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Analitica Trascendentale
Per conoscere, SENSIBILITÀ e INTELLETTO collaborano, perché sono entrambi indispensabili. L'INTELLETTO si occupa di unificare e dare un senso alle cose percepite, altrimenti rimarrebbero prive di significato e inutili alla conoscenza. L'intelletto poi ordina le diverse intuizioni in rappresentazioni comuni, i CONCETTI. I CONCETTI PURI sono presenti nell'intelletto e sono a priori, cioè sussistono indipend dall'esperienza. Se esprimo un giudizio che viene dall'esperienza, ma vedo che questo ha valore indipend da spazio e tempo, significa che è un concetto puro. Kant li chiama CATEGORIE, sono i vari modi con cui l'intelletto, agendo a priori, unifica e sintetizza le intuizioni percepite attraverso i sensi.
DEDUZIONE TRASCENDENTALE DELLE CATEGORIE
Ora ci si chiede "come possono le categorie, che sono forme soggettive della mente, indipendenti dalla sensibilità, essere legittimamente usate per capire"
la natura degli oggetti, i quali appartengono all'esperienza?" Perché ci sia scienza, dice Kant, è necessaria una collaborazione tra sensibilità e intelletto, ossia tra principi di SPAZIO-TEMPO e le CATEGORIE. Le categorie, essendo concetti puri, non possono essere applicate da sole, perché hanno bisogno di un contenuto a cui applicarsi, un oggetto che si dà all'uomo solo attraverso i sensi. Quindi è LEGITTIMO l'uso delle categorie solo in riferimento all'esperienza. In assenza di oggetti dell'esperienza non si produce scienza. È ILLEGITTIMO l'uso delle categorie nei confronti di tutto ciò che va oltre l'esperienza, ciò che è METAFISICO DIALETTICA TRASCENDENTALE. Mette in guardia l'uomo dalla possibilità della ragione di illudersi, di cadere in errore. Intende dimostrare che le categorie, o concetti puri, che sono giudizi sintetici a priori, valgono solo per le cose.
Come si presentano ai sensi, in riferimento all'esperienza (FENOMENI). Le categorie risultano illegittime se si tenta di applicarle alle cose in sé (i NOUMENI) che sono inconoscibili dalla ragione umana. Il problema è " ". Kant dice di NO. La SE LA METAFISICA POSSA COSTITUIRSI COME SCIENZA METAFISICA è il prodotto della ragione, la quale non è altro che l'intelletto quando non si limita a pensare ciò che gli viene dato dai sensi, ma tende a voler conoscere anche ciò che va oltre l'esperienza sensibile. La ragione non si accontenta, e cerca di conoscere il globale, perciò ricorre alle IDEE TRASCENDENTALI (concetti puri che sussistono indipend dai sensi, e ai quali non corrispondono oggetti dell'esperienza, ma oggetti metafisici) che hanno come contenuto l'assoluto, e rappresentano il bisogno della ragione di completarsi e perfezionarsi. Sono IDEA DI ANIMA, IDEA DI MONDO (produce le ANTINOMIE), IDEA DI DIO.
Dalle idee trascendentali nascono gli errori della metafisica, ma le idee in sé non sono errori. Gli errori e le illusioni nascono da un uso sbagliato delle idee, un uso illegittimo. Le idee hanno anche un uso LEGITTIMO che Kant chiama REGOLATIVO. Tramite le idee la ragione si impegna ad estendere sempre più il suo campo di indagine, così l'uomo si impegna della ricerca di sapere.
LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Kant sostiene che la ragione umana non abbia solo un uso teorico, cioè non serve solo a far da guida all'uomo, ma anche un USO PRATICO, che dirige l'uomo all'azione. La ragione, da sola, è pratica.
La motivazione dell'uomo ad agire si può configurare come MASSIMA o come LEGGE, e in questo caso Kant la chiama IMPERATIVO. Gli imperativi si distinguono in IPOTETICI (valgono se vuoi ottenere un fine: se...allora.) e CATEGORICI (devi e basta). L'imperativo categorico coincide con la