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Un’accelerazione simile dovuta all’introduzione della scrittura ha provocato in passato il crollo delle
città stato del mondo greco e la formazione dell’impero romano (la scrittura fu infatti l’incentivo a
costruire strade veloci e solida pavimentazione, e rese possibile il controllo militare a distanza). La
città stato greca era una forma tribale di una comunità inclusiva e integrale, mentre la città romana
nasce come operazione specialistica di espansione del potere centrale.
Appare quasi ovvio che i mezzi tecnici di accelerazione debbano distruggere
l’indipendenza dei villaggi e delle città stato, ovvero dei piccoli nuclei indipendenti: ogni
volta che si verifica un’accelerazione infatti, il nuovo potere centrale agisce in modo da
omogeneizzare quante più aree possibili. L’alfabeto fonetico, nel senso di questi effetti, non ha
eguali.
Con la tecnologia elettronica l’uomo occidentale sta per essere deoccidentalizzato, mentre
l’africano sta per essere detribalizzato dalla nostra antica tecnologia industriale.
L’accelerazione dell’era elettronica è per l’uomo occidentale, alfabeta e lineare, sconvolgente come
lo furono le strade, la ruota, la scrittura romane per gli abitanti dei villaggi tribali.
Oggi che la massima parte dei trasporti consiste nello spostamento di informazioni,
ruota e strada stanno subendo una recessione ed entrando in disuso, ma un tempo la ruota
rese necessaria la costruzione di strade per ospitarla. Il rapporto tra città e campagna divenne
sempre più stretto, finchè progressivamente la strada diventa sostituto stesso della campagna,
usata più per svagarsi che per viaggiare. Con il trasporto aereo si ha un ulteriore sconvolgimento
dell’antico complesso città-campagna: il viaggiatore si rivolge alle linee aeree e quindi cessa di fare
esperienza dell’atto di viaggiare.
I principali elementi di impatto dei media sulle forme sociali esistenti sono accelerazione
con distruzione dell’idea di spazio, e sconvolgimento delle forme sociali.
Paradossalmente l’effetto della ruota e della carta nell’organizzazione sociale e delle nuove
strutture di potere non fu il decentramento ma la concentrazione: l’accelerazione delle
comunicazioni permise alle autorità centrali di estendere il loro controllo a margini più lontani.
Inoltre l’introduzione dell’alfabeto ebbe come effetto una sorta di democratizzazione determinata
dal un’istruzione tecnologica uniforme (a persone dotate di preparazione alfabetica venivano
concesse possibilità di carriera).
Riassunto dei mutamenti strutturali nell’organizzazione dello spazio causati dalla ruota,
dalla strada e dal papiro:
Dapprima sorsero i villaggi, dove non esisteva alcuna di queste estensioni è che tuttavia erano
1) già comunità diverse da quelle di cacciatori e pescatori, perchè sedentarie e operanti una
suddivisione di lavori e funzioni.
I villaggi si raccolgono in città-stato per avere più sicurezza e protezione, ma mantengono i loro
2) principi di base: alta partecipazione e bassa organizzazione, forte unità fisica. Tuttavia per
mantenere l’integrità era necessaria un’intensità maggiore, e dunque la tendenza naturale di
una comunità ingrandita in una città sarà di aumentare intensità e accelerare tutte le funzioni,
la parola, le arti, gli scambi. Ciò determina l’impulso a nuove invenzioni per mantenere la
stabilità della comunità. La città infatti, sorta dalla paura del villaggio, generò inaspettatamente
violente intensità e tensioni tra i cittadini che si trasformano in aggressione. Dunque nuove
estensioni dei sensi umani come la ruota, la strada e l’alfabeto, nascono come strumenti di
lotta per l’equilibrio delle forze interne della città.
La maturazione della città coincide con lo sviluppo della scrittura: essa in primo luogo consente
3) di ridurre le aree tribali ad un certo ordine visivo; questa tecnologia infatti traspone il mondo
tribale nella linearità e visualità.
Con la rottura degli scambi con l’Egitto e l’esaurimento del papiro, cessa la scrittura e dunque
4) segna il declino di burocrazia, organizzazione militare e scambi. Il centro romano crollò,
l’impero venne abbandonato e al suo posto si crearono centri indipendenti con una nuova base
strutturale di tipo feudale. Il papiro non tornò più, al suo posto comparve la pergamena, che era
però troppo costosa per accelerare commercio e istruzione.
Fu la carta arrivata dalla Cina in Europa che a partire dal XI secolo diede inizio ad un processo
5) di accelerazione di scambi ed istruzione.
Infine la stampa a caratteri mobili nel XV secolo di Gutenberg. Con l’invenzione della carta
6) stampata, riacquisirono importanza la ruota e la strada. La stampa infatti determinò
un’estensione ed accelerazione delle funzioni umane inimmaginabile, e determinò di
conseguenza l’accelerazione del trasporto con un aumento di velocità della ruota su strada e in
fabbrica.
La Guerra è sempre un mutamento tecnologico accelerato: ad esempio la Germania, arrivata
tardi all’industrializzazione e all’unificazione, entra in guerra contro Inghilterra e Francia; il
militarismo è la strada principale per l’accelerazione delle regioni arretrate.
Nodo fondamentale del capitolo: nella misura in cui una città si estende e le sue aree
periferiche diventano più accessibili attraverso invenzioni tecnologiche come la forma
alfabetica, inizia un processo di decentramento e di suddivisione in aree separate e
specialistiche. Sino alla vigilia dell’elettrificazione, ogni aumento di velocità produsse divisione di
funzioni, classi sociali e conoscenze.
Nell’era elettrica però, tutto ciò si capovolge, e all’espansione tipica dell’era meccanica
subentrano implosione e contrazione. Infatti l’estensione a cui ora assistiamo è quella del
nostro sistema nervoso, perciò non vale più il principio della specializzazione e divisione come
fattore di velocità: ciò che emerge è un campo totale di consapevolezza. Lo spazio fisico diventa
irrilevante per le estensioni elettriche, che lo scavalcano creano problemi di coinvolgimento ed
organizzazione per cui non esistono precedenti.
11) Numero. Profilo della folla
Abbiamo quindi dimostrato come lettere fonetiche e numeri furono i primi mezzi per la
frammentazione e detribalizzazione dell’uomo.
Mentre la scrittura è l’estensione del nostro senso più neutro e oggettivo, la vista, il
numero è un’estensione del nostro senso più intimo e più in stretto rapporto con gli altri,
quello del tatto. Paradossalmente , la tendenza frammentaria e analitica del mondo occidentale
deriva dall’accentuazione della facoltà visiva, dall’alfabeto fonetico, e non dal numero, che è invece
estensione del tatto. La tecnologia elettrica invece detronizza il senso della vista e ci
riestituisce la sinestesia, la percezione globale dovuta al rapporto tra gli altri sensi.
La tecnologia oggi ci ha permesso di estendere tutte le nostre parti del corpo e i nostri
sensi, perciò è naturale che siamo ossessionati dal bisogno di una coscienza collettiva,
universale, che ci garantisca integrità. Oggi ancora questa coscienza manca, perchè il mondo è
ancora sospeso a metà tra due tecnologie.
Il numero sin dall’antichità è associato ad una dimensione auditiva e ripetitiva; è
un’estensione fisica del corpo dell’uomo, precisamente tattile, e dunque rimanda ad una
dimensione tribale. Baudelaire aveva capito perfettamente la natura del numero come parte del
sistema nervoso capace di stabilire un rapporto tra unità separate. Egli dice “il numero è
nell’individuo; il piacere di trovarsi in mezzo a una folla è l’espressione misteriosa della gioia per la
moltiplicazione dei numeri”.
Secondo Dantzig, il progresso dal conto tattile sulle dita al concetto di numero è il
risultato di un’astrazione visiva dell’operazione della manipolazione tattile. Questo si può
riscontrare nella nostra esperienza quotidiana, ad esempio i grafici degli statisti vengono costruiti
allo scopo di manipolare la popolazione per diversi scopi.
Secondo Dantzig poi, nel passaggio dalla dimensione tattile del numero a quella astratta della
matematica tradizionale, contribuirono due fattori di provenienza alfabeta e visiva, ossia la
corrispondenza e la successione, che derivano dai principi di linearità della scrittura. Oggi
tuttavia, la nuova matematica e la nuova fisica non hanno bisogno di principi lineari, così come la
scrittura non è più necessaria alla tecnologia elettrica.
Inoltre Dantzig ricorda che la varietà caotica dei segni numerici assunse una forma stabile
soltanto dopo l’avvento della stampa. La stampa è un esempio di come ogni nuova tecnologia
genera un impatto sulle preesistenti: in questo caso l’invenzione di Gutenberg e l’idea di frammenti
uniformi, continui e illimitatamente ripetibili secondo McLuhan ispirò il concetto di calcolo
infinitesimale, il mezzo per rendere uniforme e misurabile qualsiasi superficie irregolare.
Eliminata l’invenzione della stampa con la sua tecnologia frammentaria di ripetibilità lineare e
uniforme, la matematica moderna sparisce.
Dall’invenzione di Gutenberg deriva anche, secondo McLuhan, la catena di montaggio
industriale (stesso concetto di trasferire la conoscenza nella produzione meccanica con la
frantumazione di qualsiasi processo in aspetti frammentari da collocare in una sequenza lineare di
parti mobili e uniformi). Abbiamo dunque un esempio della capacità di un medium di trasformarsi in
un altro medium.
12) L’abbigliamento. L’estensione della nostra pelle
Il vestiario, in quanto estensione della nostra pelle, può essere inteso come meccanismo per il
controllo della temperatura e come mezzo per definire socialmente la persona. In questo senso è
affine all’alloggio.
L’attenzione per i vestiti nasce come conseguenza dell’introduzione dell’alfabetismo e
l’accentuazione dei valori visivi. Oggi invece si assiste ad una nuova tendenza: l’era elettrica ci
ha portati in un mondo in cui sentiamo e respiriamo con l’intera epidermide, di conseguenza anche
il campo dell’abbigliamento si apre a nuove preferenze verso tessuti rozzi e pesanti, abiti scultorei,
nuovi materiali e colori che rende questo universo particolarmente ricco.
13) Gli alloggi. Nuovo aspetto e nuova prospettiva.
Se il vestiario è un’estensione della nostra pelle personale per conse