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PASQUA ED EUCARESTIA:

Al tempo di Gesù, la Pasqua aveva un doppio significato: uno rivolto al passato (liberazione dell’Egitto) e

uno al futuro (liberazione futura dalla schiavitù d’Egitto). Ricordo e speranza, gioia per la liberazione

ottenuta e per la certezza di una liberazione ancora più grande nel futuro. Gesù compie il gesto di

“spezzare il pane” in una cornice festosa, in una celebrazione pasquale proprio perché voleva che il

gesto si caricasse di tutti questi significati. Un secondo aspetto da osservare è che Gesù ha compiuto il

gesto durante un banchetto, scegliendo un contesto umano fra i più semplici e quotidiani e fra i più ricchi

di valori simbolici (intimità, fraternità, amicizia). Un terzo tratto è il clima di ringraziamento “Gesù

prese il calice e rese grazie”. Difatti eucarestia significa ringraziamento e Gesù ringrazia per le grandi

opere che Dio ha compiuto in favore dell’uomo. Discepolo è colui che riconosce che tutto è un dono e

sempre ringrazia. Fare eucarestia significa riconoscere i doni di Dio e saper ringraziare. Un quarto tratto

è la cornice di tradimento entro la quale Marco ha collocato Gesù. L’eucarestia è istituita fra la

constatazione del tradimento di Giuda e la profezia dell’abbandono dei discepoli. In questo modo la

comunità è invitata a vigilare e l’eucarestia è insieme avvertimento e consolazione. Mette in luce

contemporaneamente l’ostinato amore del Cristo e il peccato e le divisioni della comunità. Un quinto

tratto sono i gesti (pane spezzato e vino distribuito) e le parole di Gesù (“Questo è il mio corpo, questo è

il mio sangue, il sangue dell’alleanza, sparso per le moltitudini”). i gesti e le parole indicano la vita di

Gesù come un fatto di comunione: una vita donata. Poi il vino deve essere bevuto e il pane mangiato,

questo simboleggia che la vita del Maestro deve essere condivisa dai discepoli. Non basta celebrare

nell’eucarestia la presenza e l’amore di Dio per noi, occorre prendervi parte. Il senso di “fare comunione”

è condividere l’esistenza del Cristo. L’eucarestia è insieme presenza di Dio fra noi, manifestazione del

suo amore, dono di salvezza e progetto di vita.

RISURREZIONE:

La risurrezione di Gesù è l'evento centrale della narrazione dei Vangeli e degli altri testi del Nuovo

Testamento. Secondo questi testi, il terzo giorno dalla sua morte in croce Gesù risorse lasciando il

sepolcro vuoto e apparendo inizialmente ad alcune discepole e quindi anche ad altri apostoli e discepoli.

Per il Cristianesimo l'evento è il principio e fondamento della fede, ricordato annualmente nella Pasqua e

settimanalmente nella domenica. La tradizione cristiana considera l'evento della risurrezione di Gesù

come storico.

Secondo la testimonianza concorde dei Vangeli, il terzo giorno dopo la deposizione nel sepolcro Gesù è

risorto (I giorno: venerdì, morte e deposizione; III giorno: domenica, risurrezione). I vangeli non

descrivono l'evento, che non ha avuto testimoni diretti, ma solo la testimonianza della tomba vuota e le

visioni delle discepole alle quali apparve. La scoperta avvenne all'alba del giorno dopo il sabato, cioè

domenica mattina, quando Maria Maddalena e altre discepole si recarono al sepolcro per completare

l'imbalsamazione del cadavere.

Sofferenza di Gesù crocifisso:

Gesù è andato incontro alla sua croce nella certezza che la potenza di Dio avrebbe trionfato. Ma questa

speranza non ha dissolto la fatica, l’angoscia e il senso di abbandono che egli ha provato. La potenza di

Dio non ha liberato Gesù sottraendolo alla morte, né sottraendolo all’angoscia dell’uomo, ma facendolo

risorgere dopo aver attraversato l’angoscia e la morte, una morte vera come quella dell’uomo. La

sofferenza di Gesù è tutta raccolta nella passione e nella sua morte in croce. È interamente legata ad una

sua scelta di vita. Come ogni uomo, ha provato nella sua sofferenza la solitudine, la paura, l’angoscia e

lo smarrimento, la preghiera inascoltata e persino parla con Dio: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai

abbandonato?”. L’uomo vede che anche gli aspetti negativi della propria vita sono condivisi dal Figlio di

Dio e questo offre all’uomo stesso una possibilità, quella di condividere a sua volta la passione del suo

Signore.

Innalzamento:

La proclamazione di Gesù costituisce il tema di queste riflessioni. Bastano due rilievi: il primo è il

contesto missionario e il secondo la centralità della croce. I due temi formano un intreccio: la missione

dice l’universalità della croce e la croce dice il contenuto e il metodo della missione. Egli dice: “Quando

sarò innalzato attirerò tutti a me”. L’innalzamento rivela visivamente le modalità del suo morire

(sollevato da terra sulla croce) e il significato del suo morire (sollevato in alto verso Dio). Innalzare dice

l’evento nella sua verticalità, nella sua sovrapposizione e nella sua contemporaneità: il Crocifisso è già il

Risorto. Se lo guardi dal basso, vedi già nel Crocifisso i tratti del Risorto (vedi uno sconfitto innalzato); se

lo guardi dall’alto, vedi nel Risorto i tratti del Crocifisso. L’innalzato è il Crocifisso pubblicamente

svelato nella sua duplice verità. L’essere innalzato è la condizione perché il Crocifisso possa attrarre a sé.

La forza di attrazione del Crocifisso raggiunge ogni uomo ed è il punto dove gli uomini dispersi e lontani,

perché lontani da Dio, si incontrano. Li attrae con un’attrazione interiore, affascinante. Ciò che attira in

questo modo è solitamente la bellezza, l’amore o lo splendore di una grande verità o una novità attesa e

che sorprende. Il Crocifisso innalzato è la rivelazione delle insospettate profondità, bellezza e della

novità del volto di Dio e con Gesù crocifisso mostra che l’uomo non muore per Dio, ma Dio per

l’uomo.

Ogni uomo desidera incontrare la verità, di Dio e dell’uomo, che il Crocifisso è in grado di mostrare. Un

ultimo straordinario tratto è che la croce non salva la debolezza del nostro amore dall’esterno, ponendosi

a lato di essa, ma attraversandola. Guardando il Crocifisso si scorge che anche l’amore di Dio ha percorso

il cammino del nostro amore.

Protagonista, oggetto e metodo della missione è il Cristo innalzato e compito della comunità cristiana nel

mondo è di innalzare il Crocifisso, rendendolo visibile e pubblicamente trasparente, spiegato.

Come lo si mostra? Per rispondere a questa domanda si possono cogliere tre suggerimenti del vangelo di

Giovanni:

- lava i piedi ai suoi discepoli. Più ovvio sarebbe che i discepoli lavassero i piedi a Gesù ma l’immagine

di Dio che Gesù intende rivelare non è ovvia, si direbbe un’immagine capovolta, non per l’uomo, ma Dio

per l’uomo. Con il suo gesto rende visibile la logica di amore, servizio e dono che ha guidato tutta la sua

esistenza. Dio è amore e se vuole annunciare al mondo il vero Dio, la Chiesa non ha altra strada che

quella indicata da Gesù: servire.

- sempre nel contesto dell’ultima cena, Gesù dona ai discepoli il comandamento nuovo, cioè il

comandamento che esprime la novità cristiana. La novità sta appunto nel “come io ho amato voi, amatevi

gli uni gli altri”, l’amore di Cristo rappresenta il modello dell’amore reciproco. La Chiesa deve essere una

comunità che si ama e che ama, una comunità in grado di mostrare l’amore di Dio per tutti. La Chiesa

deve quindi servire e vivere un amore fraterno che sappia rendersi visibile e farsi dono per tutti.

- “Essi non sono dal mondo, come io non sono dal mondo”. Se vuole annunciare il Signore, la

comunità cristiana deve essere diversa dal mondo. Il mondo non è semplicemente il luogo in cui Gesù è

venuto, ma la ragione per cui è venuto: per amarlo e salvarlo.

Spettacolo della croce:

La croce è la grande icona, memoria fissa del credente, lo spettacolo dal quale non si deve mai staccare lo

sguardo. Luca usa il termine Theoria che non indica un’immagine ferma, ma un dramma in svolgimento

ed è l’unico dramma che vale la pena di vedere, perché illumina tutti gli altri. Tratti dello spettacolo:

1. spettacolo pubblico: si svolge davanti a tutti. La ragione della sua condanna era scritta in tre lingue e

tutti potevano leggerla. Uno spettacolo che si svolge davanti alla Chiesa e di fronte al mondo;

2. spettacolo che sorprende, scandalizza, ma proprio la ragione del suo scandalo è per il credente la

ragione della sua bellezza. Sorprende doppiamente perché racconta di uno sconfitto che invece è

vittorioso. La croce dovrebbe avere due facce: da una parte il Crocifisso e dall’altra il Risorto; una faccia

dà senso all’altra. Sorprende perché si tratta di uno spettacolo in cui appare tutta la malvagità dell’uomo

che non esita a condannare l’innocente, ma contemporaneamente compare la profondità e l’ostinazione

del perdono di Gesù. Il perdono di Dio svelato dalla croce è la garanzia della vita e della storia ed è la

prima ragione della speranza.

3. spettacolo che converte: le folle accorrono, guardano, comprendono e si “battono il petto”.

Osservando il crocifisso capisci che la tua vita deve assomigliare alla vita del Crocifisso che, rifiutato,

ama e perdona, non rompe la solidarietà con chi lo rifiuta. Il dramma del Cristo morto e risorto è un

lampo, un breve arco di storia, che però ha illuminato tutta la storia. Guardando lo spettacolo del

Crocifisso si comprende che la storia ha un preciso destino;

4. spettacolo pericoloso per il mondo che viene giudicato: di fronte al Crocifisso il mondo si vede

smascherato nella sua menzogna, si arrabbia, reagisce e colpisce.

È uno spettacolo da guardare insieme, dentro una comunità e bisogna guardarlo all’interno della Chiesa

per capirlo profondamente. È uno spettacolo da vivere perché non si può guardarlo da spettatore assente

ma bisogna ridisegnarlo dentro la propria vita, anche se non si riuscirà completamente. Bisogna

contemporaneamente viverlo e ricordarlo, mostrarlo e raccontarlo come dice Giovanni “la Parola si è fatta

carne” e così bisogna annunciarla perché non c’è missione senza annuncio. Bisogna annunciare lo

spettacolo perché esso è insieme bellezza, verità e amore. Bisogna racco

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A.A. 2015-2016
26 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher yaya94ila di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Varsalona Agnese.