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ISRAELE, POPOLO DI DIO

I. Formazione del popolo di Dio

A. Un piccolo popolo dell’Oriente

1. I paesi biblici

La storia biblica si svolge in Medio Oriente, in particolare nella terra di Israele, che noi chiamiamo

Palestina. La cultura vi si irradiava da due principali focolai: dalla valle dei due fiumi (il Tigri e

l’Eufrate) la Mesopotamia e dalla valle del Nilo l’Egitto.

Il punto d’incontro di questi focolai era una specie di corridoi limitato ad est dal deserto siriano ed

a ovest dal mar Mediterraneo. Il corridoio sirio-palestinese era insomma un vero crocevia in cui si

intersecavano strade commerciali ed era il passaggio obbligato di eserciti in marcia e di correnti di

civiltà. Questa regione presenta quatto zone: una agricola, una mista dove prevaleva

l’allevamento del grosso bestiame, la steppa ai limiti del deserto dove prevalevano i greggi di

bestiame minuto ed infine il deserto.

2. Il tempo dei patriarchi

- Abramo: proveniva da un clan nomade di Terah, si era trasferito tra il Tigri e l'Eufrate, e

quando divenne capo di un clan indipendente si stabilì nella zona montagnosa attorno al

1850. I suoi antenati erano idolatri, le cui attenzioni erano rivolte agli dèi della natura,

personificazione delle forze cosmiche. Abramo, guidato da un'ispirazione interiore, rigetta

quell'associazione che corrompeva l'idea stessa di Dio.

- Isacco: conduce una vita sedentaria nel sud della Palestina

- Giacobbe: ritorna a fare il pastore. I suoi 12 figli, che portano i nomi delle dodici tribù

storiche d’Israele, andarono incontro a una serie di disavventure nella terra dominata dai

Cananei.

- Giuseppe: lo schiavo divenuto ministro in Egitto.

Da Abramo alla discesa in Egitto ci presentano tre generazioni e altre tre dallo stanziamento fino

all'uscita dall'Egitto.

3. Mosè: l’uscita dall’Egitto e il soggiorno nel deserto

Mosè, ebreo di razza ma nome ed educazione egiziana, sente la chiamata divina: deve tornare in

mezzo ai suoi compatrioti oppressi e ricondurli al Dio dei loro padri, Jahwèh, e farli uscire

dall'Egitto. L'uscita dall'Egitto, o Esodo, è il risultato immediato della rivelazione fondamentale

dalla quale dipende tutta la successiva storia di Israele.

Dio, con la sua onnipotenza, ne dirige lo svolgimento con lo scopo preciso di liberare Israele per

farne il suo popolo. Sfuggiti alla schiavitù, gli Ebrei riprendono la vita nomade dei pastori e, nello

stesso periodo, Mosè getta le basi di una nuova organizzazione. Al Sinai le tribù d'Israele stringono

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con il loro Dio Jahwèh un patto di alleanza di cui Mosè è il mediatore. Il legame che unisce questo

popolo è di carattere religioso più che razziale.

Lunghi spostamenti conducono le tribù all'esodo e Mosè muore prima chi il Giordano venga

attraversato. La tradizione ha assegnato a questo periodo la durata convenzionale di 40 anni, cioè

il tempo di una generazione.

4. Nella terra di Canaan: Giosuè e i giudici

Le tribù d'Israele si sono stabilite nella terra di Canaan sotto la guida di Giosuè. Questi fatti si

possono collocare tra il 1250 e il 1220. Il primo centro della confederazione israelita in Canaan fu

il santuario di Sichem dove venne esposta l'arca dell'Alleanza, simbolo della presenza divina dal

tempo dei Sinai.

Dagli inizi del XII secolo i Filistei si spingono verso l’interno e forti nuclei di Cananei frazionano in

tanti tronconi il territorio occupato dagli Israeliti. Israele trova allora dei condottieri improvvisati

che si mettono a capo della lotta di liberazione: i Giudici. Tali sono Debora la profetessa, Gedeone

e Jefte mentre Sansone è piuttosto un eroe popolare.

In questo tempo Samuele comincia ad esercitare l’ufficio di giudice in Israele.

5. La monarchia: apogeo del popolo d’Israele

Sotto la spinta del pericolo, Israele si sceglie un re, capo permanente di tutte le tribù che dovrà

garantire la giustizia tra il suo popolo e dirigere la guerra di liberazione.

- Saul: è il primo re, un signorotto di campagna che organizza un piccolo esercito stabile e il

cui stile richiama quello di Ulisse. Saul riesce a contenere l’infiltrazione dei Filistei verso

l’interno.

Il re divenne sospettoso della popolarità di cui godeva Davide, il capo della sua guardia, che

dovette fuggire in zone desertiche e poi in volontario esilio nella terra dei Filistei.

Saul e il figlio caddero nella battaglia di Gelboè verso il 1015.

- Davide: dopo questo disastro può tornare nella sua tribù che lo proclama re e, alcuni anni

più tardi, divenne re di tutto Israele.

Costringe i Filistei alla loro striscia di terra costiera, si impadronisce di Gerusalemme

scegliendola come sua capitale e vi fa trasportare l’Arca dell’Alleanza.

All’apogeo del suo regno si sente fare una promessa dalle conseguenze enormi per il futuro

di Israele: Jahwèh stabilisce un’alleanza con la sua dinastia a cui sarà legata la speranza del

popolo di Dio.

Gli ultimi anni di regno sono funestati da tragedie familiari e ribellioni.

- Salomone: la sua amministrazione era fortemente centralizzata e ordinò la costruzione di

un fastoso palazzo → imitazione della monarchia Fenicia ed Egiziana. Come conseguenza,

alla sua morte, il regno si dividerà in due tronconi: gli stati di Israele e di Giuda vivranno

politicamente separati. 4

Salomone lascia però eredità importanti: ha costruito il tempio di Gerusalemme e ha creato

nel suo regno un ambiente favorevole alla letteratura sapienziale.

6. Civiltà e religione in Israele

La civiltà d’Israele ha subito una notevole evoluzione fino a raggiungere la centralizzazione

monarchica. Israele ha adottato la lingua del paese conquistato e assorbito la totalità della

popolazione indigena. Anche il popolo ha riconosciuto il progressivo realizzarsi delle promesse

divine. La liberazione dalla schiavitù egiziana e l’indipendenza nazionale, l’alleanza e la legge, la

terra e l’istituzione monarchica erano altri doni di Jahwèh.

B. Le tradizioni d’Israele

1. Letteratura di tradizioni

A partire dal regno di Davide vivono a corte scribi ufficiali poi Salomone fece aprire le scuole degli

scribi. Nei popoli antichi la scrittura era un mezzo secondario a servizio della memoria perché

quest’ultima aveva maggiori probabilità di conservarsi. Fino al regno di Davide la letteratura è di

tradizioni nella quale lo scritto ha una funzione molto limitata.

L’uomo dell’epoca, per trasmettere idee morali e religiose, ricorre a brevi racconti il cui scopo è

essenzialmente didattico. Nello stesso racconto si può passare da ricordi storici molto precisi a

impennate poetiche. La tendenza dello spirito porta gli uomini a modellare tutte le loro narrazioni

nelle forme ad essi più familiari.

Quando le tradizioni conservano il ricordo di fatti passati, permettono di risalire ai fatti stessi che

hanno dato loro origine. Quanto più lungo è il periodo della trasmissione orale tanto più le

tradizioni tendono a schematizzarsi.

2. I primi testi scritti

Mosè è il legislatore di Israele per eccellenza. Lo mostra nelle mansioni di giudice o nell’atto di

scrivere il decalogo su tavole di pietra, stabilisce per il popolo le norme culturali e giuridiche e al

Sinai conclude un’alleanza con Jahwèh.

Il decalogo contiene le clausole fondamentali dell’alleanza sinaitica. La raccolta legislativa più

arcaica è il Codice dell’Alleanza ma la legislazione mosaica garantisce l’antichità.

Agli inizi le leggi sono espresse con formulazioni casuistiche (se un uomo…) mentre quando sono

accompagnate da una motivazione prendono il tono di un insegnamento sapienziale pratico.

Il periodo letterario creativo in Israele ha inizio dopo la conquista, sotto lo stimolo della cultura

cananea. Tra le composizioni più antiche troviamo il canto di Giosuè, il canto di Debora e un

antico ritornello dell’Esodo. Il nocciolo del poema è la rievocazione lirica dell’avvenimento che ha

provocato l’entusiasmo dell’autore.

In circostanze importanti l’israelita “consultava Jahwèh” sia mediante procedimenti a noi

sconosciuti sia interrogando un veggente. Nello stile delle risposte sono stati redatti gli oracoli di

Giacobbe. Essi rispecchiano la situazione delle tribù israelite all’epoca dei Giudici e agli inizi della

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monarchia e Aprono per il lettore una prospettiva sull’avvenire che consente di percepire la

continuità del disegno divino da Giacobbe a Davide.

Le composizioni poetiche, destinate al canto durante le cerimonie liturgiche, sono state chiamate

salmi. Una tradizione attribuisce a Davide l’introduzione della poesia e della musica religiosa in

Israele. È difficile stabilire una data precisa per ciascun salmo. Tutti i salmi che ricordano il re

risalgono al periodo monarchico.

3. Le tradizioni

Per spiegarsi le origini del mondo e dell’uomo l’antico Oriente aveva creato i suoi miti, che

traducevano un pensiero ancora incapace di esprimersi in un linguaggio astratto. Le tradizioni

sulle origini hanno quindi attinto alla coltura ambientale molte espressioni e simboli, purificandoli

dalle loro risonanze politeiste.

Dalle origini al tempo dei patriarchi sono trascorsi secoli. Il peccato d Adamo ha come

conseguenza l‘allontanamento della sua discendenza dal paradiso, i peccati dei discendenti di

Caino corrompono la civiltà al suo nascere, il peccato dei discendenti di Noè impegnati

nell’impresa della torre di Babele provoca la dispersione delle razze e la confusione delle lingue.

Abramo è il significato della vocazione del patriarca e dell’alleanza che Dio conclude con lui.

La storia dei patriarchi si presenta come “un’epopea che custodisce i fatti storici, importanti per

conoscere le origini e lo sviluppo della rivelazione”.

Le tradizioni del tempo di Mosè formano un ciclo della massima importanza e Jahwèh è ora il

personaggio centrale. L’abilità dei narratori è attenta a dar rilievo alla sua presenza negli

avvenimenti. La salvezza di Israele diviene, insieme alla creazione, il prodigio divino per

eccellenza.

Le tradizioni inquadrano l’occupazione della terra di Canaan da due angolazioni diverse: una lenta

penetrazione delle singole tribù e un’azione militare unitaria guidata da Giosuè. Il secondo gruppo

di racconti schematizza la storia per dar maggior risalto alla conquista della terra promessa, con la

continuazione del piano divino.

Le tradizioni provenienti dal tempo dei Giudici sono di grande varietà raccolte attorno ad alcuni

fatt

Dettagli
A.A. 2013-2014
43 pagine
51 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilaria.possenti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Stercal Claudio.