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Estratto del documento

Nota II

• Ci sono tre tipi di antinomie della ragione pura: senza una tale antinomia la ragione non potrebbe mai decidersi

all’accettazione di un principio che restringe il campo della sua speculazione e a sacrifici con cui tante speranze devono

scomparire

• Il fatto che ci sono tre tipi di antinomie ha il suo fondamento nel fatto che ci sono tre facoltà conoscitive ciascuna delle

quali deve avere i suoi principi a priori. Ci sono dunque: un’antinomia della ragione sotto il profilo dell’uso teoretico

dell’intelletto per la facoltà conoscitiva; un’antinomia della ragione sotto il profilo dell’uso estetico della facoltà di giudizio

per il sentimento del piacere e dispiacere; un’antinomia sotto il profilo dell’uso pratico della ragione, in sé legislativa, per la

facoltà di desiderare 23

58. Dell’idealismo della conformità a scopi sia della natura, sia dell’arte come univo principio della facoltà estetica di

giudizio

• Si può porre il principio del gusto nel fatto che esso giudica sempre secondo principi di determinazione empirici tali da

essere dati solo a posteriori mediante sensi, oppure si può ammettere che giudichi a partire da un principio a priori. Il

primo caso è quello dell’empirismo della critica del gusto, il secondo del suo razionalismo

• Secondo il primo l’oggetto del nostro compiacimento non sarebbe distinto dal piacevole, secondo l’altro se il giudizio

riposasse su concetti determinati non sarebbe distinto dal buono e così negherebbe l’istanza di ogni bellezza

• Poiché un giudizio di gusto non è un giudizio di conoscenza e la bellezza non è una qualità dell’oggetti  il razionalismo del

principio del gusto non può essere posto nel fatto che la conformità a scopi sia pensata come oggettiva, cioè che il

giudizio sia rivolto teoreticamente alla perfezione dell’oggetto  poiché è rivolto solo esteticamente all’accordo della sua

rappresentazione nell’immaginazione con i principi essenziali della facoltà di giudizio nel soggetto

• Ciò che prova il principio dell’idealità della conformità a scopi nel bello della natura come principio che poniamo a

fondamento nel giudizio estetico e che non ci permette di usare come principio di spiegazione nessun realismo di uno

scopo della natura per la nostra facoltà rappresentativa è che noi nel giudicare la bellezza in genere cerchiamo il suo

criterio a priori in noi stessi e che la facoltà estetica di giudizio è essa stessa legislativa  in un tale giudizio non conta ciò

che la natura è ma come noi l’apprendiamo

59. Della bellezza come simbolo della moralità

• Le intuizioni che vengono fornite a concetti a priori sono o schemi o simboli: i primi contengono l’esibizione diretta mentre i

secondi l’esibizione indiretta del concetto

• Il bello piace nell’immaginazione

Il bello piace senza alcun interesse

La libertà dell’immaginazione è rappresentata nel giudicare del bello in accordo con la conformità a leggi dell’intelletto

Il principio soggettivo del giudicare il bello è rappresentato come universale quindi valido per ciascuno ma non come

riconoscibile mediante un concetto universale

 il giudizio morale non è capace solo di principi costitutivi determinati ma è possibile soltanto mediante la fondazione delle

massime su di essi

• Il gusto rende possibile il passaggio dall’attrattiva dei sensi ad un interesse morale rappresentando l’immaginazione, nella

sua libertà, determinabile come conformità a scopi per l’intelletto, e insegna a trovare un libero compiacimento perfino in

oggetti dei sensi anche senza attrattiva dei sensi

60. Appendice. Della dottrina del metodo del gusto

• La divisione di una critica in dottrina degli elementi e dottrina del metodo che precede la scienza non può essere applicata

alla critica del gusto poiché non può esserci né una scienza del bello e il giudizio di gusto non è determinabile mediante

principi

• C’è per l’arte bella solo una maniera non un metodo

• La propedeutica a ogni arte bella, in quanto si mira al grado più alto della sua perfezione, sembra consistere non in

precetti ma nella cultura delle facoltà dell’animo mediante le conoscenze preliminari che si dicono humaniora

• La vera propedeutica alla fondazione del gusto è lo sviluppo di idee morali e la cultura del sentimento morale

Seconda parte: FACOLTA’ TELEOLOGICA DI GIUDIZIO

61. Della conformità oggettiva della natura a scopi

• Si ha ragione di assumere una conformità a scopi soggettiva della natura nelle sue leggi rispetto all’afferrabilità da parte

dell’umana facoltà di giudizio delle esperienze particolari e alla possibilità del loro collegamento in un sistema della natura

 tra i prodotti della natura ci si può aspettare come possibili prodotti che mediante la loro molteplicità e unità servono a

rafforzare le facoltà dell’animo

• La conformità oggettiva a scopi come principio della possibilità delle cose della natura è lontana dall’essere

necessariamente connessa col concetto della natura 24

• Il giudicare teleologico viene piegato all’indagine della natura per ricondurla secondo l’analogia con la causalità secondo

scopi sotto principi dell’osservazione e della ricerca senza presumere di spiegarla  appartiene alla facoltà riflettente di

giudizio

• Chiamiamo in causa un principio teleologico quando attribuiamo al concetto di un oggetto, come se si trovasse nella

natura, una causalità rispetto all’oggetto o ci rappresentiamo la possibilità dell’oggetto secondo l’analogia di una tale

causalità con ciò pensiamo la natura come tecnica in ragione di una sua capacità

Primo capitolo: ANALITICA DELLA FACOLTA’ TELEOLOGICA DI GIUDIZIO

62. Della conformità oggettiva a scopi che è solo formale

• Le figure geometriche disegnate secondo un principio mostrano in sé una conformità a scopi oggettiva l’essere idonee

alla soluzione di molti problemi  la conformità oggettiva a scopi esprime l’adeguatezza della figura per la generazione di

molte configurazioni che si hanno come scopi e viene conosciuta mediante la ragione

• Questa conformità intellettuale a scopi, sebbene sia oggettiva, la si può comprendere in generale come semplicemente

formale senza che sia necessario porre a fondamento una teleologia

• Le regole la cui unità suscita ammirazione sono sintetiche e non seguono da un concetto dell’oggetto ma richiedono che

questo oggetto sia dato nell’intuizione questa armonia viene conosciuta a priori

• È un giudicare intellettuale secondo concetti che ci fa conoscere distintamente una conformità oggettiva a scopi  una

perfezione relativa della figura matematica

• La denominazione di bellezza intellettuale non è appropriata poiché altrimenti la parola bellezza dovrebbe perdere ogni

significato determinato  la bellezza comporta un compiacimento soggettivo, mentre la perfezione un compiacimento

oggettivo

63. Della conformità a scopi relativa della natura a differenza di quella interna

• L’esperienza conduce la nostra facoltà di giudizio al concetto di una conformità a scopi oggettiva e materiale  il concetto

di uno scopo della natura solo nel caso in cui è da giudicare un rapporto di causa-effetto

• Può avvenire in due modi: considerando l’effetto come prodotto dell’arte o solo come materiale per l’arte di altri possibili

esseri naturali o come scopo o come mezzo per l’uso conforme a scopi

 quest’ultima conformità a scopi si chiama utilizzabilità o convenienza; la prima è una conformità a scopi dell’essere

naturale

• La conformità oggettiva a scopi che si fonda sulla convenienza non è una conformità a scopi delle cose in se stessa ma è

semplicemente relativa e contingente per la cosa a cui viene attribuita  questa conformità esterna a scopi può essere

considerata come uno scopo naturale solo sotto la condizione che l’esistenza di ciò per cui è conveniente sia per se

stesso scopo della natura  non autorizza alcun giudizio teleologico assoluto

64. Del carattere peculiare delle cose in quanto scopi naturali

• Per comprendere che una cosa è possibile solo come scopo (quindi che si debba cercare la causalità della sua origine

non nel meccanismo della natura ma in una causa la cui capacità di produrre un effetto viene determinata mediante

concetti) è richiesto che la sua forma non sia possibile secondo le semplici leggi della natura ma che la sua conoscenza

empirica in termini di causa-effetto presupponga concetti della ragione  questa contingenza della sua forma nelle leggi

empiriche della natura in riferimento alla ragione non può ammettere questa necessità in quella forma data

• Una cosa che esiste come scopo naturale è di se stessa causa ed effetto

65. Le cose in quanto scopi naturali sono esseri organizzati

• Il legame causale è pensato mediante l’intelletto, è una connessione che costituisce una serie di cause ed effetti, essa è

sempre discendente

• Il legame delle cause efficienti è quello per cui le stesse cose che come effetti ne presuppongono altre come cause non

possono essere allo stesso tempo, reciprocamente, cause di quelle 25

• Per lo scopo natura viene richiesto in primo luogo che le parti siano possibili solo mediante il loro riferimento al tutto. Se

una cosa come prodotto della natura, deve contenere in se stessa e nella sua possibilità un riferimento a scopi (essere

possibile solo come scopo naturale senza la causalità di concetti di esseri razionali esterni) si richiede in secondo luogo

che le sue parti si leghino nell’unità di un tutto in modo che siano vicendevolmente causa ed effetto ed effetto della loro

forma  solo in questo modo è possibile il legame di ogni parte per chi lo giudica, come principio di conoscenza dell’unità

sistematica della forma e del legame del molteplice che è contenuto nella materia data  la connessione delle cause

efficienti deve essere giudicata allo stesso tempo come effetto mediante cause finali

• In un tale prodotto della natura ogni parte è pensata come esistente in vista delle altre e del tutti, come organo che

produce le altre parti della natura che fornisce ogni materiale per gli strumenti un tale prodotto può essere detto scopo

naturale

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Publisher
A.A. 2014-2015
33 pagine
11 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fudor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gentili Carlo.