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STESSA DI OGNI POSSIBILITà, RENDE POSSIBILI TUTTI I CONTENUTI.
Schopenauer: ritiene naturale e inevitabile che i desideri degli uomini siano rivolti principalmente
al denaro la sua ricerca non soddisfa un bisogno ma piuttosto la possibilità di poterli soddisfare
tutti.
Definizioni che sono state date del denaro:
“denaro è la forma dell’unità e della possibilità di tutte le cose” Hegel e Simmel
“prostituto del genere umano” Shakespeare
“ruffiano universale” “onnipotente” ...etc
“mi unisce alla vita umana che unisce me alla società, che mi collega alla natutra e gli
altri uomini” Marx
Il denaro è il sostituto polivalente delle cose stesse però, il denaro, non può tutto.
La VERITà e la FEDE sfuggono al denaro, ciò che al denaro non è permesso è tutto ciò che vi è
di più profondo nell’umano: i diritti umani, la giustizia, l’ambiente, intelligenza, creatività,
fiducia...etc
Il denaro e il potere (Habermas) non possono comprare nè imporre la solidarietà tra gli uomini e
il senso delle cose.
Ciò che sfugge al denaro ne rivela una contraddizione interna, uno sgretolarsi della sua
presenza all’onnipotenza (falsa universalità). Se compro l’amore non ho l’amore, se acquisto
bellezza non ho bellezza, se compro l’intelligenza resto stupido.
Non esiste un regno del denaro e un regno contrapposto del fuori denaro, il denaro può tutto e
insieme non può tutto.
Le infinite possibilità del denaro sono anche delle infinite impossibilità perchè il suo potere
coincide con il suo limite.
Segno meno e segno più in continua altalena tra di loro.
Nell’apertura di ogni possibilità si trova anche la chiusura, libera e schiavizza.
L’impossibilità corrode e attraversa la sfera stessa di ciò che è possibile.
Il fatto che quasi tutto si possa vendere e comprare in virtù del denaro non significa che sia
veramente possibile scambiare quello che si vende e quello che si compra.
Il potere del denaro deriva dalla conversione totale di ogni qualità in una quantità che alla fine
troverà soltanto nel denaro stesso l’unico oggetto perfettamente adeguato alla logica dello
scambio.
Il meccanismo innescato dal denaro parte dalle cose, inizia come possibilità delle cose
possibilità della possibilità stessa e finisce come possibilità di se stesso.
DENARO FINE A SE STESSO.
Da mezzo universale di scambio, il denaro si trasforma in fine, la sua presunta onnipotenza
riguarda la possibilità che apre ogni possibilità, lo scambio generalizzato di tutto con tutto, la sua
impostazione totalizzante. L’onnipotenza del denaro si libera del riferimento agli oggetti.
All’apice del suo successo, il denaro scambia solo denaro.
E’ mezzo senza fini e, dunque, l’unico vero fine che rimane per sempre, al tempo stesso,
mezzo. E’ forma senza materia e dunque l’unica vera forma.
Il denaro si spiritualizza, si fa puro segno, linguaggio, simbolo.
Tendenza del denaro a prescindere da tutto e da tutti è letteralmente esplosa con la sua
finanziarizzazione.
Inversione totalizzante: denaro è oggetto, forma, sostituto di se stesso.
L’essenza del denaro è la negazione di ogni essenza, il nichilismo abita il denaro.
Sant’Agostino: denaro come amante fedele e inaffidabile.
Marx: amore impotente, amore che non si corrisponde con l’amore.
Weber: vede nel denaro impersonalità dei rapporti, non a caso si parla di potere del
capitale e non dei capitalisti.
Schopenauer: paragona la ricchezza all’acqua del mare, quanto più se ne beve, tanto più
si ha sete.
Denaro è attraversato da mille tensioni che si moltiplicano su se stesse in un gioco stressante.
Il denaro moltiplica di continuo i propri contrari, insieme alla loro stessa opposizione: potere e
limite, mezzo e fine, oggetto e soggetto, forma e materia, avere ed essere, accoglienza e rifiuto,
linguaggio e monologo.
I contrasti del denaro sono fluidi e rovesciabili.
L’onnipotenza del denaro è il modo della sua impotenza, la forma del denaro è la sua stessa
materia; comprare l’amore non significa essere amati, amare il denaro non equivale a essere
corrisposti.
Come fine: denaro non garantisce soddisfazione e sicurezza, anche se viene cercato in vista
dell’una e dell’altra. La sua ricerca fine a se stessa, l’accumulo per accumulo, è fallimentare
perchè la sua stess struttura impedisce ogni azione e godimento.
Il denaro è inaffidabile perchè si nutre nella smentita: segno meno smentito dal segno più e il
segno più smentito dal meno.
Regno del denaro è il dominio della minaccia: sempre malcerto e insoddisfatto.
IL DENARO ESISTE PER RENDERE INSODDISFATTI DELL’ESISTENZA.
“Denaro e prossimità”
Baudelaire, per quanto riguarda il denaro, parla di “atroce alchimia”: l’oro si cambia in ferro, il
paradiso in inferno.
Ciò che passa attraverso il denaro, ciò che gli uomini si scambiano con questo mezzo non si
riduce mai a un puro fatto economicopolitico.
La piazza e il mercato stanno al centro come luoghi privilegiati dell’incontro, perchè dove la
solitudine finisce inizia il mercato.
La relazione di scambio sottende un rapporto tra persone, il denaro non è neautrale rispetto alla
convivenza umana. Ogni transazione implica un rapporto umano.
Nell’ottica di una doppia astrazione, il denaro non vede più nulla e nessuno: si rapporta solo con
se stesso.
Nell’ambito della FINANZIARIZZAZIONE:
rapporto umano si trova misurato, acquista il suo senso in rapporto al denaro.
Il denaro aspira a una vita indipendente, separata persino dalla ricchezza in natura e nella
società.
Carattere astratto del denaro perciò:
non riguarda solo la distruzione delle cose e della vita con le cose, perchè prescinde dall’una e
dall’altra; non concerne neppure la pura riduzione dell’uomo a merce; l’astrazione si rivolge
piuttosto ai rapporti tra persone, ridisegna il sociale spingendolo verso l’oggettivazione. Quando il
denaro diventa fine e scambio di se stesso, si astrae dall’umano.
Nell’astrazione non ci sono rapporti/beni/realtà, il denaro racchiude tutto questo.
Nel suo regno globale, il denaro governa se stesso.
Denaro ridisegna e stravolge i rapporti sociali, esprime comunque una forma di prossimità.
Weber: vede nel denaro una dialettica tra la razionalità materiale e quella formale che divergono
tra loro in larga misura: questa fondamentale irrazionalità dell’economia costituisce una delle
radici di qualsiasi problematica “sociale”. La razionalità materiale porta con sè il riferimento alla
concretezza di ciò che si scambia con il denaro.
1. IL DENARO è UNA FORMA D’INTEGRAZIONE MA DISINTEGRA: denaro non è solo
strumento, non solo possesso tende a sostituirsi all’essere. Nel denaro tutto evoca la
dialettica dell’esclusione e inclusione. L’appartenenza sociale è oggi mediata dal denaro.
Il denaro rappresenta una relazione con gli altri, richiede un rapporto fiduciario, deve
prendere in considerazione (negli affari) l’atteggiamento delle persone. Il denaro
interpreta i rapporti sociali come rapporti di scambio. Ha effetti disintegranti perchè il suo
modo di integrare entra in concorrenza con quello ispirato al consenso e all’intesa. Per
un verso promuove socialità ma per un altro verso non si riconosce in nessun’altra legge
o norma che non sia quella ispirata al denaro stesso. Disintegra perchè tende a creare
una società al di fuori della società.
2. IL DENARO RISOLVE CONFLITTI MA NON IL LORO PRESUPPOSTO: denaro si
colloca in modo singolare rispetto ai conflitti sociali. In un senso agisce come
pacificatore, è un mezzo per risolvere conflitti, ha la capacità di realizzare sempre un
compromesso razionale rispetto allo scopo tra individui che hanno interessi contrapposti
ma complementari. Denaro tramuta in compromessi le precedenti lotte d’interesse.
(Kant era convinto che la forza del denaro fosse la più sicura a disposizione degli Stati
per promuovere la pace quando minaccia la guerra tramite compromessi). Nell’altro
senso, il denaro opera per la pace rilanciando la lotta da capo, nel denaro il conflitto non è
superato, si trova semplicemente addomesticato. Denaro presuppone la lotta dell’uomo
con l’uomo, rischia di istituire la competizione generalizzata.
3. DENARO AFFRATELLA LASCIANDO ESTRANEI: Denaro prende origine dallo scambio
che è una forma di socialità: con lo scambio si vengono a creare rapporti più strutturati
che richiedono forma di socializzazione. Denaro permette possibilità di rapporti più vasta
rispetto alla ristretta cerchia parentale/amicale. Denaro consente interscambio tra
persone indipendentemente dai criteri di appartenenza. Weber evidenziava che
collaborare nel denaro abilita partecipazione senza responsabilità. Il denaro è il mezzo
ideale per i rapporti che non vogliono andare più in là dell’attimo. Il denaro annulla le
distanze. Non promuove davvero una comunità di persone perchè nel rapporto di
scambio in termini di denaro si resta estranei l’uno all’altro. Il denaro spinge verso fome
associative articolate ma, nello stesso tempo, le ostacola perchè lascia estranei gli uni
agli altri.
Denaro è una libertà che preferisce il suo aspetto formale e negativo.
Dostoevskij parla del denaro come di una “libertà coniata”: denaro apre all’uomo la sfera delle
possibilità, permette di essere liberi, riconoscere al denaro potere liberatorio.
Il denaro ha permesso nascita della civiltà industriale, delle nostre libertà costituzionali, dei nostri
diritti.
Nella cerchia delle possibilità del denaro nascono delle impossibilità.
Potere liberatorio del denaro non mette al riparo da nuove schiavitù.
Libertà garantita dal denaro è libertà potenziale e formale (formale perchè rinvia a una
possibilità).
Il denaro libera ma non si sa bene per che cosa, il denaro realizza la libertà che ha però bisogno
del denaro per poter iniziare a essere libera e chiamarsi libertà.
L’apertura di possibilità è un credito: grazie al denaro si trasforma subito in debito.
Libertà eccessive che s’illudono di essere libere e libert&agrav