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4.4 COME DEROGARE: IL CONGELAMENTO DEGLI UTILI
L’esercizio della deroga determina, in maggior parte dei casi possibili, il formarsi di un
componente positivo di reddito, in particolare di plusvalenze da valutazione . Gli utili che
1
derivano dall’esercizio della deroga non possono essere distribuiti ai soci, ma devono
essere direttamente accantonati in una riserva non distribuibile. Così, si evita che
l’esercizio della deroga possa essere impiegato per far crescere il capitale netto, e
successivamente, procedendo alla distribuzione. La deroga, una volta costituita, non resta
però indistribuibile a vita.
1 Le plusvalenze da valutazione si distinguono da quelle da realizzo, mentre le prime nascono da un mero apprezzamento soggettivo,
sia pur fondato dal redattore, invece le seconde di formano in seguito ad uno scambio di mercato. 18
Questi utili potranno essere distribuiti solo quando verranno effettivamente realizzati. Il
realizzo si ottiene:
Direttamente, mediante la vendita del bene la cui la cui valutazione è stata oggetto
A) di deroga e il relativo conseguimento monetario del maggior valore a esso attribuito.
Indirettamente, attraverso il processo di ammortamento. Ammortizzano il bene
B) rivalutato, ovviamente se il bene è suscettibile di ammortamento, si potrà
recuperare sia la parte del valore originario di esso, sia il maggior valore che deriva
dalla rivalutazione.
La riserva, inoltre, può essere utilizzata per coprire perdite di esercizio o per incrementare
la consistenza del capitale sociale. Tuttavia, se viene usata la riserva per coprire perdite,
la parte mancante deve essere ricostituita negli esercizi successivi.
CAPITOLO 5
I DOCUMENTI CHE FORMANO IL BILANCIO
5.1 IL TRITTICO DI BILANCIO E IL CORREDO
Il bilancio d’esercizio è composto, secondo quanto previsto dal Cod. Civ., da tre documenti
fondamentali, cioè lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota Integrativa.
A questi documenti se ne aggiunge un quarto, come funzione di corredo, cioè la Relazione
sulla Gestione.
Il bilanico ufficiale, dunque, non si esaurisce nei prospetti contabili dello S.P. e del C.E.,
ma si presenta, ai terzi, formato da più documenti.
Una composizione così articolata nasce da precise ragioni. Più documenti danno motivi di
chiarezza dell’informazione e aiutano a interpretare i valori contabili.
Stato Patrimoniale, dunque, si rilevano come strumenti idonei, solo in parte, a fornire
l’informazione minima necessaria ai diversi pubblici aziendali. I prospetti contabili:
• Debitamente illustrati nei loro contenuti.
• Arricchiti con altre informazioni che aiutano a interpretare i risultati aziendali.
Per questo ai prospetti contabili si aggiungono documenti narrativi, cioè la Nota Integrativa
e la Relazione sulla Gestione.
I documenti che formano il bilancio, vengono posti dal legislatore in rapporti con la
dimensione dell’impresa. Il Codice, infatti, all’art. 2435 bis, prevede la possibilità di
redigere il bilancio in forma abbreviata.
Per i piccoli, comunque, il contenuto del bilancio si può semplificare. Si tratta di un bilancio
formato da un numero più ridotto di prospetti, dove può essere omessa la Relazione sulla
Gestione.
5.2 LE INFORMAZIONI COMPLEMENTARI
L’art. 2423, comma 3, prescrive che le informazioni complementari sono fornite quando le
informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una
rappresentazione veritiera e corretta.
Per offrire un quadro fedele si individuano ulteriori prospetti che devono accompagnare il
trittico di bilancio e il suo corredo. In particolare si tratta del prospetto delle variazioni del
patrimonio netto e il rendiconto finanziario.
Primo prospetto s’intende approfondire l’esame del capitale di rischio dell’impresa
1) individuando le operazioni che lo hanno interessato direttamente, causandone
modificazioni quantitative e qualitative. Sono messe in luce le operazioni aumenti o
riduzioni del capitale sociale, distribuzioni di riserve, copertura di perdite,
attribuzioni dell’utile a riserva. I motivi dell’attenzione al patrimonio netto è perché
questo rappresenta la garanzia che l’impresa offre ai terzi finanziatori. 19
Il secondo dei prospetti indicati riguarda le risorse finanziarie a disposizioni
2) dell’impresa. In particolare, si concerta sulle risorse monetarie prodotte e
consumate (cassa) . Lo scopo è quello di mettere in luce in che misura le diverse
operazioni di gestione dell’impresa hanno prodotto flussi di cassa, cioè hanno
contribuito a assorbire o a ridurre risorse monetarie.
È tramite la liquidità che si pagano i dipendenti, si saldano le fatture, si rimborsano i
debiti verso le banche, e infine si erogano dividendi ai soci. La sua mancanza può
causare il fallimento dell’impresa.
Per questo, il rendiconto finanziario è considerato dalla prassi internazionale il terzo
pilastro contabile del bilanico, va ad aggiungersi allo S.P. e al C.E..
Per la prassi il rendiconto finanziario è obbligatorio.
5.3 L’INFORMAZIONE VOLONTARIA E LA COMUNICAZIONE INTEGRATA DI
BILANCIO
L’allargamento della base informativa del bilancio è un obiettivo ormai perseguito
spontaneamente da molte imprese. In concreto, si traduce nella redazione di fascicoli di
bilancio che affiancano alle informazioni obbligatorie, cioè di ulteriori documenti
contenenti informazioni volontarie. Si tratta di informazioni autonomamente fornite
dall’impresa al fine di aiutare i terzi a meglio comprendere la condizioni economica,
competitiva e sociale che caratterizza l’azienda.
Gli esempi sono il bilancio sociale e il bilancio ambientale.
Ogni azienda nello svolgimento della sua attività entra in contatto con più soggetti, come
altre imprese, clienti, fornitori, dipendenti, pubblica amministrazioni e, in più in generale, la
collettività. L’andamento dell’azienda si riflette in varia misura su ciascuno di questi
soggetti. Dunque, l’impresa oltre a una funzione economica svolge una funzione sociale.
Nel bilancio sociale l’impresa esplicita gli obiettivi prefissati, le attività svolte per soddisfare
esigenze sociali e i risultati ottenuti.
Il bilancio ambientale può essere inteso come una specificazione del bilancio sociale.
L’inquinamento e degrado ambientale sono output indesiderati dall’azienda. Dunque,
dovrebbe mettere in evidenza gli effetti nocivi che derivano dallo svolgimento della
gestione aziendale, gli sforzi compiuti per eliminarli e i risultati ottenuti.
Da notare che il patrimonio più prezioso di cui un’impresa può disporre non è rappresentato tanto da immobili,
macchinari o scorte di magazzino, ma dal capitale intellettuale o patrimonio intangibile, cioè alle
competenze che essa possiede. Il capitale umano, costituito dalle conoscenze e competenze possedute dal
personale dell’azienda. Il capitale strutturale rappresentato dalla conoscenza di codificata, cioè di brevetti
procedure, schede tecniche. Il capitale relazionale espresso dalle conoscenze che l’impresa istaura con i propri
stakeholder.
Informazione volontaria concorre insieme a quella obbligatoria, a dar vita al sistema
informativo di bilancio. In tal senso, si parla oggi di comunicazione integrata
d’impresa.
CAPITOLO 6
LO STATO PATRIMONIALE: FORMA E STRUTTURA
6.1 GLI ELEMENTI DEL PROSPETTO DI S.P. : ATTIVITA’, PASSIVITA’ E PATRIMONIO
NETTO
Lo S.P. è il prospetto che illustra il capitale di cui l’impresa si avvale per svolgere la sua
gestione. Il capitale è rappresentato attraverso l’esposizione degli elementi fondamentali
che lo costituiscono, cioè attività, passività e patrimonio netto. L’obiettivo di costruire un
20
bilancio utile per più soggetti, in particolare per gli investitori, ha determinato l’affermarsi,
nella prassi contabile internazionale, ma anche dello stesso Codice Civile, del principio
della prevalenza della sostanza sulla forma.
Ragionando in questa prospettiva economico – sostanziale, si dice attività una risorsa
controllata dall’impresa in conseguenza di eventi passati e capace di generare in futuro un
afflusso di benefici economici per l’impresa stessa.
Si dice passività le obbligazioni attuali dell’impresa che deriva da eventi passati, la cui
estinzione darà luogo a una fuoriuscita dall’impresa di risorse che incorporano benefici
economici. L’obbligazione rappresenta un dovere o una responsabilità a comportarsi o
ad agire in una determinata maniera.
Il patrimonio netto infine è quello resta delle attività dell’impresa dopo aver dedotto tutte le
passività. Il patrimonio netto può essere articolato al suo interno individuando alcuni
elementi ideali che lo costituiscono.
Tali elementi sono rappresentati dal capitale sociale, fondi di riserva di varia natura, utili
portati a nuovo, finanziamenti apportati dagli azionisti a titolo di capitale di rischio. Questa
ripartizione, inoltre, è un riferimento essenziale per svolgere una serie di operazioni
previste dal Codice Civile.
Si pensi, all’accantonamento obbligatorio a riserva legale di un ventesimo degli utili
d’esercizio di ogni anno fino a quando la riserva non raggiunga un quinto del capitale
sociale.
Lo Stato Patrimoniale consente quindi di ottenere informazioni riguardo la struttura
patrimoniale, finanziaria e al liquidità dell’impresa, permettendo di conoscere la
composizione quali – quantitativa delle risorse controllate dall’azienda, il grado di
indebitamento e i gravami che esso comporta e con essi le esigenze di ulteriori capitali
futuri che derivano dalle proprie obbligazioni.
Permette anche di valutare la sua solvibilità, cioè la capacità dell’impresa a far fronte agli
impieghi finanziari che derivano dalle proprie obbligazioni rispettandone le scadenze.
6.2 LA FORMA E LA STRUTTURA DEL PROSPETTO
Gli art. 2424 e 2424 bis del Codice Civile, disciplinano la forma, la struttura e il contenuto
dello Stato Patrimoniale. Il prospetto dello S.P. è a sezioni divise e contrapposte, con una
serie destinata ad accogliere i valori di attività e un’altra destinata ad accogliere i valori di
patrimonio netto e passività.
Lo Stato Patrimoniale è composto da una parte con le forme di impiego del capitale
(attivo) e dall’altra le fonti di raccolta del capitale (passivo) .
Le varie poste accolte nelle sezioni sono strutturate, dall’art. 2424, secondo uno schema
rigido. Questo significa che lo S.P. redatto dall’impresa deve contenere solo le poste
indicate dal legislatore, con quella denominazione e nell