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MISURE ANTI-INCENDIO

Pareti anti-incendio

Riprendendo l’analogia della finanza come un fuoco, in termini di regime capiamo che quello liberista ritenga che

negli spazi aperti di mercato gli incendi si spengano da soli ( sebbene la storia delle grandi crisi dimostra come le ampie reti di

), mentre quello vincolista

mercati interdipendenti non agiscono da freno ma da cassa di risonanza che amplifica e diffonde la crisi

ritenga che per ridurre i danni sia necessario ricorre a dei firewalls che rompano il fronte del fuoco.

De Grauwe ritiene che data l’assenza di strumenti di valutazione delle incertezze create dal sistema bancario, non

sia possibile prevenire ad oggi le grandi crisi bancarie e finanziarie. Va inoltre detto che mentre nel settore reale il

fallimento di una impresa può essere focolaio di crisi, ma che per quanto estendibile è abbastanza isolabile anche

perché libera spazi di mercato ad imprese concorrenti, nel settore finanziario il fallimento di una banca crea molti

più problemi che vantaggi alle altre banche, perché trasmette incertezza e sfiducia tramite l’ampliare rete di

interdipendenze costituita dai circuiti dei prestiti interbancari e dei titoli cartoralizzati; qui le esternalità negative

sono maggiori, più diffuse e più difficilmente prevedibili: le asimmetrie informative rendono difficile la valutazioni

a priori dell’entità dei rischi che le banche assumono e l’unico rimedio sempre restringere la rete delle

interconnessioni, minimizzando il potenziale di trasmissione degli incendi; non potendo rinunciare

all’interbancario l’autore propone almeno di rinunciare alle cartolarizzazione dei prestiti bancari.

Dopo ogni crisi finanziaria come detto si riaccende la discussione del narrow banking e dell’aumento dei vincoli

amministrativi e procedurali, il che comporta aspetti positivi e negativi:

- +: aumentare i coefficienti di riserva delle banche, separare le funzioni degli intermediari, segmentari i

mercati permettono di bloccare i comportamenti devianti, ottenendo stabilità monetaria e finanziaria.

- Tra le controindicazioni:

o Dal momento che nel lungo periodo si rafforzano i limiti e riduce l’efficacia dei vincoli imposti, la

terapia deve essere mantenuta per periodi circoscritti nel tempo. Inoltre le limitazioni varie

determinano anche inefficienza, che nel lungo frenano lo sviluppo dei mercati. In questo sistema

l’attenzione degli intermediari inoltre tende ad aggirare i vincoli o a trasmetterne i costi

all’economia reale: un alto coefficiente di ROB è un costo che grava sul margine di

intermediazione delle banche, che tendono a traslarlo ampliando il margine dei tassi di interesse

( ).

il tasso sui depositi viene ridotto e il tasso sui prestiti aumentato

o In periodi normali la preferenza degli operatori tende verso gli spazi di mercato liberi, dove si

possono cogliere più opportunità di investimento e i flussi finanziari si spostano verso lo spazio

aperto, favorendo titoli negoziabili e l’intermediazione del credito a lungo termine. Quando in

questi mercati molto innovativi e rischiosi cominciano a formarsi bolle speculative, il successivo

panico provoca una ondata di vendite di titoli e crollo dei valori delle attività su crediti a medio e

lungo termine e scatta un effetto di ritorno verso il rifugio del settore protetto, l’orizzonte

temporale degli investimenti si accorcia e si tende a ridurre la concessione di credito.

Prestatore di ultima istanza

Dopo le pareti anti-incendio è utile far riferimento ai pompieri, la cui efficacia dell’intervento dipende dalla

tempestività e quantità di liquidità che sono in grado di offrire e nel campo monetario questo ruolo spetta alle BC,

le quali avendo assunto con il tempo sovranità monetaria, si impegnano la responsabilità di garantire la liquidità

necessaria per la stabilità del sistema bancario e per lo sviluppo del sistema economico: tra questi compiti rientra

la funzione di prestatore di ultima istanza ( ) per risolvere problemi di carenza di liquidità delle

lender of last resort

banche al fine di prevenire l’estendersi di crisi sistemiche.

Il ruolo del prestatore di ultima istanza non può svolgersi in modo estemporaneo e incerto, ma va codificato in

modo chiaro e attuato senza incertezze e ritardi: Bagehot ebbe il merito di stimolare i banchieri centrali ad andare

contro la tendenza di tesaurizzare le riserve nei momenti della necessità estrema, specie in quanto è proprio a

scopo precauzione per intervenire nei casi di emergenza che si tengono le riserve ( che senso ha salvaguardare le riserve

) e di fatto spinse allora, e da quel momento progressivamente, le BC ad assumere un ruolo

della BC se il resto crolla?

più attivo in situazioni di crisi e ridurre progressivamente la loro dipendenza dalle riserve metalliche per la

creazione interna di base monetaria; ad oggi le BC non hanno più vincoli di riserva interna e la creazione di BM

non è legata a vincoli interni alla BC stessa ma semmai a obiettivi esterni come la stabilità dei prezzi e a livello

internazionale la stabilità del tasso di cambio; inoltre la sua credibilità non è frutto del rispetto di restrizioni a

priori nei comportamenti, quanto nella capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Le BC potrebbero spegnere gli incendi delle crisi sistemiche avendo a disposizione un serbatoio di liquidità

potenzialmente illimitato, se non fosse per due limiti oggettivi quali:

- Necessità di rispettare gli obiettivi e quindi la credibilità della BC stessa: ad es. la liquidità va dosata

bilanciando la necessità di arginare la crisi senza alimentare l’inflazione.

- Disponibilità di garanzie che le banche devono avere e offrire alla BC in cambio di liquidità ( si è visto come le

operazioni di immissione di liquidità svolte presso la BCE su iniziativa delle banche richiedono la disponibilità di titoli a garanzia

); potrebbero essere effettuate su iniziativa della BCE con OMA a titolo

per le operazioni pronti contro termine

definitivo con necessità anche qui di reperire titoli da acquistare sul mercato e anche qui la disponibilità di

titoli non è illimitata.

Nella crisi finanziaria del 2007-10 le BC hanno abbassato la qualità dei titoli ammissibili, nella duplice

necessità di ampliare la quantità di liquidità da immettere nei mercati interbancari. Ad es. la BCE ha

accettato anche obbligazioni emesse dalle banche sotto forma di auto-cartolarizzazione dei prestiti,

purchè di qualità certificata, inoltre le scadenze dei finanziamenti ottenibili dalla BCE furono allungate e le

richieste di rifinanziamento principale accettate senza limite.

Su spinta della crisi le BC hanno svolto il ruolo di prestatore di ultima istanza con importanti azioni di immissione

di liquidità, attivando operazioni non convenzionali, andando a salvare non solo le banche ma anche a sostenere i

mercati: sono ad es. intervenute a più riprese per acquistare sul mercato titoli pubblici a sostegno del debito

sovrano dei paesi a rischio di insolvenza come la Grecia.

Questi interventi furono l’opposto di quanto accaduto negli anni ’30: le principali BC allora davanti le corse agli sportelli e a numerosi

fallimenti bancari non sono intervenute come prestatori di ultima istanza e hanno lasciato che nei primi anni la quantità di moneta si

riducesse e con essa il credito, con il risultato di aggravare e prolungare almeno di 5 anni la depressione economica; quando poi cercarono

.

di rimediare la politica monetaria espansiva fu intrappolata dalla trappola della liquidità

INSEGNAMENTI DELLE CRISI

Alternanza storica tra liberalizzazione e regolamentazione

I regimi liberistico e vincolistico, di deregolamentazione e regolamentazione, si sono alternati nei vari decenni e i

sistemi bancari ad oggi oscillano tra l’uno e l’altro: in realtà la storia insegna come con il passare del tempo

ognuno dei due regimi riduce i suo vantaggi e accentua i suo limiti, creando i presupposti per il passaggio verso

l’altro regime.

Un importante studio di Philippon e Reshef mostra l’alternanza di periodi di liberalizzazione e di

regolamentazione nel corso dei 100 anni, dal 1910 al 2010: deregolamentazione ( ) è molto alto nei

o liberalizzazione

’20 ( ) per poi fare un crollo nei ’30 a seguito della crisi, fino a venir proposto il sistema di narrow

avendo molta liberta

banking; dai ’50 in poi si deregolamento e dopo la crisi del 2007 un calo notevole del grado di liberalizzazione

dovuto sempre alla crisi.

È interessante notare la corrispondenza diretta tra gli andamenti del’indice di deregolamentazione e delle

remunerazioni relative nel sistema finanziario rispetto al resto dell’economia. Ai periodi di liberalizzazione

corrispondono remunerazioni elevate, in quanto la politica degli spazi aperti implica un intenso processo

innovativo che richiede l’acquisizione di elevate professionalità con corrispondente alta remunerazione; allo

scoppiare delle crisi che danno il via al regime vincolistico le remunerazioni relative si riducono in corrispondenza

dell’aumento dei vincoli, l’obiettivo della stabilità frena le innovazioni q quindi diminuisce il livello delle

professionalità necessarie: in questi periodi le banche non son imprese ma istituzioni controllate e i banchiere non

sono imprenditori ma esecutori sottoposti a norme e autorizzazioni; al contrario i banchieri diventano

imprenditori e sono chiamati a scelte dimensionali, gestionali ecc

Ci sono due obiettivi difficili, cioè efficienza e stabilità, difficilmente compatibili: per avere efficienza si liberalizza

( gli economisti su tutti i mercati oscillano tra questi due obiettivi, puntando ad una deregolamentazione ed una selezione naturale delle

) ed è stata perseguita

inefficienze facendo restare solo quelli inefficienti. Del resto l’efficienza porta vantaggi innovativi e non solo

fino ai ’20 e dai ’50 al 2007; tuttavia si crea in questo contesto un virus della instabilità, come scritto da Minsky,

cioè c’è una instabilità di fondo che non si può eliminare; la crisi attuale del 2007 viene dopo un ventennio di importante

; la instabilità finanziaria è

liberalizzazione al fine di ottenere efficienza, e si sosteneva addirittura di aver debellato il virus della crisi

dovuta al fatto che l’euforia porta ad allentare i freni di sicurezza, e il credito bancario, dato che le banche

tendono a dare più facilmente credito nelle fasi di espansione, nonostante con la crisi e le varie difficoltà il credito

si stringe: del resto con il credito il rischio se lo assume la banca ma in tempo di crisi questa deve assicurare prima

di tutto la funzione monetaria prima che quella creditizia e ciò

Dettagli
A.A. 2015-2016
112 pagine
111 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giuseppe Di palma di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Alessandrini Pietro.