Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Immanuel Kant - Critica della ragion pura e Critica della ragion pratica Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CRITICA DELLA RAGION PRATICA (1788)

  • Kant cerca di comprendere in cosa consista l'etica e quali sono i suoi fondamenti
  • Nella Critica della ragion pura, Kant ha criticato le pretese della ragione teoretica di trascendere dall'esperienza. Nella Critica della ragion pratica, critica le pretese della ragion pratica di restare legata all'esperienza
  • La ragion pratica è la ragione che guida le nostre azioni
  • La ragion pratica si divide in ragion pura pratica, che è innata e guida le scelte morali agendo secondo dati a priori, e la ragion empirica pratica, che guida le scelte morali secondo l'esperienza
  • La vera moralità si configura nella ragion pura pratica
  • L'oggetto della critica è la ragione empirica pratica
  • Kant parte dal presupposto che esiste una legge morale a priori, universale e necessaria
  • La tesi dell'assolutezza della morale amplia due convinzioni: la libertà
dell'agire umano e la validità universale e necessaria della legge:
  • La morale è strettamente legata al concetto di libertà. La scelta morale non può essere una scelta condizionata ma deve essere libera e autonoma.
  • Libertà non significa libero arbitrio e possibilità di scegliere, ma autonomia della scelta, che deve essere compiuta non per soddisfare necessità esterne, ma per seguire una legge che noi dettiamo a noi stessi.
  • Il comando morale non deve essere un imperativo esterno e schiavizzante, ma il frutto spontaneo della volontà razionale.
  • Un'azione ha carattere male solo se compiuta per obbedire a un comando della ragione, ma cessa di essere tale se compiuta per ottenere un vantaggio o anche sulla base di un sentimento.
  • L'agire morale è un'eterna lotta tra ragione e impulso, perché la legge morale non sempre coincide con la volontà.
  • Le caratteristiche essenziali
della legge morale sono: categoricità, formalità e autonomia. La formalità significa che la legge non ci dice che cosa dobbiamo fare ma come dobbiamo farlo. Non è quindi materiale, altrimenti sarebbe vincolata a dei contenuti concreti, perdendo la libertà e l'universalità. I precetti che regolano la libertà individuale sono le massime e gli imperativi. Una massima è una regola che il soggetto stesso decide di osservare, quindi autoimposta e valida solo per il soggetto. L'imperativo è una regola oggettiva e quindi valida universalmente. Un imperativo può essere ipotetico o categorico. Un imperativo ipotetico quando è legato ad un obiettivo e si presenta con la formula "se...allora devo"; in questo caso l'azione non è morale, perché non lo sto facendo perché è giusto, benché non voglio arrivare alle conseguenze. La forza dell'imperativo fi

fi fi fi

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher izibu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Resini Silvia.