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UMANA

La figura umana è così importante nell’iconologia da risultare l’oggetto più raffigurato da

quasi tutti i bambini e anche da moltissimi artisti nella storia delle arti visive. Anche se

l’osservatore cerca di andare oltre l’esteriorità, è normale che il primo approccio si

focalizzi, almeno inizialmente, sull’aspetto esteriore della figura. Molti sono d’accordo nel

ritenere che l’aspetto esteriore rivela il carattere di una persona, dandoci delle informazioni

sul suo essere. Nello specifico possiamo dire che le nostre riflessioni avvengono in merito

all’analisi di un insieme di componenti che vanno a determinare l’estetica del soggetto nel

complesso: la grandezza, la forma e la costituzione del corpo; i lineamenti del viso; il

colore di pelle e l’abbronzatura; tatuaggi e piercing; le caratteristiche dei capelli; la

presenza di voglie, nei o cicatrici; la postura del corpo e la sua andatura; la mimica, ecc.

Dal punto di vista verbale le informazioni provenienti dai modi di dire (come colletti bianchi

per indicare le categorie lavorative, o sangue blu per indicare il rango dei nobili),

soprannomi (“il Biondino”, “il Guercio”), nomi e cognomi contribuiscono a costituire delle

informazioni in merito al soggetto che abbiamo di fronte e/o con cui interagiamo. Vi sono

poi alcuni cognomi che sono capaci di ridicolizzare potentemente il rispettivo portatore

(come Porco, Maiale, Nasone, Bavoso ecc). Nonostante ciò rarissimi sono i casi in cui tali

soggetti ne chiedono la modifica nei termini della legge: questo perché intervengono dei

processi psicologici di adattamento (o abitudine). Da alcune ricerche è risultato che i

portatori di cognomi molto bizzarri valutavano ciascuno il proprio cognome

complessivamente come normale, abituati fin dall’infanzia, mentre consideravano

fortemente incongruenti i cognomi di altri soggetti che sentivano per la prima volta (es. il

signor Maiale sbotta di risate sentendo il cognome Cadavero).

Dal punto di vista non verbale l’abbigliamento, la cosmesi, l’acconciatura, la mimica ed i

lineamenti del volto, si dimostrano capaci di influenzare di gran lunga la figura umana (ne

può configurare per es. il ruolo attraverso l’eleganza).

CAPITOLO 10: RIFLESSIONI SULL’ASPETTO ESTERIORE DELLE PERSONE

Nonostante sappiamo che l’aspetto esteriore non è tutto, è anche vero che può

ugualmente contare molto. Le varie componenti dell’aspetto esteriore degli esseri umani si

possono distinguere in segnali verbali o non verbali; questi ultimi a loro volta possono

essere statici, cioè che rimangono generalmente costanti dall’inizio alla fine dell’episodio

interattivo, come i tratti del volto, la conformazione corporea, la pelle, capelli, trucco e

accessori, e dinamici, che invece variano nel corso dell’interazione sociale, come

espressioni del volto, postura, gesti,ecc.). L’aspetto esteriore è importante perché ci

fornisce nel complesso e nell’immediato informazioni sugli indici evidenti della persona.

Anche l’abbigliamento può svolgere a riguardo un ruolo importante, come se fosse

“discorsivo”: il grado di formalità nell’abito da uomo può variare togliendosi la giacca, o

allentandosi e slacciandosi la cravatta; lanciare il proprio copricapo in alto può far parte

d’un “discorso” improntato ad entusiasmo, mentre lo sbatterlo per terra può esprimere

sentimenti negativi come rabbia e risentimento; lo spacco del vestito di una donna o la sua

richiesta di aiuto al momento di cambiarsi d’abito può essere inserito nell’ambito di un

discorso seduttivo. L’abito è rango, status, sesso, potere, ideali, emozioni, gusti, esigenze

e contribuisce ad individuare la persona. L’abito può veicolare informazioni anche in merito

alla cultura di appartenenza e al conseguente grado di protezione e pudore (vestiti parziali,

abiti pesanti nelle stagioni più fredde o il coprire per il rispetto della propria etnia alcune

parti del corpo) oppure può perfino dissolvere l’identità personale, come nei casi di

uniformi professionali o di mascheramenti veri e propri.

Nell’interazione sociale e nella comunicazione tra le persone l’aspetto esteriore

contribuisce a svolgere anche due importanti funzioni: da un lato ci aiuta a “negoziare” le

nostre identità con gli altri, dall’altro ci aiuta a definire le situazioni ed i contesti di

interazione. E’ importante sottolineare come l’aspetto esteriore influenza: 1)la percezione

interpersonale (ciò che una persona indossa influenza l’immagine che gli altri si fanno di

lei); 2) comportamenti pratici nelle relazioni interpersonali (ciò che una persona indossa

influenza le azioni che gli altri intraprendono verso di lei); 3) percezione di sé ( ciò che una

persona indossa influenza l’immagine che lei ha di sé stessa); 4) condotta pratica

individuale (ciò che una persona indossa influenza le azioni che la persona stessa

intraprende in svariate situazioni, anche non interpersonali). In conclusione possiamo dire

che l’abito è l’interfaccia privilegiato tra il piano societario ed il piano interpersonale.

CAPITOLO 11: SIMETTRIE E ASIMMETRIE CORPOREE

La simmetria è una qualità delle strutture che compare quando parti contrapposte si

corrispondono specularmente, rispetto ad un centro, un piano o un asse; al contrario si

parla di asimmetria quando non è speculare rispetto al punto. Nel nostro corpo umano si

riscontrano molteplici tipi di simmetrie, in quanto siamo formati da due metà e la parte

destra riflette inversamente la seconda (occhi, spalle, braccia, mani ecc.); non mancano

però altre parti del nostro corpo che risultano disposte asimmetricamente (stomaco,

fegato, milza, cuore) o che il compiere determinate azioni, per lungo tempo, ha generato

nel corpo dei cambiamenti asimmetrici (l’arto maggiormente impegnato può diventare

asimmetrico rispetto all’altro, anche morfologicamente, come per es. i tennisti). Tutte le

manifestazioni di simmetria bilaterale del corpo visibili ovviamente dipendono dal modo

con cui l’organismo del soggetto si evolve a partire da quanto è ancora embrione. Si parla

di simmetria corporea apparente quando le figura sono esposte di sbieco e di

dismorfofobia quando gli individui, in modo fobico, non riescono a convivere con le

anomalie del proprio aspetto esteriore e richiedono spesso interventi di chirurgia per

correggere anche lievi asimmetrie impercettibili.

PARTE III

CAPITOLO 12: RISONANZE EMOTIVE DI PAROLE ENIGMATICHE

L’isomorfismo è la somiglianza o l’identità di forma. Autori del passato, nel nome della

razionalità, non riuscivano ad accettare che l’inconscio, nella costruzione di significati, può

seguire una sua logica; lo studioso Allport invece evidenziava il potente ruolo degli schemi

mentali che si attivano da immagini percettive. Si possono avere anzitutto situazioni

univoche, cioè riconoscibili, dotate di un significato chiaro, e piuttosto stabile nel corso

dell’osservazione (es. fiore); queste situazioni comprendono anche quelle mascherate (il

fiore scomposto cela dei doppi sensi); poi abbiamo le situazioni ambigue e infine quelle

enigmatiche. Queste ultime rivestono qualche aspetto di ambiguità nel senso che si

vedono attribuire a rotazione vari significati. Le parole enigmatiche, le quali comunicano

mistero, tensione e sospensione, sono tipiche dei racconti di episodi fiabeschi o di vicende

a sfondo magico o religioso, di alcuni gerghi come quelli della malavita, dei racconti a

fumetti, di numerosi giochi enigmistici come gli anagrammi.

E’ stata adoperata una tecnica diagnostica rapida ( il Building Inclination Test) al fine di

far emergere specifici stili cognitivi, analizzando la percezione che gli individui hanno di

fronte alla incongruità nel guardare un modello di edificio apparente inclinato ed in

miniatura (esso pendeva di 7° rispetto alla verticale). Ne sono emerse due categorie di

personalità: gli Acceptors, ovvero soggetti inclini ad accettare l’anomalia che viene

recepita con interesse e disinvoltura, essi ricercano in qualche modo le incongruenze e le

vivono come qualcosa di giocoso; riescono ad accettare ed enfatizzar la propria vita

emotiva, la ricchezza espressiva degli oggetti e degli eventi e le anomalie percettive più

elementari (architettoniche, fisionomiche, ecc.); mentre i Removers, sono quelli che

tendono ad evitare l’incongruità, attuando delle difese percettive verso tali incongruenze

visive, uditive o di altro genere, vissute come allarmanti e disturbanti; tendono inoltre a

controllare, censurare e negare; di fronte al dubbio e al mistero dimostrano una

preferiscono attribuire delle risposte “serie”, prive di tonalità euforica.

CAPITOLO 13: INTOLLERANZA/TOLLERANZA DELL’INCONGRUITA’ VISIVA E

ATTEGGIAMENTI VERSO LE TRASGRESSIONI ETICHE

Poiché ciascuno di noi ha dei precisi schemi mentali (appartenenti ad un determinato

ambito, così come può essere il rispetto di precise regole comuni nel mondo dello sport),

la trasgressione di una norma, la contraddizione di un’aspettativa, il verificarsi di un evento

incompatibile con uno schema mentale preesistente, sono tutte situazioni conflittuali che

sono state raggruppate con il termine incongruenza. Il soggetto infatti tende generalmente

ad applicare lo schema mentale già posseduto, come quello di edificio avente di norma

una forma ed una posizione regolari, in modo da evitare o ridurre l’anomalia.

Ricollengandoci all’esperimento del Building Inclination Test, nello specifico vediamo

come emergono cinque tipi di personalità e si scoprono quindi le correlazioni che esistono

tra lo stile cognitivo nella percezione dell’incongruità e le conseguenti condotte:

1)acceptor: è incline alla tolleranza, all’accettazione disinvolta ed alla ricerca giocosa delle

incongruenze, presenta in genere spiccate caratteristiche di impulsività, immaturità e

anticonformismo, possiede interesse al magismo e all’humor, manifesta sensibilità

artistica, eccentricità, con facilità alle trasgressioni e tendenza alle perversioni; 2) remover:

è profondamente intollerante alle incongruenze, presenta tratti di inibizione e controlli

emotivi, tendente all’ordine e alla regolarità, al conformismo, alla rigidità e all’ansietà,

all’introversione con spunti depressivi; 3) maximizer, spiccata intolleranza e irritabilità di

fronte alle incongruenze, sono soggetti con uno stile percettivo “globale”, rigidi, ansiosi ma

estroversi, con inclinazione all’ist

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
10 pagine
14 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franci0703 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della personalità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Biasci Valeria.