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LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA
Crescita della popolazione particolarmente intensa e dal ritmo continuo.
1750: 650-850 milioni di abitanti > 1900: 1,6 mld = raddoppiamento in 150 anni.
Fra anno 0 e 1750 il tasso medio annuo di crescita della popolazione aveva permesso un raddoppio solo in circa 1200 anni: fra
1750 e 1970 i tempi di raddoppio si erano contratti di 8 volte, creando condizione per una drastica riduzione negli anni successivi
(previsione: “nelle decadi future la popolazione raddoppierà in 37,4 anni”. Negli anni 80 rallentamento).
Il maggior numero di abitanti del pianeta non è dovuto a più nati ma a meno morti. La transizione dal vecchio al nuovo regime
demografico prende avvio nelle zone più avanzate dell’Europa nella seconda metà del secolo 18°.
Mutamento nelle antiche usanze matrimoniali. Nel mondo agricolo il matrimonio era precluso a chi non avesse una fonte certa di
reddito, mentre nella realtà industriale chi è occupato ha un salario indipendentemente dall’essere o meno il maggiore dei figli
oppure indipendentemente dal sesso. Inoltre nelle città ci sono più occasioni di incontro fra giovani dei due sessi e nella realtà
urbana è più possibile sfuggire ai controlli dei genitori e degli anziani. Si abbassò quindi l’età nuziale in quanto si andava a lavorare
e quindi ci si univa molto giovani, ed aumentò pure il numero dei figli illegittimi.
Per un certo periodo le campagne restano il luogo dove abita la maggior parte della popolazione. I tassi di natalità presto
cominciano a diminuire. Andava diffondendosi una coscienza demografica: si tendeva ad attuare un sempre più diffuso controllo
delle nascite sebbene con tecniche rudimentali e poco sicure.
Nel contempo arretra la mortalità: in 80 anni i sessagenari crescono di due volte. Questo avviene grazie alla scomparsa della
peste: molti studiosi sostengono che alla base di ciò ci sia una rivoluzione ecologica (il ratto nero, portatore della pulce veicolo della
peste, sarebbe stato cacciato e progressivamente sostituito dal ratto marrone che quel parassita non ospita). La medicina anche
compie dei progressi ma ha ancora armi pratiche rudimentali ed inefficaci. Con la scomparsa della peste compaiono comunque
epidemie nuove (colerica).
Aumenta con rapidità la vita media, anche grazie alla riduzione della mortalità infantile.
Il secondo 700 vede lo sviluppo di una mentalità nuova verso la medicina, che si diffonderà con lentezza dagli strati sociali più alti a
quelli più bassi. Rafforzamento della fiducia nei progressi della medicina.
Diminuì radicalmente la mortalità femminile per parto. Lunga battaglia per vincere il vaiolo (inoculazione contro il vaiolo nel 1720).
Nacque anche la vaccinazione con Edward Jenner; quella antivaiolosa ebbe vita dura: le resistenze furono robuste e durature
nonostante il male continuasse ad imperversare.
Maggiore attenzione alla salute dei bambini: lotta per la loro sopravvivenza.
Nuovo atteggiamento verso l’infanzia: amore e affetto come base di tutti i rapporti familiari.
Squilibrio popolazione\risorse: nel 1798 Thomas Robert Malthus pubblica An essay on the principle of popoluation in cui enuncia
la “legge fondamentale” della popolazione: “il potere di popolazione è infinitamente maggiore del potere che ha la terra di produrre
sussistenza per l’uomo. La popolazione quando non è frenata, aumenta in progressione geometrica. La sussistenza aumenta
soltanto in progressione aritmetica”. Le risorse non sono sufficienti per questo tipo di aumento. La progressione geometrica quindi
causa squilibrio, catastrofi demografiche e c’è un riavvio del processo con l’equilibrio fino a una nuova crisi (andamento ciclico).
Dunque la crescita demografica incontrollata si sarebbe scontrata con il limite di una disponibilità di cibo insufficiente e di cattivi
raccolti, generando catastrofi demografiche. Il nostro pianeta non può nutrire che un certo, per quanto imponente, numero di
persone.
Ciò comporta il riavvio del processo, fino a una nuova crisi.
LA RIVOLUZIONE NEI CAMPI E NEI TRASPORTI
Mentre nelle campagne europee si diffonde la rivoluzione agronomica, le piante alimentari continuano a fornire un contributo
decisivo all’alimentazione degli abitanti. Con l’affermarsi della rivoluzione agraria – che si afferma anche nelle antiche comunità
contadine - si danno nuove rotazioni successivamente perfezionate in sistemi a quattro campi (“sistema di Norfolk”), quadriennali,
sessennali e via dicendo: così si recuperano terre al coltivo nelle zone già coltivate.
Le nuove rotazioni producono maggior possibilità di ingrasso dei terreni. All’inizio del 19° secolo l’ampia zona dell’America
Settentrionale che dal Mississippi va ad ovest era ancora sconosciuta. Intorno al 1840 inizia lo sfruttamento dei depositi naturali di
escrementi d’uccelli acquatici del Perù. Uso di concimi chimici > prima fabbrica di fertilizzanti artificiali. Ransome costruisce i primi
aratri tutti in ferro. Nel 1782 la seminatrice di Tull è perfezionata: si sperimentano mietitrici e falciatrici, che rendono più efficaci le
lavorazioni e più celeri lavori da sempre lunghi, pesanti, bisognosi di molta manodopera.
Attorno al 1840 inizia un’era nuova: si comincia ad applicare alle nuove macchine agricole l’energia del vapore.
Cospicui investimenti: i nuovi metodi agricoli rendevano necessaria una costante cura e direzione del lavoro dei campi. La
rivoluzione tecnica in agricoltura si coniugò con profondi rivolgimenti negli assetti proprietari e sociali delle campagne: protagonisti
divennero coloro con mentalità capitalistica.
Dopo la metà del 19° secolo profondo mutamento negli equilibri del mondo: l’Europa poté disporre di una crescente quantità di
derrate alimentari e poté scaricare sugli USA i loro abitanti eccedenti (4 milioni emigrano tra 1840 e 1860 in USA).
Balzo in avanti dei trasporti: la costruzione e l’ampliamento dei canali migliorano la rete interna di vie d’acqua; si migliorano le
strade che resero le velocità 3 volte maggiori: nascono macchine per la loro costruzione; si sviluppa una rete di comunicazioni
telegrafiche ottiche. Nel 1801 nasce un veicolo stradale a vapore (simile alla locomotiva): nasce il treno e nel 1830 prima ferrovia
da Liverpool a Manchester. Nel 1807 nasce il primo battello a vapore utilizzabile.
LA RIVOLZUIONE INDUSTRIALE
Le rivoluzioni precedenti crearono le condizioni affinché si produca questa che permise l’avvio e la maturazione delle industrie
moderno.
La macchina a vapore permette un salto qualitativo che cambia la natura delle fonti energetiche.
Prima della rivoluzione industriale l’energia usata per produrre i beni necessari è fornito da uomini piante ed animali che
trasmettono solo una piccola parte dell’energia che consumano, consumano anche quando non sono applicate alla produzione,
trovano un limite nelle capacità produttive del suolo.
La macchina a vapore inizia l’era dei convertitori inanimati di energia: può lavorare 24 ore su 24 e quando si ferma non
consuma nulla. I carburanti sono acqua e carbon fossile. Verrà usata per produrre energia elettrica prima, energia nucleare poi.
Le due materie prime decisive saranno carbone e petrolio.
Inoltre, dalla rivoluzione industriale in poi, si cominciano a usare fonti energetiche non riproducibili (prima usava fonti
riproducibili e riprodotte): all’inizio si colse solo l’aspetto positivo, ora è un grave problema.
Ora si produceva di più e meglio: tutti ora potevano fruire di una serie di beni superiori a quelli dei più agiati membri delle società
più arretrate. Ciò avvenne grazie a uno sviluppo enorme della produzione e della produttività (elemento quantitativo).
Sostituzione dell’abilità dell’uomo con congegni meccanici.
L’invenzione diventa un’attività economica e l’applicazione della scienza alla produzione diventa per essa un criterio determinante
e un fattore di stimolo: scienza e tecnica cominciano ad interagire in maniera costante.
Lo sviluppo tecnologico coinvolse via via l’intera economia industriale imprimendole trasformazioni sempre più rapide.
La rivoluzione industriale segna una vera e propria frattura rispetto al passato, che avviene sul terreno del progresso tecnico e nei
suoi ritmi di sviluppo.
Questo “decollo” trova spiegazione nella storia della tecnica: continui e rapidi avanzamenti permisero tante scoperte ed evoluzioni
in poco tempo (soprattutto rispetto al passato).
Continuità col passato: furono i Greci a intravvedere le proprietà del vapore.
Determinate condizioni d’ordine economico e sociale permettono di far diventare le invenzioni innovazioni.
CONDIZIONI ECONOMICHE E SOCIALI PER IL DECOLLO INDUSTRIALE
Nel mondo preindustriale esistono congegni complessi che per produrre presuppongono spese cospicue.
L’attività secondaria e di trasformazione avviene tramite artigiani che utilizzano attrezzi poco costosi; usano spazi della loro stessa
abitazione come laboratori; si servono di un numero limitato di salariati.
Si sviluppa il lavoro a domicilio e la manifattura: nel primo caso un imprenditore compra materia prima, la fa lavorare a uomini e
donne dell’agricoltura e le vende a prodotto finito; nel secondo caso l’imprenditore riunisce in un unico luogo tutte le fasi di un
processo produttivo: ognuno veniva spinto a specializzarsi in una fase della produzione, si creava una sequenza razionale e
prestabilita, e non si perdeva tempo per spostare il prodotto, operando tutti nello stesso luogo.
La macchina interviene già in queste fasi e poi diverrà la protagonista del sistema di fabbrica che si organizzerà in sua funzione.
Essa è più costosa, quindi aumentano le spese di avvio di un qualsiasi processo produttivo: la loro introduzione ha determinato la
necessità di un esborso iniziale, di un investimento, maggiore rispetto al passato.
Chi sostiene queste spese non lo fa per soddisfare i propri bisogni ma per produrre merci da vendere. Il frutto di un processo per
cui sono state necessarie maggiori spese d’investimento, dovrebbe essere venduto a un prezzo maggiore, non sarebbe
“concorrenziale”.
Nel sistema a domicilio questo ostacolo viene superato con pagamento del lavoratore a cottimo, a pezzo, indipendentemente dal
tempo di lavoro impiegato per unità di prodotto.
Nella manifattura la divisione del lavoro permette di produrre nello stesso tempo una quantità di prodotto assai maggiore: ancor
più questo avviene nella fabbrica dotata di macchine mosse dal motore a vapore. In tal modo l’industria annulla lo svantaggio del
maggior investimento iniziale.
La concorrenza fra industrie determina la necessità da