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PRINCIPIO DI COERENZA DINAMICA:
Ciascuna impresa deve progettare il proprio assetto organizzativo in funzione delle proprie
caratteristiche specifiche. Non esistono soluzioni organizzative ottime e valide in ogni circostanza.
Gli studi aziendali e di management ci consentono di sapere:
– quali sono le configurazioni fondamentali che ciascuna variazione organizzativa può assumere;
– quali sono le regole in base alle quali scegliere la configurazione fondamentale più adatta per ogni
specifica impresa.
Questa impostazione del tema è nota come visione di contingency della progettazione e si
contrappone alla visioni universalistiche che propongono soluzioni valide per tutte le imprese in
tutti i momenti della loro vita.
Le principali regole contingency di coerenza tra le variabili organizzative e le altre variabili
dell'impresa riguardano le relazioni tra:
1. bisogni delle persone e la struttura delle singole unità organizzative → quanto più forti sono i
bisogni di socialità, di stima e di realizzazione, tanto più il lavoro deve essere organizzato in forma
di lavoro di gruppo e con contenuti ricchi;
2. articolazione delle combinazioni economiche e la struttura organizzativa di base → la
struttura organizzativa di base deve essere scelta in funzione dell'estensione e della disomogeneità
delle combinazioni economiche o della strategia dell'impresa.
La coerenza tra le variabili organizzative e le altre variabili aziendali è coerenza dinamica. Le
imprese più attente e con maggiori risorse disponibili cercano di sincronizzare le dinamiche delle
variabili in gioco per evitare che un assetto organizzativo superato diventi un freno alla crescita e
all'economicità dell'impresa.
PRINCIPIO DI ORIENTAMENTO ALLE PERSONE E GRUPPI DI PERSONE:
Vi è l'esigenza e la possibilità di individuare e di attivare soluzioni organizzative per permettere di
coniugare l'efficienza aziendale con la soddisfazione delle persone; le due finalità non sono
perseguibili l'una in alternativa all'altra.
Le modalità e l'intensità di partecipazione dei prestatori di lavoro al governo economico
dell'impresa sono direttamente influenzate dalle scelte di struttura organizzativa.
Le scelte di progettazione degli assetti organizzativi e le scelte di configurazione e di gestione
dell'organismo personale devono ispirarsi al principio dell'orientamento alle persone e ai gruppi
di persone. Principio etico che afferma la necessità che le imprese siano organizzate e gestite nel
rispetto della dignità delle persone come individui e come membri di società umane; principio
economico ossia di un principio da applicare per realizzare condizioni di vita economica duratura
dell'impresa.
Una prima applicazione consiste nel realizzare le condizioni che permettono alle persone di essere
fortemente motivate a lavorare intensamente e in modo contributivo. Quanto più dinamiche sono le
combinazioni economiche d'impresa, tanto più importante diventa l'attenzione alla motivazione
delle persone per un lavoro ad alto contenuto decisionale, creativo, imprenditoriale.
Chi protegga gli assetti organizzativi e chi gestisce le persone deve cercare di creare un clima
organizzativo favorevole e una forte coesione all'interno dei gruppi di persone che lavorano.
Le competenze delle persone che lavorano sono in parte competenze individuali e in parte
collettive; sono competenze di persone e di gruppi di persone, ma sono anche parti importanti del
patrimonio dell'impresa.
Sono gli organi direttivi e di governo economico delle aziende che hanno la responsabilità di
organizzare l'assetto organizzativo in modo tale da creare condizioni favorevoli allo svolgimento
efficiente delle attività operative. Crescenti livelli di efficienza si devono perseguire mediante
l'innovazione organizzativa e l'innovazione tecnica piuttosto che attraverso la pressione sullo sforzo
dei prestatori di lavoro.
SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI BASE:
La struttura organizzativa di un'azienda può essere definita come la configurazione unitaria e
coordinata degli organi aziendali e degli insiemi di compiti e di responsabilità assegnati a ciascuno
di tali organi.
Il processo di progettazione della struttura organizzativa può sintetizzarsi schematicamente in:
1. analizzate le combinazioni economiche aziendali, si definisce l'insieme complessivo dei compiti
che devono essere svolti dall'insieme dell'organismo personale;
2. si sceglie un criterio di divisione del lavoro e l'insieme generale di compiti viene suddiviso in
sottoinsiemi di compiti in base a tale criterio; ciascun sottoinsieme è inteso come aggregato di
compiti corrispondente ad una unità organizzativa; si configura un insieme di unità organizzative;
3. le varie unità organizzative vengono aggregate a più livelli un una gerarchia che ha il doppio
significato di linea di comando e di strumento di coordinamento;
4. il sottoinsieme di compiti assegnato a ciascuna unità organizzativa viene suddiviso in aggregati
corrispondenti alle singole posizioni che compongono tale unità; la posizione è l'elemento base
della struttura organizzativa; l'insieme di compiti assegnati alle singole posizioni sono denominati
mansioni.
Gli output formali del processo di progettazione della struttura organizzativa sono:
a) un elenco di unità organizzative;
b) un corrispondente elenco di insiemi di compiti;
c) un insieme di relazioni gerarchiche che collega le varie unità organizzative.
Questi tre insiemi costituiscono la struttura organizzativa formale: gli insiemi a) e c) vengono
rappresentati negli organigrammi e l'insieme b) in mansionari ossia in raccolte di descrizioni delle
mansioni.
La struttura organizzativa si configura anche come insieme o sistema di ruoli. Per ruolo si intende
l'insieme delle attese di comportamento nutrite nei confronti di una persona che occupa una
determinata posizione.
SCELTA TRA QUATTRO FORME BASE E DUE VARIANTI:
Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste essenzialmente nella scelta di
una delle quattro forme di base che sono denominate:
1. struttura elementare;
2. struttura funzionale, pura o mista;
3. struttura divisionale, pura o mista;
4. struttura matriciale.
La scelta dipende dalle caratteristiche dell'azienda e si sostanzia nell'adozione di differenti criteri di
divisione e di coordinamento del lavoro.
• STRUTTURA ELEMENTARE:
Nel caso di aziende particolarmente piccole e semplici, si adotta una struttura elementare, una
struttura nella quale la funzione di governo economico e la funzione di direzione sono svolte da un
unico organo di direzione generale. Dalla direzione generale dipendono direttamente le unità
operative.
• STRUTTURA FUNZIONALE PURA:
Un'impresa di medie dimensioni e con combinazioni produttive relativamente semplici. In una
situazione di questo tipo il lavoro appare divisibile secondo un solo criterio: quello delle
coordinazioni parziali. Non è divisibile per prodotti ne per mercati dato che il prodotto è unico così
come unico è il mercato. Tale tipo di struttura è denominato correttamente struttura funzionale; tale
dizione deve intendersi nel significato di struttura organizzativa articolata per funzioni, ossia per
coordinazioni parziali; si tratta di una struttura derivante dalla divisione del lavoro secondo il
criterio dell'omogeneità delle tecniche caratteristiche di ciascuna coordinazione parziale.
Dalla direzione generale, organo di governo economico, dipendono le direzioni di funzione, organi
di direzione. Dalle direzioni di funzione dipendono gli organi operativi che svolgono sottoinsiemi di
coordinazioni parziali e che assumono denominazioni del tipo “ufficio acquisti”.
• STRUTTURA DIVISIONALE PURA:
Un'azienda con combinazioni produttive in tre combinazioni parziali corrispondenti a linee di
prodotto; ciascuna linea di prodotto è destinata ad uno specifico mercato, vi è una corrispondenza
univoca tra le linee di prodotto e i mercati. Sono utilizzabili due criteri di divisione del lavoro: la
divisione del lavoro per funzioni oppure la divisione del lavoro del lavoro per prodotti. Adottando il
primo criterio si dà luogo ad una struttura funzionale in cui ciascuna funzione tratta le tre
combinazioni prodotto-mercato. Adottando il secondo criterio si ottiene una struttura del tipo
denominato struttura decisionale pura: si adotta quando le varie combinazioni produttive sono molto
disomogenee tra loro negli aspetti sia tecnici sia commerciali; quando l'impresa ha sviluppato una
strategia di diversificazione non correlata. Dalla direzione generale dipendono le direzioni di
divisione; da ciascuna direzione di divisione dipendono le unità funzionali dedicate alla
corrispondente combinazione prodotto-mercato. Nella struttura funzionale ciascuna direzione di
funzione è responsabile dell'efficienza di svolgimento dei relativi processi. Nella struttura
divisionale, ciascuna direzione di divisione è responsabile del risultato reddituale parziale della
combinazione economica parziale corrispondente.
• STRUTTURE MATRICIALI E MISTE:
In moltissimi casi si presentano situazioni intermedie nelle quali si dovranno adottare strutture
matriciali o strutture miste. Si consideri dunque la comune fattispecie delle imprese con più linee di
prodotto tra loro legate da alcune relazioni di interdipendenza, di comunanza di conoscenze e di
complementarità di risorse nelle varie coordinazioni parziali.
Il processo logico utile per decidere se e quale struttura matriciale o mista adottare parte dall'ipotesi
finzione che siano possibili solo due configurazioni di struttura organizzativa: una struttura
funzionale pura ed una struttura divisionale pura per prodotti. Si vogliono fare emergere:
a) le considerazioni a favore di funzioni centralizzate, ossia funzioni unitarie a livello aziendale;
b) le considerazioni a favore di separazioni delle funzioni, da assegnare a divisioni, ossia le
considerazioni a favore di una struttura divisionale. Le due alternative pure non sono soddisfacenti e
che dunque si devono adottare strutture intermedie; tali strutture intermedie sono distinguibili in due
classi: le strutture miste e le strutture bidimensionali.
La prima variabile è rappresentata dalle economie di scala ottenibili con funzioni centralizzate.
Quanto maggiori sono le economie di scala di una funzione centralizzata tanto maggiore è
convenienza di una struttura di tipo funzionale.
La seconda variabile è data dal grado di specializzazione richiesta nell'ambito delle singole
funzioni. Quanto maggiore è la specializzazione richiesta, tanto più sono convenienti funzioni
centralizz