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-IL PUNTO DI VISTA DEL VESCOVO DI CREMONA LIUTPRANDO.
chiave del successo di queste donne nella loro dissolutezza sessuale. Lui fa
propaganda per Ottone I, e vuole contrapporre le virtuose matrone germaniche alle
sgualdrine italiane. Le donne sono potenti armi ideologiche nella propaganda,e
Liutprando, sapendolo, gioca con la paura per le donne forti. Attacca la regina Willa
(adultera e strega!) e sua madre Willa, Berta (adultera!) e sua figlia Ermengarda
(zoccola!)...Liutprando è quindi da una parte pervaso da misoginia, e dall'altra spinto
dall'unico desiderio di mettere in discussione la legittimità dinastica dei pretendenti
Ugo e Berengario. Le donne, insomma, sono un modo per attaccare gli uomini.
Per Liuprando il
-LA PORNOCRAZIA ROMANA? TEODORA, MAROZIA E TEODORA.
papato era una pornocrazia romana dominata da donne. Nella prima metà del X
secolo Roma era dominata dai Teofilatti,e per lungo tempo il potere fu in mano a
Teodora e sua figlia Marozia (la cui sorella si chiamava anche lei Teodora).
Liutprando definisce Marozia come una 'figura sinistra', accusata di legami anche
incestuosi per guadagnare potere. Ancora una volta Liutprando però non punta solo
ad attaccare le donne, ma a sottolineare l'illegittimità del potere papale di Giovanni da
Ravenna(X), che agì sotto istigazione dell'amante Teodora I.
Il fatto che Marozia ebbe un figlio dal papa Sergio III provocò reazioni negative; in
seguito si sposò con Alberico di Spoleto (che morì e il potere passò a re Berengario
per un periodo). Ma nel 927 Marozia sposò Guido di toscana e con un colpo di stato
tornò ai vertici del potere. Il figlio di Marozia, Alberico, prese il potere e vi estromise
Ugo di Provenza (nuova fiamma di Marozia). Alberico resse Roma per 20 anni,
finché Ottone I riuscì a prendere il potere. Teofano sposò Ottone II nel 972 e
-LE PRESSIONI DEL POTERE FEMMINILE: TEOFANO.
già nel 983 si trovò vedova con 5 figli tra cui Ottone III. Governò come unica
reggente fino alla morte, in lotta con la suocera Adelaide. Entrambe furono chiamate
consors regni da documenti redatti dai propri mariti.
Questo titolo fa pensare che le mogli avessero
CONSORS REGNI: TITOLO O CARICA?
effettivi poteri di co-reggenza. Questo titolo e la connessa condizione giuridica erano
applicabili solo in assenza di figli. Non comportava, comunque, poteri particolari.
Verso la fine del 9° secolo l'espressione si trasformò in consortium cioè un'istituzione
dotata di un potere reale e fu ereditato dalle imperatrici successive a Riccarda, moglie
di Carlo il Grosso. Raterio fu un vescovo protetto sia da Ugo di
VESCOVI E DONNE: RATERIO DI VERONA.
Provenza che da Ottone I. Scrisse i Praeloquia durante il periodo che passò in
prigione dopo la sua prima deposizione (tornò in carica più tardi). Lo scopo era
offrire ai cristiano una guida per vivere in modo gradito a Dio. Nel suo secondo libro
dei Praeloquia, Raterio sottolinea che un uomo deve essere forte evitando la mollezza
femminile. Per lui, la forza deriva dall'obbedienza, e quindi le mogli devono
sottostare al marito per essere forti. Le vergini dovevano imitare Maria e le vedove
Anna. Si oppose fortemente al matrimonio ecclesiastico (posizione sostenuta anche
da Gerberto, futuro papa Silvestro), anche perché preoccupato dalle proprietà
vescovili dilapidate per far sposare i figli/e del clero. Raterio invita Ugo a sfuggire le
concubine senza basarsi però su motivi etici (forse per non infastidire Ugo nel caso
ne avesse davvero). Man mano che avanza la riforma della Chiesa, le donne
diventano vittime di un nuovo codice morale.
Le donne erano la forza invisibile nell'economia del
DONNE E LAVORO NEL X SECOLO.
X secolo così come lo erano state nei secoli precedenti. I preti non volevano
rinunciare alle mogli perché affermavano che erano loro a mantenerli. Le donne
lavoravano molto nel settore tessile, in cui lavoravano anche gli schiavi. Facevano
anche servizio domestico e da balia. Le donne continuano ad essere essenziali per
determinare la condizione sociale (trasmessa dalla madre ai figli). La situazione degli
schiavi però cominciava a cambiare in questo periodo di crescita demografica.
Il movimento di riforma monastica si scatenò
LA RIFORMA DELLA VITA RELIGIOSA.
nel 10° secolo. Molti monasteri (tra cui quello di Genova) divennero solo maschili.
La lotta per il potere nel regno non si limitava alla sfera laica, e alcuni monasteri
(come quello reale di San Salvatore/Santa Giulia) avevano un ruolo importante nella
trasmissione dell'autorità. In seguito al crollo del dominio carolingio spesso veniva
messa in dubbio la legittimità delle donazioni fatte nell'8° e 9° secolo e ci furono
molti processi per verificarla. I nuovi signori ottoniani dalla metà del 10° secolo
continuarono il patrocinio sui monasteri femminili politicamente strategici (quello di
Piacenza, Pavia, Lucca, Brescia, Benevento o Venezia per esempio). Il San
Salvatore/Santa Giulia giocava un ruolo importante nella politica famigliare del re
Berengario, così come il San Zaccaria per i governanti veneziani. Quest'ultimo era
più che altro un deposito delle mogli ripudiate e delle figlie inutili, ciò scatenò le
accuse contro i monasteri femminili all'avanzare della riforma cluniacense. I
Teofilatti appoggiarono la riforma e i monasteri romani. Teofilatto e Teodora erano
particolarmente devoti alla Madonna, contribuirono a far arricchire monasteri
decadenti e ne fondarono altri. E' addirittura possibile che Marozia I abbia preso il
velo. Purtroppo la documentazione meridionale sul patrocinio dei monasteri non è
molto ricca, ma Salerno (con il San Giorgio, femminile) e Napoli (con il San
Gregorio Armeno, femminile) ci hanno lasciato abbastanza. Altri monasteri
femminili che nacquero in questo periodo di riforme furono quello di Capua, quello
nella regione del Mercurion e quello in provincia di Reggio Calabria.
Dopo quella di San
LE DONNE DELLE VITE DEI SANTI: L'AGIOGRAFIA MERIDIONALE.
Leone di Catania, la Vita più antica è quella di Sant'Elia il Giovane di Sicilia (823-
903) di Enna, che passò da libero a schiavo in Africa e poi tornò di nuovo libero,
andò a vivere con la madre e compì guarigioni miracolose anche di donne. San
Leoluca di Sicilia (810-910) fu incoraggiato da una donna calabrese ad entrare in
monastero. Sant'Elia Speleota (860-960) di Reggio compì diversi miracoli in vita tra
cui guarire sua madre, e altri post-mortem tra cui una donna posseduta da un demone.
San Vitale di Sicilia fece miracoli e fondò un monastero a Bari. San Saba il Giovane
(morto nel 990-991) veniva da una famiglia di santi, tra cui il padre Cristoforo e il
fratello Macario. La sorella di San Luca di Demenna, rimasta vedova, fondò un
monastero e fu maestra di virtù. San Nilo da Rossano è un santo calabrese che prima
di diventare monaco ebbe una figlia; ebbe poi a che fare con la principessa Aloara di
Capua (chiese perdono per aver convinto i suoi figli a uccidere suo nipote, ma le
venne negato) e la duchessa Emilia di Gaeta (costruì una tomba per Nilo per quando
fosse morto, ma ciò lo indusse a fuggire dal ducato).
Tutti questi santi nacquero da famiglie nobili, fecero lunghi viaggi, fecero miracoli.
Nel corso del secolo cambiano però le preoccupazioni riflesse dalle narrazioni: se
nelle prime Vite predomina l'angoscia per i saraceni, poi ci si interessa ai potenti
signori del meridione. La questione della libertà di accesso delle donne ai luoghi di
culto è oscillante, così come l'atteggiamento verso la schiavitù. La famiglia è un tema
centrale e ricorrente. Le donne sono legate alle scelte degli uomini. In definitiva,
queste Vite sono maschili nel modo di pensare e nel sesso dei santi.
Una santa famosa del
UN PUNTO DI VISTA MINORITARIO: LA SANTITA' FEMMINILE.
periodo è Santa Trofimena (che con Santa Patrizia e Santa Restituta sfuggì a un
matrimonio non voluto o una persecuzione) a Minori, in relazione con la storia
politica di Amalfi e Salerno. Le sue reliquie furono rubate ma poi tornarono. Da
morta fece venire il ciclo a una donna ancora troppo giovane per consumare il
matrimonio. Il decimo secolo è chiamato secolo di ferro: battaglie, lotta politica,
CONCLUSIONI.
ansie economiche dei religiosi, riforme contro i matrimoni ecclesiastici, pressioni sui
monasteri...la mascolinità delle donne viene a volte elogiata a volte condannata.
Nell'11° secolo le donne avranno più responsabilità ma anche più resistenze.
5. Un'epoca di grandi donne o una grande epoca per le donne? (1000-
1115) Nell'11° secolo l'Italia subisce un forte sviluppo politico,
PANORAMA STORICO.
economico e sociale. Il territorio era frazionato: a nord c'erano ducati e contee
aristocratici (a Pavia nel 1024 fu incendiato il palazzo reale e crollò il Regno d'Italia),
a sud il papato e i territori longobardi, nel mezzogiorno c'era Bisanzio e in Sicilia i
musulmani. A sud cominciavano ad arrivare i normanni. Nell'11° secolo le donne
proprietarie terriere raggiunsero il culmine. Al sud resse molto Salerno, ma poi
dovette passare sotto i normanni con il matrimonio tra la principessa Sikelgaita e
Roberto il Guiscardo. Nell'ultima parte del secolo al nord appare il governo comunale
su base cittadina, con 'uomini nuovi' a gestire istituzioni oligarchiche. I vescovi del
nord risentirono di queste istituzioni. La riforma ecclesiastica destituiva il clero
sposato. In questo periodo ci fu la lotta fra il papa e l'imperatore tedesco per il
controllo della Chiesa Occidentale, la nascita del potere normanno, l'inizio del
movimento crociato, lo sviluppo di economie imperniate sulle città. Di questi
cambiamenti risentirono le donne di tutte le classi sociali.
Sono abbondanti nell'11° secolo, ma nessuna abbraccia la complessità degli
LE FONTI.
sviluppi sociali in atto in un'Italia così frammentata. La Honorantie civitatis Papie
elenca i dazi dovuti alla tesoreria regia dai mercanti che venivano in città, forniscono
testimonianze dell'uso degli schiavi, affermano che la moglie del tesoriere a Venezia,
Salerno, Gaeta e Amalfi doveva ricevere dai cittadini dei regali in avorio (provenienti
da Bisanzio) o 20 solidi di pagamento. Forse la donna presiedeva la loro
distribuzione/vendita. In un altro articolo si dice che i ministeria (corporazioni: ne
esistono anche di femminili -tessitrici a Genova-, sono divise per settori, ogni
mestiere ha la sua corporazione ma non viceversa; il loro scopo è mantenere la
qualità del prodotto e prezzo competitivo) dovevano costrui