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Analizzando l'azione come comportamento la consideriamo essenzialmente come un agire attribuibile a una fonte concreta e precisa
e inseribile in circostanze determinate. Esso è infatti primariamente la manifestazione dell'attività di qualcuno, la sua risposta a una
situazione o a uno stimolo. Molte le categorie distintive: si può avere un comportamento volontario o involontario, cosciente o
incosciente, individuale o collettivo, transitivo o intransitivo, singolo o plurimo, unico o ripetitivo..
Quello che comunque è in gioco è l'osservazione in termini fenomenologici dell'azione.
5.3.3 L'azione come funzione
Analizzare l'azione come funzione significa considerarla non più come un accadimento concreto e irriducibile, ma piuttosto come
occorrenza singola di una classe generale di eventi. Le funzioni sono quindi dei tipi standardizzati di azioni che personaggi compiono
e continuano a compiere di racconto in racconto, pur nelle infinite varianti. Anche qui non ci addentriamo in tutte le forme di funzioni
presenti nella narrazione cinematografica, ma proponiamo tre grandi classi di azioni:
privazione: interviene di solito all'inizio della storia e vede qualcuno o qualcosa sottrarre a un personaggio ciò a cui costui
– ha diritto. Essa da luogo a una mancanza iniziale il cui rimedio costituirà il motivo attorno cui ruoterà tutta la vicenda
allontanamento: funzione duplice, poiché da un lato conferma una perdita, dall'altro da avvio alla ricerca di una soluzione.
– Fanno parte di questa classe il ripudio, la separazione, l'occultamento..
viaggio: può concretizzarsi sia in uno spostamento fisico (trasferimento) sia in uno mentale (tragitto psicologico). Di questa
– classe fanno parte sottoclassi di azioni come la partenza, la ricerca, investigazione..
divieto: può essere rafforzativo della privazione iniziale ma anche una delle tappe che il personaggio incontra lungo il suo
– cammino. Di fronte a questa funzione si ha una doppia possibilità di risposta: il rispetto del divieto o la sua infrazione
obbligo: l'inverso della funzione precedente, ma anche un altra delle tappe che punteggia il percorso del personaggio; esso
– è messo di fronte a un dovere, che può assumere le vesti di un compito o di una missione. Anche qui abbiamo due
possibilità di risposta: l'adempimento o l'evasione
inganno: è un terzo tipo di situazione che il personaggio può incontrare , e che si manifesta come tranello, travestimento,
– delazione.. anche qui la risposta è duplice: da una lato la connivenza dall'altro lo smascheramento
prova: funzione plurima nel senso che accorpa almeno due tipi di azioni; il primo è quello delle prove preliminari, il
– secondo quello delle prove finali. Correlata a quest'ultima forma di prova è la vittoria dell'eroe e la sconfitta dell'antieroe
rimozione della mancanza: il successo che il personaggio ottiene nella prova finale libera colui che aveva subito il torto
– della privazione. Di qui un momento di restaurazione o di reintegrazione
ritorno: è il ritorno del personaggio nel luogo che ha lasciato; un alternativa è l'istallazione in un luogo ormai divenuto caro
– celebrazione: il vittorioso viene riconosciuto in quanto tale, dunque identificato, ricompensato, trasfigurato..
– 5.3.4 L'azione come atto
Ora passiamo alla prospettiva più ampia, adottando un approccio del tutto astratto, e approcciando l'azione come atto, e cioè in
quanto pura e semplice struttura relazionale. Anzi, lasciamo stare perché è un labirintico garbuglio di parole senza senso.
Ricordiamo solo le quattro tappe dell'atto: performace (fare, realizzazione dell'atto), competenza (si può fare, non si può fare), il
mandato (far fare), sanzione (conferma o condanna..).
5.4 Le trasformazioni
5.4.1 Dagli eventi alle trasformazioni
Il fare, ci introduce anche all'idea che l'azione, e più in generale tutti gli eventi, nel momento stesso in cui hanno luogo, intervengono
sul corso della vicenda provocandone una svolta, una spinta in avanti, un ritorno indietro.. L'evento, dunque, non è solo ciò che
dettaglia il racconto, ma anche ciò che lo muove. Siamo alle trasformazioni, che analizzeremo attivando le solite tre grandi
prospettive, che ci porteranno a vedere le trasformazioni rispettivamente come cambiamenti, processi e variazioni strutturali.
5.4.2 Le trasformazioni come cambiamenti
Partiamo dalle trasformazioni in una prospettiva fenomenologica, analizzando i mutamenti che contraddistinguono la narrazione
partendo dagli elementi più evidenti che li caratterizzano (la forma esteriore, la rilevanza psicologica, il tipo di accadimenti..).
In quest'ambito la trasformazione può essere analizzata da due punti di vista: o indagata a partire dal personaggio, che del
cambiamento è l'attore, o esaminata a partire dall'azione stessa, che del cambiamento è il motore.
Nel primo caso possiamo riconoscere a livello generale cambiamenti di carattere, relativi al modo di essere, o di atteggiamento,
relativi al modo di fare; a livello più specifico, i cambiamenti individuali e collettivi, espliciti e impliciti, uniformi e complessi..e così
via.
Nel secondo caso, troviamo una vasta serie di possibilità: si potranno avere cambiamenti lineari o spezzati, effettivi o apparenti, di
necessità o di successione, logiche o cronologiche..
5.4.3 Le trasformazioni come processi
Su questo piano le trasformazioni non si configurano più come cambiamenti puntuali o concreti, bensì come forme canoniche di
mutamenti, percorsi evolutivi ricorrenti. In questo senso le trasformazioni possono qualificarsi come processi di miglioramento, o di
peggioramento. Capire quale dei due dipende strettamente dalla presenza di un personaggio orientante, dal cui punto di vista sia
osservata tutta la vicenda; nozione che ci è fornita dal modo in cui la narrazione organizza sin da subito il proprio discorso.
Fondandoci su questo punto fermo, e osservando i processi di trasformazione in relazione rispetto a un personaggio chiave,
spingiamoci un po' di più in profondità.
Se osserviamo il racconto con attenzione, ci accorgiamo innanzitutto che esso chiama generalmente in causa interessi umani,
progetti, ora migliorativi ora peggiorativi, che possono manifestarsi oppure restare allo stadio di semplici desideri, e che una volta
manifestatisi, possono dare portare a risultati o restare allo stadio di semplici desideri.
Il progetto può poi tendere, come detto, a o a un miglioramento da ottenere, o verso un peggioramento prevedibile; avremo due tipi di
sequenza, anche se speculari, anch'essi caratterizzati da raggiungimento o meno dello scopo.
All'interno di questi schemi, è possibile tracciare dei percorsi precisi: partendo dal beneficiario del miglioramento, per esempio, egli
potrà incorrere in un evento fortuito, o in un compito da eseguire, oppure incorrere in un altro agente, ovvero l'antagonista.. eccetera.
5.4.4 Le trasformazioni come variazioni strutturali
A questo livello intendiamo le trasformazioni come operazioni logiche sono a fondamento delle modificazioni del racconto. In questo
senso paiono essere cinque le principali operazioni attivate:
saturazione: quel tipo di variazione strutturale in cui la situazione rappresenta la conclusione logica o prevedibile posta
– dalle premesse della situazione iniziale
inversione: in cui la situazione iniziale si rovescia, all'arrivo, nel suo opposto
– sostituzione: lo stato d'arrivo sembra non avere legami con quello di partenza
– sospensione: la situazione iniziale non trova saturazione ma resta insatura, tronca
– stasi: rappresenta la vera e propria non-variazione
–
Per concludere, nell'analisi di tale tortuoso tragitto (quello delle trasformazioni),assume come visto grande rilievo l'osservazione dei
suoi stadi estremi: l'esordio e la conclusione. Per segnalare fra le tante possibilità le strade più battute, diremo che si può considerare
spesso l'inizio come momento di disequilibrio e la fine come restaurazione dell'equilibrio; oppure l'inizio come apertura di una
matrice di elementi e la fine come come conclusione del gioco di rinvii tra essi; o ancora considerare l'inizio e la fine nel loro
complesso come linee portanti di una cornice.. eccetera.
5.5 I regimi del narrare
Tabella riassuntiva.
Non ci resta che rintracciare i regimi dominanti per quel che concerne la narrazione
5.5.2 Narrazione forte, narrazione debole, anti-narrazione
Tre sembrano essere le grandi forme del narrare:
narrazione forte: in questo regime l'enfasi è posta su un insieme di situazioni ben disegnate e concatenate tra loro, ovvero
– che in ogni fase del racconto tutti gli elementi narrativi sono in gioco; tra essi ha un ruolo determinante l'azione, sia in
quanto forma di risposta di un personaggio all'ambiente, sia in quanto tentativo di modificare le cose. Da ciò alcuni tratti
peculiari:
- l'ambiente in cui agisce il soggetto si manifesta nella sua organicità, nel suo essere dimensione inglobante
-sono presenti fronti precisi (outlaw hero/official hero, polizia/criminali..)
-tra la situazione d'avvio e quella finale pare esserci un grande scarto, che va colmandosi progressivamente
-l'annullamento di questo scarto mette in luce una situazione di arrivo che funge da completamento di quella d'avvio
A queste costanti obbediscono il cinema classico hollywoodiano, il film gangster, il western, il kolossal storico
narrazione debole: vede un leggero ma significativo spostarsi degli equilibri precedenti. I personaggi, senza un'azione che
– ne esprime le reazioni, e gli ambienti, senza un'azione che reagisce ad essi, diventano enigmatici, perdono di consistenza:
siamo nel terreno del dramma psicologico. Alcuni tratti peculiari:
- l'ambiente appare come pervasivo, non stimolando più le azioni
- i valori danno riferimento ad assiologie pronte al sincretismo e dotate di permeabilità (non si capisce chi sia l'eroe e chi
l'antieroe, per esempio)
- tendono a scomparire gli scarti radicali fra situazioni diverse (niente azioni eroiche, ma molti dubbi e paure)
- lo stato finale si presenta o come ribaltamento di quello iniziale o come stato nuovo, slegato da rinvii con quello
originario
A queste costanti aderiscono certi generi come il melo passionale, il noir più intrigante, o il western psicologico.
anti-narrazione: il nesso personaggio-ambiente perde ogni tipo di equilibrio, e l'azione ogni ruolo rilevante. Tratti:
– - la situazione narrativa è frammentaria e dispersa, i personaggi sono molteplici e connessi tra loro e all'ambiente in modo
labile, continuamente oscillanti tra essere protagonisti e secondari
- non vi è alcuna assiologia di riferimento<