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6. LA LIBERTA’ ESTETICA , NELLA LEGALITA’ E NELLA GIUSTIZIA
La giustizia e l’ingiustizia sono tipiche delle relazioni interpersonali tra gli uomini .
Tali elementi sono però assenti nel giudizio estetico , questo infatti è tale perché
non mira ad alcun vantaggio , situandosi oltre la scissione tra ciò che è mio e ciò
che è tuto ecc.
Il giudizio giuridico consiste in una sentenza che ha sempre dei destinatari e il
“decidere” non è mai un operazione meccanica , ma un atto del pensiero.
Heidegger sostiene che lo stato estetico è il fondamento su cui tutto riposa e che il
passaggio dallo stato sensibile allo stato estetico è l’elemento decisivo della
condizione umana . Stato sensibile e stato formale ,nell’uomo, sono elementi
essenziali ma l’uno contrapposto all’altro. Lo stato estetico garantisce al singolo il
passaggio dalla dimensione del semplice sentire a quella più complessa del
pensare-volere. Schiller parla di due versanti della determinazione : che può essere
fisica o naturalistica e spirituale . Lo stato estetico consente la formazione di giudizi
universalmente validi concepiti con il passaggio DALLA MATERIA ROZZA ALLA
BELLEZZA . Quel che l’io fa può essere relativo o allo stimolo sensibile o alla
consapevolezza di scegliere delle precise condotte. Così si può parlare della
connessione tra legalità e armonia del bello . La dimensione estetica è formativa
dell’opera d’arte ed Heidegger afferma che una legalità senza legge è un opera
d’arte , tale facoltà è la facoltà del bello.
Kant scrive che una poesia può essere molto elegante e garbata ma senza anima ,
come un discorso solenne può essere ornato ma senza anima, così come molte
conversazione sono inanimate. Per anima , si deduce , ciò che dà armonia alle
facoltà dell’animo , ossia la facoltà di esibizione delle c.d. idee estetiche , o meglio
di quelle rappresentazioni dell’immaginazione . L’immaginazione , nel pensiero di
Kant è libera e consente di esprime ciò che è inesprimibile , ossia di cogliere quello
che si può comunicare senza la costrizione di regole.
Lo stato estetico è detto anche stato di determinabilità attiva e passiva . La
determinabilità è quella condizione della libertà che qualifica l’essere umano come
un essere-aperto-a , o un essere-libero-per . Tale stato è niente di meno niente di piò
che l’immaginazione di cui parla Kant.
L’impulso oggettuale è la tendenza a venire assorbiti dal sensibile , quello formale
invece è l’aprirsi della possibilità oltre la realtà naturalistica già data. Il giudizio
estetico riguarda un giudizio che può scegliere tra l’alternativa del bello o del non-
bello , così il giudizio giuridico tra l’alternativa della giustizia o dell’ingiustizia.
7. REGOLE DELLE RELAZIONI LUDICHE E REGOLE DELLE RELAZIONI
GIURIDICHE.
La condizione umana è sostituita dalle due dimensione della passività e
dell’attività . La peculiarità dell’attività dell’IO è costruita nell’ambito del
DOMANDARE.
La volontà , che per Heidegger è l’unica potenza dell’uomo , è la modalità in cui
viene fondata la realtà effettiva dell’uomo , ossia la sua AUTONOMIA. Quando si
diche che una persona “apre un mondo” , significa che esiste nello stato estetico .
Quando l’io non coincide on le operazioni naturali e con le leggi che lo
costituiscono , si ha da “schiavo della natura “ qual è quando si limita al semplice
sentire , diviene , non appena pensa , “legislatore”. L’umanità è tale quando , per
Schiller , vi è un nesso tra opera legislativa e capacità di pensare.
Formare un mondo è un attività analoga a quella di formare un gioco. Lo stato
estetico si ha con l’attività del vedere-guarda dell’uomo . L’apparenza , l’inclinazione
all’ornamento e il gioco permettono al “selvaggio” di fare il suo ingresso
nell’umanità. Schiller afferma che l’apparenza è estetica , in quanto è SCHIETTA e
AUTONOMA. Anche nella dimensione del gioco l’impulso materiale e l’impulso
formale sono uniti. Anche il gioco non si trova come si trovano le cose in natura ,
ma anzi nasce grazie ad una creazione di senso . Schiller dice che l’uomo è
completo solo quando gioca , ossia quando decide di prendere distanza
dall’impulso sensibile presentando l’impulso formale. Essenziali nella dimensione
del gioco , sono le regole del gioco che non sono leggi trovate in natura come
quelle fisiche , chimiche ecc.
Le regole delle relazioni ludiche sono istituite come lo sono le regole delle relazioni
giuridiche .
Il giudizio estetico è tale perché non confina nella realtà ma non può fare a meno di
questa , così il giudizio giuridico non può fare a meno della realtà fattuale , ma
presenta contemporaneamente anche la dimensione della contro fattualità , ossia il
distaccarsi dalla fattualità formando un mondo . L‘impulso formale è costituito dalle
c.d. intenzioni e dagli ATTI. Impulso sensibile e impulso formale si coappartengono
nel c.d. ordine simbolico , dove abbiamo anche il giudizio giuridico e il giudizio
estetico.
8. BELLEZZA , UGUAGLIANZA , GIUSTIZIA
La formazione di giudizi universalmente validi si ha con il passaggio dalla materia
rozza alla bellezza. La persona può trasformare il proprio giudizio e la propria
volontà in giudizio generale solo se riesce a passare da un esistenza limitata e
mirare all’indipendenza della libertà . Deve quindi avvalersi delle leggi della bellezza.
Lo stato estetico e le diverse modalità del giudizio si manifestano quando la
persona riesce a distinguere dalle cose che lo ambientano.
Il giudizio giuridico si ha grazi alla c.d. LEGGE PRIMORDIALE , ovvero la legge che
sorge sulla distinzione tra la riproduzione della vita degli animali e la generazione di
persone che vengono alla vita. Tale legge riguarda il FILO DELLE DISCENDENZA,
ovvero l’esercizio del linguaggio nel nominare le parente e nel disciplinare i
rapporti.
9. LA PIETRA DI PARAGONE NELL’OPERA DEL GIUDICARE.
Lo stato estetico è mediatico. Nell’opera di mediazione lo stato estetico deve
trasformare il fisico stesso , e per fare questo deve inevitabilmente tornare allo stato
fisico, ossia alla sensibilità, infatti solo nel ripete la sensibilità l’uomo diviene uomo.
Il “passo indietro” di cui parla Heidegger a riguardo ,concretizza l’idea che lo stato
sensibile viene sempre prima . In questo stato la persona è un tutt’uno con il suo
ambiente , l’io non si distingue dal mondo , perché per lui non vi è ancora un mondo
. Gli appare un mondo con lo stato estetico , perché l’uomo cessa di essere un
tutt’uno con esso , perché ha compiuto quel passo indietro che conferisce
creativamente una forma alla fisicità naturalistica che lo circonda e in cui è gettato.
Il giudizio è possibile perché la persona compie una riflessione su di esso . Il
giudizio si presenta con la capacità creativa di pensare e di inscrivere una forma
che qualifica la fattualità , oggetto del giudizio emesso dalla ricerca del giusto nel
legale. Il giudizio giuridico in pratica inscrive nella fattualità la contro fattualità.
La condizione estetica si distingue dalla condizione scientifica perché nella prima si
ha la bellezza che si illumina con l’accesso al “mondo delle idee” , mentre nella
seconda vi è la formulazione generale di “leggi” continuamente riproducibili in un
laboratorio.
Nello stato estetico vi è la compresenza sempre di impulso sensibile e impulso
formale e tale unione conferisce armonia . Infatti la bellezza è forma perché la
contempliamo ed è insieme vita perché la sentiamo. Si presenta così nel solo stato
estetico l’unità ARMONICA di uno stato passivo e di uno stato attivo .
Il dialogo pubblico , che si compie nell’ordine del simbolico ,garantisce la libertà di
pensiero dei molti parlanti. La formazione di simboli , nell’ordine del simbolico , si
connette alla creazione di ipotesi , perché ipotizzare comporta la peculiarità dello
stato estetico e della bellezza , ovvero concepire una forma che si distacca dalla
realtà biologica-sensibile di cui però necessita per non perdersi in un VUOTO
FANTASTICARE.
Il magistrato compie un opera che può essere descritta con l’espressione
IRREALIZZA UN CRIMINE , ovvero interpreta il crimine , concependo delle ipotesi
riguardo le intenzioni volontarie e libere del criminale. Tale ricerca delle intenzioni
del criminale fa si che questo venga incontrato come una persona imputabile per le
ipotesi/condotte da lui scelte.
Quel che unisce e separa giudizio giuridico e giudizio estetico è chiamata da
Schiller PIETRA DI PARAGONE , ovvero un principio regolativo che permette di
analizzare ciò che è bello e ciò che non lo è , ciò che è giusto e ciò che è ingiusto.
Giudizio giuridico ed estetico sono accumunati dall’incidenza della forma sul
contenuto , dove per forma si intende il distacco dal mondo del solo sentire.
11. CASO E SENSUS COMMUNIS NEL GIUDIZIO
Il caso giuridico in genere è un fatto , imputabile come atto , ma perché questo
risulti rilevante per il giudizio giuridico necessità delle due dimensioni
dell’INDIVIDUALITA’ DELLA CONDOTTA e della GENERALITA’ DELLA LEGGE . In
assenza di queste due dimensioni è impossibile dare un giudizio giuridico.
Anche nel gioco , il giudizio riguarda non il fatto ma l’intenzione dell’autore dell’atto
che conferisce un senso al fatto.
Sia il gioco che il diritto non sono oggetti di una trattazione scientifica.
Il giudizio viene sempre esercitato su una ipotesi che si differenzia a seconda delle
intenzioni delle singole persone , quindi possono essere infiniti. Ma nel mondo non
c’è spazio per tutte le ipotesi delle persone così spesso l’una ipotesi può escludere
l’altra . Tale esclusione genera di norma conflitti o controversie , che vengono
giudicati da un giudice-terzo imparziale e disinteressato , in base a norme vigenti e
a tipologie di casi generali.
Il passaggio dalle aspettative cognitive alle aspettative normative permette le c.d.
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