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GOODMAN, GLADSTONE.

IN GERMANIA: l’evento emblematico, in questo caso, è la grande esposizione del

1912 del Sonderbund, un associazione di artisti fondata per valorizzare l’arte

nuova. Walden, critico collezionista e mercante, rappresenta la figura chiave nella

prima fase dell’avanguardia tedesca, promotore in particolare dell’Espressionismo

tedesco. Nel ’10 fonda la rivista “Der Sturm” e l’anno dopo apre l’omonima galleria a

Berlino, organizzando moltissime esposizioni in pochi anni. Durante il nazismo poi si

scatena la propaganda contra l’arte d’avanguardia degenerata.

IN ITALIA: l’Italia è rimasta marginale, almeno fino agli anni Cinquanta-Sessanta. In

generale, un artista italiano per avere successo doveva trasferirsi in Francia (si

vedano Zandomenghi, Medardo Rosso, Boldini…). Solo con il Divisionismo vediamo

un avanzamento dell’arte italiana. Nel corso del Ventesimo secolo l’Italia ha una

veloce ripresa, sia da un punto di vista artistico che economico.

IL PRODOTTO ARTISTICO: le opere d’arte contemporanea, anche quando si

allontanano di molto dai classici prodotti scultorei e pittorici, mantengono come

funzione peculiare quella estetica; è inoltre un BENE SIMBOLICO, il cui possesso è

finalizzato all’accrescimento del prestigio dei proprietari. Inoltre, ha anche una

funzione economica, collegata a quanto già detto. In ogni caso, il “prodotto opera

d’arte” non dipende solo dall’artista, ma da altri svariati coautori; il pubblico non è

che l’ultimo per importanza di essi. Vi sono una serie di fattori e di istituzioni che

lavorano per creare questo prodotto, stabilirne il valore, decretarne la legittimità

artistica.

LE STRUTTURE DI VENDITA - GALLERIE, FIERE, CASE D’ASTA:

struttura del mercato dell’arte contemporanea molto articolata e stratificata, per

questo è più opportuno parlare di vari mercati, non sempre collegati tra loro. Ogni

galleria si inserisce in un particolare segmento di mercato: qualitativamente alto,

medio o basso; nell’arte tradizionale, modernizzante o d’avanguardia; può trattare

artisti affermati o debuttanti. Ci sono poi due tipi di mercato principale: quello

primario e quello secondario (in cui giocano un notavo ruolo le case d’asta), e uno

non esclude l’altro.

Vi è un mercato non ufficiale, o sommerso, che agisce al di fuori di ogni controllo

fiscale; questo mercato contribuisce in misura importante alla definizione dei prezzi

delle opere in circolazione, dato che ogni venditore tende a spingere verso l’alto le

quotazioni per realizzare ampi margini di guadagno.

Ci sono le gallerie che sono tali solo di nome, non avendo alcuna importanza

all’interno del mercato, che campano sfruttando fasce artistiche più scadenti e

dilettantesche organizzando mostre personali a pagamento, lavoro che non richiede

altro se non un locale adatto. Il tipo di questi eventi è sicuramente più folcloristico

che artistico.

Ci sono poi le gallerie d’importanza minore, che sono le più numerose e, anche se

singolarmente hanno poco peso, nel loro complesso occupano una fascia di mercato

piuttosto ampia, capillare e radicata nel territorio. Trattano firme minori anche se non

sconosciute, o opere marginali di artisti più famosi. Il successo di queste gallerie è

totalmente affidato al rapporto personale tra gallerista e collezionisti, che è per altro

importante anche per le grandi gallerie. Tra queste, ci sono gallerie che svolgono un

ottimo lavoro culturale e altre che invece nascono e vivono solo ed esclusivamente

per motivi commerciali, non apportando alcunché all’ambito culturale.

vengono per ultime le grandi gallerie, a livello nazionale ed internazionale, che si

interessano a maestri storici e ad artisti di fama riconosciuta; esse sono

necessariamente organizzate come aziende commerciali con dipendenti, rete di

collegamenti e, nei casi più importanti, filiali in altre città. I loro clienti sono i

collezionisti più ricchi, i musei, le banche e le collezioni di grandi società. Questi

mercanti sono i protagonisti dei mercato secondario, cioè della compravendita di

opere importanti che hanno già una loro storia di mercato. Allo stesso modo si

occupano del mercato primario, lanciando nuovi artisti o nuove opere di artisti già

presenti sul mercato.

Le strategie culturali e commerciali dei pionieri del mercato d’avanguardia (come

sono stati i già citati Ruel, Vollard e Kahnweiler), rappresentano ancora oggi un

modello per i mercanti innovatori, ma molte cose sono cambiate, a causa dello

sviluppo sempre più complesso del sistema dell’arte, con tempi sempre più rapidi di

rinnovamento dei movimenti artistici. Solo alcune decine di gallerie leader

costituiscono il vertice del sistema dell’arte contemporanea e determinano

inesorabilmente le tendenze dominanti; la loro strategia economica è quella del

controllo monopolistico, o oligopolistico, della produzione di artisti di punta già

affermati o emergenti, che determina una difesa rigida dei prezzi.

LE FIERE D’ARTE rappresentano il trionfo esplicito della dimensione commerciale,

che si oppone a quella culturale delle grandi manifestazioni espositive periodiche

come la Biennale di Venezia o Documenta a Kassel. La nascita delle fiere intorno al

1970 e il loro sviluppo sancisce la vittoria dell’arte come merce, eliminando la

fruizione estetica. Nelle fiere, che durano pochi giorni, c’è una circolazione immensa

di persone; molti mercanti fanno più affari alle fiere che nel corso della normale

attività annuale. La prima fiera ha luogo nel ’67 nella Kunsthalle di Colonia; uno dei

primi problemi fu la definizione dello standard delle gallerie da invitare, cercando di

non essere né troppo né troppo poco selettivi. Ad oggi, per un gallerista è di

fondamentale importanza essere accettato alle fiere, tanto che ne va del futuro della

galleria. Molti artisti però, specie quelli affermati, non amano essere presenti alle

fiere, e se lo fanno è solo ed esclusivamente con la galleria che li rappresenta da

tempo e di cui si fidano.

LE ASTE hanno assunto un’importanza sempre maggiore, poiché rappresentano le

strutture finanziariamente e strategicamente più potenti nell’ambito del mercato -

specialmente secondario. La loro crescita si è sviluppata soprattutto negli anni

Ottanta, in coincidenza con una fase di euforia speculativa. Le vendite all’asta sono

senza dubbio gli indicatori più chiari dell’andamento quantitativo del mercato, anche

se non possono sempre essere considerati riferimenti oggettivi. Quello delle case

d’asta è un DUOPOLIO, formato da Christie’s e Sotheby’s. I prezzi delle aste sono

schizzati alle stelle e, contro ogni previsione, continuano a salire!

I COLLEZIONISTI: esistono tre tipi di fruizione dell’opera d’arte figurativa: tramite

riproduzione, indiretto; dal vero, alle grandi mostre o nelle gallerie; infine, quello

rafforzato dalla proprietà privata dell’opera, che ne enfatizza l’unicità. Questo ultimo

tipo di fruizione, tipico del collezionista, non è di ordine estetico, poiché esso non

richiede necessariamente il possesso dell’opera, ma è legato ad altri interessi di

ordine psicologico, sociale ed economico; tuttavia l’interesse settico non è

assolutamente escluso, anzi, costituisce il termine sine qua non.

Generalmente, ci sono due tipi di collezionismo:quello che si esercita su oggetti che

non hanno nessun tipo di valore culturale o venale e quello che invece ce l’ha. Il

collezionismo d’arte è considerato la forma più alta e sofisticata. Inoltre, più l’oggetto

collezionato è culturalmente elevato, più il suo valore economico è celato. Ma anche

esso, come tutti i collezionismi, ha dei forti connotati feticisti ed egoisti, che vengono

però spesso mascherati dietro una più nobile copertura culturale.

Collezionare —> esigenza di auto affermazione della propria identità attraverso un

continuo processo di reificazione dei valori artistici.

Ci sono poi collezionisti più irrazionali e romantici e collezionisti più razionali. Sono

sempre caratterizzati da una forte ambizione sociale e da un interesse economico.

Anche i collezionisti si differenziano, come le gallerie d’arte, tra piccoli, medi e

grandi, a seconda delle possibilità economiche e delle capacità culturale. Ci sono poi

vari tipi di collezionisti: quelli più tradizionali e quelli d’avanguardia, quelli

monotematici e quelli appassionati di un solo artista, ecc..

In ogni caso, i grandi collezionisti saranno un centinaio in tutto il mondo (e solo

pochissimi di loro, come Ludwig, non vendono mai), e possono contribuire

direttamente alla valorizzazione istituzionale dei loro artisti attraverso mostre nei

musei, e possono inoltre dettare il gusto del momento, lanciare mode, diventare

mecenati commissionando opere. Sono dei veri e propri imprenditori.

Ci sono poi anche le “CORPORATE ART COLLECTION”, le collezioni aziendali, oggi

molto popolari all’interno delle banche; il loro scopo è sicuramente più economico

che artistico.

MUSEI D’ARTE CONTEMPORANEA E GRANDI ESPOSIZIONI: i Musei

contemporanei iniziano a fiorire in Europa e in America intorno agli anni Trenta. Negli

ultimi decenni il numero di musei di arte contemporanea è aumentato a dismisura

(conseguenza o causa dello sviluppo del mercato?). Tale aumento, in ogni caso, è

dovuto anche e forse soprattutto a ragioni urbanistiche e di prestigio cittadino -

vengono definiti come le “nuove cattedrali” e devono quindi esprimere la ricchezza e

il prestigio delle città. In Americana sono sovvenzionati soprattuto dai privati, mentre

in Europa stabilmente. Tra i tantissimi musei nel mondo, pochi sono quelli veramente

leader. I nuovi musei sono poi spesso stati criticati (specialmente dagli artisti-Judd,

Ammamm, Fabro)) di essere più opere d’arte in sé che non spazi architettonici (si

veda l’eclatante esempio del Guggenheim di NY, talmente particolare da rendere

difficoltosa l’esposizione stessa delle opere!). Importante poi sottolineare che, se una

volta l’esposizione della propria opera in un musei sottolineava un punto di arrivo

nella carriera di un artista, oggi segna invece il punto di partenza. Oggi il direttore di

un museo non deve essere solo uno specialista in campo artistico, ma anche un

manager capace al meglio di gestire il budget a sua disposizione, abile nelle

relazioni pubbliche e nei rapporti politici. Anche il pubblico dei musei, per ragioni

forse su

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
16 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ricky5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Avanguardie storiche e neoavanguardie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Evangelisti Silvia.