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ETÀ CLASSICA (V SECOLO)

Il secolo di Pericle

Dopo la metà del V secolo Atene ha egemonia militare e culturale sulla Grecia e Pericle domina la

scena politica. Il secolo di Pericle è un'epoca che affida alle immagini e all'arte di regime la

funzione di trasmettere il messaggio politico e morale dello Stato, ma dura solo quindici anni, dalla

pace con la Persia alla Guerra del Peloponneso.

Sull'Acropoli era stata eretta una statua in bronzo di Pericle, di cui possediamo solo copie relative

alla testa. L'originale era probabilmente una statua intera a grandezza naturale che raffigurava

Pericle in nudità eroica con gli attributi dello stratega (elmo, scudo, lancia). Non si trattava di una

statua ritratto, inconcepibile per l'epoca, ma di un'immagine ideale che incarnava un'ideologia

politica democratica ed egualitaria: i valori etici prendono il sopravvento sulla caratterizzazione

individuale.

Viene ideata un'intensa politica di opere pubbliche che vuole rafforzare le difese della città,

abbellirla di monumenti e assicurare lavoro e paga agli artigiani.

La politica estera era tuttavia imperialistica e aggressiva, alla base della Guerra del Peloponneso

che vede schierate da una parte Atene e i suoi alleati e dall'altra Sparta al comando della Lega del

Peloponneso.

Gli ultimi anni del secolo vedono il lento declino di Atene: la guerra continua per mare ed è Sparta

nel 405 a.C. ad avere la meglio. Dopo il regime dei Trenta Tiranni ad Atene torna la democrazia

che però non riporta la città agli splendori del secolo di Pericle.

Perché parliamo di età classica

In latino classicus indica colui che appartiene alla prima classe dei cittadini, vuol dire quindi

eccelso, ed è stato utilizzato nella storia dell'arte per indicare l'arte e la civiltà greca tra il V-IV

secolo, che rappresentavano per gli studiosi dell'Ottocento il culmine della bellezza e della

perfezione. Si tratta di una visione evoluzionistica e non storicistica, per cui non riconosce il valore

autonomo dei singoli periodi artistici.

Nelle opere classiche la ricerca di ordine, proporzione e simmetria prevale sul movimento e viene

realizzata un'interpretazione del mondo umano e divino improntata sull'equilibrio di forme e di

contenuti, fondendo l'armonia dei corpi e la pacatezza dei gesti e dell'espressione.

Il grande cantiere dell'Acropoli

I lavori di ristrutturazione dell'Acropoli iniziano nel 447 a.C. per volere di Pericle e sotto la direzione

di Fidia.

Il primo edifici realizzato è il Partenone, affidato a Ictino e Callicrate, tra 447-438 a.C.

Furono poi costruiti i propilei per dotare l'Acropoli di un ingresso monumentale, per cui si dovette

tener conto di molte presenze sacre, tra cui la terrazza di Atena Nike, e del dislivello del terreno. Il

corpo centrale è quindi dotato di due facciate dalle quali si poteva accedere ad un ambiente più

piccolo, sacrificato dalla presenza della terrazza, e uno più grande con funzione di sala per i

banchetti. Il corpo centrale era quindi costituito di una rampa in leggera salita per risolvere il

problema del dislivello. Le facciate erano dotate di frontoni che riproponevano il prospetto del

Partenone.

Sul bastione meridionale fu costruito il tempio di Atena Nike, ionico, con un'unica cella e quattro

colonne sulle due fronti. Sull'architrave correva un fregio con scene di battaglia tra Greci e

Orientali.

L'ultimo edificio ad essere costruito fu l'Eretteo, dalla pianta asimmetrica in quanto riuniva molti

luoghi di culto: è quindi un santuario più che un tempio, e sostituiva l'antico tempio di Atena Polias,

protettrice della città. Il nome deriva da Eretteo, uno dei primi mitici re della città. Ha un corpo

centrale rettangolare diviso in due ambienti.

Gli edifici dell'Acropoli periclea erano generalmente ornati di sculture e rilievi destinati a

magnificare la grandezza di Atene e degli dei. L'Acropoli stessa si configura come contenitore di

culti, templi e santuari, è un museo all'aperto, ricca di donari ed ex voto sia pubblici che privati.

Uno scrigno in marmo per Atena

Il Partenone non ha altare, generalmente posto a est, di fronte all'ingresso. L'altare di Atena, punto

di arrivo delle processioni Panatenee, si trova tra il Partenone e l'Eretteo.

Il Partenone è stato infatti costruito per ospitare e custodire la grande statua crisoelefantina della

dea insieme alle altre offerte a lei dedicate. È un tempio dorico periptero di 8x17 colonne con una

cella enorme che comporta la riduzione dei corridoi, del pronao e dell'opistodomo. La cella è divisa

in due ambienti separati, il più grande dei quali, a est, ospitava la statua. I colonnati interni

vengono disposti a pi greco e addossati alla parete per aumentare lo spazio della navata centrale.

Il secondo ambiente aveva al centro quattro colonne ioniche ed era destinato a contenere le offerte

alla dea e le riserve monetarie. L'alzato metteva in opera una serie di accorgimenti per alleggerire

la pesantezza dell'ordine dorico: curvatura delle linee orizzontali nello stilobate e nella trabeazione,

inclinazione delle colonne verso l'interno. L'armonia dell'insieme era affidata alla combinazione

delle proporzioni e delle unità di misura.

Il programma decorativo riassume il messaggio mediatico dell'età di Pericle.

Metope

: sono per la prima volta tutte decorate. Sono scolpite ad altorilievo con numerosi

 elementi a tutto tondo, i panneggi, a basso rilievo, presentavano policromia, il fondo era

alternativamente rosso e blu. Ogni lato dell'edificio presenta un grande evento mitico

(gigantomachia, amazzonomachia, centauromachia e conquista di Troia) che oppone la

civilizzazione alla barbarie, l'ordine al caos ed esalta la grandezza di Atene che ha saputo

opporsi ai Persiani. Il progetto, attribuito a Fidia, appare coerente e unitario ma sono state

riconosciute nelle metope mani di scultori di diversa formazione.

Metopa 31: un centauro afferra per il collo un lapita. I corpi sono in tensione e in equilibrio

instabile, l'autore è ancora legato allo stile severo nelle partizioni dell'addome e nella scelta di

raffigurare il volto del centauro come un mascherone dai tratti arcaicizzanti.

Metopa 27: un centauro cerca di fuggire ma viene fermato da un lapita. Le membra del lapita

sono più plastiche, il panneggio crea uno sfondo quasi teatrale.

Fregio a basso rilievo : elemento tipico dell’ordine ionico ma innovativo in un tempio di ordine

 dorico, che correva sulla sommità del muro della cella. Il fregio rappresenta la processione in

occasione delle Panatenee, con l'offerta del peplo alla dea alla presenza dei dodici dei e degli

eroi della città. C'è sicuramente un riferimento alla ritualità religiosa ed è stato dibattuto se

legare la processione ad un evento storico o se considerarla solo in prospettiva mitica. Si tratta

comunque di un avvenimento corale legato al culto della patria e fortemente permeato di

religiosità che coinvolge tutte le componenti della società ateniese: uomini, donne, vecchi,

bambini, intellettuali, popolani che potevano ognuno identificarsi nei personaggi del fregio.

L'umanità viene trasfigurata secondo una visione idealistica e assimilata alla divinità. Gli dei,

seduti a guardare la cerimonia, sono completamente umanizzati e resi diversi dai mortali per le

sole proporzioni gerarchiche. Il ritmo prima lento poi concitato è perfettamente armonizzato. La

solennità delle immagini era smorzata dall'uso del colore.

Frontoni : le sculture dei frontoni sono state sistemate per ultime e a causa dell'iconoclastia

 cristiana i gruppi centrali dei frontoni sono andati perduti.

Frontone est: rappresentava la nascita di Atena dal cervello di Zeus, avvenuta al cospetto di

tutti gli dei

Frontone ovest: rappresentava la contesa tra Atena e Posidone per il possesso dell'Attica. Lo

scontro tra le due divinità si colloca al centro della scena, ma entrambi i personaggi arretrano

con movimento centrifugo. Il centro del frontone era occupato dall'olivo fatto nascere da Atena,

grazie alla quale la dea vincerà la contesa. Allo schema divergente, ripreso dal fregio dell'Altare

di Pergamo, corrisponde il movimento dei gruppi laterali con figure che fuggono verso le

estremità e altre che convergono verso il centro.

Urbanistica e architettura

Dall'urbanistica ortogonale all'urbanistica funzionale

L'urbanistica del V secolo è legata alla figura di Ipoodamo di Mileto, cui è attribuita l'invenzione

della ripartizione funzionale dell'impianto urbano. La suddivisione regolare e geometrica dello

spazio cittadino attraverso assi ortogonali è una delle caratteristiche delle città coloniali fondate ex

novo. La pianta regolare è basata sull'incrocio di larghe strade di scorrimento (plateiai) con una

serie di strade minori (stenopoi).

Pianta per strigas : costituita di tre plateiai tagliate da una fitta serie di stenopoi che formano

 isolati allungati occupati da abitazioni. Questa pianta si ritrova a Posidonia, costruita intorno al

600 a.C. Lo spazio centrale è riservato fin dall'epoca arcaica alla vita covile e religiosa della

città, l'agorà con gli edifici dedicati al culto degli eroi e alle riunioni dei cittadini.

Pianta a scacchiera : costituita dall'incrocio di plateiai, si ritrova a Thurii. All'interno di questo

 schema i nomi delle strade, di norma legati a luoghi pubblici a carattere sacro o civile,

consentono di ipotizzare una diversificazione delle funzioni delle varie aree della città.

Una serie di cippi terminali con iscrizioni hanno consentito di ricostruire la prassi ippodamea di

delimitare i quartieri e stabilirne le funzioni prima ancora di procedere alla costruzione degli edifici.

Oltre il Partenone: gli scambi tra ordini architettonici e la conquista dello spazio interno

Il Partenone unisce in un solo edificio elementi di ordine dorico (peristasi, alzato) ed elementi di

ordine ionico (fregio delle Panatenee, colonne al centro della sala occidentale). I Propilei

dell'Acropoli presentano sei colonne ioniche nel passaggio centrale che collegava i due prospetti

architettonici dorici. Gli scambi tra i due ordini erano stati introdotti anche in Occidente, a

Poseidonia, nell'Athenaion o Tempio di Cerere, un dorico periptero la cui cella è preceduta da uno

spazio con quattro colonne ioniche. Solo nella seconda metà del V secolo l'unione tra i due ordini

viene ratificata anche nelle officine di Atene.

Tempio di Efesto : detto Theseion per i soggetti delle metope, ha una pianta simile a quella del

 Partenone benché di dimensioni minori. La cella presenta il colonnato a pi greco, che offre

maggiore spazio per la sta

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
67 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliaborzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Barbanera Marcello.