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ANTROPOLOGIA DEI SOCIAL MEDIA

INTRODUZIONE

  • Le esperienze del mondo non sono mai dirette e immediate: in quanto l'uomo è un animale culturale, è sempre immerso in molteplici mediazioni simboliche e materiali
  • Non esiste comunicazione umana completamente "naturale"
  • Medium = dispositivo che facilita i processi di comunicazione che, ponendosi in mezzo trasforma l'esperienza
  • Ogni medium è continuamente risignificato e rimodellato dalle pratiche comunicative quotidiane degli individui: non è il mondo che cambia "a causa" dei media ma piuttosto sono questi che cambiano e si adattano localmente e alla cultura del mondo

Capitolo 1 - NUOVI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE: CONTINUITÀ E ROTTURE

Il pensiero occidentale ricerca i mezzi di comunicazione e la loro evoluzione: l'idea alla base di questa ricerca è che la diffusione di un nuovo medium comunicativo comporti un cambiamento radicale nell'organizzazione della

vita delle società, dal momento che essa modifica non solo il nostro modo di comunicare ma anche il nostro modo di pensare, conoscere, trasmettere e diffondere conoscenze e valori. Vengono identificati tre momenti significativi nello sviluppo dei media comunicativi: il primo importante medium su cui si è concentrato il dibattito è la scrittura. Essa, infatti, si ritiene che abbia significativamente cambiato la società: si passa da una cultura di oralità, caratterizzata da economia culturale (vengono trattenuti solo i saperi necessari) e conservazione (ripetizione vince sull'innovazione), ad una cultura basata sulla scrittura dove l'oggetto della conoscenza si differenzia dal soggetto che conosce. Si ritiene quindi che proprio questo elemento abbia dato il via agli Stati moderni. Platone è tra i primi ad esprimere il passaggio tra oralità e scrittura: egli ritiene che la scrittura (come l'arte) sia incapace di comunicare la vera vita delle cose, in quanto è solo una rappresentazione e non la realtà stessa. Tuttavia, la scrittura ha permesso di conservare e diffondere le conoscenze nel tempo, superando i limiti della memoria umana. Il secondo momento significativo è rappresentato dalla stampa, che ha rivoluzionato la diffusione delle informazioni. Grazie alla stampa, i testi possono essere prodotti in grande quantità e distribuiti su larga scala. Questo ha permesso una maggiore democratizzazione dell'accesso alla conoscenza e ha favorito lo sviluppo di una cultura di massa. Infine, il terzo momento significativo è rappresentato dai media digitali e internet. Questi hanno ulteriormente ampliato le possibilità di comunicazione e diffusione delle informazioni, consentendo a chiunque di diventare un produttore e un distributore di contenuti. Inoltre, i media digitali hanno introdotto nuove forme di interazione e partecipazione, come i social media, che hanno cambiato radicalmente il modo in cui ci relazioniamo e interagiamo con gli altri. In conclusione, i media comunicativi hanno avuto un impatto profondo sulla società, trasformando il modo in cui comunichiamo, conosciamo e diffondiamo conoscenze e valori. Sono strumenti potenti che possono essere utilizzati per il bene o per il male, e quindi è importante essere consapevoli del loro potenziale e utilizzarli in modo responsabile.

La conoscenza, secondo Platone, deve essere trasmessa oralmente e attraverso la relazione faccia a faccia, poiché ritiene che la scrittura renda la conoscenza immobile e priva di vita, incapace di rapportarsi e di difendersi. Inoltre, Platone sostiene che la scrittura atrofizzi la memoria, rendendo gli uomini dipendenti da un supporto esterno.

Un altro medium su cui si concentra il pensiero occidentale è la stampa, che si ritiene abbia avuto un ruolo fondamentale nella società moderna, poiché ha permesso la diffusione di libri e quindi della conoscenza in modo ampio e semplice. Questa "invenzione" è spesso associata alla scienza. Tuttavia, riguardo alla stampa ci sono opinioni contrastanti: da un lato, permette la diffusione di scritture, anche in volgare, rendendole facilmente accessibili a tutti; dall'altro, si teme che libri di carattere importante vengano letti superficialmente.

Infine, l'ultimo medium preso in considerazione è la televisione, che ha rivoluzionato il modo in cui riceviamo informazioni e intrattenimento. La televisione ha il potere di raggiungere un vasto pubblico e di trasmettere immagini e suoni in tempo reale. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla qualità dei contenuti trasmessi e alla loro influenza sulla società.

Considerazione dal pensiero occidentale, sono le tecnologie elettroniche (Internet, televisione, radio) che conducono ad una modalità audiovisiva della comunicazione. Esse sono rivoluzionarie perché annullano completamente la distanza che c'è tra gli interlocutori creando in essi una sensazione di immediatezza e simultaneità. A differenza della scrittura, i media moderni, sfruttando diversi tipi di comunicazione, propongono discontinuità e incoerenza mischiando elementi molto diversi in un flusso in cui la gerarchia dei contenuti non è più ovvia ed è costantemente messa in discussione. L'ampia diffusione nel dopoguerra di queste tecnologie genera un ricchissimo dibattito: come dice Umberto Eco, gli esperti si dividono in "apocalittici" "integrati" (essi ritengono che abbiano una portata distruttiva) e (propensi a considerare gli esiti positivi e controllabili della socializzazione). Infine, vengono messi in

evidenza ed analizzati i poteri dei mass media sia in termini di influenza diretta dei comportamenti sia in termini di orientamento dell'attenzione. L'introduzione e la rapida diffusione di un nuovo medium hanno sempre generato ansia e preoccupazione tra gli intellettuali. I nuovi mezzi sono sempre stati accusati di non riuscire a trasmettere una vera conoscenza e di causare un generale impoverimento del sapere: vengono spesso accusati di deteriorare le capacità cognitive individuali (memoria ed apprendimento). Queste ricorrenze suggeriscono una certa cautela della società e ci ricordano che ogni innovazione è socialmente carica di speranze e di paure che accompagnano la sua diffusione. Tuttavia, è importante sottolineare come, sebbene i media abbiano sì la capacità di mutare una società, questo spesso dipende dall'uso che l'individuo ne fa. (Lévy). Non bisogna

però pensare che la tecnologia sia uno strumento neutro: la tecnologia non è mai neutrale ma incorpora le specifiche forme di organizzazione del potere di una società e predispone verso certe forme di relazione sociale. Spesso a determinare la paura di un "degradamento" sociale e cognitivo è la paura che il media precedentemente utilizzato venga completamente sostituito da quello nuovo ma non è così: nel momento in cui infatti viene introdotto un nuovo media, questo non si sostituisce mai a quello precedente ma anzi i due entrano in una relazione che può, ovviamente, variare nel tempo.

Capitolo 2 - I NUOVI MEDIA DIGITALI SOCIALI

Si inizia a parlare di nuovi media (o media digitali) alla fine del Novecento ed indica i mezzi di comunicazione informatizzata. Il loro obiettivo è quello di diffondere informazione digitale e sono caratterizzati da:

  • adattamento da parte di chi li utilizza
  • sono pervasivi
  • sono caratterizzati da una

velocità di penetrazione straordinaria- sono convergenti- sono ipertestuali- sono interattivi

I nuovi media sono inoltre caratterizzati dalla loro bidimensionalità: chi utilizza i social media può infatti essere creatore e usufruitore allo stesso tempo.

I nuovi media consentono anche la creazione di relazioni rendendo così difficile distinguere l'online dall'offline: i social network permettono di costruire una rete che però è formata da legami deboli che, a differenza dei legami forti, non hanno grande stabilità e profondità ma riescono in ogni caso a garantire supporto, socialità ed informazione.

Per quanto riguarda i nuovi media si ha una visione contrastante: David Weinberger riassume in una frase queste posizioni contrastanti: "allo stesso tempo un'esaltazione e una crisi epocale della conoscenza."

Molti studi hanno ad esempio provato che l'utilizzo dei social media ha proprietà

deleterie sul cervello umano. Limitandosi sempre di più, infatti, le interazioni "faccia a faccia" si riduce anche l'empatia e l'attenzione che si rivolge alle persone; questo è dato inoltre dal fatto che le persone, anche grazie ai videogiochi, si abituano sempre di più a visioni crude e violente. Poiché il cervello si abitua sempre di più a tempi di attenzioni molto limitati poiché vengono presentati contenuti multimediali sempre molto ridotti, molti studi hanno anche dimostrato che i nuovi media riducono di molto la capacità di attenzione delle persone e la loro memoria. Al contrario, molti sostengono invece che il social network sia ricco di continue interazioni con diverse forme di creatività, di culture e di intelligenza e che quindi ciò stimoli in realtà molto la mente umana. Secondo alcune teorie i nuovi media possono essere uno strumento di potere, principalmente per tre ragioni:

quello che siamo, lo sviluppo e la diffusione dell'informatica sono oggi dispositivi attraverso i quali vengono costruiti isoggetti. Questo perché ormai le nuove tecnologie sono in grado di "governare" le persone: non vi è più censura tra tempo e riposo (si è sempre e continuativamente attivi e reperibili), i nostri desideri e i nostri sogni vengono influenzati da pubblicità, si è diventati completamente multitasking e non si ha più quindi una vera concezione del tempo ed infine l'individuo diventa sia consumatore che produttore;

Nativi digitali, i nuovi media e i nuovi dispositivi creano delle categorie. Questo perché si vengono a riconoscere i nativi digitali ovvero i giovani che sono nati e che sono cresciuti con i nuovi media e che quindi inevitabilmente ne sanno fare un uso più saggio rispetto ai non nativi (migranti digitali). Inevitabilmente si crea quindi un divario tra chi è

Un nativo e chi non lo è;

Strumento didattico, erroneamente spesso si crede che i nuovi media e i dispositivi che da essi derivano possano sostituirsi completamente, o quasi, alla didattica diventando così inevitabilmente una grandissima forma di potere.

Capitolo 3 - ETNOGRAFIA DELLA COMUNICAZIONE DEI MEDIA DIGITALI

Analizzare i Social come: comunicazione fatica, nuova forma di ideologia linguistica e performance

I Social Media sono caratterizzati da una comunicazione fatica: a parlare per la prima volta di questo tipo di comunicazione fu Malinowski che la definì "una tipologia di discorso in cui si crea legame sociale con il puro comescambio di parole". Un esempio di comunicazione fatica è l'insieme dei convenevoli (saluti iniziali e finali e tutta la sfera che li riguarda), formule per verificare che il messaggio stia arrivando a destinazione. Hanno anche carattere "fatico" alcuni precisi tipi di conversazione come può

essere ad esempio una chiacchierata tra amici o un pettegolezzo. Ciò che conta quindi nella comunicazione fatica non è tanto la correttezza e il modo in cui viene trasmesso il messaggio ma cosa viene detto: è più importante il "cosa" si dice rispetto al "come" si dice. È facile quindi, dopo averla definita, capire perché la comunicazione fatica sia una caratteristica principale dei Social Media: il loro primo scopo è infatti quello di mantenere in costante contatto e aggiornamento le persone e viene trascurata così la forma con cui avviene questa tipologia di contatto. Secondo lo studioso Di Gregorio questa possibilità di comunicazione immediata, tuttavia, non è effettivamente un vero e proprio beneficio per le relazioni ed interazioni umane soprattutto perché viene a meno quella tensione e quella mancanza che si prova in assenza di una persona dato che ora, g
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher memor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia dei media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Bargna Ivan.