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CONFRONTARSI).

Il relativismo culturale inoltre non propone un

generico concetto di tolleranza, ma la necessità di

sospendere il pregiudizio, sforzarsi all’ascolto e al

dialogo.

->Relativismo culturale diverso dal relativismo

radicale ( DEFINISCE L’UOMO IN BASE ALLA SUA

CULTURA E LO SPOGLIA DI QUALSIASI AUTONOMIA

DI PENSIERO).

->Rapporto tra relativismo culturale e PRATICA

ETNOGRAFICA (ricerca sul campo) -> porta al

confronto con concezioni di vita diverse e che spinge

l’antropologo ad interrogarsi su differenze e

somiglianze.

4 CAPITOLO: RELATIVISMO LINGUISTICO

=la struttura della lingua condiziona la nostra visione

del mondo a tal punto che possiamo affermare che

persone che parlano lingue diverse appartengono a

mondi diversi.

Il R.L nasce negli anni 30 e 40 ed è legato alle figure di

E. sapir e B. Lee Whorf ed è anticipato Da Boas, che

ne 1905 incontra Sapir che lo spinge ad approfondire

la logica interna di ogni sistema linguistico-> a lingua

per sapir è “guida alla realtà sociale”. Con il R.L

Whorf voleva dimostrare la pari dignità delle lingue e

la loro funzione guida al comportamento,

diversamente da Sapir secondo cui la relatività del l.

esprimeva la tensione tra libertà dell’individuo e il

determinismo del sistema lingua.

ETNOGRAFIA DEL PARLATO (HYMES) 1974)

Sposta l’attenzione dalle strutture del sistema lingua

alla funzione del parlato. Tradizione avviata da

Malinowski (padre del relativismo funzionale del

linguaggio), che introduce:

Concetto di contesto (la lingua vive solo all’interno

1. del contesto che l’ha generata)

Concetto di forza pragmatica del linguaggio

2. (funzione della lingua è quella di prendere parte

attivamente e pragmaticamente al comportamento

umano).

Carattere performativa del linguaggio( essere

3. capace di produrre cambiamenti, di agire nel

mondo per trasformarle).

Hymes sostiene che il R.L riguarda il rapporto tra uso

della lingua e la cultura e parla della necessità di una

classificazione funzionale del linguaggio (modello

speaking).

5 CAPITOLO: RELATIVISMO COGNITIVO

=riguarda l’incontro con comportamenti e credenze

strane o pratiche apparentemente irrazionali.

Di fronte a questi incontri ci sono due approcci:

UNIVERSALISTA: ricondurre ad una comune

razionalità cognitiva umana

RELATIVISTA: indulgere in una irriducibile differenza

ETNOSOCIOLOGIA FRANCESE (levy-bruhl)

Tra noi e “primitivi” vu sono principi categoriali

fondati su una logica differente-> principio non

contraddizione( di potenze occulte) vs partecipazione

mistica (MENTALITA’ PRE-LOGICA PERCHE’ A-

SCIENTIFICA E A-CRITICA).

FUNZIONALISMO BRITANNICO (malinoswki)

Conferisce una funzione protettiva alle credenze

irrazionali-> magia e religione hanno la funzione di

assicurare agli uomini una profezie di fronte ai

pericoli/imprevisti.

L’unitarietà si salva a partire dal concetto di

FUNZIONE SOCIALE: uguali bisogni vengono

soddisfatti in modi differenti dalle diverse culture.

PROSPETTIVA SIMBOLICA: credenze

apparentemente irrazionali hanno un carattere

simbolico/espressivo e considerare da questo punto

di vista diventano intelligibili.

RICERCA SUL CAMPO= problematica del contesto

Evans-pritchard studia la pervasività della magia

azande-> ogni incidente/malattia viene attribuita alla

stregoneria diversamente dal mondo occidentale

basato sulla scienza.

La stregoneria è una forza coesiva: regola conflitti

interpersonali, neutralizza tensioni disaggreganti,

spiega/giustifica ogni evento.

L’autore apre un dibattito:

RELATIVISTI (mettono in dubbio l’esistenza di un

principio universale di razionalità) vs OGGETTIVISTI

( ritengono necessario ricoprire una nozione

universale di razionalità alla base della conoscenza

antropologica).

6 CAPITOLO: RELATIVISMO ETICO

= non ammettere l’anarchia entro le culture, ne

giustificare ogni comportamento al di fuori d esse. Il

R.E è un modo di impostare la riflessione sulla

diversità culturale che chiede di sforzarsi di

comprendere ciò che non possiamo accettare

PROCESSO DI COMPRENSIONE(TODOROV)

4 fasi per capire l’altro:

1.ASSIMILAZIONE dell’altro a noi ( mi interesso ad altre

culture per arricchire la mia)

2.ESOTISMO/ cancellazione dell’io

3.DIALOGO e riconoscimento dell’identità mia

4.La conoscenza dell’altro trasforma la mia identità

ETNOCENTRISMO CRITICO(DE MARTINO)

Riflette su “umanesimo etnografico”= conoscere bene

la propria parte dell’incontro difficoltoso con l’altro.

CLIFFORD GEERT= erede importazione particolarista e

storicista, si concentra sullo studio dei particolari

contesti etnografici-> fare antropologia =fare etnografia.

7 CAPITOLO: RELATIVISMO METODOLOGICO

Relativismo culturale proposto come metodo

(STRUMENTO)

Forme di relativismo culturale in base all’approccio:

-r.c come metodo

-r.c come filosofia

-r.c come pratica

RAZIONALISMO QUALIFICATO-> (Shcweder)

Si oppone alla tensione tra prospettive evoluzioniste

universaliste e relativiste, proponendo il razionalismo

qualificato che si basa su due promesse:

1.ci sono importanti differenza nei codici morali di

diverse società.

2.queste differenze non possono essere spiegate

ricorrendo semplicemente all’idea di evoluzione/

progresso.

Ogni cultura possiede un codice morale sentito dai suoi

membri come oggettivo; ciò che varia è l’obbligo che il

codice comporta.

8 CAPITOLO: LE PRATICHE DEL RELATIVISMO

CULTURALE

TRA FOULARD E BANDIERE PER LA PACE

*RELIGIONE/IDENTITA’ CULTURALE VS LAICITA’

* crisi scuola di fronte ai cambiamenti

*riaffermazione simbolica della potenza dello stato

*assenza di relativismo culturale

*mancanza di ascolto, dialogo, comprensione dell’altro

LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E RESPONSABILITA’ DI

PAROLA

*Danimarca: illustrazioni satiriche sul profeta Mohamed

ritenute blasfeme-> richiesta chiarimenti con il premier-

> rifiuta

*giornali europei riaccendono la polemica

*reazioni degli stati musulmani

9 CAPITOLO: IL RELATIVISMO CULTURALE E IL

FUTURO DELL’ANTROPOLOGIA

R.C come posizione descrittiva: sostenere che le

caratteristiche psicologiche individuali e le

caratteristiche delle società umane sono prodotte e

dipendono dalle culture.

R.C come posizione normativa: sostenere che non ci

sono parametri transculturali che ci permettono di

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Publisher
A.A. 2014-2015
8 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanderwoodsen di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Biscaldi Angela.