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TEORIA GENERALE DEL MONTAGGIO
INTRODUZIONE è uno dei trattati più significativi di di
Teoria generale del montaggio
regista, montatore, sceneggiatore, produttore e teorico del
Ejzenstjn,
cinema sovietico trai più importanti e influenti della storia cinematografica.
Il fine dell’autore inizialmente è quello di analizzare il processo del
montaggio cinematografico, ma di fatto il libro è un vero e proprio saggio
di estetica dell’immagine, se non una dissertazione sulla filosofia del
linguaggio in generale.
Il libro non è stato mai “terminato”, manca una chiara organizzazione
finale. La struttura e lo stile infatti sono poco schematico, pindarico, non
ordinato.
L’opera è stata realizzata tra il 35’ e il 37’. E’ un periodo storico molto
particolare, che si riflette totalmente nel libro. La diatriba sovietica
cinematografica sul ruolo del montaggio si è estesa in tutta l’Europa e il
successo del di Ejzenstjn, insieme
montaggio intellettuale/connotativo
a quello dei suoi colleghi teorici sovietici, è messo in discussione da gran
parte comunità cinematografica mondiale a favore del découpage
e del e dal regime stanlinista, che
classico montaggio narrativo,
arresta i fermenti di avanguardia e l’estetismo di Ejz considerati controversi
e controproducenti ad una politica artistica di propaganda, che necessitava
di un arte rappresentativa e realista. Questo libro rappresenta una risposta
quindi a tutte queste accuse.
Alla linea dei cineasti sovietici realisti Ejz. risponderà di essere più realisti
di tutti loro, poiché per il regista russo qualsiasi rappresentazione oggettiva,
solo per il fatta di dover essere rielaborata attraverso una rappresentazione,
risente inevitabilmente della soggettività di chi la raffigura e la rende
immagine. Conseguentemente l’unico modo di rappresentare il REALE è
evocare la sua IMMAGINE colta in sè stessa, GENERALIZZATA,
astratta dal suo contesto attraverso il (scelte di
lavoro formale
inquadratura, montaggio, audio), lo e il
studio della natura
La RAPPRESENTAZIONE è fine a sé stessa, muta, priva di
montaggio.
contrasti e quindi di movimento.
A chi crede che il montaggio sia soltanto una mera pratica tecnica,
Ejzenstejn, studioso che ha portato le idee di montaggio ai livelli più alti,
risponde con un’attenta analisi del processo e innalza il montaggio
principio reggente e primordiale su cui si basa la raffigurazione, la
percezione umana, le arti e l’uomo stesso.
La chiave di lettura dell’opera è quella avanguardistica di primo 900,
ovvero Ejz. per convalidare le sue tesi spazia trasversalmente attraverso il
processo compositivo di discipline e opere artistiche di ogni genere.
IL MONTAGGIO DEL CINEMA DELLA RIPRESA DA UN UNICO
PUNTO
In questa parte Ejz. affronta il problema della composizione
dell’inquadratura e come questa viene percepita, sia nell’ambito
cinematografico, che in quello artistico in generale. Si attribuisce il ruolo di
primo esaminatore dell’inquadratura, oscurata sempre dal montaggio, e
sottolinea come anche nell’inquadratura avviene un piccolo fenomeno di
montaggio (VEDI PARTE 2) Nel suo documentario sulla storia e la cultura
messicana il montaggio è banale e lineare (non curato da
Que viva Mexico,
lui poichè il regime ha bloccato i finanziamenti al film e priva ad Ejz. del
materiale) quindi ci si può concentrare sulle inquadrature che sono
calcolate dall’autore e non lasciate al caso. In questa opera che
ricostruiamo grazie al diario di Ejz, attraverso il montaggio delle
inquadrature l’autore vuole tracciare l’evoluzione storico-culturale del
messico, attraverso la tematica importante della vita e la morte. Le
immagini che vuole evocare sono quelle relative alla “vasilada”
generalizzazione della sofferenza del messico (maschere, teschi)
L’inquadratura va esaminata dal punto di vista pittorica, è costituita da un
la porzione di immagine del soggetto che lo separa da ciò che lo
taglio,
circonda e da uno l’angolo da cui è osservato. Questi due
scorcio,
elementi cercano di seguire la linea caratteristica del soggetto, elemento
fondamentale della composizione, che inisieme al colore come diceva
Cezanne richiama la forma reale e generalizzata del soggetto. Per esempio
la linea di un elefante rappresenta un animale ma richiama ed evoca l’idea
di trasporto e l’immagine di trasporto regale.
La forza dell’immagine sta anche nella composizione, una barricata, dice
l’autore, a seconda di come è situata nel quadro può essere un elemento
meramente rappresentativo o evocare un concetto, passando da quella
posizione verso il basso indicando l’immagine dell’abbattimento.
Composizione dell’inquadratura inoltre deve essere il riflesso della
condizione psicologica della scena, seguire il naturale comportamento della
gente -> es. mani nascoste o esempio nella messa in scena teatrale di
di dove Vatruin in quanto viene condannato in quel
Balzac,
Vatruin
momento come malfattore ha più senso di essere collocato in opposizione
al gruppo di accusatori che in mezzo a loro, come aveva fatto l’allievo di
Ejz. che si era sottoposto a questa esercitazione).
IL MONTAGGIO DEL CINEMA DELLA RIPRESA DA PIU PUNTI
Ejzenstejn lavora sul concetto di montaggio tutta la sua carriera. Questo
cambia forma passando per tre tappe principali, ma mantiene una
costante fondamentale, quello di essere considerato uno strumento
fondamentale per la costruzione di un significato. La prima fase è detta
dove per attrazioni Ejz, intende qualsiasi
montaggio delle attrazioni,
momento aggressivo, dirompente, il cosiddetto cine-pugno (es. primi piani
improvvisi), qualsiasi narrazione volutamente disordinata, incompleta, da
ricostruire. Questi elementi hanno il compito di scuotere lo spettatore con
una violenza visiva tale da suggerirgli emozioni e idee nuove.
Successivamente il concetto del trauma viene espresso attraverso il
conflitto, il confronto, si passa al montaggio connotativo/intellettuale
che si focalizza sull’accostamento di due inquadrature che insieme
suggeriscono un significato che separatamente non hanno.
Un’inquadratura detta dettaglio, ma parte di intero), secondo la
pars (non
legge della suggerisce nello spettatore una spinta un
pars pro toto
TUTTO, esigenza che viene colmata dalle altre che per questo
partes,
processo vengono percepite dall’occhio umano non come una sequenza di
dettagli, ma come una immagine intera.
Ejz. comincia la sezione sul “montaggio della ripresa da più
punti” (riferimento al procedimento che lega più inquadrature insieme)
con la definizione del Il termine sta letteralmente per
Urphänomen.
“principio primordiale/fondamentale”, e infatti Ejz. conferisce a questo
termine l’accezione di quello che secondo lui è il principio che sta alla base
dell’estetica in generale, della natura, e dell’uomo: il movimento. Ejz. vede
la creazione del movimento come iniziale frammentazione del fenomeno
in figure statiche e successiva ricomposizione di esse in un TUTTO, in
movimento, che è sintesi degli elementi iniziali. In ogni opera artistica
vedremo che c’è un operazione di frammentazione e ricomposizione, nella
natura (materia che si decompone e si ricompone), alla base dei rapporti
dell’uomo e dell’acquisizione della conoscenza (che avviene per
frammenti).
Nel cinema il principio fondamentale alla base del cinema è quindi la
mobilità della fotografia, che consiste in un fenomeno di Il
montaggio.
montaggio attraversa tutta l’opera filmica a scatola cinese, che in accordo
con il principio musicale di in tutta l’opera filmica riflettono
Skrjabin,
ogni singola piccola parte che la compone:
- La è la formazione dell’immagine di un evento attraverso la
sequenza
concatenazione di pezzi di montaggio (zoccoli, testa e groppa di cavallo
formano l’immagine del galoppo)
- La singola è una serie di tanti singoli fotogrammi unite dal
ripresa
proiettore.
- La singola è la formazione di una composizione
inquadratura
attraverso le varie componenti del quadro.
Questo fenomeno, in particolare quello dei fotogrammi, è chiamato
“tamburo e fa leva sulla sfera psichica dell’uomo. Per la prima
ritmico”
volta individuato dal critico teatrale questo principio che Ejz.
Gregor,
definisce quasi ipnotico (neutralizziamo gli strati superiori della coscienza
ma senza perdere noi stessi), è basato sull’alternanza ritmica delle
immagini che stabilisce i collegamenti con il tutto senza far percepire la
separazione tra gli elementi, che sarebbe causata da un nostro naturale
istinto di analizzare singolarmente ogni elemento.
Ejz. a questo punto dimostra la validità della sua tesi ricercando le regole
che sorreggono il montaggio cinematografico in tutti gli altri processi
creativi artistici.
- Rintraccia la nascita del montaggio nella demiurgia del Dio greco
Dioniso e in tutte le forme rituali preistoriche, come l’eucarestia cristiana
e i riti cannibali Aztechi, il quale smembramento e il successivo
ricomponimento delle membra umane hanno portato alla luce una
nuova immagine divina del Dio.
- Rintraccia già nell’inquadratura pittorica medievale di Daumier e
Tintoretto le principali rappresentazioni sequenziali per riprodurre il
senso del movimento, date dall’abilità di mostrare le varie fasi del
movimento, non alla stessa parte del corpo, ma in parti del corpo
differenti, attraverso delle brusche torsioni.
- Nei “tanka” giapponesi: la farfalla vola le fasi del
la farfalla si è addormentata —>
movimento si uniscono in un unico processo vitale
- Il teatro per Ejz. è molto importante poiché vicino al cinema in quanto
entrambi condividono il fine di costruire un senso nello spettatore.
L’attore inoltre è uno degli elementi nella ripresa, come le linee e il
colore nelle pitture, che suscitano emozione nella pars. La differenza con
il teatro è che il cinema ha bisogno di “trucchi” come il montaggio per
formare un’immagine generalizzata poiché al cinema manca il corpo
vivo (fatto di luci e ombre). Nel teatro in scena, dove non c’è il
montaggio, come si fa a distinguere una mera rappresentazione di un
sentimento da un immagine del sentimento? Questo è ottenuto grazie
una buona recitazione realistica che deriva dal che
lavoro dell’attore,
segue i principi del montaggio. e
Stanislavskij, James Lessing