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I BAMBINI "INCLASSIFICABILI" ALLA STRANGE SITUATION

Nei bambini con categorie insicure organizzate vi sono delle strategie difensive organizzate, che comunque portano a una problematicità. Sono caratterizzati da un fattore di rischio per una problematica regolazione emotiva (difesa dell'evitamento o difesa dell'attaccamento resistente). Ad esempio, il bambino evitante diventa un adulto distanziante, ha difficoltà a chiedere aiuto quando ha bisogno di sicurezza, conforto, rassicurazione, proprio perché la stima di sé come degno di amore e comprensione è compromessa, compromettendo l'ulteriore sviluppo di relazioni affettive nel ciclo di vita.

Tuttavia, sia nel caso del bambino evitante che il bambino resistente, il genitore non è una fonte di paura perché il genitore è presente ed è carente verso la regolazione delle emozioni. Questo è un fattore importante, perché quando si fa riferimento

A delle situazioni caratterizzate da maltrattamenti infantili il bambino vive il genitore come fonte di paura. Questo accade anche quando il genitore ha subito nella propria storia affettiva un lutto grave e traumatico ed è spaventato dall'esperienza emotiva e affettiva che è stata disregolata da quel lutto non risolto.

Il genitore spaventato dal suo trauma di perdita o maltrattamento diventa un genitore spaventante perché riattiva il proprio trauma nella relazione attuale con il bambino, sia anche perché non ha altro modello di prendersi cura del bambino. Nel maltrattamento si crea un circolo vizioso negativo, cioè dove quando ci sono dei bambini maltrattati, i loro genitori hanno avuto a loro volta delle esperienze di maltrattamento.

Mary Main e Judith Solomon hanno pensato di applicare la procedura della Strange Situation a campioni clinici (ad alto rischio) in cui c'era una psicopatologia genitoriale madri con depressione clinica, disturbi di personalità,

Comportamenti violenti nelle modalità di accudimento del bambino. In questo caso, il genitore è una fonte di paura per il bambino.

Emerse che questi bambini non si potevano classificare né come tipo A (evitante), né come tipo B (sicuro) né come tipo C (resistente), per cui la Main e Solomon misero a punto un sistema di codifica per riuscire a identificare le risposte di questi bambini attaccamento D (disorganizzato/disorientato).

Manifestazioni simultanee di modelli di comportamento contraddittori: il bambino cerca la prossima verso il genitore al momento della riunione, come lo sta per raggiungere si allontana dal genitore, senza avere una direzione e un set-goal (obbiettivo). Questo comportamento contradditorio avviene anche in rapida frequenza. Il sistema dell'attaccamento si disorganizza ed è disorientato, poiché gli manca dove indirizzare la richiesta.

Immobilità e congelamento (freezing) alla riunione, il bambino

Rimane immobile e non va in nessuna direzione, è come congelato sul piano emotivo e sul piano decisionale.

Alcuni bambini hanno anche delle posture anomale, movimenti inappropriati e stereotipie, molto più intense ed evidenti nei momenti inappropriati. Ad esempio, bambini che sembravano a tratti dare attenzione al gioco, poi lo lasciavano e cominciavano a girare intorno alla stanza senza avere una meta o uno scopo. Questo accade quando c'è un sovraccarico di ansia e difficoltà a contenere l'angoscia, quindi si parla di comportamenti non diretti o diretti male, che fanno riferimento a un disorientamento e disorganizzazione del bambino.

Quando il genitore spaventato diventa spaventante, il bambino è esposto ad un paradosso, perché è spinto da una motivazione primaria a inviare dei segnali di attaccamento, ma il genitore che risponde è un genitore che spaventa il bambino, proprio colui che dovrebbe proteggerlo dalla paura.

è colui che fa paura. In questo caso, la paura del bambino maltrattato è ancora più grande perché è amplificata dalla paura del genitore del trauma da lui vissuto di maltrattamento + paura del bambino attuale per il maltrattamento del genitore.

Mary Main sostiene che è un paradosso talmente incomprensibile e disfunzionale che determina un crollo delle strategie difensive del bambino e il sistema di attaccamento si disorganizza e si disorienta. Quando il bambino va verso il genitore spaventante l’unica strategia difensiva che il bambino ha è quella del congelamento e del disorientamento, in cui il bambino è spinto da un lato dall’istinto dell’attaccamento, ma si dirige verso la fonte della paura, amplificando quindi la sua paura iniziale. Non ha una sicurezza interna ed è quindi privo di un fondamentale fattore di protezione, oltre ad avere uno stato mentale disorganizzato e disorientato; tutta questa situazione

è di alto rischio per lo sviluppo psicopatologico del bambino. Gli studi di Mary Main e altri esperti confermarono che il genitore maltrattante è predittivo di un bambino con attaccamento disorganizzato/disorientato, per cui bisogna realizzare dei programmi di prevenzione primaria che possono partire prima ancora che il bambino nasca. I servizi sociali devono essere preparati a identificare famiglie dove c’è violenza (fisica e psicologica), rischio psicosociale elevato, tramite degli screening precoci, in modo tale che tempestivamente si possa intervenire in questi ambienti inadeguati per prevenire conseguenze gravi. Circa il 15-20% dei bambini sono classificati disorganizzati/disorientati in campioni a basso rischio, mentre nei campioni ad alto rischio con maltrattamento troviamo circa l’80%. I bambini con attaccamento D hanno una vulnerabilità alla psicopatologia che è stata confermata da una serie di studi, come quelli condotti da Liotti e da

Walsh che hanno dimostrato l'associazione con i disturbi dissociativi di personalità, o ancora l'associazione con comportamenti distruttivi aggressivi da Lyons-Ruthe Solomon. Studi longitudinali hanno anche messo in luce che i punteggi D nell'infanzia sono predittori di psicopatologia durante l'adolescenza pertanto gli esiti negativi del modello di attaccamento disorganizzato/disorientato sono sia a breve-medio termine e anche a lungo termine. ADULT ATTACHMENT INTERVIEW - MARY MAIN (1985) Mary Main ha sviluppato l'ipotesi della trasmissione intergenerazionale dei modelli mentali dell'attaccamento, secondo cui il modello operativo interno del genitore può essere trasmesso al figlio attraverso la qualità delle interazioni (in particolare nelle esperienze di attivazione e disattivazione di sistemi di attaccamento). Per dimostrare questa sua ipotesi, Mary Main sviluppò una metodologia valutativa.appropriata dell'attaccamento adulto, ossia un'intervista semi-strutturata chiamata Adult Attachment Interview della durata di circa un'ora. Questa era caratterizzata da domande specifiche e standardizzate (parte strutturata), che tuttavia prevedono una risposta aperta per dare la possibilità alla persona intervistata di narrare la propria esperienza soggettiva infantile (parte libera). È somministrabile a adulti a partire dalla fine dell'adolescenza fino all'età adulta, comprese le persone anziane. L'analisi dei trascritti delle interviste prevede di assegnare dei punteggi da 1 a 9 su diverse scale, permettendo di arrivare ad una classificazione in categorie della differente qualità dell'attaccamento dell'adulto-genitore. Le due scale principali sono: - la probabile esperienza durante l'infanzia, probabile perché è un racconto soggettivo - stato attuale della mente nei confronti dell'attaccamento.

Il modo in cui il genitore narra e riflette il suo stato mentale, come funziona la sua mente in termini cognitivi, di elaborazione, interpretazione, capacità di identificare le proprie emozioni e affetti.

Il metodo di ricerca che viene utilizzato è l'analisi delle narrazioni perché l'ipotesi teorica è che la comunicazione narrativa costituisce proprio l'espressione osservabile dello stato della mente della persona.

L'Adult Attachment Interview affonda le sue radici nella psicoanalisi, perché la sua cornice di lavoro basilare è l'idea che lo stato della mente di un individuo abbia contenuti affettivi della propria storia personale che sono presenti nell'inconscio, quindi possono essere conosciuti se non sono presenti delle difese che inibiscono e controllano l'accesso di questi contenuti. Per cui nell'analisi delle narrazioni vi è un'attenzione ai meccanismi di difesa che possono distorcere.

inibire e limitare l'accesso a contenuti problematici per la persona, ed è proprio dove questi sono attivi che troviamo più conflitto, e quindi maggiore sofferenza psichica e nell'affettività. La Main ha sottolineato che il suo obiettivo era quello di sorprendere l'inconscio, cioè di andare a sorprendere quei ricordi impliciti che possono essere stati sottoposti all'azione dei meccanismi di difesa. Al paziente vengono chiesti 5 aggettivi per descrivere la relazione precoce con entrambi i genitori e di cerca di andare più indietro possibile, perciò la persona si trova direttamente catapultata nei ricordi dell'infanzia. Generalmente le persone con un modello operativo interno sicuro hanno molto accesso ai ricordi della propria infanzia e sono realistici nell'esposizione dei propri ricordi. Tanto più si va verso modelli operativi interni insicuri, tanto più le narrazioni diventano confuse, non sembrano

Vere e fondate. In seguito a questi aggettivi viene chiesto di descrivere gli eventi che hanno portato alla scelta degli aggettivi; tanto più il modello operativo è sicuro, tanto più gli esempi sono coerenti con l'aggettivo e spiegati in maniera chiara e realistica. Questo dà la possibilità di rilevare possibili contraddizioni durante l'intervista, proprio perché l'inconscio viene sorpreso, per cui è possibile individuare fragilità o strategie di difesa che cercano di arginare il dolore delle carenze affettive e delle frustrazioni avute. In questo modo la persona riesce ad esprimere le proprie difficoltà e si possono così affrontare e risolvere.

Agli intervistati viene chiesto anche di descrivere e valutare gli effetti delle esperienze di attaccamento sulla propria vita.

Al termine della somministrazione dell'intervista, il sistema di codifica dell'AAI consente di fare una classificazione di

ibile (D)3. Disorganizzato (U)4. Evitante (A) La categoria sicuro/autonomo (F) si riferisce a un adulto-genitore che è in grado di riflettere in modo coerente sulla propria esperienza di attaccamento e di comunicarla in modo chiaro e coerente. Questo adulto-genitore è in grado di riconoscere e rispondere alle esigenze del bambino in modo adeguato e affidabile. La categoria preoccupato/invisibile (D) si riferisce a un adulto-genitore che ha difficoltà a riflettere in modo coerente sulla propria esperienza di attaccamento e a comunicarla in modo chiaro e coerente. Questo adulto-genitore può essere iperattento alle esigenze del bambino, ma può anche essere preoccupato e ansioso riguardo alla relazione di attaccamento. La categoria disorganizzata (U) si riferisce a un adulto-genitore che ha difficoltà a riflettere in modo coerente sulla propria esperienza di attaccamento e a comunicarla in modo chiaro e coerente. Questo adulto-genitore può mostrare comportamenti contraddittori e confusi nella relazione di attaccamento, come ad esempio alternare tra comportamenti di avvicinamento e di allontanamento. La categoria evitante (A) si riferisce a un adulto-genitore che ha difficoltà a riflettere in modo coerente sulla propria esperienza di attaccamento e a comunicarla in modo chiaro e coerente. Questo adulto-genitore tende ad evitare l'intimità e la vicinanza emotiva nella relazione di attaccamento, mostrando comportamenti di distanza e di evitamento.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
91 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria2001b di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Lucarelli Loredana.