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Tra gli ebrei esistevano tecniche esorcisti che note da secoli, una generazione dopo l'altra i rabbini e
coloro che si occupavano di magia ereditavano questo patrimonio. Luria operò una riforma delle
tecniche, ma gli esorcisti successivi semplicemente la aggiunsero all'arsenale tradizionale.
L'esorcismo nel mondo antico: dimensioni ebraiche
Nella storia ebraica il prima esorcista fu re Davide, il primo indemoniato re Saul, che solo le
melodie dell'arpa di Davide riportano ad una condizione di benessere. Nel periodo del Secondo
Tempio (597 a.C. - 70 d.C.) la possessione da parte di spiriti si fece più diffusa, la demonologia più
complessa e l'esorcismo più sofisticato.
L'esorcismo antico
Il nuovo testamento contiene una grande quantità di riferimenti alla possessione, soprattutto nei
vangeli di Luca e Marco (l'abilità esorcistica è il segno primario del cristiano). Anche nella
letteratura rabbinica si fa riferimento all'esorcismo, anche se meno rispetto al nuovo testamento.
Analizzando tali testi Meir Bar-Ilan è giunto alla conclusione che l'esorcismo era una pratica
popolare ammessa, effettuata come una terapia di guarigione, tuttavia i racconti da lui analizzati ne
sottolineano la dimensione miracolosa -» magica. Marcel Simon suggerì che secondo il parere degli
antichi la magia era congenita in Israele, infatti nel mondo antico molti sono gli elementi ebraici
(nomi magici ebraici, riferimenti al dio d'Israele ecc.) che si sono fatti strada nei rituali di esorcismo
pagani e cristiani. La procedura prevedeva: cottura di erbe, affissione di un amuleto al paziente,
scongiurare il demone affinché riveli la sua identità, rivolgersi alla divinità per mezzi di vari nomi
magici, l'elenco delle sue opere -> conservazione delle formule nei secoli (mss. PMG)
L'esorcismo ebraico medievale
"Giglio, fondazione del mondo" -> più completo ms. magico ebraico esistente del basso medioevo,
compilato nei primi decenni del XVI sec. da R. Yosef Tirshom, qabbalista che viveva a Salonicco,
e qui venne a contato con tradizioni magico-mistiche provenienti da tutto il mondo ebraico. Il ms.
contiene diversi rituali di esorcismo, ma le procedure fanno ricorso quasi universalmente allo
scongiuro degli spiriti, angelici o demoniaci, e poi al far bere al posseduto una pozione di acqua nel
cui recipiente sono state scritte e poi cancellate formule magiche. Le tecniche usate per trattare la
possessione da parte di spiriti hanno anche altre applicazioni, questo perché si riteneva che i
problemi avessero un'eziologia comune, intesa in senso astrologico o simpatico.
L'approccio "prelurianico" non era molto diverso rispetto a quello antico (costringere il demone a
parlare, ripetere formule magiche o recitazione testo sacro al contrario, fumigazioni, trattativa tra
spirito ed esorcisti), l'unica sostanziale differenza era l'intento penitenziale, negli antichi assente.
L'esorcismo lurianico
Per esorcizzare la donna di Safed, Luria (che aveva confermato essere posseduta dopo averle sentito
il polso -» il polso era inteso come indicatore dei disturbi dell'anima) insegnò a Vital le kavannot
cioè le componenti di uno yihud, tecniche di meditazione utilizzate per favorire l'impregnazione di
'ibbur positivo, in questo caso servivano per respingere l'equivalente negativo. Uno yihud, il più
essenziale di tutti, consisteva nel porre le mani sui polsi del posseduto (perché è lì che si trova la
veste dell'anima) ed intonare un verso dei Salmi ("suscita un empio contro di lui e Satana stia alla
sua destra" Salmi, 109, 6. Questo verso potrebbe rappresentare un caso di "colpevolizzazione della
vittima") nel suo orecchio destro avanti e indietro, a questo punto lo spirito parlerà dall'interno del
corpo (l'esorcista potrà fargli perciò qualunque domanda per ottenere il vero nome dello spirito ed
anche per soddisfare la sua curiosità riguardo la vita dopo la morte) e poi l'esorcista gli ordinerà di
andarsene. Nei casi ostinati alle meditazioni si deve combinare lo squillo di uno shofar (corno
d'ariete), caricato di un ruolo catartico nella cura dei posseduti, cioè un mezzo di purificazione con
connotazioni sia religiose sia mediche.
La differenza tra questo esorcismo e le tecniche precedenti è la mancanza di fumigazioni di zolfo,
ciotole riempite di acqua viva, scongiuri ad angeli affinché aiutino ad espellere lo spirito, e non è
una procedura "multiuso", anzi Luria, secondo la testimonianza di Vital, sapeva rimuovere uno
spirito malvagio con un kavannot specifico ed unico per quello spirito.
La sopravvivenza dell'esorcismo lurianico
Le tecniche esorcistiche successive alla morte di Luria resero marginali gli elementi tipici di Luria.
Scopriamo ciò attraverso il racconto di un esorcismo, operato al Cairo nel 1666 da R. Shmuel Vital
(figlio di Vital), su una giovane donna di nome Esther Weiser. Vital junior segue accuratamente le
annotazioni del rito lurianico del padre ma aggiunge una lunga preghiera, un'implorazione affinché
l'anima del possessore venga ammessa nel gehinnom (purgatorio). Inoltre prima di esorcizzare la
giovane Vital jr. raduna un gruppo di 10 studiosi, e l'esorcismo può quindi aver luogo, con una certa
forma di teatralità -» necessità di una catarsi drammatica ai fini dell'esorcismo.
Anche il rabbino veneziano Zacuto (metà 600) si distacca dalla procedura lurianica prescrivendo un
ampio uso di fumigazioni di zolfo, l'uso di amuleti è il ricorrere a scongiuri -» Zacuto si rifà a
elementi della tradizione magica ebraica e a quelli dell'esorcismo dei contemporanei cattolici.
Cap. 4: Possessione da dybbuk e religiosità femminile
Prospettive comparative
Tra XIII e XVII sec. le donne, nonostante discriminazioni, repressioni e soppressioni, le donne
riuscivano a forgiare forme individuali e collettive di espressione religiosa, suscitando il rispetto e
l’interesse delle autorità maschili. le caratteristiche di questa religiosità femminile cristiana sono:
- devozione emotiva, coinvolgimento personale con Gesù
- spiritualità somatica (ritualizzazione del cibo, rapimenti estatici, stimmate)
- capacità di chiaroveggenza
- ispirazione divina
- coinvolgimento con i padri spirituali
Identificare la loro fonte d’ispirazione era un problema cruciale per l’autorità religiosa -» una donna
poteva iniziare la sua carriera come santa e finire in prigione o al rogo, al contrario una donna
indemoniata diveniva grazie al controllo degli spiriti una guida spirituale.
Religiosità femminile e storiografia ebraica
Gli storici Yizhak Baer e Haim Beinart studiarono le vicende della profetessa Ines e i suoi seguaci
tra i conversos (ebrei della penisolaa iberica obbligati a convertirsi alla fede cristiana) di Herrera e
Segovia tra XV e XVI sec. Adducono prove di raduni attorno alla profetessa che comprendevano
danze statiche, inviti al digiuno e al pentimento -» dimensione messianica del fenomeno
dell’ambiente delle beatas (donne sacre) dotate del dono della profezia nella Spagna del basso
Medioevo. Nella storiografia mistica ebraica la religiosità femminile è negata perché finché il
modello di riferimento sarà costituito dalla religiosità mistica degli uomini, quella delle donne non
potrà essere un territorio di ricerca.
Donne mistiche nel “Sefer ha-Hezyonot” di R. Hayyim Vital
Se poche donne partecipavano alla cultura testuale del misticismo ebraico, tuttavia pare che molte
fossero adepte spirituali con un profilo religioso caratteristico. Grazie al diario mistico di Vital
infatti veniamo a conoscenza del fatto che il discepolo di Luria era in contatto per tutta la vita con
donne a Safed, Gerusalemme e Damasco e ne accettasse l’integrità religiosa e l’abilita mistica.
La Soñadora, che prediceva il futuro ed era esperta nell’arte della divinazione con l’olio, Mazal
Tov, che “sente voci”, Mira, le cui profezie si avverano con pestilenze sulla città di Damasco. Sono
tutte e tre delle streghe iberiche, padroneggiano tecniche nei campo della magia d’amore, della
divinazione e della comunicazione con i morti. Francesa Sarah di Safed era invece una donna pia,
che ha visioni durante la veglia e sente una voce divina che le parla. A lei fa riferimento anche
Sambari scrivendo la storia degli ebrei sotto la dominazione musulmana, e spiega che la voce udita
dalla donna è quella di un maggid, un agente rivelatore angelico.
L’oracolo di Damasco: la figlia di Rafael Anav
Vital racconta la possessione di Anav, avvenuta a Damasco nel 1609, grazie alla quale la ragazza
assume capacità medianiche. Anav è inizialmente posseduta senza la sua volontà, poi riesce a
controllare il suo spirito e a comunicare con lui, e divenne una santa donna ammirata e ricercata.
con l’esperienza Anav diventa gradualmente un medium capace di interagire con i morti e con il
divino durante la veglia (le appariva anche il maestro di Vital, Luria). In origine la possessione e la
rimpossessino di Anav da parte del saggio Hakham Piso furono pubblicizzate per il loro valore
didattico: per mezzo dello spirito possessore Anav doveva indurre gli ebrei di Damasco al
pentimento: lo spirito individuava le trasgressioni dei peccatori tra il suo pubblico, inducendo a
confessioni su larga scala. Spesso lo spirito si rivolgeva direttamente alle persone spronandole al
pentimento. Anav però non era un semplice agente della volontà rabbini, ma una giovane critica nei
confronti della leadership rabbini, perciò da posseduta assume una serie di comportamenti maschili.
Rachel Aberlin e R. Hayyim Vital
Rachel Aberlin,vedova di Yehudah Aberlin, capo della comunità ashkenazita di Safed, e sorella di
R. Yehudah Mishan, mistico estatico discepolo di Luria, dedita alla ricerca mistica e protettrice di
Vital. Egli annotò che la donna era abituata fin da bambina a vedere visioni di demoni, anime ed
angeli. Profondamente legata a Vital, lo seguiva in tutti i suoi pellegrinaggi, e fu anche una sorta di
anziana maestra, da un punto di vista spirituale, per Anav.
Mistiche ebree?
Il comportamento religioso dotato di potere tra le donne è stato inteso in termini funzionalismi da
molti storici, ed in effetti il linguaggio della possessione forniva alle donne l’opportunità di godere
temporaneamente dei vantaggi della condizione femminile. L’antropologa Ioan M. Lewis ha
sostenuto che la predominanza delle donne nei casi di possessione riflette il mutare delle aspirazioni
e degli atteggiamenti delle donne nei confronti del loro status tradizionale. Questa tesi trovò il
consenso di altri studiosi, come l&r