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L’interdipendenza nella rappresentazione di sé e il più elevato grado di socializzazione, caratteristiche delle

donne, sono fattori probabilmente responsabili della maggiore importanza data dalle donne

all’interdipendenza. Tali rappresentazioni agiscono come una lente che codifica selettivamente informazioni

Un’ampia mole di studi suggerisce che le donne sono maggiormente sintonizzate con

riguardanti le relazioni. l’esperienza emotiva del coniuge,

la qualità della loro relazione coniugale e con e infatti si fanno maggiormente

carico della sua malattia; le donne trascorrono più tempo pensando alla loro relazione, hanno ricordi più

dettagliati di eventi specifici e sono più turbate da stressors familiari rispetto ad altre tipologie di stressors. Va

sottolineato anche come le donne abbiano maggiori opportunità di coping diadico al di fuori della relazione

coniugale: in periodi di stress, infatti, le donne rafforzano i legami con persone dello stesso sesso, e ciò è

fondamentale in un contesto storico come il nostro in cui il matrimonio è sempre meno frequente.

Fattori di contesto prossimale L’esperienza della malattia porta spesso delle sfide

Qualità della relazione coniugale. ma anche delle

opportunità per la relazione, in quanto può essere associata sia a un peggioramento che a un miglioramento

Quest’ultima è in grado di

della soddisfazione coniugale. mitigare sia le forme meno efficaci di coping che gli

coniugi con un’elevata

effetti della limitazione fisica del paziente sullo stress del coniuge sano; inoltre,

frequentemente l’altro come

soddisfazione coniugale percepiscono più coinvolto in forme adattive di coping.

Quanto alle caratteristiche positive della relazione (validazione, accordo, calore), queste facilitano il problem

solving congiunto e sono associate ad una maggiore stabilità coniugale, mentre quelle negative (dominanza,

ostilità), così come la copresenza di caratteristiche positive e negative, sono associate a stress.

Tipologie di malattia cronica. Gli autori distinguono le malattie sulla base di: linea temporale, conseguenze

(indipendenza, gestione giornaliera e danno comunicativo/cognitivo), controllo e identità.

Parliamo di linea temporale perché le malattie differiscono innanzitutto in quanto ad esordio

Linea temporale.

e decorso. Quanto al primo, alcune hanno un esordio improvviso, che non consente di pianificare (infarto,

alcune forme cancerose); altre un esordio graduale (artrite reumatoide, angina pectoris); quanto al decorso,

alcune presentano un declino progressivo (Alzheimer, Parkinson), altre un andamento costante (ipertensione,

diabete), altre ancora si manifestano con ricadute (lupus, asma).

possono avere conseguenze sull’indipendenza oppure, attraverso un danno

Le patologie

Conseguenze.

cognitivo/comunicativo, sulle relazioni. Quanto alle attività quotidiane, le malattie più debilitanti sfidano

l’indipendenza dell’individuo (ricordiamoci che la dipendenza occupa un posto importante nel sé temuto

dell’anziano) e sono più sensibili a forme disadattive di coping; altre sono definite ad alta gestione giornaliera

in quanto richiedono un controllo quotidiano. Quelle che implicano danni cognitivi e comunicativi ostacolano

la collaborazione di coppia.

Esistono variazioni anche nel grado di controllo che si ha sulla patologia: pazienti con diabete di

Controllo. controllo rispetto a chi ha il cancro o l’artrite reumatoide.

tipo 2 e ipertensione riportano un maggior

Infine, le malattie differiscono rispetto alla loro identità, cioè all’identificabilità dei sintomi. Alcune

Identità.

patologie presentano sintomi simili, che non consentono di diagnosticarle chiaramente; altre sono scarsamente

comprese dalla comunità medica (es. fibromialgia). Le coppie possono presentare notevoli differenze circa le

rappresentazioni di malattie con una scarsa identità.

Configurazioni dell’appraisal diadico. Si parla di appraisal diadico perché i diversi modelli sul coping

diadico ipotizzano che i coniugi possano vedere la malattia o specifici eventi stressanti come condivisi. Benché

gli autori abbiano ritratto i processi di appraisal come temporalmente antecedenti le strategie di coping,

il coping è in grado di influenzare l’appraisal

riconoscono che (ad esempio, collaborare con il coniuge porterà

a percepire lo stressor come condiviso). Tre aspetti dell’appraisal diadico vengono esaminati: a)

rappresentazioni della malattia (è controllabile? Quali sono le sue conseguenze?); b) possesso (di chi è la

malattia?); e c) appraisal condiviso di stressors specifici.

Rappresentazioni di coppia. Allo stesso modo dei processi di appraisal, le rappresentazioni diadiche della

malattia potrebbero essere il punto di partenza per il coping diadico, oppure potrebbero esserne la conseguenza.

supportano l’idea secondo cui la malattia cronica

Possesso della malattia. Diversi studi è spesso identificata

come proprietà della coppia. Il lavoro di Acitelli e Badr ha mostrato come le coppie, per quanto riguarda il

possono mostrarsi esplicite o implicite, e l’uso

possesso della malattia, dei pronomi personali nella

conversazione può rivelarsi uno strumento utile per identificarne il possesso. Un ulteriore aspetto da tenere in

considerazione quando si esamina il possesso è la cultura: la maggiore interdipendenza osservata in alcune

culture, nelle donne e nelle coppie che presentano una maggiore soddisfazione coniugale può facilitare la

considerazione della malattia come qualcosa di condiviso.

Appraisal condiviso degli stressors. Considerare il problema come condiviso può essere il punto di partenza

per un coping collaborativo, e viceversa: ad esempio, benché un paziente possa inizialmente pensare alla

malattia come sua, discussioni giornaliere con il coniuge circa gli stressors e un senso partecipazione congiunta

porteranno a una visione più condivisa della malattia. Gli autori hanno identificato 3 modi in cui i partner

possono valutare gli eventi stressanti: individuale (gli stressors sono visti come propri), relazionale indiretto

dello stress dell’altro) e

(un coniuge percepisce lo stressor come un effetto collaterale condiviso (i coniugi

hanno una visione condivisa dello stress). Il grado di condivisione di una medesima prospettiva può dar luogo

a forme positive o negative di coping diadico.

Comprendere col modello evolutivo-contestuale quando il coinvolgimento coniugale è benefico o

dannoso. Il modello proposto predice quando il coping diadico può essere benefico per la regolazione del

paziente e del coniuge. Innanzitutto, le configurazioni di coping risultano associate ad un miglior adattamento

nell’appraisal della

quando si verifica un match malattia: abbiamo visto che condividere le medesime

rappresentazioni del supporto fornito/ricevuto, della malattia e del suo possesso è associato a un adattamento

ottimale e a strategie più supportive e collaborative. Infine, possiamo riscontrare un livello più elevato di

coinvolgimento laddove le coppie presentano forme più collaborative di coping.

Misurare il coping diadico: la struttura fattoriale del

Questionario di Coping Diadico di Bodenmann in un campione italiano

INDICE

• ➢ Analisi dei dati

Abstract ➢

• Percezione di sé

Il coping in un contesto interpersonale ➢ Percezione dell’altro

• Misurare il coping diadico ➢ Coping comune

• Obiettivi (la struttura fattoriale ipotizzata) • Discussioni e conclusione

o Risultati

Abstract. Lo scopo dello studio è stato di analizzare la struttura fattoriale del Questionario di Coping Diadico

L’FDCT-N

di Bodenmann (FDCT-N) in un campione italiano rappresentato da 389 coppie del nord Italia.

misura la tendenza dei partner al coping diadico, che comprende la comunicazione dello stress, le risposte

di coping (positivo e negativo) e il coping diadico comune. Le risposte di coping sono misurate come

percezione sia dei propri stili di coping che di quelli del partner. Quanto alla struttura fattoriale, questa è stata

esaminata attraverso un’analisi fattoriale confermativa, che ha mostrato una buona aderenza a un modello a 5

fattori per la percezione di sé e dell’altro (comunicazione dello stress, coping diadico focalizzato

sull’emozione, coping diadico focalizzato sul problema, coping diadico delegato, coping diadico

negativo) e a un modello a 3 fattori per il coping diadico comune (common problem-focused, ricerca di

vicinanza, relax).

Il coping in un contesto interpersonale. In letteratura ci si è focalizzati primariamente sugli sforzi compiuti

dal singolo per gestire gli stimoli avversi, concettualizzando lo stress e il coping come fenomeni individuali.

Tale approccio non tiene in considerazione il fatto che l’individuo non affronta lo stress esclusivamente in

condizioni di isolamento, ma all’interno di un contesto interpersonale, generalmente intimo. Il concetto di

coping diadico si riferisce specificamente alla relazione di coppia ed è definito come quel processo

che coinvolge entrambi i partner in una mutua interazione tra i segnali di stress dell’uno e le

interpersonale

reazioni di coping dell’altro. Nella prospettiva di Bodenmann, il coping diadico è definito come a) le risposte

l’altro in momenti di stress, e b) il

di coping di un partner, finalizzate a supportare tentativo di entrambi i

partner di affrontare uno stressor comune. Questi processi sono visti come una sequenza circolare in cui il

partner A comunica il proprio stress, che viene percepito, decodificato e valutato dal partner B, il quale

risponde con il coping. La comunicazione di A, sia essa verbale o non verbale, è considerata condizione

necessaria ma non sufficiente per stabilire un processo di coping diadico. Le risposte di B devono

successivamente essere percepite, decodificate e valutate da A in un processo che continua fin quando la coppia

avrà raggiunto il proprio scopo. Lo scopo del coping diadico è duplice: mantenere il benessere individuale di

entrambi i partner (non solo di quello stressato) e promuovere il funzionamento di coppia rafforzando il senso

di un “noi” e la fiducia reciproca.

La prima classificazione elaborata da Bodenmann circa le risposte di coping includeva il coping comune,

quello supportivo e quello delegato. Laddove quello comune si riferisce agli sforzi più o meno simmetrici di

entrambi i partner (discussioni finalizzate a risolvere il problema, rilassarsi assieme, esprimere comprensione

reciproca), le altre due tipologie sono messe in atto da un partner per supportare l’altro. Il coping supportivo

si riferisce all’esprimere comprensione e solidarietà con l’altro, o al dare consigli; il coping delega

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paulweston di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Normalità e patologia nelle relazioni familiari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Carli Lucia.