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MODULO C
LEZIONE 22 – 27 aprile
Husserl scrive questo testo nei primi anni del ‘900.
E’ un insieme di lezioni tenute dal 1904 al 1907.
Husserl è allievo di un austriaco, Franz Brentano, uno psicologo legato all’empirismo inglese di
Locke. Brentano è convinto che gli strumenti conoscitivi derivino da un’analisi psicologica dei
nostri atteggiamenti verso la dimensione dell’esperienza.
Husserl si allontana da Brentano ma mantiene due termini:
Il titolo generale della fenomenologia, cioè la parola che distingue chi è fenomenologo da
• chi non lo è: intenzionalità.
Intenzionalità è una parola medievale che Brentano riprende per indicare la modalità della
relazione conoscitiva tra soggetto e oggetto.
La conoscenza procede secondo un moto intenzionale che va dal soggetto verso l’oggetto.
La logica descrive le operazioni psicologiche del soggetto.
Oggetti dell’intenzionalità che vanno descritti: i vissuti.
•
Husserl mantiene l’impianto dell’intenzionalità come descrizione di vissuti, ma Brentano viene
ritenuto uno psicologo che non coglie i principi a priori che stanno alla base di queste descrizioni.
Per questa critica sono intervenute due dinamiche di pensiero.
Cosa fa uscire Husserl da una visione psicologica? Lettura di Frege.
Frege gli fa comprendere un punto essenziale: la teoria della conoscenza ha bisogno di
fondamenti che non possono essere meramente soggettivi, ma che vanno radicati nelle cose
stesse.
Brentano viene criticato per porre in atto un puro descrittivismo psicologico.
Husserl trae da Brentano il fatto che la teoria della conoscenza passa attraverso la descrizione di
operazioni.
Brentano però era solo uno psicologo perché non ha indagato le condizioni di possibilità alla base
della conoscenza.
In che senso opera la filosofia trascendentale/Kant nel distacco che Husserl opera da un
atteggiamento meramente empirico/psicologico?
Quali sono le analogie e le differenze fra Hume e Husserl?
Husserl non nega la validità dell’atteggiamento di Hume e Brentano.
Bisogna trasportare questo discorso empirico sul piano di una filosofia trascendentale.
Le Ricerche logiche, opera pubblicata da Husserl nel 1901 sconvolge la filosofia novecentesca.
Sono una polemica nei confronti di un approccio empirico alla conoscenza.
Si aggiunge un altro obiettivo polemico nei confronti delle famiglie neokantiane.
Una filosofia della conoscenza (logica) non può essere né empirica né kantiana/formalista che
guarda ai fenomeni e non a ciò che le cose sono.
Si tratta di riprendere un terzo termine non presente nella tradizione di Brentano né in quella di
Kant → il termine “essenza”. Bisogna cogliere l’essenza delle cose.
Analizzare principi specifici del conoscere, i fondamenti della conoscenza.
Husserl nelle Ricerche logiche spiega i termini di Brentano in una nuova ottica.
L’idea della fenomenologia è un’opera del 1906 in cui Husserl arriva alla tematica dell’io. Prima
compie un percorso di logica dell’esperienza nelle Ricerche.
Che cos’è la logica?
È il tentativo di cogliere i fondamenti dell’esperienza.
È il tentativo di cogliere il legame intrinseco, cioè radicato nel processo stesso, tra l’esperienza e
il giudizio.
Nelle Ricerche logiche ci sono due punti che permettono di chiarire questi due termini:
Terza ricerca (L’intero e la parte) e Quinta ricerca (intenzionalità).
L’intenzionalità è un atteggiamento conoscitivo, non una cosa.
Le Ricerche logiche danno i fondamenti di come si svolge l’esperienza.
Quali sono i processi della conoscenza?
Polemica con Kant nella terza ricerca logica.
Critica al suo fenomenismo formalistico. Kant non coglie il senso esperienziale delle cose.
È la critica che gli farebbe un empirista.
Kant non coglie le cose, coglie i fenomeni. Non coglie il senso delle cose.
Kant è un fenomenista perché non fonda bene il suo discorso conoscitivo. È sbagliata la differenza
fra analitico e sintetico in Kant.
Vengono ridefiniti i concetti di analitico e sintetico.
Per Kant:
• “Il corpo è esteso” → giudizio analitico.
“Il corpo è pesante” → giudizio sintetico.
7+5= 12 → giudizio sintetico a priori.
La sintesi in Kant è l’unione del dato formale (categorie) e del dato empirico, non ci dà
le cose come sono. Ci dà il mondo dei fenomeni. Il giudizio non è sul mondo ma sull’ambito
fenomenico.
Tutte queste sono per Husserl nozioni mitiche che rendono mitici i giudizi kantiani che non
hanno corrispondenza con l’esperienza.
Le categorie non riguardano il mondo. Sono forme logiche pure, sono analitiche, non
hanno legame con l’esperienza. Sono condizioni di possibilità del giudizio.
La sintesi è l’applicazione del puro all’impuro.
Per Husserl:
• “Il corpo è esteso”, “Il corpo è pesante” → giudizi sintetici. Colgono le qualità specifiche
delle cose. Sono giudizi sintetici i giudizi che non possono essere formalizzati in quanto
dovremmo avere il concetto di pesantezza e di estensione. I giudizi che implicano
un’esperienza del mondo sono sintetici.
7+5= 12 → giudizio analitico.
La sintesi per Husserl è il tentativo di cogliere il senso intrinseco all’esperienza.
Come colgo il senso intrinseco senza cadere nella metafisica?
Kant non si è posto il quesito ontologico e ha sbagliato. Kant non dice cosa sono le cose.
Come si svolge la sintesi in Husserl?
Il senso intrinseco alle cose sono le qualità che caratterizzano ciò che le cose sono.
La percezione e la fantasia hanno essenze diverse. La sintesi non è 1+ 1 di Kant. È il tentativo di
cogliere le qualità delle cose. La logica ha il compito di andare alle cose stesse → una filosofia
dell’esperienza, che è l’unico modo per cogliere l’essenza delle cose.
I giudizi sintetici a priori di Kant sono puramente formali quindi analitici per Husserl. Ciò che non
conduce a una dimensione esperienziale rientra in una dimensione analitica. Analitico è un
giudizio su qualcosa di generale, il sintetico è un giudizio su qualcosa di specifico.
La sintesi è il tentativo di cogliere il a priori materiale delle cose.
La sintesi materiale è una sintesi estetica perché radicata nel carattere materiale degli atti,
• in ciò che le cose sono.
Qui il giudizio è sempre estetico. L’esperienza estetica è giudizio. Tutto il resto è
psicologismo del trascendentale, fenomeni che ci portano lontano dalle cose stesse.
Il giudizio è il risultato di un atto di esperienza.
Sintesi passiva → le qualità sono intrinseche alle cose e i soggetto che osserva non ci può
• fare niente. Le cose hanno una loro struttura intrinseca che persiste indipendentemente
dall’attività del soggetto. La sintesi passiva per antonomasia è il tempo perché non possiamo
sottrarcene. Il modello dell’apprensione temporale è il modello di ogni apprensione
possibile.
L’idea è quella di far scaturire il senso del mondo dall’esperienza.
La logica è la logica del senso comune, cioè del mio esperire → per Husserl è molto importante
Hume.
La logica kantiana è organicistica a differenza di quella di Husserl.
Analitico → formale.
Sintetico → esperienziale.
Che cos’è la logica? Il tentativo di cogliere attraverso l’esperienza il senso delle cose, cioè come le
cose sono fatte.
Come si fa ad esperire? La specificità delle cose si coglie attraverso un’analisi di come le cose sono.
È descrivendo le differenze delle cose che facciamo esperienza del mondo.
Esperienza è la capacità di differenziare le cose. Noi cogliamo le specificità essenziali delle cose
che le differenziano le une dalle altre.
Come siamo certi che i dati riguardano le cose stesse?
Cosa vuol dire cogliere le strutture di senso?
Le cose possono essere conosciute nella loro trascendenza? Questa è la domanda che si è posto
Kant. Le cose possono essere conosciute senza un intervento soggettivo? Si usa il termine
trascendente per riferirsi a Dio perché esso esiste a prescindere dalla nostra percezione di lui.
La risposta comune negativa di Kant e Husserl ha fatto sì che molti pensassero che Husserl era
un neokantiano.
Le cose non possono essere conosciute nella loro trascendenza. La domanda non ha senso.
Le cose devono diventare cose “per me”. Le cose possono essere conosciute solo attraverso i miei
atti d’esperienza.
Differenza tra Husserl e Kant: la risposta di Kant è categorica → i miei atti non hanno potere
ontologizzante. Husserl dice che la mia descrizione del mondo coglie l’essenza delle cose.
Kant ha sbagliato nel non aver compreso che attraverso i miei atti immanenti io posso giungere alla
trascendenza del mondo. Kant credeva che questa fosse metafisica.
Husserl: l’io penso è con tutte le rappresentazioni. L’io penso non accompagna le rappresentazioni,
è necessario per avere esperienza. Non si può avere esperienza senza io penso.
Il vero problema teorico della filosofia dell’esperienza è come si passa dal mio tempo al tempo
degli oggetti con le loro caratteristiche intrinseche.
Il soggetto è intenzione di guardare un oggetto mondano e l’oggetto, in qualche modo, guarda me.
Quindi io guardo i vissuti degli oggetti. Come faccio a sapere che i vissuti sono l’essenza degli
oggetti? Nella fenomenologia si pensa che il mondo c’è e ha un senso.
LEZIONE 23 – 28 aprile
Con filosofia dell’esperienza si intende un’analisi descrittiva di ciò che costituisce l’essenza
dell’esperienza, cioè gli atti della percezione, della memoria e dell’immaginazione.
Husserl vuole determinare le differenze di strutture tra i modi dell’esperienza e analizzare
soprattutto i modi delle attività connesse al mondo delle immagini → queste attività riguardano gli
atti esperienziali non posizionali, cioè l’oggetto non è presente.
Husserl vuole analizzare i modi con cui si danno gli oggetti immaginari.
Husserl scrisse molto ma pubblicò poco. Il libro Fantasia e immagine è composto da appunti per le
lezioni che quindi non hanno una conclusione.
Husserl non ha una metafisica, non ha una conclusione. È difficile dire qual è la filosofia di Husserl
perché la sua filosofia è descrittiva. C’è il tentativo di capire come &egr