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IL PROFILO DI SVILUPPO AFFETTIVO
Test proiettivi
Per valutare lo sviluppo affettivo e la personalità de bambini vengono utilizzati metodi e strumenti
proiettivi, così chiamati in quanto si basano sul meccanismo psicologico della proiezione, sebbene si
possano rilevare anche meccanismi quali la rimozione e la negazione. Condizione essenziale perché un test
possa chiamarsi proiettivo è che la situazione-stimolo proposta al soggetto sia poco strutturata, ambigua e
senza un significato preciso: infatti è nel processo di costruzione del materiale non strutturato che il soggetto
rivela la dinamica della propria organizzazione di personalità.
L’uso dei test proiettivi in età evolutiva fa riferimento a come il bambino rappresenta sé stesso e le relazioni
interpersonali, oltre che ai suoi desideri, i suoi conflitti e le sue difese. È importante saper individuare il test
più adatto alle abilità cognitive del bambino: ad esempio, verso i quattro anni, i bambini cominciano a
raccontare, e da questa età possiamo somministrare i test proiettivi di tipo verbale. Le richieste “disegna una
famiglia” o “racconta un storia” presuppongono invece che il bambino abbia il controllo delle abilità visuo-
percettive, linguistiche e delle funzioni simbolico-rappresentative.
Il disegno
La conoscenza delle tappe di sviluppo grafico-simbolico del bambino è un prerequisito necessario per
interpretare il disegno del bambino. I disegni, infatti, cambiano in relazione allo sviluppo cognitivo del
bambino e allo sviluppo globale della sua personalità. Secondo Luquet un bambino inizia a disegnare
quando traccia dei segni con l’intenzione di rappresentare qualcosa.
Machover ha utilizzato per la prima volta il test del disegno di una persona Draw A Person (DAP) come
test proiettivo. Si presenta al bambino un foglio, una matita e una gomma e si chiede di disegnare una
persona. Quando il bambino finisce il disegno gli si chiede sesso ed età, poi si dà un altro foglio e gli si
chiede di disegnare una persona di sesso opposto. Al termine dell’esecuzione viene fatta una breve inchiesta
per definire i personaggi, la loro età, la loro possibile relazione e cosa stanno facendo. Si prende nota del
e di eventuali commenti spontanei del bambino. Nell’analisi del DAP si tiene conto degli
tempo impiegato
(come la grandezza, la posizione e l’espressione, la presenza di dettagli, la dimensione della
aspetti formali il tratto, la pressione e l’ombreggiatura) e degli
figura rispetto al foglio), degli aspetti grafici (come aspetti di
contenuto (come la completezza del vestiario, i dettagli e le omissioni di parti del corpo). Nel disegnare una
l’immagine di sé, il sé ideale o la rappresentazione
persona è possibile proiettare di un altro significativo.
Test grafici: il disegno della famiglia è espressione dell’esistenza di un modello interno nella
La rappresentazione grafica della famiglia, o DDF,
mente del bambino che offre l’opportunità di comprendere i modi con cui sono stati interiorizzati gli oggetti
della relazione. La valutazione della personalità che propone il test è basata sulla teoria psicoanalitica e
valuta l’immagine che il bambino ha di sé, la sua collocazione all’interno del nucleo familiare, la qualità
delle relazioni oggettuali, i conflitti e le difese. Si tratta di un test adatto a essere utilizzato con soggetti dai 6
anni in poi, e il materiale è costituito da una matita, una gomma e dei fogli formato A4. La somministrazione
nel lavoro clinico deve essere individuale, non prevede limiti di tempo e presuppone la reale conoscenza del
nucleo familiare del bambino preso in esame. Esistono diverse modalità di somministrare il disegno della
famiglia: disegno della famiglia immaginaria, disegno della famiglia cinetica, disegno della famiglia
animale.
Dopo il disegno si procede con l’inchiesta: lo psicologo chiede al bambino di parlargli della famiglia che ha
disegnato, di specificare il ruolo, il sesso e l’età di ogni personaggio. Inoltre viene chiesto al bambino chi è il
più simpatico, chi il più felice, chi vorrebbe e non vorrebbe essere e perché. Nella valutazione bisogna tener
conto del livello grafico che indica lo stile cognitivo e la disposizione affettiva (tratto, ombreggiature,
cancellature, pressione, parte del foglio occupata dal disegno), del livello di contenuto (composizione della
famiglia, valorizzazione/svalorizzazione, collocazione del bambino rispetto ai famigliari) e del livello
formale (caratterizzazione dei personaggi, precisione e articolazione dello schema corporeo). Alcune
variabili prese in considerazione per l’interpretazione sono: la grandezza, che è un criterio di valorizzazione;
la vicinanza con alcuni personaggi, che indica sia il rapporto vissuto con quel personaggio sia un bisogno
affettivo; l’omissione di personaggi, realizzata attraverso il meccanismo della negazione, che indica il livello
di conflittualità con il personaggio tralasciato; l’introduzione di un personaggio estraneo alla famiglia o di un
che può indicare la presenza di desideri e bisogni affettivi da soddisfare; l’omissione
animale immaginario, l’omissione
di sé, invece, è considerata espressione di marcati vissuti di inadeguatezza e autosvalorizzazione;
di parti del corpo o la sua deformazione indica una deprivazione affettiva o un grave conflitto familiare;
l’assenza emotiva. Nell’interpretazione sono importanti le
di particolari indica inibizione preferenze, che
mostrano le identificazioni: si parla di identificazione di desiderio quando la scelta va ad un personaggio
che rappresenta le sue aspirazioni, identificazione di difesa se sceglie un personaggio autoritario o che
punisce e identificazione di realtà se sceglie sé stesso; anche disegnare un personaggio per primo è un
indicatore della scelta d’identificazione.
Infine, bisogna tenere conto del fatto che il modo in cui il bambino esegue il disegno è importante quanto il
prodotto finale, e lo psicologo deve prendere nota dei commenti spontanei, delle reazioni emotive durante
l’esecuzione, del punto del foglio in cui il bambino inizia a disegnare, delle esitazioni, del tempo impiegato
e del tempo impiegato per l’intero disegno.
per ogni personaggio
Il completamento di storie nella valutazione dell’attaccamento: Attachment Story Completion Task
L’ASCT valuta la qualità dell’attaccamento del bambino dai 3 agli 11 anni. Il materiale include una casetta
giocattolo o un piano su cui viene posta una famiglia composta da padre, madre, nonna, bambino grande,
bambino piccolo e cane, e i bambini sono dello stesso sesso del soggetto esaminato. La somministrazione,
conoscenza tra l’intervistatore e il bambino, è individuale, e
che avviene dopo aver instaurato un rapporto di
l’intera procedura viene videoregistrata e successivamente trascritta per la codifica. Il genitore può essere
presente solo nella fase di familiarizzazione. Poi l’operatore chiede al bambino di giocare insieme a lui e di
aiutarlo a completare delle storie da lui cominciate.
Le storie indagano vari temi, tra cui figurano la trasgressione alle regole e la visione del genitore come figura
di autorità, la perdita e la riunione con i genitori, l’empatia nei confronti della madre, il tema edipico, la
lealtà nei confronti degli amici, la capacità di risoluzione di conflitti tra pari senza l’intervento dei genitori,
la risposta del bambino al conflitto tra i genitori genitoriale e la vergogna.
L’interpretazione delle storie è basata sull’ipotesi che la capacità di discutere i temi dell’attaccamento in
maniera aperta e coerente dipenda dalla sicurezza dei modelli operativi interni, avviene sulla base di quattro
l’espressione emozionale l’interazione
aree: il contenuto (o il tema) della storia, la coerenza del tema, e
con l’intervistatore. La valutazione permette l’attribuzione a una delle categorie principali
dell’attaccamento (sicuro, evitante, ambivalente o disorganizzato).
Ogni storia viene codificata in due modi:
classificazione dell’attaccamento a partire dai
a) contenuti messi in scena. La relazione si classificherà
come Sicura se il protagonista della storia viene descritto come meritevole e importante e la
relazione con il genitore affettuosa, se l’esito della storia è positivo. Evitante se il protagonista
viene descritto come isolato o rifiutato e non viene data importanza alla relazione. Il bisogno di aiuto
può venire negato o la storia ha un esito negativo. Disorganizzato se il protagonista è coinvolto in
comportamenti violenti, ostili, negativi o bizzarri.
b) si valutano le caratteristiche della narrazione dando alti punteggi a storie fluide e bassi punteggi se il
bambino evita il tema.
Test proiettivi tematici
Sono test basati sull’elicitazione dei contenuti interni in base alla presentazione di “scene tematiche” ben
riconoscibili ma sufficientemente ambigue da permettere al soggetto di interpretarle e leggerle in base a
criteri personali. Sono generalmente contrapposti ai test proiettivi strutturali, come il Rorschach.
Patte noire
È un test proiettivo tematico per bambini dai 4 ai 12 anni e si fonda sull’ipotesi che i bambini si identifichino
con gli animali, in questo caso un maialino con la sua famiglia. Il PN si propone di esplorare la personalità
profonda, i conflitti interiori e le motivazioni inconsce del comportamento del bambino. Il materiale è
costituito da 18 tavole più l’immagine del frontespizio che viene presentata sempre all’inizio della
somministrazione, e ogni tavola si propone di sollecitare specifiche tematiche. Il test si basa sulla teoria
psicoanalitica, fa riferimento alla teoria delle istanze psichiche Io, Es e Super-Io e si propone di evidenziare
lo stadio evolutivo del bambino, gli stati emotivi connessi alle figure di attaccamento e la rappresentazione
di sé. La somministrazione, che richiede 1,30 h, è individuale e prevede diverse fasi:
1. presentazione del frontespizio;
2. racconto spontaneo: si presentano tutte le tavole del test (tranne quella della fata) in ordine sparso e
si invita il bambino a scegliere quelle che preferisce e a raccontare una storia sulle avventure di PN;
3. fase della proiezione/identificazione: terminato il racconto si riuniscono tutte le immagini e si
chiede al bambino quale gli piace più di tutte; la tavola preferita rappresenta la situazione sulla quale
il soggetto investe maggiormente.
4. domande di sintesi;
fase dell’inchiesta,
5. in cui si chiede al bambino chi è secondo lui il più felice, il meno simpatico e
così via, chiedendo di volta in volta il perché;
6. present