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CAPITOLO PRIMO: IL CONCETTO DI CULTURA

Dallo stilo allo stile

1)

I significati delle parole nascono in primo luogo ad un livello materiale, da occasioni concrete di

interventi sull’ambiente (il cosiddetto significato letterale di un vocabolo); c’è poi un livello ideale, o

di significato traslato, trasposto, figurato, metaforico.

Prendiamo ad esempio la parola stile: il suo significato originario nasce a livello

materiale, da stilus, un’asticciola metallica e appuntita che si usava per scalfire la tavoletta di

cera e scrivere. Nel suo significato attuale invece, si è registrato un trasferimento dal piano

materiale a quello ideale: l’esercizio dello stilo, già allora dava la possibilità di introdurre nell’atto

una serie di varianti espressive che caratterizzavano i vari scribi, una grafia personalizzata

insomma, uno stile individuale. Dallo stilo usato per l’atto materiale si passa così allo stile per

indicare le scelte espressive personali nell’ambito della scrittura, significato che poi si estende ad

altri ambiti, l’abbigliamento, l’alimentazione, il vivere in generale.

Data la natura del concetto di stile, capiamo che essa implica la pluralità: essendo

individuale, sarà infatti più appropriato di parlare di stili quando si prende in considerazione

un’epoca o uno strato sociale.

Infine, in quanto formazioni instabili e dinamiche, agli stili compete la definizione di

“fenomeni”, ossia di enti che cambiano in base a luogo ed epoca, e che si manifestano e

spariscono con rapidità. Da qui l’uso del termine fenomenologia, ad indicare la fenomenicità,

cioè la variabilità storica e rapidità di cambiamento. La fenomenologia è una scienza che si

propone di rintracciare lo stabile nel precario, ossia si interroga se c siano dei caratteri

ricorrenti in questi stili in costante mutamento

2) Il macro-continente della cultura

Cultura: da colere, coltivare, era un intervento dell’uomo sull’ambiente di tipo materiale,

lavorativo

Culturologia è l’intenzione di sottoporre ad un’analisi sistematica e scientifica quell’oggetto

problematico che è la cultura; per farlo, è indispensabile partire dal recupero del suo strato

materiale, ossia dalle sue radici di intervento umano e materiale sulle circostanze ambientali

costruendosi degli strumenti o protesi extra-organici, cioè non appartenenti alla natura, per

migliorare la sua sopravvivenza. Non a caso la cultura è un concetto proprio solo della specie

umana: l’uomo è l’unico animale in grado di prolungare i suoi arti con oggetti presi dal

mondo esterno, ossia di lavorare, di svolgere la sfera della tecnicità.

Le età di cui ci parlano i materiali, che dividono la storia dell’umanità, altro non sono che

età strumentali, corrispondono cioè a cicli tecnici, di cultura materiale.

Tuttavia, la facoltà di assumere strumenti extra-organici appare un fattore necessario, ma

non sufficiente a definire la cultura (anche le api costruiscono alveari, o si pensi alle scimmie.

L’uomo quindi non possiede solo la capacità di assumere protesi, ma anche la facoltà di

variarle nel tempo.

3) Strato materiale e strato ideale

Inoltre il passaggio da un tipo di protesi ad un altro implica l’aprirsi di una dimensione di

“intelligenza” o osservazione, progettazione a distanza. E’ questo il punto di passaggio da un

piano strettamente materiale o tecnico a piano figurato, ideale, “di pensiero”. L’uomo è l’unico

animale in grado di valersi di questa memoria extraorganica, affidata a corpi e materiali

estrinseci.

Ecco dunque spiegato come la cultura si articoli in due livelli: uno materiale, che riguarda la

sfera delle pratiche tecniche e degli interventi strumentali, e una ideale, di riflessione e previsione

delle prospettive future. Da un lato dunque strumenti destinati ad agire nell’immediata contingenza,

per rispondere ad una necessità materiale, dall’altro un approccio agli strumenti che abbandona la

dimensione materiale ed entra in quella simbolica, di studio e riflessione in vista di un loro

miglioramento o sostituzione.

Una volta chiarita l’esistenza di queste due sfere, chiariamo i rapporti reciproci:

-Rapporti orizzontali tra i vari settori di ciascuno strato (ex. nella cultura ideale, tra psicologia,

estetica, etica ecc

-Rapporti verticali, tra gli strumenti dello strato alto e quelli dello strato basso; tale analisi è più

problematica perchè si deve prestare attenzione e cercare di non cadere nè in determinismo,

subordinando gli “alti” ai “bassi” e facendone dei riflessi speculari, o al contrario nell’opposto

idealismo, ossia intendere gli strumenti materiali come proiezioni delle idee. Contro il

determinismo, bisogna ricordare che la tecnologia materiale è pur sempre cultura, frutto di

idee e progetti umani; contro l’idealismo, che essa ha una sua autonomia di movimenti.

Goldmann propone la nozione più utile ed efficace per caratterizzare i rapporti di tipo

verticale tra i due strati di ogni cultura, l’omologia:

sancisce uguale dignità tra i due elementi, evitando il rischio del determinismo

a) sancisce l’identità tra i due elementi sulla base non di aspetti esterni ma della logica del loro

b) funzionamento.

4) La nozione di tecnomorfismo

In ambito arti visive il discorso si concretizza nella ricerca di rapporti omologici sussistenti tra le

opere di determinate epoche e la tecnologia materiale prevalente in esse.

E’ dunque compito degli artisti di una determinata epoca trovare le forme visive e

plastiche adatte ad esprimere la logica delle tecnologie in uso a livello materiale. Spetta

dunque alle arti visive il compito di un tecnomorfismo, ossia letteralmente di dare forma ai

procedimenti tecnologici della loro epoca. Dunque il tecnomorfismo è l’impegno a tradurre nelle

forme simboliche dell’arte, in immagini, schemi visivi o proposte plastiche e spaziali, il

funzionamento condiviso insieme agli strumenti della tecnologia.

Così si capisce in che logica Panofsky sottolineava il fatto che lo spazio rinascimentale

fosse una costruzione culturale, che non era l’immagine in senso rappresentativo ma un suo

simbolo, una sua estrinsecazione.

5) Le teorie di McLuhan

McLuhan con le sue teorie ci dà un esempio di come correlare ulteriormente, a livello omologico,

cultura alta e cultura bassa.

Lo strato di tecnologia materiale che si può correlare alla forma simbolica della

prospettiva rinascimentale, è per lui la stampa a caratteri mobili:

-impone criteri di funzionamento basati sulla stessa omogeneità di elementi, ripetitività,

ordinamento seriale, linee e colonne.

-il foglio stampato impone al fruitore la necessità di assumere un determinato punto di vista.

Le omologie però rispettano una serie di puntualizzazioni:

-L’invenzione su un piano non causa nè determina l’altra: tra stampa è prospettiva c’è piuttosto un

rapporto di cooperazione, basato su parità e uguale dignità.

-L’attività creativa che preme sulla sfera culturale non è detto che abbia coscienza di ciò che

accade nei settori contigui, la convergenza delle invenzioni nei due strati ad uno stesso fine può

anche essere dovuta al fatto che in fin dei conti è un’unica attività creativa che preme su un’unica

sfera culturale.

-La sfera relativa alla tecnologia materiale di un’epoca è quella più ampia, nel quale gli aspetti

caratterizzanti si rendono evidenti in modo macroscopico.

La prospettiva rinascimentale è forma simbolica di un’intera età meccanica, che

comprende la stampa gutenberghiana e l’industrialismo fondato sulla macchina ad energia

termica. E’ un esempio di meccanomorfismo, e si chiude con l’’Impressionismo, ossia la

conquista dei procedimenti ottici e fotochimici da cui scaturisce la fotografia.

CAPITOLO SECONDO: Lo strato della cultura alta o simbolica

I sistemi simbolici

1)

L’ambito ideale della cultura riguarda i vari ambiti che hanno a che fare con le idee piuttosto

che con gli oggetti materiali, e che costituiscono le varie discipline o scienze.

Per cercare di stabilire pari dignità tra idee e oggetti materiali, si è cercato di non privare le

prime di una base materiale: esse possiedono la capacità di significare, fabbricare segni che

stanno per cose o circostanze.

Chiameremo questi segni simboli, a loro volta intesi come qualcosa di fisico posto in

corrispondenza di un’idea, una generalità. Se la capacità segnica è comune a tutti gli animali,

quella simbolica è peculiarità umana, perchè deriva dalla sua capacità di dotarsi di strumenti extra-

organici: le idee degli animali sono gestite dal corpo, dall’apparato sensoriale; le idee dell’uomo

sono invece gestite dai due principi di memorizzazione e simbolizzazione.

Grazie a questi due principi, si arriva ad un altro importante aspetto che distingue l’uomo

dall’animale: la capacità di produrre nuovo, di avanzare nuove idee a partire dal sapere

accumulato dai predecessori.

E’ molto importante non considerare i due strati, materiale e ideale, come nettamente

separati: essi sono due momenti interagenti nell’ambito di un unico macrosistema, ma cultura nel

suo complesso. Le idee materializzate in strumenti pratici e le idee colte nelle loro sedi deputate

(libri) sono legate da omologia; si tratta dunque delle stesse idee, in un caso in una versione

applicata, nell’altro in una versione pure.

Inoltre non c’è un rapporto gerarchico, ma di feedback reciproco: le idee modificano la

prassi (il modo di lavorare, produrre, comunicare) e a loro volta sono influenzate, stimolate,

condizionate.

2) Arti, scienze, facoltà

Analizziamo ora da vicino lo strato del sapere.

Innanzitutto consideriamo la fascia delle arti, distinguendo due possibilità:

i sistemi artistici sono tenuti fuori dallo strato ideale e rifluiscono in ambito materiale-

1) tecnologico. (arte come tecnica)

i sistemi artistici rimangono nello strato ideale ma si cancella qualsiasi distinzione tra arte e

2) tecnica e si afferma piuttosto un passaggio graduale tra le arti e le scienze, tra la tecnologia e

la ricerca pura. (come nell’età antica e nel Medioevo, dove lo statuto culturale era assicurato a

tutte le arti, ma d’altra parte si tendeva ad escludere le arti dalla cultura superiore delle

scienze.)

Le arti come le intendiamo noi oggi infine, ossia le belle arti, nobilitate e inserite a pieno titolo

nell’ambito ideale.

Una prima tappa di questo processo di nobilitaz

Dettagli
A.A. 2015-2016
21 pagine
9 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camilla.marazzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fenomenologia degli stili e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Scienze letterarie Prof.