione
dell’apertura del Traforo del Sempione, cercarono di posizionarsi a livello internazionale. Nel 1920 i
Giardini Pubblici di Porta Venezia ospitarono la ptima Fiera Campionaria che nel 1923 si spostò
nella nuova Piazza d’Armi, che da allora fu identificata come sede della “Fiera Campionaria di
Milano”. Negli anni il recinto espositivo si è ampliato: ran parte dei padiglioni sono stati costruiti a
partire dal 1945 e nel corso del tempo l’intera area è stata infrstrutturata, con un ultimo
ampliamento negli anni Novanta. In un primo periodo la Fiera ha accompagnato il processo di
industrializzazione italiana contribuendo allo sviluppo delle produzioni specializzate, mentre in un
secondo periodo si è trasformata in una vetrina efficace per il Made in Italy. In quest’ottica la
Fiera ha contribuito all’affermazione di Milano quale capitale mondiale dell’economia del lusso e
della cultura.
4.2 Il cambio di scala: l’espansione del Portello e la realizzazione del Nuovo Polo di
Rho-Pero
Gli anni Ottanta hanno visto la prolificazione di progetti di riqualificazione urbana, all’interno del
processo di transizione terziaria in cui la Fiera ha giocato un ruolo fondamentale e di cui fa parte
anche il rpogetto di creazione di un passante ferroviario sotterraneo. Il Progetto “Portello – Fiera” si
estendeva ad Ovest della Fiera su parte degli stabilimenti dismessi di Alfa Romeo e su parte di
terreni del Comune di Milano. Il progetto prevedeva l’ampliamento della fiera e la realizzazione di
un centro congressi, di una struttura alberghiera, di un residence, di uffici e di un centro di
produzione RAI. Era inoltre prevista la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico tra il nuovo
centro congressi, la Fiera e la fermata Amendola sulla M1. L’attuazione del progetto è stato però
compromesso per diverse motivazioni, quali l’incapacità del Comune di assumere un ruolo
imprenditoriale, la difficoltà di accettazione di apertura di una Fiera a Milano e le scarse definizioni
gestionali e amministrative. Nel 1989 viene quindi approvato il Piano Particolareggiato (PP)
“Portello Sud Fiera” che prevede l’espansione del Polo. La Fiera ha reso Milano la seconda meta
turistica d’Italia e ha giocato un ruolo decisivo nello sviluppo della città, grazie al suo ruolo di
eccellenza che rappresenta la sua spiccata vocazione commerciale. La sua posizione all’interno
della città è stato si un punto di forza, ma allo stesso tempo ha rappresentato una criticità in quanto
i progetti di ampliamento sono sempre stati ostacolati dai residenti. Questo ha portato all’ipotesi di
uno sdoppiamento della fiera sia all’interno che all’esterno del tessuto urbano. Solo nel 2000 è
stata sancita definitivamente la scelta di localizzare un nuovo polo nell’area Rho – Pero. Il progetto
è stato sviluppato da Bellini tra il 1987 e il 1991. Il complesso realizzato tra il 1994 e il 1997 si
sviluppa lungo la direttrice Nord – Ovest.
4.3 Il progetto CityLife nel vecchio recinto fieristico: un tassello verticale nella città
del XXI secolo 6
In seguito alla decisione di realizzare un nuovo polo fieristico all’esterno del tessuto urbano, la
Fondazione Fiera Milano ha deciso di assegnare la trasformazione dell’area dismessa del vecchio
recinto fieristico attraverso lo svolgimento di una gara internazionale. La gara era articolata nelle
seguenti fasi:
• Determinazione dei requisiti e pubblicazione del bando di prequalifica;
• Definizione delle linee guida e pubblicazione del bando di gara in cui si invita a inviare le
proprie offerte;
• Partecipazione dei raggruppamenti invitati.
In base al rispetto delle linee guida, dei cinque progetti presentati ne sono stati approvati tre, a
cui è stato dato lo stesso punteggi soggetto a variazioni sulla base della miglior offerta economica
presentata. Nel 2004 il gruppo italo-francese CityLife si è aggiudicato la gara. L’ampliamento di
CityLife prevede l’estensione delle aree verdi, la sistemazione della viabilità e delle piazze e la
creazione di una nuova piazza. Nel 2005 il progetto viene approvato. Nel 2006 si apre il cantiere,
tutt’ora ai lavori, con l’obbiettivo di terminarlo nel 2015. Nel 2007 vengono apportate alcune
modifiche: la creazione di un Museo di Arte Contemporanea e di un’area commerciale. I cantieri
vengono ufficialmente aperti nel 2007 con l’abbattimento dei padiglioni della vecchia Fiera, ma
ancora oggi molte sono le perplessità sul completamento dei lavori.
5. Il Portello: trasformazione di un’area industriale (Flora Pagetti)
5.1 L’Alfa Romeo al Portello
Tra i grandi interventi di riqualificazione urbanistica di Milano troviamo quello della
riqualificazione dell’area dismessa dell’Alfa Romeo. Nel 1910 è stata costituita da un gruppo
italiano la società ALFA. Lo stabilimento si trovava al Portello, una volta nella periferia
settentrionale di Milano, e questo luogo aveva diversi vantaggi: disponibilità di vaste aree libere,
vicinanza alle principali vie di comunicazione, presenza di manodopera. Negli anni Cinquanta lo
stabilimento dell’Alfa era uno dei principali della città, data la fase d’avvio della produzione
automobilistica di massa, ma lo stabilimento non poteva sostenere l’incremento del carico di lavoro
e nemmeno essere ampliato per mancanza di spazi. Ciò portò alla costruzione di un nuovo
stabilimento ad Arese e l’ex area del Portello diventò area industriale dismessa.
5.2 L’espansione urbana della Fiera
Il primo momento di recupero del Portello coincide con l’espansione della fiera, che inglobò
l’area sud del complesso aziendale. Gli anni Ottanta e Novanta videro la riorganizzazione dei
padiglioni fieristici che entrarono in funzione nel 1998.
5.3 Il Progetto Portello
Il secondo momento di recupero del Portello coincide con il Progetto Portello: un progetto che
mira alla riconversione dell’area prevedendo diverse destinazioni d’uso, oltre che la
riorganizzazione del sistema viabilistico legato alla Fiera. Tra le destinazioni d’uso previste dal PP
troviamo:
• La parte sud-occidentale diventerà un parco che fungerà da barriera ambientale rispetto ai
flussi di traffico;
• Nel settore nord-orientale sorge un complesso residenziale e un secondo nucleo residenziale
invece ricoprirà il settore sud-orientale;
• Nella parte settentrionale sorge un aggregato commerciale, formato da cinque edifici
organizzati attorno ad una piazza pedonale;
• Il settore meridionale diventerà una piazza pedonale con edifici a funzione terziaria. 7
5.4 Per concludere
Gli interventi erano mirati alla ricostruzione all’interno di uno spazio chiuso dai vecchi confini
dell’azienda dismessa al fine di aprirli all’uso collettivo. Non tutti gli interventi sono stati portati a
termine per ora, ma quelli che lo hanno fatto hanno permesso l’animazione dell’area.
6. La conurbazione Legnano-Gallarate: tra cambiamento e tradizione
(Monica Morazzoni)
La conurbazione Legnano-Gallarate si pone tra le province di Milano e Varese, nella sezione
Nord-Ovest della Lombardia e comprende un’area tra le più industrializzate della regione nel corso
del secoli XIX e XX. La delocalizzazione delle grandi industrie ha quasi cancellato completamente
la presenza delle stesse sul territorio e le piccole e medie industrie sono cadute nel mercato della
concorrenza. È quindi necessario capire se si potrà confermare la vocazione industriale di questo
territorio, incoraggiando l’affermazione di innovativi settori industriali, o se è meglio favorire
vocazioni più recenti quali quella commerciale e residenziale.
6.1 Aspetti demografici del territorio
La popolazione dei comuni di Legnano, Gallarate, Castellanza e Busto Arsizio ha avuto una
crescita consistente dal 1951 al 1971 e ha ripreso a crescere nel 2001 per effetto della
componente migratoria e alla presenza di un tessuto socio-economico in grado di fornire lavoro e
benessere. Inoltre rispetto a Milano il costo degli immobili e affitti è più contenuto, gli spazi abitativi
sono più ampi e i servizi alla persona sono buoni. Se si analizzano le fasce d’età maggiormente
presenti in questi comuni, ci si rende conto che hanno una popolazione più giovane rispetto al
resto della conurbazione, anche se altri dati ci mostrano che la popolazione sta invecchiando.
6.2 Il sistema produttivo
La Lombardia tra Ottocento e Novecento subisce il processo di industrializzazione e raggiunge
il suo stadio più avanzato, imponendosi sulle altre regioni italiane. L’azienda manifatturiera si
concentra maggiormente nelle province dell’alta Pianura Padana, assorbendo quindi la maggior
parte di materie prime e risorse energetiche. La regione industriale lombarda appariva disarticolata
in alcuni complessi con una propria struttura industriale: in questo panorama aveva molta forza il
complesso milanese e quello di Legnano-Gallarate, che poteva essere considerato un complesso
tessile-cotoniero. In questa zona la’ubicazione delle industrie risentiva dell’aspetto fisico del
territorio, tanto che molte aziende tessili si posizionavano presso il fiume Olona per facilitare
alcune lavorazioni. Il dinamismo indust