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CAP. 11: ATTUARE LA SELEZIONE
Sun Pin disse: “Il Tao per guidare l’esercito e trascinare le masse si basa sull’autorità e
sull’inflessibilità. Queste due qualità sono i criteri con cui si selezionano gli Uomini Degni e si
scelgono i bravi soldati. (…) Prima di tutto dovrete trovare un equilibrio, quindi stabilire dei punti
di riferimento; in questo modo riuscirete a fissare dei livelli precisi. (…) Valutate il talento e le
capacità esecutive confrontandole con il termine di paragone, unicamente per determinare il livello
adeguato”.
COMMENTO: il primo paragrado è abbastanza chiaro: per scegliere e utilizzare gli uomini in
maniera efficace si deve ricorrere a degli standard. L’uso di termini di paragone adeguati rende
possibile non solo giudicare l’abilità di ciascuno e le sue qualità morali ma valutare anche il suo
carattere e le sue inclinazioni personali. Sebbene tutti i classici militari forniscano criteri e test di
riferimento per la valutazione degli uomini, solo Sun Pin, insieme al Legista suo contemporaneo
noto come il Signore di Shang, parlò esplicitamente della necessità degli standard.
Inoltre si dovrebbe prevedere ricompense e punizioni, comunemente riconosciute come
caratteristiche sempre correlate tra loro ed esclusivamente pertinenti al titolare dell’autorità fin dai
tempi antichi. Senza la possibilità di punire e premiare, l’autorità del re mancherebbe di effettive
fondamenta, i suoi comandi non potrebbero essere imposti e i suoi rimproveri passerebbero
inascoltati.
Inoltre nel testo vi è una frase veramente importante: “Ora, tra il popolo vi sono coloro che vivono
troppo poco ma possiedono ricchezze in eccesso e coloro che, al contrario, mancano di mezzi ma
godono di un’eccessiva longevità”. Sebbene molti commentatori abbiano interpretato tale frase
come un’espressione di disinteresse verso la vita e le ricchezze materiali, Sun Pin sembra
semplicemente metterne a confronto la natura. Ovviamente persone che posseggono un eccesso di
ricchezze devono essere motivate in altri modi, mentre coloro che mancano del necessario per
vivere possono essere indotti a non preoccuparsi della propria esistenza per ricercare le ricompense
dello stato. presumendo l’introduzione di un appropriato sistema di ricompense e punizioni, gli
uomini che eventualmente avessero dovuto correre il rischio di morire non se ne sarebbero
lamentati e coloro a cui le ricchezze fossero state confiscate non se ne sarebbero lagnati. Ciò
dovrebbe creare una società tranquilla e ordinata in cui la gente dà il meglio di sé.
CAP. 12: UCCIDERE GLI UFFICIALI
Sun Pin disse: “Fate comprendere chiaramente il sistema di attribuzione delle ricompense e degli
emolumenti, e le truppe combatteranno senza esitazione. Se studierete e svilupperete questo
sistema, allora gli ufficiali moriranno. Se ucciderete alcuni degli ufficiali, gli altri si
sottometteranno sicuramente alla vostra autorità. (…) Se li tratterete con giudizio, i vostri ufficiali
saranno pronti a morire per voi. Se dovessero venire uccisi, sarà necessario che i loro nomi siano
trasmessi ai posteri. Se li incoraggerete esaudendo le loro necessità primarie, moriranno pur di
difendere la loro terra. Se li stimolerete a pensare alle famiglie, moriranno per le tombe degli
antenati. Se li onorerete con banchetti, moriranno per meritare tali riconoscimenti. Se li lascerete
tranquilli, moriranno quando sarà urgente difendersi”.
COMMENTO: questo capitolo, che prende il titolo da un’annotazione sul retro dell’originale, è
veramente molto frammentario. Già con la prima frase del capitolo si riesce ad intendere il senso
dell’intero discorso: solo quando un sistema di ricompense sarà promulgato, compreso e applicato,
gli incentivi motiveranno il popolo a intraprendere linee d’azione stabilite e i soldati a combattere
con fervore e a sfidare la morte senza rimpianti.
La frase che conclude il primo paragrafo (“Se ucciderete alcuni degli ufficiali”) può riferirsi alla
necessità di infliggere la pena capitale, a scopo esemplare, a ogni ufficiale comandante che tradisca
gli ordini. Quando la punizione (specialmente la pena capitale) di ufficiali di alto rango viene
eseguita pubblicamente, i subordinati e le truppe imparano a temere l’autorità.
L’ultimo paragrafo che parte da “Se li tratterete con giudizio …” suggerisce una discussione sulle
motivazioni applicabili in molte sfere, interrogandosi su che cosa stimoli gli uomini all’azione e su
che cosa li spinga ad uccidere. Oltre l’ira, i fattori fondamentali emersi dagli scritti militari sono la
vergogna, il desiderio di ricompense e il timore delle punizioni, l’attaccamento alla famiglia e alla
patria. Vari scritti militari sottolineano anche che il generale investito dell’autorità del comando
dovrebbe preoccuparsi del benessere e della condizione fisica dei suoi uomini, facendo in modo di
essere per loro un esempio e di condividere con loro le difficoltà. Trattare gli uomini con giusta
cortesia, come suggerisce Sun Pin, consentirà di ottenere il rispetto che da loro si pretende.
CAP. 13: ESPANDERE IL CH’I
Sun Pin disse: “Quando si forma l’esercito e si riuniscono le truppe, è necessario concentrarsi per stimolare
il loro ch’i. Quando si stabilisce il campo e si riuniscono le truppe è necessario concentrarsi per impartire
ordini ai soldati e alimentare il loro ch’i. Quando ci si avvicina al confine e al nemico è necessario
concentrarsi per rafforzare il ch’i delle truppe. Quando è stabilito il giorno della battaglia è necessario
concentrarsi per rendere il ch’i dei soldati estremamente determinato. Quando si avvicina il momento dello
scontro è necessario concentrarsi per espandere il ch’i della truppa. (…) Quando sta per iniziare il
combattimento, interrompete ogni comunicazione in modo da togliere ogni speranza di sopravvivenza
altrove. Gli emissari dello Stato non arriveranno, gli ufficiali non si allontaneranno; tutto ciò al fine di
rendere determinato il ch’i delle truppe. Il generale convoca il capo delle forze di sicurezza del campo e lo
informa: “Per espandere il ch’i dei soldati non razionate cibo e bevande. (…) Se il ch’i dei soldati non è
determinato, la loro azione sarà inefficace. Se ciò avviene, non riusciranno a concentrarsi sull’obiettivo e
verranno facilmente dispersi. Di conseguenza, alla prima difficoltà verranno sconfitti. Se il loro ch’i non si
espande, i soldati saranno oziosi, e per questo sarà difficile servirsene. Se è difficile utilizzarli sarà
impossibile convergere sull’obiettivo”.
COMMENTO: questo capitolo contiene i principi della psicologia motivazionale riguardante l’esercito in
campo di battaglia e concettualizza nei termini del ch’i. Gli antichi scrittori militari erano particolarmente
consapevoli che il comportamento delle truppe in battaglia dipendeva dalla loro motivazione e dall’impegno
dei soldati. Venivano quindi impiegate una serie di misure concrete per influenzare la loro preparazione al
combattimento dai primi stadi dell’addestramento sino all’ordine di avanzata impartito dai tamburi e allo
scontro finale. In “Espandere il Ch’i” Sun Pin ha descritto la sequenza degli stati del ch’i, che deve essere
realizzata; ma le tecniche concrete per ottenere il risultato voluto rimangono sconosciute a causa dei danni
subiti dai listelli di bambù su cui erano scritte.
Benché i Classici Militari siano stati composti nel giro di 2 o più secoli, un arco di tempo in cui i concetti e le
tattiche subirono una notevole evoluzione, i testi rimasti, generalmente, riconoscono l’importanza de ch’i e
sono d’accordo sui principi fondamentali.
Comprendendo che una perdita del ch’i rende un esercito suscettibile di sconfitta, l’astuto generale deve
concentrarsi sulla formulazione di strategie e principi tattici per manipolare il nemico, infliggendo alle forze
avversarie proprio una tale perdita. Questo era uno dei principali insegnamenti dell’Arte della Guerra di Sun
Tzu.
In molti si sono interrogati su cosa potesse stimolare gli uomini al combattimento negli scontri bellici e quali
fossero le misure per assicurarsi che lo sforzo di ogni uomo fosse massimizzato e la soluzione, in molti,
l’hanno trovata nel coraggio, il quale è una manifestazione e al tempo stesso una funzione del ch’i.
presumendo che la vita militare abbia instillato nel soldato le basi della disciplina e l’attitudine alla guerra, si
richiede di stimolare in lui un impegno così intenso da non consentirgli altra possibilità, al momento dello
scontro, se non quella di combattere sino alla morte.
Tra tutti i classici militari dell’epoca quello che evidenzia in maniera migliore la progressione ideale dei
giusti stati mentali dei soldati che avanzano in battaglia è il Wei Liao – Tzu: “I soldati devono rispettare 5
priorità definite: dimenticare le famiglie; dimenticare se stessi quando affrontano il nemico; devono essere
decisi a morire per sopravvivere; se invece cercano semplicemente la vittoria la loro condizione non è
buona. 100 uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada possono penetrare in una formazione e
causare il caos al suo interno. 1000 uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada possono
sconfiggere il nemico e ucciderne il generale. 10.000 uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada
possono spostarsi sotto il Cielo e vincere”. Sun Pin è perfettamente d’accordo con queste parole e il suo
pensiero si dirige verso questa ipotesi: secondo Sun Pin nel periodo iniziale, quando viene allestita la
campagna e le truppe vengono radunate, sarà richiesto un atteggiamento severo e determinato. Deve essere
stimolata la volontà d’impegno dei soldati, oltre che la loro iniziativa e la partecipazione all’impresa. Come
notano anche altri scritti, cattivi auspici, paure e dubbi devono essere ignorati. Tuttavia, indisciplinate
dimostrazioni di coraggio potrebbero essere ugualmente negative, poiché portano a eccessi di spavalderia e
al disordine. Una volta stabilito il giorno della battaglia, nei soldati dovrebbe essere stimolato l’impegno a
morire, inteso come la risolutezza di cui abbiamo poc’anzi parlato. Ogni traccia di paura dovrà essere
sradicata dai loro cori, ed essi dovranno manifestare la disperata risoluzione che secondo Sun Tzu dovrebbe
essere alimentata spingendoli in situazioni disperate. È importante inoltre che il generale, quando si accinge a
espandere il ch’i, faccia in modo che il coraggio dei soldati sia costante per tutta la durata dello scontro,
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