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G R AN D I ESPO SIZIO N I E C U R A C R IT IC A

Nel secondo ‘800 i quadri erano esposti nei Salon secondo un semplice criterio di successione.

Nel 1874 il gruppo degli affittò lo studio del fotografo Nadar per proporre uno dei primi esempi di

impressionisti

“mostra”: l’arte fu sottratta al contesto sociale del Salon e inserita in un contenitore specialistico e indipendente;

nacque la figura del critico, tramite tra artisti e pubblico.

Con le avanguardie si fece più decisa questa volontà d’indipendenza. Esse instaurarono addirittura un rapporto

aggressivo nei conforti dello spettatore e inaugurano operazioni dal “taglio pubblicitario”, come il lancio di

volantini d’invito e pubblicità sui giornali per il Futurismo, o la distribuzione di cartoline dada. L’indipendenza è

perseguita anche attraverso l’autonoma cura critica: emblematiche sono le figura di Filippo Tommaso Marinetti

per il Futurismo e Tristan Tzara per il Dadaismo.

Nel 1893 fu fondata a Venezia l’Esposizione biennale artistica nazionale; la prima mostra si tenne nel 1895.

Nacque come contenitore di opere a invito, ma con la possibilità per gli artisti di inviare i propri contributi e di

essere valutati. Fu la prima istituzione con uno sguardo internazionale, tuttavia per i primi decenni lo sguardo

sulla modernità fu limitato: Klimt e Renoir furono invitati nel 1910, le avanguardie dovettero aspettare al 1926.

L’allestimento della Biennale era riconducibile alla tipologia del salotto borghese. Solo dopo gli anni ’30, con le

teorie introdotte dagli architetti Gio Ponti, Marcello Piacentini e Duilio Torres, s’impostò il problema

dell’allestimento; solo dal 1948, con Carlo Scarpa, si giunse alla realizzazione di un contesto espositivo in cui le

opere stesse “modificavano” l’ambiente a seconda delle necessità dell’arte che si mostrava.

Alla mostra intesa come insieme di stili personali subentrò l’idea dell’esposizione guidata da un’idea e

organizzata dal curatore. MOVIME NTI E C ORRE NTI

LA FIN E D EL SEC O LO

IMPRESSIO NISMO

Nel 1870 s’instaurò la che favorì l’ascesa di una borghesia moderata e conservatrice; in questa

Troisième Republique,

Parigi viva e moderna ma anche teatro di miseria nasce l’Impressionismo, movimento spontaneo, privo manifesti

e di una base culturale omogenea.

L’800 fu un periodo d’innovazioni tecnologiche che coinvolsero anche l’arte: la più determinante fu l’invenzione

della fotografia. La risposta impressionista fu di spostare i termini del discorso artistico, “materializzando” sulla

tela le subitanee sensazioni e il mutevole effetto della luce sulle superfici delle cose.

La data di nascita del movimento è il quando alcuni giovani artisti (Monet, Degas, Cézanne,

15.apr.1874,

Pissarro, Renoir, Sisley, Morrisot) decisero, rifiutati dai Salon, di organizzare una mostra alternativa nello studio

del fotografo presentandosi come La mostra fu un fallimento, ma in

Nadar Società Anonima degli artisti.

quell’occasione il gruppo scelse il nome di ricavandolo dal titolo di una recensione negativa di Louis

impressionisti

Leroy che si riferiva al quadro di Monet, (1872).

Impression: soleil levant

La storia precedente della corrente affonda quasi nella leggenda. Una prima data certa è il al

1863: Salon des

Manet espose suscitando

Refusés Le déjeuner sur l’herbe,

[voluto da Napoleone III per esporre le opere rifiutate al Salon]

forte indignazione sia per le innovative qualità stilistiche, sia per il contenuto ritenuto scabroso. Lo scandalo si

ripeterà con l’Olympia (1863), la cui entusiastica recensione costò a Émile Zola il posto a giornale di

L’évenement,

cronaca culturale. Il contrasto tra il chiarore del corpo nudo e la schiava nera creava ancora più stridore; Manet

si difese dalle accuse sostenendo di aver attualizzato il dipinto di Tiziano.

suscitò però straordinario interesse nei giovani, innescando un dibattito sulla pittura antiaccademica. I

Le déjeuner

pittori usciranno dagli studi per disporsi sulla riva della Senna o ad Argenteuil (bacino brulicante di velieri dove

per un po’ Monet visse u una barca), impegnati a rendere i riflessi cangianti della luce sull’acqua. Il loro

programma si basava sul rifiuto dell’arte accademica, del lavoro in studio, delle regole compositive tradizionali,

dell’obbedienza alla forma e al disegno, sul disinteresse per ogni tipo di soggetto che non fosse il paesaggio.

L’interesse era verso la pittura dal vero, e verso le problematiche della luce e dei colori complementari.

en plein air,

La grande rivoluzione fu soprattutto tecnica, cioè l’essersi interessati solo dei fenomeni ottici della visione

(influenzeranno anche le scoperte scientifiche di quegli anni circa i meccanismi della visione umana e della

percezione dei colori e della luce).

Impressioni, dunque: colore e non più disegno, sensazione immediata, variazioni di luce nelle ore (ricordando gli

insegnamenti dell’inglese Constable, il pittore delle nuvole). Nel 1894 Monet realizzò 30 tele con la facciata della

cattedrale di Rouen in diverse ore del giorno e con diverse condizioni atmosferiche.

I soggetti sono principalmente spazi urbani. In controtendenza con la generale visione negativa, gli impressionisti

sono i cantori della vita parigina successiva alla Rivoluzione industriale; anche le rappresentazioni paesaggistiche

portano il segno della bellezza e del progresso della civiltà. Gli impressionisti sono pittori della vita moderna,

come auspicava Baudelaire.

Quartier generale dal 1866 al 1870 fu il dove stazionavano Monet e Degas, i letterati e critici Zola,

Café Guerbois,

Huysmans, Duranty (primo autore di un vero e proprio studio sull’Impressionismo, 1876), Duret. Gli incontri del

furono interrotti dal conflitto franco-prussiano (1970-71): Bazille morì in battaglia; Cézanne s’isolò nel villaggio

dell’Estaque; Monet e Pissarro si spostarono in Inghilterra, dove fecero amicizia con Paul Durand-Ruel,

mercante d’arte e principale sostenitore degli impressionisti.

Il movimento si scontrò con pregiudizi di carattere sociale - sia per l’estrazione popolare o piccolo-borghese dei

pittori, che per i temi affrontati - e con l’impreparazione a leggere le novità del loro linguaggio. La sua parabola

durò poco meno di 20 anni (il ci fu l’ottava e ultima mostra impressionista) ed ebbe il merito di aver

1886

“aperto” la storia dell’arte contemporanea con le sue rivoluzioni anzitutto tecniche che nascevano la principale

interesse per i fenomeni ottici della visione. I protagonisti furono Claude Monet, Auguste Renoir, Alfred Sisley,

Camille Pissarro, Edgar Degas, Édouard Manet (precursore) e Paul Cézanne.

viaggiò in Europa studiando soprattutto i tonalisti: Giorgione, Tiziano, gli olandesi del ‘600, Goya e

Manet

Velázquez. S’interessò anche alle stampe giapponesi, le quali ignorano il problema della tridimensionalità. Poco

incline alle posizioni avanguardistiche, non espose mai con gli altri impressionisti, restando più solitario.

La sua rottura con la critica avvenne con che conteneva i germi dell’Impressionismo: costruito a

Le déjeuner,

larghe macchie di colori puri, sovvertiva le regole pittoriche eliminando la prospettiva e il chiaroscuro e rendendo

le figure come se fossero ritagliate e incollate. E lui che segna la cesura più netta con l’arte precedente.

Venne però compreso appieno dai giovani impressionisti, nei cui confronti mantenne però un atteggiamento

distaccato: partecipava alle loro discussioni ma non espose mai ad una loro mostra. Oltre a lui, saranno

fondamentali per l’Impressionismo Delacroix e i pittori inglesi Constable e Turner.

nel 1894 realizzò 30 tele con la facciata della cattedrale di Rouen in diverse ore del giorno e con diverse

Monet

condizioni atmosferiche, dimostrando che la percezione della realtà è diversa dalla sua conoscenza razionale.

Nel 1890 acquistò la casa e il giardino di Giverny, lungo la Senna; fu il suo più grande progetto, il luogo dove

visse il resto della sua vita realizzando la sua opera d’arte più grande: il suo giardino. Qui mise a dimora diverse

specie di ninfee, che ritrasse fino al 1926; fiore d’acqua senza radici e in continuo movimento, è il simbolo di

quella realtà mai fissi che gli impressionisti studiano.

Su un versante opposto si svolgeva la ricerca dei pittori Cézanne, Seurat e Toulouse-Lautrec.

post-impressionisti:

aveva esposto alla prima mostra degli impressionisti, ma presto manifestò la sua diversità.

Cézanne

L’impressionismo si caratterizzava per la forma evanescente della rappresentazione: tutto era risolto col colore

per cercare la sensazione di un istante. Anche Cézanne risolveva la sua pittura solo col colore, ma per ottenere

un’immagine solida, che puntasse alla sintesi essenziale della forma. Le sue opere manifestarono precocemente la

rottura con la visione prospettica: era interessato ai volumi, e riteneva che realtà potesse ricondursi a tre solidi

geometrici fondamentali: cono, cilindro, sfera. Ebbe un importante influenza su Picasso.

è considerato l’ultimo impressionista; il tratto inciso e nervoso lo avvicina all’Espressionismo.

Toulose-Lautrec

Con la sua produzione di manifesti, fornì stimoli al Liberty.

PO ST- IM PR ESSIO N ISM O

Il termine racchiude le diverse esperienze artistiche che seguirono l’Impressionismo negli anni 1880-1900.

La novità dell’Impressionismo era stata la rivendicazione di una specificità del linguaggio pittorico: competere

con la fotografia sul piano del naturalismo era inutile, la pittura doveva trovare la sua specificità linguistica. I

maggiori esponenti Pointillisme furono George Seurat, Paul Signac, Paul Gauguin, Vincent van Gogh.

distribuiva i colori puri in una rete di puntini divisi, cosicché a distanza fosse la retina ad amalgamarli.

Seurat esposta all’ultima mostra impressionista, divenne il manifesto del Puntinismo.

Una domenica all’Île de la Grande Jatte,

Il gruppo si sviluppa dalla crisi dell’Impressionismo, maturata negli anni ’80, di cui contesta l’interesse per la

fragilità ed evanescenza dell’impressione. Nella sua ricerca di un rigore espressivo fondato su una scientificità

cromatica, approdò a soluzioni più statiche: la ricostruisce uno spazio rigorosamente scandito,

Grande Jatte

immobilizzato in un’atmosfera sospesa, astratta. Con Signac e altri, Seurat fondò nel 1884 la Société des artistes

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Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher crptch di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Avanguardie storiche e neoavanguardie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Evangelisti Silvia.