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Capacità giuridica e capacità d'agire
Capacità giuridica è la possibilità di essere meramente titolare di diritti. Può spettare a chiunque purché sia vivo e vitale.
Capacità d'agire è la possibilità di impiego dei diritti, che spetta oggi per esempio solo ai maggiorenni.
Obligazioni in generale
Non esiste una definizione univoca del termine obbligazione, non esiste forse nemmeno un'idea unica di cosa voglia dire il termine obbligazione. La definizione di obligatio contenuta nelle istituzioni di Giustiniano è la seguente: "obbligazione è un vincolo del diritto che obbliga il debitore a sciogliere il debito attraverso l'esecuzione di qualche prestazione, secondo quelle che sono le norme della comunità in cui si vive". La prima parte della definizione appartiene a Gaio, mentre la seconda parte "NUNC TRANSEAMUS AD OBLIGATIONES" appartiene probabilmente a un giurista contemporaneo fiorentino, ma si è pensato anche ad Ulpiano e Marciano.
Idea di obbligazione si basa su tre capisaldi:
- La volontà delle parti
- La causa dell'obbligazione
- La responsabilità patrimoniale del debitore
- Il vinculum iuris è un rapporto obbligatorio tra il creditore e il debitore.
- La necessitas solvendi indica la necessità di adempiere all'obbligazione, la coercibilità dell'obbligazione stessa.
- Il concetto di secundum iura indica che la derivazione dell'obbligazione è giuridica e coercibile, e che proviene dall'ordinamento della civitas dalla quale viene regolata.
- Nella pluralità dei vincoli che ogni individuo contrae solo con l'esistenza, sono considerate obbligazioni solo quelle contemplate dal diritto della comunità cui aderisce.
- Secondo le Pandette (dalle Institutionum di Paolo), la forza dell'obbligazione sta nell'obbligare l'altro a dare, fare o garantire qualcosa a noi.
- Il dare adempimento all'obbligazione genera un'azione diretta all'adempimento, anche se manca l'atto traslativo del bene.
- Il facere è un concetto complesso. Ci si chiede come capire quando una determinata obbligazione è stata fatta o come obbligare qualcuno a fare qualcosa.
- Il prestare...
giuridico e non sul diritto oggettivo cittadino.
ETA’ ARCAICALA CITTàLA FONDAZIONE DELLA CITTà: LEGGI E DIRITTI:
Quando Roma fu fondata esistevano già nel Lazio molte altre città con le loro organizzazioni e i loro ordinamenti giuridici. Probabilmente esse erano caratterizzate da strutture semplici, e semplici forse erano le relazioni tra gi abitanti e tra abitanti e vicini.
Già alla fine della repubblica i romani non sapevano dare una spiegazione certa delle loro origini. E i problemi dell’età più risalente vennero imputati alla gestione di figure della tradizione come per esempio i 7 re ( Romolo Numa Pompilio Tullo Ostilio Anco Marcio Tarquinio Prisco Servio Tullio Tarquinio Superbo) .
Pomponio dice che Romolo dopo aver diviso il popolo in curiae fu il primo a fare leggi. Romolo è descritto anche come il primo che cercò di dare una struttura organizzativa alla città, cercando di dare sicurezza alla vita degli abitanti.
condivisero questa visione di una città organizzata e governata da leggi. La figura del rex, il re, era fondamentale per l'organizzazione e la gestione della comunità. Era lui a prendere decisioni importanti e a garantire l'ordine e la sicurezza all'interno della città. Parallelamente, i cittadini romani comprendevano l'importanza di vivere in una società organizzata e regolamentata. Essi vedevano i vantaggi di essere parte di una comunità in cui le regole erano rispettate e la vita collettiva era facilitata. La divisione della terra e la creazione delle curiae erano strumenti utilizzati per garantire un'organizzazione territoriale e una distribuzione equa delle risorse. Le curiae, a loro volta, erano organizzate in modo gerarchico, consentendo di tenere traccia del numero di persone e della ricchezza all'interno di ciascuna curia. Questo permetteva di avere un quadro chiaro della popolazione e delle risorse disponibili. Le origini del diritto romano sono state oggetto di studio da parte degli storici e dei giuristi romani. Essi hanno evidenziato come le strutture giuridiche si siano sviluppate fin dalle origini della città, sottolineando l'importanza della legge come strumento di uguaglianza e partecipazione all'interno della comunità. In conclusione, sia i re che hanno seguito Romolo, sia i cittadini romani, hanno compreso l'importanza di vivere in una città organizzata e governata da leggi. Questo ha contribuito alla crescita e allo sviluppo di Roma come una delle più grandi e influenti civiltà dell'antichità.continuarono a presentare leges, le quali sono raccolte nel Ius Civile Papirianum, che si chiama così perché presenta una raccolta di leges ad opera di Sesto Papirio.Leges in età monarchica è proposta del rex all'assemblea.
PASSAGGIO DA MONARCHIA A REPUBBLICA: rex romano capo scelto di volta in volta, acclamato re dalla collettività patres assemblea degli anziani delle famiglie che poi verranno chiamati senato e diventeranno assemblea politica assemblea del popolo cioè di tutti coloro che hanno deciso di vivere a Roma e si sono allocati in una delle trenta curiae in cui risulta diviso il territorio dopo Romolo.
Inoltre apparato fornito di figure ausiliarie con competenze di volta in volta delegate soprattutto del rex.
Novità rispetto alle altre città arcaiche (Dionigi d'Alicarnasso) apertura della società cittadina a tutti coloro che avessero voluto parteciparvi e che erano accolti come cittadini cioè parimenti acoloro che già facevano parte. Si riteneva che il destino avrebbe fatto emergere chi era migliore, ed era interesse di Roma reinserire nella sua struttura persone che poi ne avrebbero potuto fare la fortuna. Roma è quindi una struttura aperta e regolata da leggi che assicurano ai suoi cittadini i diritti e che vengono tutelati dagli organi preposti alla giustizia. Prospettazione che sembra far emergere un mondo di uguaglianza non è così, le fonti attribuiscono già a Romolo la divisione tra patrizi (cui è riservato il governo) e plebei (cui è riservata l'attività materiale). Entrambi cittadini liberi ma non godono delle stesse prerogative della cittadinanza, ma possono accedere a tutti gli strumenti di tutela dei propri interessi individuali. Contraddizioni del sistema sociale a conflitti sanguinosi e virulenti portano dal 753 a.C. al 509 a.C. secondo Varrone c'è stata monarchia cui sarebbe seguita la repubblica. Passaggio avvenuto in modoviolento oppure lenta evoluzione? 52 ipotesi 1. La tradizione vede questo cambio come un cambio violento, fine età monarchica = successo degli oppositori al regime, presenti anche nella cerchia dei parenti di T. Superbo, che sarebbero stati cacciati da M.G. Bruto. 2. Passaggio più graduale: guerra che avrebbe respinto indietro gli etruschi di Porsenna il quale avrebbe tentato nuova calata verso territori del sud. Oppure lento esautoramento dei poteri del rex ad opera dei suoi ausiliari, degli anziani che avrebbero ridotto la figura del capo supremo ad un mero simbolo di potere, quando il vero potere era nelle mani di condottieri giovani e valorosi. Possibile fasti consolari (elenco di magistrati presenti in foro romano) si trovano ipotesi che subito dopo la cacciata di T. Superbo vi era stata una coppia consolare, anche se esisteva contemporaneamente un praetor maximus con uno o due magistrati subalterni. Vi sono altre motivazioni che definiscono questo passaggio: alcuni voglionocoinvolgere nel passaggio damonarchia a repubblica tutta la storia da T.Superbo alle leggi delle 12 tav (451-50 a.C) e ancora fino al 367a.C anno di mutamenti molto significativi.Secessione della Plebe sull’aventino 494 a.C. plebe dapprima alleata con forze rivoluzionarie, poi traditada queste scissionista.Patrizi e plebei due forze che sono coesistenti ma separabili. Vere origini di questa separazione tracittadini non sono certe tradizione le attribuisce a Romolo forse differenze basate su nobiltà di stirpe oforse su disponibilità di mezzi e ricchezze.
ORGANI COSTITUZIONALI:
PATRIZI coppia consolare
PLEBEI della plebe ( inviolabile, sacertà per chi gli reca offesa) sacertas=consacrazione del reotribunoagli dei degli inferi, homo sacer può essere ucciso da chiunque.
Tribuno esercita lo ius auxilii pporta aiuto al cittadino plebeo contro le offese e le ingiustizie arbitrarie delmagistrato patrizio contro di lui.
Intercessioveto sulla delibera del magistrato
patrizio che lede gli interessi della plebe. Punto centrale diatriba patrizio-plebea sta nella partecipazione o meno alla carica consolare. Ager Publicus, terra che è stata conquistata vicino la città e poi sempre più lontano durante le guerre. Publicus perché non c'è dominio di uno solo ma di tutti i cittadini. Ma quella che doveva essere terra comune, era diventata proprietà degli unici che potevano metterci i beni. Dissidio, richiesta distribuzione dell'ager alla popolazione più povera. Conubium, alcuni patrizi sostenevano che era nefas, cioè contrario alle leggi divine, sposare un plebeo. Dietro questo pensiero, solo opposizione politica? Solo differenza economica? Forse motivazione, differenza di tipo razziale, forse plebei estranei alla civitas, forse di un'altra razza. Forse plebei inizialmente erano clientes. Clienti erano vincolati a determinate prestazioni di lavoro e di ossequio nei confronti delle persone a cui farebbero.riferimento chiamate patroni. Ma