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ALTRI SCULTORI DEL MAUSOLEO: TIMOTEO E LEOCARE
Vennero chiamati a lavorare al mausoleo: Timoteo, il più anziano, autore del tempio di
Asklepios a Epidauro, Leocare, artista preferito di Filippo II, Skopas, Briasside, artista preferito di
Tolomeo, uno dei generali di Alessandro.
Di Timoteo diversi originali provenienti da Epidauro, in particolare il frontone dell’Amaz-
zonomachia e gli acroteri del frontone occidentale. Acroterio centrale: arrivo sul culmine del tetto di
una figura femminile, vestita di un chitone aderente e di un ampio mantello, che stringe nella destra
un volatile (un’oca), suo animale simbolico → Epione, sposa di Asklepios. Acroteri laterali: arrivo
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Arte greca – Bejor, Castoldi, Lambrugo
di una fanciulla che scende da cavallo. Entrambe le figure sono interpretate come Aure. Rapidità del
movimento, schiacciarsi della veste contro il corpo.
→ sensibilità nell’uso del panneggio, molto vicino allo stile fidiaco.
Leocare per Filippo II realizza, tra 338 e 336 a. C. le statue crisoelefantine del Philippeion
di Olimpia. Coetaneo di Prassitele e di Skopas. Ganimede rapito nelle sembianze di aquila: opera
perduta, ma descritta da Plinio che ci riferisce l’attonito stupore di fronte all’immensità del divino.
Apollo del Belvedere: stante, con indosso solo la faretra, il cui balteo attraversa diagonalmente il
petto, e un mantello che si avvolge intorno al braccio sinistro. La gamba destra è quella portante,
mentre il piede sinistro poggia a terra solo con la punta → modello del neoclassicismo. Artemide di
Versailles: posizione simmetricamente opposta a quella della statua del suo gemello: corpo eretto,
gamba sinistra portante, piede destro indietro, testa volta a destra. La dea cacciatrice ha una tunica
corta. Datata tra 350 a. C. e 320 a. C. No prove che sia di Leocare.
IL MAUSOLEO DI ALICARNASSO 18
377: Mausolo diventa satrapo di Caria. Fa ricostruire Alicarnasso secondo un progetto uni-
tario che prevede il posizione centrale il palazzo e il suo immenso monumento onorario → Mauso-
leo, una delle 7 meraviglie del mondo antico: enorme podio in 3 gradini, sopra tempio circondato da
36 colonne ioniche, sopra il quale tronco di piramide formato da 24 gradoni, sul quale era posta la
quadriga reale. L’altezza complessiva era di 140 piedi (45 m). Architetto fu Piteo, per la decorazio-
ne scultorea furono chiamati Timoteo, Leocare, Skopas, Briasside → uno scultore per ogni lato.
→ monumento sepolcrale dell’Asia minore, con casa-sarcofago nella parte superiore.
Figure di combattenti in gruppi piramidali, nei quali prevalgono le linee diagonali, dinami-
che, slanciate in movimenti aperti e pieni di vigore → forse l’autore è Leocare!
Il fregio dell’Amazzonomachia doveva correre a grande altezza attorno al plinto di base, e
passare in second’ordine rispetto alla statue collocate sui 3 gradoni:
Primo gradone: 88 statue
Secondo gradone: 72 statue
terzo gradone: 56, colossali
Intercolumni: 36 statue
base piramide: 56 o 72 leoni
Oltre all’Amazzonomachia anche un altro fregio (corsa di carri). Lungo 100 m e composto
di guerrieri e amazzoni che formavano continue diagonali che si intersecano a X o a triangoli →
tante piccole monomachie che vedono sempre a sinistra un greco (nudità eroica ma armato) scon-
trarsi con un’amazzone a destra, a piedi o a cavallo. Le diagonali qui sottolineano il movimento del-
la battaglia. Due statue meglio conservate, nel passato erroneamente identificate con Mausolo e Ar-
temisia, sono in realtà due delle 252 statue dei gradoni, due membri del corteggio di dignitari e ser-
vitori: la figura è stante, contrapposizione di pesi, caratteristiche particolari nell’aspetto: capelli
lunghi, barba corta, espressione concentrata. Anche la veste non rientra nei canoni consueti: il man-
tello è portato orizzontalmente a cingere la parte centrale del corpo, conferendogli particolare soli-
dità → sono status symbols.
Nel secolo IV a. C. nascono delle scuole che si ispirano ai grandi maestri.
L’INFLUSSO DI POLICLETO
Giovane di Anticitera: statua di bronzo alta 1,96 m, rinvenuta in un relitto in molti pezzi. Il
muscoloso corpo di un atleta sembra fermarsi, protendendo la mano destra e mostrando un oggetto
18 Oggi Bodrum. 36
Arte greca – Bejor, Castoldi, Lambrugo
circolare, ora perduto (in corrispondenza chiastica il braccio sinistro è arretrato e lasciato cadere
verso il basso). La gamba sx è portante, quella dx appoggia solo con la punta del piede, a mostrare
l’incedere della figura; sguardo assorto, perduto.
→ Perseo che regge la testa di Medusa? La mano doveva tenere un oggetto piccolo, sembra più
probabile, quindi, che fosse Paride con la mela in mano, o Eracle con una mela appena raccolta nel
giardino delle Esperidi.
Statua rinvenuta nel 1896 a Efeso, copia bronzea di età romana, raffigura un atleta musco-
loso, soprattutto nelle larghe spalle. La gamba dx è quella portante, mentre l’altra avanza. L’atleta
sta pulendo lo strigile che ha appena usato per pulirsi → apoxyomenos.
→ ritmo è policleteo, mentre la testa non lo è per nulla: lo sguardo non è perso nel vuoto,
guarda lo strigile. Capigliatura più vivace ma meno composta. Curioso il caso per cui abbiamo
un’altra copia, eccezionale dato il riuso che il Medioevo fece del bronzo.
L’INFLUSSO DI PRASSITELE
Statua bronzea che raffigura un giovinetto, un efebo, stante e con il peso sulla gamba sini-
stra. Richiama l’Apollo Sauroctono di Prassitele e il Satiro intento a versare liquido da una brocca
che conosciamo tramite le fonti letterarie: accuratezza dei dettagli, sguardo perso, bocca semiaperta,
sottile melanconia, divinità raffigurata ancora giovanissima. Il volto è cinto di foglie, come per gli
atleti, o come il protettore dei ginnasi, Hermes.
→ opera giovanile di Prassitele, o di un allievo della sua bottega
Base decorata con la contesa tra Marsia e Apollo alla presenza delle Muse, e doveva sor-
reggere la statua di Hekate. Datata tra il 330 e il 320 a.C.
L’INFLUSSO DI SKOPAS
Stele funeraria che sviluppa il tema della morte prematura: sulla destra c’è il vecchio padre
pensoso e, ai piedi del giovane, il suo fedele cane da caccia.
7. L’ETÀ DI ALESSANDRO (336-323 a. C.)
L’IMPORSI DELLA MACEDONIA: LE NECROPOLI
Le tombe di Macedonia e Tessaglia di questo periodo mostrano ricchezza: a Derveni (Tessa-
glia) tomba con ricco corredo, grande cratere in bronzo dorato, con decorazioni a rilievo dappertut-
to. Nozze di Dioniso e Arianna, con satiri e menadi (330-320, prodotto di un’officina tessala).
Tomba a tumulo a Kazanlak (Tracia), con cupola decorata da pittori probabilmente greci:
scene di banchetto e bighe; manca idea unitaria → diffusione arte greca in una zona di periferia.
Molto interessanti i tumuli di Verghina, l’antica Aigai, antica capitale della Macedonia:
tomba regale composta di una camera con volta a botte, con anticamera più piccola, ricoperta da un
tumulo di terra che lasciava vedere solo la facciata, tra due semicolonne doriche sormontate da un
fregio dorico, nel quadrangolare sopra ci sono scene di caccia. Sepolcro marmoreo, dentro c’era
cassetta ossario in oro contenente le ceneri del corpo, arso; datata al 350-325: di chi altri, se non del
re Filippo II morto nel 336? Anche nell’anticamera piccolo sarcofago marmoreo contenente cassetta
in oro, con i resti di (forse) Cleopatra, ultima moglie di Filippo.
→ ricchezza; ma importantissime per i DIPINTI!
Scena di caccia: sfondo boscoso, caccia ai cervi, al leone, al cinghiale, all’orso. Molti cani, perso-
naggi a cavallo, idea di profondità. Giovane e uomo, in posizione principale: forse Alessandro in-
sieme al padre Filippo. Forse di Filosseno di Eretria. Forse mano anche del suo maestro, Nicomaco
di Atene (ratto di Persefone: violenza ed impeto, carro e chiome scompigliate). 37
Arte greca – Bejor, Castoldi, Lambrugo
I PALAZZI MACEDONI
Grande palazzo scoperta a Verghina; ingresso ad est, doppio colonnato, pianta quadrata,
corte centra quadrata, con portico di 16 colonne doriche, con attorno stanze quadrangolari. A sini-
stra dell’entrata sala a pianta circolare con cupola, sala di rappresentanza.
Stesso schema anche a Pella, alcuni ambienti con mosaici pavimentali fatti con piccoli ciot-
toli di fiume e ornati da quadretti figurati → molte scene di caccia: mosaico con caccia al leone, c’è
un personaggio che sta per metterci le penne, arrivo di un compagno che salva (forse allusione al-
l’episodio di Alessandro, salvato dal compagno Cratero).
OLINTO E PRIENE: LA CASA GRECA NEL IV SECOLO
Distrutta da Filippo II nel 348, Olinto non venne mai più ricostruita: esempio di un normale
abitato greco nel IV secolo: impianto regolare dato da Perdicca, re di Macedonia prima di Filippo;
isolati tagliati da grandi vie in direzione N-S (da 5 a 9 m), tagliate da piccole vie perpendicolari (5
m). Ciascun isolato diviso da muri continui in otto unità abitative. Nucleo centrale di ogni unità abi-
tativa è un cortile interno (aulé), al quale si accedeva dalla strada; sul cortile si affaccia l’abitazione,
con portico (pastàs) che sorreggeva un terrazza rivolta a sud. Due piani: inferiore andròn, per rice-
vere gli ospiti, sopra ambiente per le donne e camere da letto, raggiungibili da una stretta scala che
parte dal cortile. Stalle e magazzini intorno all’aulè.
A Priene: rifondata nel 350, con possente cerchia di mura e impianto regolare: al centro edi-
fici pubblici, isolati per le abitazioni, anch’essi (come Olinto) divisi in 8, ciascuno con un’abitazio-
ne. Anche qui aulè, nel tempo anche accorpamento. Le case sono separate dalla strada da botteghe,
che stanno davanti. → l’acqua presa fuori, ad una fontana pubblica.
LISIPPO, TRA CLASSICITÀ ED ELLENISMO
Nella scultura a dominare è Lisippo: di Sicione, si dice seguace di Policleto (anch’egli scrive
un Canone) → raffigura il corpo umano COSÌ COM’É, non come dovrebbe essere. Certo, rapporti
matematici e geometrici: ma tiene conto dell’esperienza di Skopas e Prassitele. Comincia come
bronzista, a Delfi, dal 360 (statuette di Daoco e dei suoi familiari); poi a Farsalo.
Aghias (antenato di Daoco): vincitore nel pancrazio, proporzioni più slanciate delle statue
policletee, lunghi arti e testa piccola, peso distribuito su entrambe le gambe → forza, movimento
ancora racchiuso, ma che sta per svilupparsi.
Contatto con la corte macedone: è lo scultore preferito di Alessandro Magno, è l’unico che
ha il permesso di rappresentare il condottiero in statue di bronzo.
Apoxyiomenos: opera più celebre; copia di età romana dell’originale in bronzo; atleta stante, che
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