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PUNTI IN COMUNE DIFFERENZE

-come Prodico puntava a stabilire il - Socrate non era interessato a problemi di

corretto uso delle parole, così Socrate carattere linguistico

partiva a indagare con la domanda “che - Socrate non era interessato al linguaggio

cos’è…”, per ricercare l’universale che si come strumento retorico, ma solo come

manifesta nelle definizioni (in particolare di strumento per porre l’attenzione

nozioni etiche come la giustizia, il sull’universale.

coraggio, il sacro…)

Aristotele ci dice due cose su Socrate: 17 LA FILOSOFIA ANTICA Profilo critico storico

- Si interessò esclusivamente di problemi morali

- Inaugurò l’indagine relativa ai concetti universali

Siccome conoscere i concetti universali è straordinariamente difficile, Socrate mostra una

venatura scettica: famosa è la sua confessione “so di non sapere”. Una reale ricerca

filosofica può essere intrapresa solo da chi si riconosce ignorante, perché chi crede di

sapere non è disposto a imparare realmente.

Socrate praticava la sua filosofia interrogando con scambi serrati di domande e risposte i

suoi concittadini.

Il procedimento socratico aveva diverse fasi:

1) INTERROGARE su un concetto generale con la formula “che cos’è x?”, dove x è

spesso una nozione etica come il coraggio, la virtù, il sacro…

2) CONFUTAZIONE= procedimento con il quale si convince l’interlocutore della propria

ignoranza. La confutazione, spesso, consiste nell’indurre l’interlocutore a contraddirsi,

facendo una serie di domande intermedie. L’interlocutore arriva quindi a sostenere

posizioni tra loro incompatibili e Socrate si preoccupa di farglielo notare, senza però dare

un giudizio del tipo vero/falso. In questo modo Socrate non ha coinvolgimento personale e

può tenere fede alla sua professione di ignoranza.

Il tipo di confutazione finora descritto è tipico del Socrate platonico, mentre quello di

Senofonte è molto più critico-demolitorio, ma questo dipende dagli scopi personali dei due

scrittori. Quel che è certo è che la professione di ignoranza di Socrate era parte della sua

ironia.

L’ironia di Socrate è un fenomeno complesso: a volte si configura come un’antifrasi, altre

volte invece è una mescolanza di vero e falso (come quando professa la sua ignoranza:

Socrate sa di non essere ignorante rispetto all’interlocutore, ma è consapevole di essere

ignorante rispetto alla verità).

L’ironia di Socrate è quindi duplice:

- Da un lato esalta il preteso sapere dell’esperto chiamato in causa -> lode che

stimola la conversazione

- Dall’altro si schermisce minimizzando il proprio sapere -> meccanismo di difesa

Ma con chi parlava Socrate? Due testimonianze:

1) Platone= personaggi autorevoli

2) Senofonte e altre fonti= artigiani e gente umile

La testimonianza platonica troverebbe conferma in un aneddoto raccontato sia da Platone

che da Senofonte: l’amico di Socrate Cherofonte chiese all’oracolo di Delfi se in Grecia ci

fosse un uomo più sapiente di Socrate, e l’oracolo rispose di no. Consapevole della

propria ignoranza, Socrate iniziò a interrogare chi aveva fama di sapiente per

comprendere cosa volesse dire la Pizia, ma scoprì che tutti erano ignoranti pur credendosi

sapienti.

Comunque sia, la confutazione per Socrate non è fine a se stessa: la confutazione è un

momento negativo a cui deve seguire, una volta raggiunta la consapevolezza della propria

ignoranza, un momento positivo, la maieutica. La maieutica è il momento in cui si può

costruire un sapere razionalmente fondato: come una levatrice aiuta a partorire bambini,

così Socrate aiuta le anime a partorire le idee. Inoltre, così come le levatrici iniziano il loro

lavoro quando non sono più fertili, così Socrate è sterile, ma sa riconoscere le persone

gravide.

Si dà il caso, però, che tutte le operazioni maieutiche di Socrate falliscono: mai che

nessuno partorisca qualcosa. Sembra proprio che i concetti morali siano destinati a

18 LA FILOSOFIA ANTICA Profilo critico storico

rimanere ignoti, la filosofia di Socrate è segnata dallo scetticismo e dall’idea che non si

possano raggiungere risultati sicuri. Potremmo dire che l’obbiettivo della ricerca di Socrate

è la ricerca stessa, impressione che trova riscontro nell’apologia platonica dove si dice:

- La vita senza ricerca non è degna di essere vissuta

- La felicità ultraterrena non consisterà nel trovare le risposte delle domande, ma

piuttosto nel proseguire indefinitamente la ricerca.

Tuttavia l’esito della ricerca non è del tutto negativo perché, eliminando le risposte

sbagliate, il campo di indagine si restringe e ci si avvicina un pochino alla verità -> è uno

scetticismo che non blocca la ricerca, ma la favorisce!

2.4 IL PENSIERO ETICO-POLITICO

2.4.1. PROTAGORA E GORGIA

In Protagora è difficile separare nettamente l’etica e la politica, infatti egli diceva di sé di

voler insegnare la virtù politica.

Ma in che senso virtù politica?

La parola italiana “virtù” è traduzione del greco aretè che significa “capacità di fare

qualcosa in modo buono, talora in modo eccellente”, solo secondariamente ha

un’accezione morale. In questo senso la virtù politica di cui parla Protagora consiste nel

gestire nella maniera migliore le proprie faccende, sia pubbliche che private.

L’aspetto rivoluzionario della virtù di Protagora è che essa non è appannaggio ereditario

dei nobili, ma è insegnabile a tutti: tutti ricevono dalla natura la predisposizione ad

acquisire la virtù. Per spiegare questo punto nel Protagora platonico si usa un mito: Zeus

per sottrarre l’uomo allo stato di guerra in cui viveva dona a ciascuno le qualità politiche

fondamentali, il pudore e la giustizia, ma non tutti divennero virtuosi: solo pochi

svilupparono le qualità donate loro.

Lo sviluppo della virtù per Protagora consiste di quattro momenti:

1. Le doti iniziali minime (pudore e giustizia), uguali per tutti

2. Le predisposizioni specifiche, che introducono le prime differenze

3. L’educazione spontanea, cioè l’apprendimento della virtù tramite l’assorbimento dei

valori correnti

4. L’insegnamento specifico della virtù politica impartito dal sofista

Nella filosofia di Protagora domina la priorità dell’utile: la vita dell’uomo si determina alla

luce dei valori che la società in cui vive stabilisce come fondamentali. Questo vuol dire che

l’uomo cercherà di raggiungere quegli obiettivi che la società ritiene necessari per una vita

buona; la virtù, di conseguenza, consiste nella capacità di realizzare tali obiettivi.

La riflessione etica di Protagora, dunque, non vuole determinare il bene nella sua vera

natura, il bene in assoluto, ma piuttosto –nella certezza che i valori sono sempre relativi

alla società in cui nascono- mette a disposizione il suo sapere per insegnare la virtù

politica adatta alla società in cui si trova.

GORGIA aveva un’idea molto più ordinaria e tradizionale di virtù, come ricaviamo da due

fonti:

- Nell’Encomio di Elena emerge la condanna dell’adulterio di Gorgia, quindi era in

linea con il pensiero comune nel ritenere l’adulterio cosa cattiva.

- Nel Menone Gorgia dice che non esiste una virtù unica per tutti, ma diverse virtù a

seconda che si tratti di uomo, donna, bambino, schiavo… (es. la virtù della donna è

governare bene la casa senza scialacquare e obbedire al marito).

2.4.2. CALLICLE, TRASIMACO E IL CONTRASTO PHYSIS/NOMOS (NATURA/LEGGE)

19 LA FILOSOFIA ANTICA Profilo critico storico

CALLICLE è un personaggio oscuro, non sappiamo nulla di lui se non quello che emerge

nel Gorgia platonico: forse nemmeno è esistito, ma di certo rappresenta una posizione che

era sicuramente presente all’interno del movimento sofistico.

Callicle sostiene che:

- La parola dà, a chi la sa padroneggiare, uno straordinario potere

- L’umanità è divisa in forti/deboli, dove i forti sono coloro che si mostrano

spregiudicati nel soddisfare i propri desideri, senza remore morali -> il suo ideale è

quello del TIRANNO che si prende tutto quello che vuole; in un certo senso il vero

tiranno è il retore, unico in grado di usare lo strumento del potere più grande: la

parola.

TRASIMACO nella Repubblica platonica sostiene che la giustizia è l’utile di chi, di volta in

volta, comanda. Non esiste un utile di carattere generale ma solo quello che viene

dichiarato tale dal gruppo dominante.

Trasimaco così cade in un relativismo totale: l’utile varia non solo in base alla società

totale ma anche in base a gruppi o individui -> conflitto.

Confrontiamo Callicle e Trasimaco

TRASIMACO CALLICLE

- Ogni quadro di valori è di per sé - Il quadro di valori corretto è uno

equivalente solo: questo dipende dal primato

del desiderio e dal dominio dei più

forti sui più deboli

L’UOMO E’ GUIDATO DALL’UTILE! L’UOMO E’ GUIDATO DALL’ISTINTO!

- In entrambi è attivo il lavoro di smascheramento delle concezioni etico-politiche

tradizionali, che si nascondono dietro nobili apparenze

Parliamo ora del contrasto tra NATURA e LEGGE.

NATURA/PHYSIS

• Detta anche “legge di natura”

• Insieme di concezioni che spingono l’uomo in modo istintivo a fare determinate

cose

LEGGE/NOMOS

• Detta anche “legge positiva”

• Indica la legge ma anche i costumi e le usanze consolidate all’interno di una certa

società

Tracce evidenti di questo conflitto sono presenti anche in letteratura, basti vedere

5

l’Antigone sofoclea.

Ma che rapporto c’è tra legge di natura e legge positiva? Quale è valida? Vediamo le

risposte di Protagora e di Callicle:

1) PROTAGORA= la natura dà una debole predisposizione alla virtù politica, ma poi i

parametri comportamentali sono convenzionali, stabiliti dalla società.

5 Antigone, la protagonista, trasgredisce le leggi dello Stato per rispettare la legge divina che le

imponeva di seppellire il fratello. 20 LA FILOSOFIA ANTICA Profilo critico storico

2) CALLICLE= esiste un preciso e univoco ordine naturale

3) IPPIA = alla luce della natura tutti sono fratelli, con la legge di Stato, invece, sorgono i

conflitti

4) ANTIFONTE= la natura spinge l’uomo a compi

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A.A. 2015-2016
99 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bismark di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Trabattoni Franco.