Riassunto esame Analisi del Film, prof. Guerrini, libro consigliato Filmagogia, L. Guerrini (Introduzione obbligatoria)
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ESTRATTO DOCUMENTO
FILMAGOGIA
INTRODUZIONE
A cura di Loretta Guerrini Verga e Angelo Papi
1 - Prime indicazioni di metodo
Il regista russo Andrej Arsen'evič Tarkovskij racconta di un uomo che, nonostante stesse per
essere fucilato, non rinuncia a piegare il proprio cappotto e a riporlo in un luogo asciutto:
• Abitudine?
• Espediente per fuggire con i pensieri?
• Performance che afferma la sua dignità?
Assecondando la terza ipotesi, il soldato prese tempo riaffermando la sua presenza in quanto
uomo non assoggettabile ad altri e al tempo.
Linea K (ovvero knowledge line, linea di conoscenza): un filo rosso che dall'idea passi al film
e che leghi l'immagine all'idea, passando da una struttura all’altra, rimanendo rispettosa della
complessità propria dell’opera in questione.
Marco Amenta (regista, produttore e fotoreporter
palermitano) evidenzia come sia importante lavorare
anche di storyboard in fase di sceneggiatura, poiché,
come nel caso di La siciliana ribelle (2009), una
determinata immagine assume un ruolo simbolico
fondamentale per il film.
Il regista, descrivendo la propria linea k, sottolinea come la storia sia fondamentale, ma è
necessario che le immagini non siano unicamente belle, ma dotate di una forza propriamente
visiva.
Il lavoro del testo è, quindi, incompleto senza l’ausilio del lavoro dell’occhio.
Mario Sesti (regista, critico e giornalista messinese) parla di una realtà nuova se immersa nel
contesto filmico, una realtà da “digerire, deformare, plasmare”.
- Una buona idea: imparare dal film
1.1
Apprendere dal film vuol dire percorrere a ritroso il lavoro creativo; ciò si configura in una
“missione esplorativa” in territori che richiedono un sopralluogo. Pag. 1 di pag. 10
Emir Kusturica (regista, musicista e sceneggiatore jugoslavo) distingue la storia dal dramma,
mettendo così in evidenza l’aspetto performativo e trasformativo dell’azione registica
- Spettacolo ed esplorazione
1.3
Giovanni Rizzo ricorda che il cinema è innanzitutto spectaculum e proprio nella sua
spettacolarità sta la carica pedagogica .
Tarkovskij sottolinea la peculiarità del cinema di allargare l’esperienza umana.
Il cinema quindi funge da faro dell’esperienza, allo stesso modo del nostro cervello.
Popper tratta due modelli antitetici di mente:
La mente come recipiente, che sembra essere una specie di magazzino di stoccaggio
a.
dati, un recettore completamente passivo. Tale approccio (sbagliato anche dal punto di
vista scientifico), non si cura dell’aspetto esplorativo e condiziona negativamente
l’apprendimento.
La mente come faro, che seleziona, discerne, rifiuta e accetta, facendo anche i conti
b.
con le emozioni.
Le neuroscienze oggi parlano di “cervello plastico”, sottolineando l’enorme importanza del
clima in cui avviene l’apprendimento
Da ciò risulta palese l’importanza del coinvolgimento in ambito didattico sia da parte dello
studente sia da parte del docente
- Il cervello proattivo e l’immagine filmica
1.4
Lo spettacolo dà quindi un valore emozionale aggiuntivo alla didattica.
La Filmologia ha come obiettivo quello di verificare la reattività dello spettatore rispetto alla
proiezione sullo schermo, mentre Filmagogia si rivolge all’aspetto “proattivo”,
all’apprendimento.
La percezione non è determinata solo da imput sensoriali, ma anche dall’aspetto proattivo
(es. esperienza precedente, desideri, aspettative etc.)
Jacques Aumont (critico e studioso francese) evidenzia come “oggetto dell'analisi filmica non
1
è l'opera, ma i problemi d’immagine creati dal film”. I problemi d’immagine sono problemi
figurativi e “il lavoro di figurazione del film consiste nel produrre ed elaborare figure, nel
confonderle, giustapporle o intrecciarle nel film”
1 L’analisi narratologica, invece, lavora anche sulle stesse opere Pag. 2 di pag. 10
Come Kusturica rifiuta di identificare il regista con il “cantastorie”, se il regista è in grado di
dare “forma” a una storia essa diventa dramma e film.
1.4 - Il cinema: l’arte della prova?
Pierre Kast (regista, sceneggiatore e critico francese) definisce il
cinema un'arte anti-realista. “Ciò che vuole mostrare non è la
realtà esteriore, ma la realtà organizzata per provare qualcosa”.
Gli oggetti d’uso quotidiano sono avvolti da una pratica così
vicina a noi da essere ormai divenuta invisibile.
La possibilità di vedere più aspetti delle cose che abbiamo attorno rivela la culturalità
(elemento proattivo) del nostro approccio intuitivo alla realtà.
Gli psicologi Friz Heider e Marianne Simmel in un esperimento del 1944 dimostrarono come
persino figure geometriche in movimento sullo schermo venivano percepite come agenti
umani, i quali causavano comportamento di altre figure geometriche come se fossero
anch’esse umane. 2
- L’effetto Kulesov
1.5
Il regista russo Lev Kulesov dimostrò per primola possibilità di variare il significato di
un’immagine in rapporto a quelle precedenti e seguenti.
Le associazioni con il primo piano di un attore e tre inquadrature differenti diede modo di
constatare come la concatenazione dei piani
influenza il modo in cui lo spettatore li percepisce e li
interpreta.
1) Il piatto di minestra seguito dal primo piano
dell’attore porta lo spettatore a leggere “fame”
2) La bara della bambina morta seguita dal primo piano
dell’attore orienta la lettura verso “tristezza”
3) La languida figura femminile stesa su un divano
seguita primo piano dell'attore sembra ,invece, suggerire
desiderio.
- Schizzi, bozzetti e disegni …
1.6
2 https://www.youtube.com/watch?v=n9TWwG4SFWQ Pag. 3 di pag. 10
Il regista deve, quindi, comporre le proprie figure secondo il ritmo e la logica che
corrispondono alla personale Linea K.
Il lavoro è esplorativo e ha come obiettivo la produzione di un “effetto di senso”, cioè un
insieme di scene che raggiungano gli scopi dell’artista :
3
a) comunicare un messaggio solo attraverso scenario, costumi, personaggi e i loro
rapporti (funzione comunicativa)
b) attivare alcune trame simboliche (funzione simbolica)
c) scatenare emozioni (funzione traumatica)
Tramite le parole di Alfred Hitchcock in un commento sul film Gli uccelli (1963) risulta
lampante che il regista abbia lavorato su tutte e tre le dimensioni calcolando inquadrature,
disposizioni di esse, ritmo, lunghezza di una scena ecc.
Il regista sottolinea che numerosi dettagli simbolici rimarranno poi inosservati, ma aggiunge
anche: “Quando giro questo non mi aspetto che il pubblico lo capisca completamente”.
- Dissonanze cognitive
1.7
Sempre Tarkovskij suggerisce quanto sia rilevante liberarsi dal senso comune per dare vita a
“un sentimento vivo nel suo naturale sviluppo e nelle sue trasformazioni”.
La dissonanza si crea quando un'aspettativa è disattesa.
La meravigliosa opera di Kim Ki-Duc Ferro 3, la casa vuota (2004) risulta inizialmente
fuorviante per il senso comune: non capiamo se Tae-Suk sia un ladro o uno spostato e il
silenzio del giovane rende ancora più complessa la nostra lettura.
Ad uno sguardo più attento, però, non sfugge il livello simbolico dell’opera: il protagonista è
un cavaliere dissonante, che viaggia su una moto e maneggia una mazza da golf che può
tramutarsi in uno strumento di morte.
3 Tripartizione offerta da Roland Barthes Pag. 4 di pag. 10
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulirosssss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi del film e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bologna - Unibo o del prof Guerrini Loretta.
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