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COMUNICAZIONE POLITICA

Obiettivi, vincoli e caratteristiche della comunicazione politica → è guidata da tre obiettivi fondamentali:

1.Conquistare il consenso delle persone e mobilitarle all'azione: i politici costruiscono la comunicazione in

modo tale da poter raggiungere un numero di persone il più ampio possibile, per convincerle della validità

della propria posizione e del proprio programma.

2.Rappresentare un partito o una coalizione e promuoverne gli interessi e progetti: quando parlano in

pubblico rappresentano sempre un gruppo e parlano a nome di quel gruppo.

3.Marcare la differenza e la contrapposizione tra la propria parte politica e gli avversari: ogni dichiarazione

presuppone il confronto e la contrapposizione rispetto a dichiarazioni differenti o contrastanti.

Oltre che dagli obiettivi dei politici, la comunicazione è condizionata da vincoli che derivano dal contesto

mediatizzato in cui questa comunicazione spesso avviene. In quanto mediatizzata non prevede

un'interazione diretta con i suoi destinatari ultimi (cittadini) anche se grazie al web ciò si è allentato. La

comunicazione politica ha una natura pubblica, nel senso che è intesa per essere ricevuta da un pubblico.

Ciò condiziona quello che può essere detto, così come il modo in cui lo si dice. Si presenta spesso in forma

di conversazione e ne consegue che si conforma sempre più al registro delle conversazioni ordinarie e

informali piuttosto che ai canoni della comunicazione ufficiale. Nonostante il processo di

conversazionalizzazione, la comunicazione politica continua ad essere una regolata, dove sia i turni di parola

sia la distribuzione dei ruoli sono assegnati a priori. La mediatizzazione della comunicazione le assicura una

vasta e immediata diffusione. Tuttavia non favorisce un'elaborazione approfondita e sistematica delle

informazioni, quanto un'elaborazione semplificata ed euristica. La comunicazione politica mediatizzata,

soprattutto televisiva è molto semplificata. La necessità di contenere i tempi e accelerare il ritmo di

diffusione delle notizie insieme alle esigenze di spettacolarizzazione e di intrattenimento trasformano il

dibattito politico su temi complessi in contese tra i personaggi in competizione. Vengono utilizzati gli

elementi tipici di una narrazione. Ne deriva che raramente vengono sollevate questioni inerenti i rapporti di

potere o le forze economiche in gioco e difficilmente vengono evidenziate le interconnessioni tra vicende

diverse. La comunicazione politica si presenta come molto frammentaria, costituita da brevi frasi ad effetto

(sound bite) e facili slogan, e il dibattito viene personalizzato. L'attenzione si focalizza sui protagonisti delle

vicende più che sui temi. Si dà più spazio alle immagini dei leader e alle loro caratteristiche individuali

piuttosto che alla loro linea politica o alla loro posizione. Coerentemente con la ricerca di

spettacolarizzazione la competizione tra gli attori politici viene accentuata. Appare così fortemente

drammatizzata, con la conseguenza di distogliere l'attenzione dagli aspetti centrali del dibattito e di

convogliarla su aspetti periferici. I media tendono a diffondere soprattutto una comunicazione negativa sui

leader politici e a far circolare i messaggi negativi che si scambiano.

Gli attacchi ai politici e i loro effetti → uno degli obiettivi centrali dei politici è quello di acquisire il

consenso dei cittadini. Un'importante condizione è che la fonte sia ritenuta credibile, degna di fiducia e

valutata positivamente dagli elettori, ma ciò non è facile da mantenere. I messaggi positivi sono quelli in cui

un candidato promuove la sua immagine presso gli elettori e sostiene la validità delle sue posizioni politiche.

Al contrario i messaggi negativi sono quelli in cui attacca l'immagine dell'avversario e evidenzia la

debolezza delle sue posizioni politiche. Negli ultimi decenni si è assistito a un aumento notevole dei

messaggi negativi, ricondotto al ruolo preponderante della televisione nella loro diffusione in funzione delle

esigenze di spettacolarizzazione e di intrattenimento. Ciò ha le radici anche nella diffusa convinzione che gli

atteggiamenti negativi siano più determinanti per il comportamento politico. Per capire ciò in una ricerca di

laboratorio è stato confrontato l'impatto persuasivo di messaggi positivi piuttosto che negativi, inviati da un

candidato fittizio e fondati su argomentazioni forti piuttosto che deboli. Si è visto che un messaggio positivo

risulta più efficace nell'influenzare la valutazione del messaggio quando si basa su argomentazioni forti

piuttosto che deboli, questa differenza non si osserva per i messaggi negativi che risultano in entrambi i casi

persuasivi. I messaggi positivi sarebbero elaborati approfonditamente dai destinatari, che vagliano la solidità

delle argomentazioni valide. I messaggi negativi ricevono un'elaborazione più superficiale. In assenza di

argomentazioni forti con cui sostenere la propria posizione, sembrerebbe più vantaggioso diffondere

messaggi negativi. La tendenza a prestare attenzione alle informazioni negative più che a quelle positive

(effetto di negatività di Skowronski e Carlston 1989) è stata ricondotta a due ragioni principali, una di

matrice cognitiva e l'altra motivazionale. Le informazioni negative sono in contrasto con un'aspettativa di

base che le persone hanno, quella di vivere in un contesto favorevole nel quale le altre persone si comportano

in modo positivo. A causa di un fenomeno cognitivo del tipo “figura-sfondo”, le informazioni negative

balzerebbero all'attenzione più di quelle positive. In più saper riconoscere le intenzioni negative di un'altra

persona è importante per la sopravvivenza. Applicata alla selezione dei messaggi politici questa tendenza

contribuisce a spiegare come mai gli attacchi incrociati fra candidati attirino l'attenzione e come mai i

programmi che mettono scene violente in contrapposizione tra leader politici facciano registrare un audience

elevato. Tutto ciò conferma la convinzione che diffondere messaggi negativi sia uno strumento valido. Nel

valutare l'impatto persuasivo dei messaggi negativi bisogna considerare anche la possibilità che questi si

ritorcano contro suscitando un giudizio negativo nei confronti della fonte del messaggio piuttosto che di

colui che ne è oggetto (effetto boomerang). In ambito politico chi attacca un avversario a livello personale

ha più probabilità di essere giudicato negativamente rispetto a chi lo attacca sui programmi o sulle posizioni

ideologiche. Si è visto anche che se l'attacco è indiretto invece che diretto l'effetto non si manifesta e il

messaggio negativo coglie nel segno. Anche se il candidato che attacca l'altro viene giudicato negativamente

a livello esplicito, a livello implicito può divenire un'àncora rispetto alla quale la persona regola il proprio

giudizio. Questo accadrebbe per il fatto che attaccare l'avversario verrebbe interpretato come indizio di forza

e competenza. Nella percezione di candidati politici gioca un ruolo importante l'effetto di conferma, cioè la

tendenza a focalizzarsi sulle informazioni che confermano le proprie preferenze già formate. Questa deriva

dalla forte motivazione che le persone hanno a perseguire e mantenere coerenza tra le proprie cognizioni e

comportamenti. Le informazioni sul proprio candidato preferito tendono ad essere ricordate meglio (effetto

del candidato Redlawask 2002) a causa della rilevanza soggettiva che rivestono le informazioni riguardanti

se stessi e il proprio gruppo. Quando accade di essere esposti a un'informazione incoerente con le proprie

preferenze già formate, la motivazione a ripristinare coerenza spinge le persone a dedicare più tempo e

risorse cognitive all'elaborazione di tale informazione. L'effetto di conferma contribuisce a spiegare che non

è sufficiente essere esposti a un messaggio negativo per esserne persuasi. Qualora un messaggio attacchi il

candidato preferito da colui che ascolta, è probabile che quest'ultimo si impegni in un'elaborazione motivata

del messaggio stesso con l'obiettivo di confutarlo, producendo una varietà di argomentazioni atte a smontare

l'attacco. In conclusione, l'azione congiunta dell'effetto di negatività, di conferma e del candidato può avere

risvolti paradossali. La capacità di resistere e controargomentare ai tentativi persuasivi dei messaggi negativi

è connessa a un'altra caratteristica cognitiva; il livello di competenza politica, che riguarda la quantità di

informazione politica posseduta, il modo in cui è organizzata nella memoria e l'uso che ne viene fatto, le

persone politicamente competenti sono più interessate e informate sul funzionamento del sistema politico e

più aggiornate sui fatti della politica rispetto a quelle meno competenti. Sanno distinguere meglio i vari

aspetti di un problema politico e sanno integrare più efficacemente le varie informazioni tra loro. Non

ragionano in termini più neutri e imparziali rispetto alle persone meno competenti; hanno una gran varietà di

mezzi per difendere le loro preferenze consolidate. La reazione a messaggi negativi relativi a candidati

politici può dipendere non solo da convinzioni già formate che riguardano le loro doti come politici o la loro

appartenenza ideologica, ma anche da attese stereotipiche che riguardano la loro appartenenza a categorie

sociali. Gli stereotipi di genere condizionano il modo in cui viene recepito un attacco a un candidato

(avvantaggia le donne). Alcuni fattori sono legati al contesto nel quale gli attacchi vengono sferrati, ad

esempio se avviene o meno in campagna elettorale ed i canali utilizzati.

Le difese dei politici e i loro effetti → anche certe difese possono contribuire a mantenere o a recuperare

un'immagine positiva dei politici più di altre. Il successo di un leader è spesso legato in alla sua capacità di

districarsi dalle polemiche e saper difendere la propria immagine dagli attacchi che gli vengono rivolti. È

stata proposta una tipologia delle difese politiche che si basa su due fattori: il grado di negatività attribuita

all'evento del quale il politico sta rendendo conto; il livello di responsabilità che il politico riconosce per

quell'evento. In base a questa tipologia si possono identificare 4 principali difese. La negazione, dove il

politico non riconosce la negatività dell'evento e non ammette di esservi coinvolto. La concessione è invece

opposta in quanto il politico riconosce sia la negatività dell'evento che la sua responsabilità al riguardo. Le

altre due sono intermedie. Quando si fa ricorso a una scusa un politico ammette la negatività di un evento,

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A.A. 2014-2015
26 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlexVolpe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione e persuasione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Arcuri Luciano.