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• GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO
proviene dalla cultura tardo-romantica milanese, allievo di Fattori. Adotta la tecnica divisionista per una
pittura di impegno sociale: per questo gli è stata rivolta l'accusa di inquinamento dei puri valori pittorici per
il prevalere nella creazione artistica dei fini politici. In questa tecnica trova i fondamenti scientifici e lo
strumento idoneo per una rappresentazione aliena da atteggiamenti sentimentali borghesi delle classi
subalterne.
Il quarto stato: esposto alla quadriennale di Torino del 1902, accolto con poco entusiasmo dalla
critica: si critica la mancanza di movimento e la tecnica, divisionista, troppo laboriosa; non viene
venduto. Chiaro contenuto simbolico e ideologico dell'incedere della folla di lavoratori verso la
conquista dei propri diritti, della fede utopica nel progresso. L'artista vi lavora per 10 anni, dando
titolazioni differenti.
Sceglie come luogo di rappresentazione la piazza di Volpedo e usa i suoi concittadini come modelli, facendo
loro indossare gli abiti da lavoro.
Anche in altre opere, accanto all'attenzione per la rappresentazione realistica dell'immagine, è viva la
denuncia della situazione di abbandono, miserie e solitudine in cui versano le classi subalterne, mista ad un
atteggiamento di commiserazione nei loro confronti.
La processione: Il soggetto, tratto dal vero, è ambientato nei pressi della casa dell’artista, verso il
viale che porta al cimitero, e si ricollega a un filone della pittura europea attento a documentare usi
e costumi popolari. Ma Pellizza sviluppa il tema privilegiando più che gli aspetti anedottici o
descrittivi il rapporto di pacata armonia tra uomo e natura.
Speranze deluse: Il dolore della pastorella per l'abbandono dell'amato, già rilevato dalla posa
accasciata sul rastrello, si muta però in elemento strutturante della composizione pittorica grazie alla
scelta formale di individuare nella sua figura il perno di un triangolo, i cui lati toccano le pecore e
la gerla al suo fianco.
Sul fienile: Ambientato nel vecchio portico di casa,rivela una scrupolosa attenzione al vero. Il
pittore stesso, consapevole dell’importanza rivestita da questa opera nel suo iter creativo, la indicò
come il vero e proprio inizio di una sua nuova fase pittorica, attenta ai temi sociali e capace di
instaurare un più stringente rapporto col vero grazie all’utilizzo della nuova tecnica.
Il ponte: sono rappresentati dei lavoratori chini che spingono in avanti le loro carriole, in cammino
verso il ponte, che è simbolicamente l'unione di due opposte sponde, una delle quali è un radioso
avvenire.
Lo specchio della vita: l'opera riflette il destino dell’uomo e significati universali in un brano di
natura pur privo di ogni presenza umana. Assoluto è l’equilibrio fra le opposte forze rappresentate
nella tela: l’incontro fra luce ed ombra, fra linee rette e linee ondulate, fra ritmico avanzare delle
pecore e stasi assoluta della natura. 27
Il divisionismo non è un fenomeno solo milanese o lombardo: un altro nucleo divisionista si afferma a Roma
tra la fine del secolo e i primi anni del 900 con artisti che in seguito si uniranno al Movimento futurista, che
conoscono la pittura divisionista tramite Balla, che aveva visto a Parigi i quadri dei neoimpressionisti ed era
in contatto con Pellizza, con il quale condivideva anche l'impegno sociale:
− GIACOMO BALLA
− UMBERTO BOCCIONI
− CARLO CARRÀ
− LUIGI RUSSOLO
− GINO SEVERINI
Questi giovani artisti si radunano intorno a Balla; scelgono temi sociali legati all'ambiente urbano e adottano
la tecnica divisionista come mezzo di trascrizione scientifica dei valori luminosi. Boccioni, Carrà, Severini e
Balla nel Manifesto della pittura futurista del 1910 nominano simbolisti e divisionisti (Previati e Segantini)
come precursori incompresi del Futurismo. TOMO II
III. DAL POST-IMPRESSIONISMO ALLA FINE DELLE AVANGUARDIE
POSTIMPRESSIONISMO
Fenomeni artistici che seguono l'impressionismo e che sono ad esso collegati.
La volontà di andare oltre la rappresentazione oggettiva della realtà porta molti artisti post-impressionisti
ad avvicinarsi al simbolismo (contrapposto al naturalismo); artisti come Gauguin, Van Gogh, Seurat e
Toulouse-Lautrec presentano nelle loro opere motivi simbolisti, tuttavia continuano ad assumere come
elementi di base la natura e l'uomo (del tutto simbolisti sono Redon e i Nabis).
1186: ultima mostra impressionista, a cui partecipa anche Seurat, che dà vita al puntilismo, e Gauguin, che
poi approderà al simbolismo.
1)Pointillisme
• SEURAT (1859-91)
responsabile della crisi dell'impressionismo: supera l'impressionismo ''lirico'' per l'impressionismo
''scientifico''.
La scientificità di Seurat opera su due piani:
− si concentra sulla resa del colore: disposto a piccoli tocchi, non mescolato, che a distanza viene
automaticamente mescolato dall'occhio. Accosta i colori complementari, come aveva fatto Delacroix.
Avendo già scelto i toni da ottenere, la coloritura delle superfici può essere compiuta con qualsiasi
condizione di luce , anche artificiale: quindi tramonta la pittura en plain air.
− bilanciatura perfetta delle composizioni, recuperando criteri geometrico-proporzionali
rinascimentale (Piero della Francesca).
La figura risulta stilizzata, in armonia con gli esiti raggiunti da altre correnti post-impressioniste, come ad
esempio il Sintetismo.
• PAUL SIGNAC
creatore della nuova scuola; il punto di Seurat, come quello di CROSS, diventa una tessera di colore, che
ricorda l'effetto del mosaico, come fanno anche Matisse (periodo fauve), Braque e Picasso.
I divisionisti italiani ignorano l'opera di Seurat per rifarsi direttamente ai nuovi principi scientifici di questa
nuova tecnica, per esprimere contenuti di natura simbolista, sociale e ideista. Si registra la continuazione tra
divisionismo e futurismo in autori come Balla, Boccioni e Severini. 28
2) HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC (1864-1901)
nelle sue opere è individuabile il rapporto tra inquietudine esistenziale e esperienza artistica: in seguito alla
rottura di entrambi i femori in età giovanile, si arresta la crescita delle gambe, mentre il resto del corpo si
sviluppa naturalmente.
Nel 1886 esegue un ritratto di Van Gogh. È il continuatore di una tradizione realistica di soggetti cittadini,
che discende da Degas e Manet, con un'eleganza di segno derivata dal giapponesismo.
Utilizza un segno rapido e deciso, con una linea nervosa, eludendo la tecnica del chiaroscuro che modella,
accostandosi quindi a Degas; e come lui, Lautrec ama la gente comune, che rappresenta in movimento, con
inquadrature di taglio fotografico o cinematografico.
3) scuole di vocazione simbolista: SINTETISMO
• SCUOLA DI PONT-AVEN
Si costituisce al seguito di Gauguin in Bretagna
• NABIS (Profeti)
Si tratta del più famoso gruppo post-impressionista/simbolista. Gruppo formatosi dopo che PAUL
SERUSIER portò a Parigi dalla Bretagna un paesaggio dipinto sotto la direzione di Gauguin, quadro che
mostrava l'elaborazione pratica delle scoperte sintetiste di Bernard e Gauguin.
Di queste scoperte sintetiste rimane influenzato anche Van Gogh, che compone delle opere in cui la linea di
contorno diventa più marcata e fluida, e il colore viene usato puro. Il sintetismo ebbe grandi conseguenze su
tutta la pittura europea: la scoperta di una linea di contorno netta come in una stampa giapponese, unita
all'intensità di un colore antinaturalista influenzerà Roualt, Ensor e Munch, con lo sviluppo
dell'Espressionismo francese e nordico. Se si tiene conto di queste annotazioni stilistiche e si considera che
Bernard prediligeva una stilizzazione di carattere moedioevaleggiante, è chiaro come le forme del sintetismo
post-impressionista si pongano in opposizione all'impressionismo.
Sia il puntilismo che il sintetismo corrispondono alle possibilità tecniche della stampa dell'epoca, che da
poco tempo erano in grado di pubblicare cliches a colori. Toulouse-Lautrec deve in parte la fama ai suoi
manifesti a colori.
4) Svolte innovatrici di Monet e Renoir
• MONET
nel suo periodo ''espressionista'' sostituiva le tele col mutare del sole e le riprendeva di giorno in giorno
finchè si presentavano le stesse condizioni di luce, usando pennellate ''a virgola'', cosa che avrebbe molti
colpito Van Gogh. Monet come Renoir si era reso conto che puntando la propria attenzione sulla luce e sul
colore, si rischiava di vanificare forma e disegno: di conseguenza la strada intrapresa da Renoir fu quella del
recupero del disegno classico (''il ritorno al museo''), mentre quella di Monet darà vita ad una serie
(Cattedrale di Rouen, Ninfee..) di dipinti su un medesimo soggetto, ripreso in diverse condizioni di luce. In
questi quadri il disegno è ridotto al minimo, acqua e cielo si mescolano; molti anni dopo la sua morte si
vedrà come queste ultime tele siano stete fondamentali per lo sviluppo del futurismo.
• RENOIR
Cerca di restituire un impianto più saldo alla forma, dedicandosi ai nudi femminili, basandosi sullo studio di
pittori come Raffaello. Renoir sfocerà nel periode aigre, nel quale predomiano toni giallo-verdi. In questo
periodo inoltre si da alla scultura.
5) Il superamento dell'impressionismo in CEZANNE
dipinge la natura secondo il cubo, il cilindro e la sfera (cosa che avrà conseguenze nel cubismo), che
sottintendono la coscienza che ha il pittore dell'esistenza di archetipi sottesi all'apparenza delle cose. La
natura è letta su un doppio piano: percettivo e intellettivo.
La scoperta più analitica di Cezanne è il colore. 29
Trascrivere la visione della natura in un quadro significa far corrispondere certi toni di colore stesi sulla
superficie piatta alla percezione di una realtà disposta su un infiniti piani. Esempi:
− mette dell'azzurro vicino ai bordi degli oggetti per dare l'impressione di uno spessore atmosferico tra
noi e l'oggetto
− Gli stessi verdi dell'erba si trovano nell'azzurro del cielo, perché i colori devono restituire le stesse
impressioni di lontananza, plasticità o vuoto che l'autore prova osservando la natura.
Tutto in Cezanne si risolve in una serie di relazioni spaziali, di rapporti, di analisi della forme, che
segretamente si trovano in ogni oggetto. L'impressione monocromatica che si ha davanti alle sue
composizioni deriva non dalla povertà dei colori, ma da un attento gioco di rapporti: si hanno colori simili in
varie gradazioni.
Il processo pittorico di Cezanne era molto lento, al contrario della rapidità impressionista. Col passare del
te