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SECONDO CAPITOLO
Mercati, guerre e famiglie
Mercati e circuiti di autorità
Napoli è una città che ha modellato il suo tessuto economico sull’attività commerciale. In quanto città di
frontiera di grandi dimensioni, si sono sviluppati mestieri legati alla vendita.
conseguenza della scarsità degli
L’ingrossamento del commercio irregolare può essere considerato una
altri settori economici. fragilità dell’economia
Già nel primo periodo postunitario è chiara la
cittadina, schiacciata dalla concorrenza dei mercati mondiali.
Anche nei decenni successivi è così: c’è una forte povertà collettiva e un affollamento dei mestieri legati
alla vendita. La presenza di un porto di grandi dimensioni assicura canali commerciali nazionali e
import-export,
monopolizzati
mondiali, ma essi sono da grandi società di a cui fa da contraltare il
mercato irregolare. sproporzione
Una netta tra scarse risorse economiche e ampia disponibilità di forza-
lavoro conduce a improvvisare mestieri per sopravvivere, che operano – in parte o del tutto –
nell’illegalità. Queste attività non vengono fermate dallo Stato che si adatta ad una situazione di fatto.
parassitario
sistema
Il commercio a Napoli è un , che non genera ricchezza e che si impone con la
ricorso minaccia della violenza
violenza. Infatti, nell’affollarsi delle transazioni, il o la vengono usate
ordine
per mettere all’interno del sistema economico. nascono affermano gruppi criminali
E’ in questo intricato tessuto di transazioni economiche che e si i
della città, che usano appunto la violenza come mezzo regolatore e stabilizzatore dei rapporti
economici. Questi circuiti si impongono con la forza, ma distribuiscono anche risorse.
circuiti economici marginali,
Si tratta di in grado però di stabilire collegamenti nelle alte sfere della
stratificazione sociale, agganciandosi ad interessi che non condizionano i percorsi di sviluppo della
città. Ci sono molte documentazioni su come esponenti della politica, dell’impresa, delle professioni,
della pubblica amministrazione, approfittino di questi punti fermi nei vasti e multiformi strati popolari
della città. Si tratta, dunque, di un’economia fortemente dipendente dai rapporti sociali. ruoli
Fin dall’inizio dell’epoca unitaria, tra la massa di segnalati per reati di camorra, troviamo che
posizioni centrali sensali, caporali, usurai, contrabbandieri.
occupano nei vari mercati: La
legali illegali
manovalanza camorristica è presente anche in altre attività, (facchini) e (gestioni di bische,
ricettatori, sfruttatori della prostituzione). Nonostante questa varietà di ruoli, il luogo di origine dei capi
il mercato
di camorra è quasi sempre . Le attività commerciali danno la possibilità, a chi ha le qualità
per imporsi, occasioni giusti per scalare la vetta sociale e per arricchirsi. Si affinano, quindi, altre abilità
elementi di savoir-faire costruiscono relazioni strategiche
importanti, e si (che, se accuratamente
gestite, consentono la scalata del mondo criminale.
De Crescenzo
In epoca post-unitaria erano la famiglia (commercianti di prodotti della terra e
Cappuccio
carne) e la famiglia (monopolisti del mercato di biade e carrube per animali da traino) a
contendersi il controllo criminale della città.
Nel novecento, specialmente nel secondo dopoguerra, quando l’emergenza economica favorisce la
crescita del mercato illegale, tollerato dalle istituzioni che non sono in grado di far fronte alle esigenze
della popolazione. mercato nero.
La presenza degli americani – truppe alleate – attiva un vasto Le cronache dell’epoca
parlano di furti, razzie, trafficanti arricchiti, fino al coinvolgimento di pezzi grossi della mafia italo-
americana (Vito Genovese).
Negli anni 50, anche dopo l’avvio della ripresa dell’economia nazionale, le autorità continuano a
tollerarlo, soprattutto per convenienza politica. Il tessuto camorristico, inabissato durante le due
meno
guerre, sembra riemergere attorno a piccoli gruppi di contrabbandieri ed estorsori, ma sono
stabili rispetto a quelle precedenti.
Secondo Hobsbawm la camorra sembra scomparsa, ma è riapparso qualcosa di simile: i suoi membri non
si chiamano più «camorristi», ma «magliari», che trafficano particolarmente benzina, tabacco ed
esenzioni di vario genere sui mercati ortofrutticoli. codici, confini e identità.
Sembra perdere senso il riferimento alla camorra ottocentesca, dotata di Nei
Antonio Spavone,
traffici del dopoguerra emergono figure come figura di rilievo nel contrabbando di
sigarette. Proveniente da una famiglia povera di un rione nel centro, diventa protagonista di una rapida 8
gangsterismo urbano.
ascesa criminale nazionale e internazionale, come modello tipico di E’ soprattutto
Campania Felix,
con l’intermediazione commerciale con settore di punta per l’esportazione estera, a
determinare l’ascesa dei boss più potenti. Nel 1955 vengono denunciati i movimenti di trattative di
vendita o acquisto dei vagoni di merce pronta per essere spedita, che avvenivano al Corso Novara, a
Pasquale Simonetti,
Napoli centro. Ed è proprio in quella strada che nel ’55 viene ucciso primo
Pupetta
«presidente dei prezzi» del dopoguerra. Il delitto verrà vendicato dalla sua giovane moglie,
Maresca, appartenente ad una famiglia di contrabbandieri-camorristi di Castellammare, che uccide il
Antonio Esposito,
presunto assassino del marito – grossista e camorrista di Pomigliano– di suo pugno.
La tragedia, in un contesto di guerra per il controllo del commercio, si ripete continuamente nelle
vicende, anche ai giorni nostri. dimensione traffici
La storia delle organizzazioni criminali campane si svolge costantemente nella di
leadership gruppi camorristi
leciti e illeciti. dinamiche di regolamentazione
Le e i si formano nelle
capi-camorra
violenta delle attività commerciali mediatori tra mercato locale e mercato
. I sono
d’esportazione, nodi strategici
che si insediano nei e impongono il proprio dominio. Ed è proprio per il
controllo di questi nodi che nascono i conflitti, per poter estendere il controllo ad altri mercati.
Spesso la carriera dei boss inizia in famiglie attive nei mercati legali, grazie alla loro dimensione
imprenditoriale. Terra di Lavoro,
Nella pianura tra Napoli e Caserta, nell’area agricola definita nascono i clan più
influenti nel secondo dopoguerra.
I Maisto: sono il gruppo di Alfredo Maisto, boss di Giugliano. Sono attivi in diversi mercati, tra
Ø commercio d’auto.
cui il Possiedono un mulino e della terra e, prima dell’ascesa criminale,
gestiscono prosperi affari legali.
I Mallardo: rivali e in seguito successori dei Maisto, sono in origine commercianti nel settore
Ø alimentare e di recente insediati nella grande distribuzione di prodotti elettronici. Sono ad oggi
una delle famiglie più potenti, con investimenti in vari settori: agroalimentare, trasporti, edilizia,
ristorazione, scommesse on-line.
I Casalesi: Bardellino Schiavone Zagaria,
con prima e poi con le due famiglie e hanno una
Ø lunga tradizione di impresa in vari campi: agroalimentare, commercio, immobiliare, edilizia e
con la terziarizzazione dell’economia, scommesse, gioco d’azzardo, esercizi commerciali e
Non sono rozzi estorsori, ma operatori economici
turistici. , attivi già prima della criminalità.
Sono famiglie ad oggi ricchissime, con interessi sia in Italia che all’estero, che hanno costruito la
loro fortuna con la violenza e le posizioni strategiche.
I fratelli Nuvoletta: in origine titolari di una società di Marano e successivamente imprenditori
Ø Orlando,
edili. La madre fa di cognome una famiglia facoltosa del luogo, che ha accumulato
possedimenti terrieri di vaste dimensioni. I Nuvoletta sono imparentati con molte famiglie di
notabilato violento – tra l’area nord di Napoli e la provincia di Caserta – (Orlando, Sciorio,
Maisto, Polverino), una rete di borghesia violenta e rurale.
Anche nell’area vesuviana nascono modelli analoghi di genesi mafiosa:
Vittorio Nappi: mentore di Cutolo, discende da una famiglia possidente e gestisce il mercato
Ø ortofrutticolo di Scafati. più importante
Carmine Alfieri: si impone a Nola ed è considerato il boss della provincia. Prima
Ø di gestire una moltitudine di settori, ricopriva un ruolo importante nel mercato della carne. Non
è un commercio qualsiasi: nel corso degli anni 50 a Nola c’è uno dei più fiorenti mercati boari
del Mezzogiorno. stadio pienamente mafioso,
Con la modernizzazione queste famiglie giungono ad uno stabilendo
monopolio nei mercati legali e illegali e manipolando le relazioni della clientela politica.
traffici illegali:
I clan cittadini, invece, sorgono in una dimensione maggiormente segnata dai
I Giuliano:
Ø costruiscono la loro fortuna a Forcella, fulcro di affari clandestini della città
nel dopoguerra.
Mazzarella-Zaza: si impongono grazie al contrabbando via mare.
Ø Licciardi Contini:
e sono in origine Magliari, ma effettueranno il “salto di qualità” con il traffico
Ø di stupefacenti. a favore della provincia.
Fino agli anni 70 gli equilibri camorristici pendono decisamente 9
Guerre
Nel corso degli anni 70 il panorama criminale cambia radicalmente.
I fattori di mutamento sono:
Rapida crescita dimensionale dei mercati illegali: c’è bisogno di controllare gli affari e il
§ apparato militare un’organizzazione articolata per livelli direttivi.
territorio, nasce dunque un e
Rapporto cosanostra:
con porta a replicare nella realtà locale le forme organizzative di tipo
§ mafioso. guerra cutoliana
Frequenti conflitti: durante la le componenti criminali di piccole dimensioni
§ gerarchizzazione dei gruppi
sono costrette a schierarsi: si impone una , che tendono a cadere
sotto il controllo delle fazioni antagoniste.
Il culmine del processo di militarizzazione avviene tra 1979-1983, nel corso dello scontro tra Nuova
intenso violento
camorra organizzata e Nuova Famiglia. Il conflitto è e e copre l’intero territorio cittadino
e regionale e lo divide in fazioni contrapposte. Nessuno può mantenere una posizione neutrale. Alla fine,
900 morti.
dopo 4 anni di scontri, rimangono sul terreno circa
giugno 1984 Brandellino Alfieri Nuvoletta,
Nel 12 uomini di e fanno irruzione in una masseria dei
Gionta Ciro Nuvoletta,
dov’è in corso una riunione con il clan di Torre Annunziata. Resta ucciso
fratello del boss e capo militar